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  1. #2281
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Ho ancora il dito puntato verso le luci sul soffitto quando sul volto di Vicent si apre un grosso sorriso.


    Non l’ho mai visto sorridere così, è… strano. Piacevole. Solleva una mano verso quel cielo improvvisato e lente le luci volano verso il suo palmo. «Forse ho capito…» in un lampo, quel cielo improvvisato scompare dal soffitto per riapparire sulla sua mano «la rigenerazione di Heinirch Dreth, il capostipite della mia famiglia» piego la testa di lato non capendo il significato delle sue parole. Ma è la luce verde a risplendere più intensa sulla sua mano mentre parla «unita a quella dei Greatnova» il verde scema lasciando il posto a una intensa tonalità violacea «e me» è la volta del bianco che risplende in mezzo a quelle tonalità al pari di un cielo stellato accecandomi per un istante.


    Socchiudo gli occhi ammirando quello spettacolo, rapito quasi quanto il proprietario che non fa altro che sorridere per poi avvicinare la mano al mio collo. Mi rannicchio spaventato appena tocca ma è un intenso brivido freddo a percorrermi la pelle prima di farsi piacevole e rilassante. Rilasso i muscoli sentendo la gola tornare normale e il respiro farsi sempre più regolare e meno affannoso «cosa senti?» lo guardo e l’azione del suo tocco unita agli spifferi della finestra, mi fanno battere per un attimo i denti mentre parlo «fr-fr-freddo!» afferro la sua coperta rannicchiandomi al suo interno e coprendomi fino ai capelli lasciando fuori solo il volto. L’uomo mi guarda ridendo prima di dirmi un po’ più serio «freddo... Indolore o fa male?» sospiro guardandolo con un finto ghigno di sfida «se faceva male l’avrest…i saputo!»


    dico facendo spuntare dalle coperte una mano chiusa a pugno e richiamando parte del mio potere sul mio pollice sollevato. Una piccola fiammella verdognola e azzurra si fa largo sulla pelle illuminando il mio volto. L’uomo inarca un sopracciglio alternando lo sguardo dalla fiammella ai miei occhi prima di dire con un ghigno stampato sul volto «non ti piace proprio il freddo, eh?» dice soffiando sul mio pollice e spegnendo il fuocherello prima di sistemarsi comodamente sul letto. Ritiro la mano sotto la coperta e l’uomo sbadiglia rumorosamente un paio di volte contagiando anche me prima di distendersi sul letto e piombare dritto nel sonno. «Vicent?» sussurro scuotendogli un piede. Nulla.


    L’uomo sembra piombato in un coma irreversibile ma si volta dall’altro lato facendomi capire che non è morto, mi sfilo la coperta dalle spalle e mi avvicino silenziosamente al cassetto togliendo il foglio che avevo fatto sbucare poco prima. Lo srotolo leggendo le parole velocemente, parla di Lumen e di come questa sia riuscita ad adescarlo assieme alla bestia rossa alle terme e… oh che schifo. Salto volontariamente i dettagli scritti dall’uomo e mi soffermo quando parla di charme da parte di entrambe le donne e di un uso di una forte aura di tenebra probabilmente della regina. Inghiotto un groppone di saliva mentre ripeto a voce le ultime parole scritte su quel foglio «avete suggellato un patto di carne con una Leithien, Sir Dreth, non dimenticatelo mai» ora capisco…


    lo guardo impensierendomi un po’ e faccio sparire il foglio dentro al cassetto mentre l’uomo si muove. Ti aiuterò Vicent… te lo prometto. Mi libero in fretta dei vestiti restando però con l’intimo mentre mi gratto appena la testa a causa di un piccolo prurito forse causato dalla coperta. Mi distendo sul mio letto toccandomi appena il collo e piombando anche io nel sonno dopo aver rivolto un ultimo sguardo al cielo mattutino…

    *Frasi e azioni di Vicent concordate con Damnedgirl

    Distruzione:
    Esperto Palla infuocata – La fiamma prende forma in una sfera dal diametro di 1 metro, provoca ustioni di secondo/terzo grado

  2. #2282
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    ADAMANTIA FERALYS

    CONTINUA DA QUI

    Non era veloce e nemmeno resistente, infatti cominciò a rallentare quasi subito e poi tutta quella gente che le veniva addosso! Evitò per miracolo un carro trainato da muli sbucato all'improvviso da chissà dove, ma si era fermata. La colse il panico e i palmi delle sue mani cominciarono a scaldarsi. Si sentì afferrare da dietro e sollevare, urlò, scalciò.
    “Smettila, che cazzo! Sono io” - Gunnar la teneva in braccio e fuggiva come il vento, tra vicoli, gente, cani, trampolieri fino a quando si infilò in una stretta apertura tra le rocce e la lasciò andare a terra senza troppi complimenti.


    “Li abbiamo seminati. Ma tu ...” - le puntò contro il dito indice accusatorio - “Tu adesso mi dici che hai combinato alle guardie. Sei ricercata? Vuoi uccidere quel povero cavaliere perchè non ti vuole sposare?” - respirava affannosamente, l'altra mano premeva sul fianco per la fatica. Adamantia, rossa in viso per lo sforzo, voltò la testa, fissando gli alberi alle sue spalle senza vederli: “Non sono ricercata, non ho fatto niente.”
    “E allora ...” - un movimento di foglie lo zittì, poi da un cespuglio venne fuori un ragazzino con in mano un coniglio sanguinante, nell'altra una piccola torcia luminosa. Guardò prima l'uno poi l'altra, affannati e paonazzi, e cominciò un ballo canzonatorio saltellando prima su un piede poi sull'altro, ritmicamente: “Gun ha la ragazza, Gun ha la ragazza.”
    “Sparisci da qui, Ray” - ruggì Gunnar tra i denti.
    “Ah, non avete ancora finito? Però siete vestiti ...” - fece intempo a dire prima che una scarpa volante lo prendesse in pieno viso. Cominciò a piangere e frignare e, sempre col coniglio tra le mani,urlò mentre andava via che lo avrebbe detto alla mamma.
    “Adesso, devo andare.”
    “Penso proprio di si.” - Gunnar raccolse la torcia lasciata cadere dal ragazzino.
    La strega si avvicinò alla fessura stretta tra le rocce, massaggiandosi il sedere per la botta ricevuta prima, aveva anche alcuni graffi sulle braccia e sulle gambe che la luce della luna rischiarò. Gunnar si morse il labbro, guardò il cielo maledicendolo in silenzio e la fermò.
    “Puoi andare domani mattina quando è giorno, è buio, se ti perdi poi ti tengo sulla coscienza. E fatti dare un occhio a quelle.” Lei si guardò i graffi e si ritrasse al tocco della mano di Gunnar:“Sei un guaritore?” - al suo no deciso con la testa continuò -“Meglio, odio i guaritori.”
    Il posto dove era accampata la famiglia di Gunnar era una radura circondata da grosse querce e nei pressi di un ruscelletto che nasceva dalla Montagna delle Ombre e si univa al fiume Panther poco più in là. Le querce facevano ombra durante il giorno, l'acqua permetteva loro di sopravvivere, spiegò Gunnar.


    Nell'accampamento, formato da un paio di tende, un carro, due muli e un bel po' di vettovaglie vivevano più o meno una ventina di persone. Le ancelle che preparano il bagno a mia madre sono il doppio, e sono meno efficienti, pensò dopo aver visto com'erano organizzati tutti i membri del clan.
    Le presentò sua madre, suo padre, i nonni, la bisnonna, i fratelli ele sorelle, gli zii i cognati e qualche cugino, Adamantia faceva fatica a ricordare tutti i nomi per cui decise di non tenerne a mente nemmeno uno, difficilmente li avrebbe chiamati. Gunnar le spiegò che erano un clan errante, andavano dove c'erano delle feste, matrimoni,giostre, eventi particolari. L'importante era che ci fosse gente,tanta gente. Suo padre faceva il fabbro, sua madre cuciva, lui e isuoi cugini beh … si davano da fare anche loro, ma restò parecchio sul vago. La strega non era molto a suo agio, il pentolone che ribolliva con qualche intruglio dentro le fece salire la nausea, quando poi vide la bisnonna scuoiare il coniglio strattonando con decisione la pelle fece fatica a reprimere un conato di vomito.
    “Tutto bene?” - Gunnar si avvicinò premuroso e la bisnonna diede di gomito al nonno insinuando che il ragazzo l'aveva messa incinta, ridendo rumorosamente e mostrando il sorriso sdentato, cosa che non fece altro che far peggiorare lo stato dello stomaco di Adamantia. Riuscì comunque a trattenersi: non si addiceva ad una giovane del suo rango farsi vedere in certe condizioni. Continuò a guardarsi intorno, vide la polvere, la sporcizia, le formiche, gli scarafaggi e le venne l'impulso di scappare e rifugiarsi di nuovo nelle sue belle stanze pulite e profumate. Pensò che ormai le guardie avevano dato l'allarme e tutti la stavano cercando, ma era convinta che lì non sarebbero riusciti a trovarla tanto presto, per cui si impose di non muoversi e restare almeno per la notte. Gunnar la presentò a tutti come Ada e la sua presenza fu accolta consorrisi e moine. Era quasi ora di cena, il coniglio si stava arrostendo sullo spiedo insieme ad un paio di pannocchie, ma l'armonia del clan era ormai irrimediabilmente rotta da un crescente chiacchiericcio.
    “Che succede?”
    “Mio cugino Bennis, Ben. Non è ancora tornato, i miei zii sono preoccupati.”
    “Ah” - tirò mentalmente un sospiro di sollievo nel sapere chenon era lei la causa del trambusto. Dopo qualche minuto di apprensione, una torcia e un fruscio di foglie annunciarono l'arrivo di Bennis.
    “Scusate il ritardo, gente, ma là fuori è un delirio completo!”- si bloccò di colpo nel vedere una faccia nuova e subito Gunnar si affrettò a presentare la nuova arrivata. Bennis le fece un cenno con la testa e si sedette a tavola urlando che aveva fame.


    Cominciarono a mangiare, le porzioni di Adamantia erano le più abbondanti ma lei non mangiò molto, il brodo era strano, galleggiavano dentro oggetti sconosciuti di cui non avrebbe mai voluto scoprire il sapore, la carne di coniglio non aveva lo stesso sapore di quella mangiata alla rocca, era più amara, più forte,persino l'acqua aveva un sapore strano, un po' fangoso. E poi sentiva addosso lo sguardo viscido di Bennis, che ogni due bocconi la fissava. Alla fine della cena, mentre gli altri si divertivano a suon dimusica, Adamantia cercò di allontanarsi il più possibile,soprattutto da Bennis, che continuava a guardarla.
    “Se vuoi scappare hai bisogno di forze. E visto quello che hai mangiato scommetto che riesco a prenderti prima che arrivi a quell'albero lì”
    La parlata sgrammaticata di Gunnar continuava a darle fastidio,ronzandole nelle orecchie come una forchetta trascinata su un piatto,ma ci si stava abituando. Sarebbe stata sempre così la sua vita d'ora in poi? Circondata da rozzi ignoranti, costretta a mangiare cose dal sapore orribile e a bere intrugli altrettanto schifosi?Avrebbe dormito a terra tra scarafaggi e formiche? Stanotte era piacevole, senza vento, freddo o pioggia, ma cosa avrebbe fatto quando il tempo sarebbe cambiato?
    Non si voltò nemmeno a guardarlo, ma sentiva la sua presenza alle spalle.
    “Se avessi il teletrasporto non mi prenderesti” - quello eral'unico modo per fuggire davvero, teletrasportarsi in un posto lontano, dove nessuno avrebbe saputo chi era.
    “Che?” - grugnì lui in risposta - “Sei proprio strana, lo sai? Tieni, questo è buono, almeno stanotte non ci tieni tutti svegli coi rumori della tua pancia.”
    Le mise in mano a forza una pannocchia arrostita e stese una coperta cenciosa e bucherellata a terra. “Siediti. Mangiare in piedi lo fanno gli animali.”
    Adamantia guardò quello straccio storcendo la bocca, ma non potè rifiutarsi di nuovo perchè il ragazzo la spinse giù dalla spalla e la costrinse a sedersi.
    “Sei proprio un buzzurro, non ti hanno insegnato che non si trattano così le ragazze?” - gli rispose mentre tentava di usare i gomiti per resistere e colpirlo all'addome.
    “Un bu che? E' una parolaccia? Guarda che se scopro che mi hai insultato ti regalo una sberla.”
    Avrebbe dovuto alzarsi e urlargli in faccia che lei era la figlia diAzor e Illyria Feralys, che per quest'affronto sarebbe stato punito con l'amputazione della mano, ma l'unica cosa che le venne in mente fu che avrebbe dovuto spiegargli il significato della parola amputazione e le venne solo da ridere, una risata forte, quasi incontrollabile.
    “Piantala e mangia.” - le disse lui con sguardo truce, si sentiva un po' offeso perchè la ragazza stava ridendo di lui, ma poi vide che non riusciva a fermarsi e cominciò a ridere anche lui, prima in maniera sommessa, non voleva cedere, poi sempre più forte.
    Risero senza sapere perchè per qualche minuto buono e dopo che Adamantia quasi divorò la pannocchia arrostita, restarono in silenzio, lui ad ammirare il cielo stellato, lei a testa bassa a rimuginare su tutto quello che era successo durante la giornata.
    “Non è bellissimo?” - la voce di Gunnar la ridestò dai suoi pensieri cupi, ma lei non capì a cosa si stava riferendo quindi lo fissò con aria interrogativa. Per tutta risposta lui le strattonò i capelli all'indietro costringendola ad alzare la testa.
    “Devi guardare su, asina” - la rimproverò spazientito, quasi sbuffando.
    Adamantia non ebbe il tempo di reagire perchè proprio in quell'istante che stava guardando in alto successe qualcosa di inaspettato.
    “Una stella cadente! Ne hai mai vista una?”
    “No, mai” - la ragazza scosse la testa, affascinata.
    “Davvero? Si dice che se esprimi un desiderio quando ne vedi una,poi si avvera.”
    Lei strinse gli occhi ed espresse il suo desiderio più grande esperò che quella stella le portasse davvero un po' di fortuna.
    “Non dirmi cos'hai desiderato che poi non si avvera”
    “Figurati se lo dico a te!” - gli rispose di rimando col sorriso sulle labbra.


    Erano seduti a terra, spalla contro spalla e lui cercò la sua mano, Adamantia non la ritrasse. Restarono così, col naso all'insù sperando di vedere un altro lampo nel cielo, fino a quando una nuvola sfilacciata non coprì la visuale. Dietro di loro l'allegria si era acquietata già da un po' e, dopo che gli uomini erano rimasti a confabulare tra loro a voce bassa, sembrava fossero andati tutti a letto.
    “E' ora di dormire. Vieni.”
    “Posso restare qui?”
    “Ma certo che puoi, ti preparo il pagliericcio vicino alla nonna, così nessuno viene a disturbarti. Lei ha il sonno leggerissimo.”
    Adamantia sgranò gli occhi al palese fraintendimento del ragazzo,era carino, ma non doveva essere molto intelligente.
    “Io intendevo qui, dove sono adesso. In questo punto preciso.”
    “Oh” - si guardò intorno velocemente, poi scrollò le spalle edisse che andava bene se a lei andava bene. Le portò un altro paio di coperte e la lasciò lì.
    “Buonanotte, Lady Ada. Spero che la sistemazione è di tuo gradimento.”
    Mille pensieri le affollavano la testa, credeva che non sarebbe riuscita a chiudere occhio e anzi, forse era meglio così, avrebbe potuto scappare in caso di pericolo. Era rimasta lontana dagli altri apposta: ai primi raggi di sole se ne sarebbe andata per la sua strada. Era rimasta rammaricata di non avere l'occorrente per scrivere un biglietto, ma poi pensò che molto probabilmente nessuno di quei bifolchi sapeva leggere quindi si rigirò su un fianco e non ci pensò più. Il terreno era duro ed aveva usato entrambe le coperte per metterle sotto la testa a mò di cuscino. Si rigirò ancora: una pietra aguzza le premeva sotto la schiena. Spostò la coperta bucata con due dita e cercò a tastoni la pietra ritirando la mano velocemente ad ogni tocco che non le sembrava di terra. Trovò il sasso e lo gettò via, sembrava andar meglio adesso, si stese sulla schiena. Pensò che in fondo doveva abituarsi, la sua vita sarebbe stata così d'ora in poi: cibo orrendo e come letto la dura terra. Sospirò e senza nemmeno rendersene conto si addormentò.
    Si svegliò di soprassalto: qualcuno stava urlando. La radura era invasa dall'oscurità e Adamantia non aveva idea di cosa stesse succedendo. Sentì dei rumori, un grido soffocato e un paio di braccia muscolose l'afferrarono. Cominciò a dimenarsi, tentò di urlare, ma al primo accenno di fiato un possente manrovescio le fece girare la testa e chiudere la bocca. La guancia le bruciava, sentiva in bocca il sapore del sangue, ma continuava a cercare di far allentare la stretta al suo aggressore. Morsi, graffi, calci, provòdi tutto, e ogni volta riceveva in cambio un duro colpo che la faceva tremare di rabbia e paura.
    “Piantala di colpirla, Bennis. Così non varrà proprio nulla.”
    “Ti dico che se la prendono in qualsiasi condizione. L'ho vista bene in faccia, so chi è. Stanotte guadagniamo più soldi di quanti ne abbiamo mai visto in tutta la vita!”
    Bennis, maledetto bastardo! Ecco perché mi fissava in quel modo, avrà raccontato a tutti chi sono e adesso vogliono incassare un riscatto. Una famiglia di ladri, assassini e stupratori ecco cosa sono!
    Gli uomini intorno a lei continuavano a ridere mentre le legavano mani e piedi e Adamantia sentiva montare la rabbia, sempre più forte: rabbia per essere così debole e stupida, rabbia per essersi fidata della persona sbagliata e infine rabbia per non essere potente come sua madre. Chiamò più volte Gunnar, pregò che la liberasse, ma lui non venne. Quando Bennis la gettò sul cassone del carro e si avvicinò a lei inondandole il viso col suo fiato caldo che sapeva di cipolle e vino, la piccola strega perse ogni remora. Riuscì col suo fuoco a bruciare le corde e, una volta che ebbe le mani libere, diresse il suo potere contro l'uomo che l'aveva afferrata e malmenata. Le urla di Bennis scatenarono il panico nella radura, ma Adamantia non si fermò: il fuoco colpì ovunque, divorava ogni cosa, ogni persona.


    Lei voleva ucciderlo, voleva uccidere tutti, soprattutto Gunnar che l'aveva venduta in quel modo meschino. D'improvviso la radura fu invasa da guardie in armatura con i colori rosso e arancione dei Feralys, uno di loro si diresse verso Adamantia e la pregò di seguirlo, per tornare alla rocca. Lei lo guardò, strinse i pugni spegnendo così le fiamme e si voltò, lasciando dietro di sé soltanto fuoco e sangue.
    Fuoco e sangue.
    FINE FLASHBACK


  3. #2283
    sim dio L'avatar di valuccia85
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali




    Quello... quello non era Gildas. No. Non lo era.



    Non posso esserne sicura al 100%, questo lo so, ma sono sempre più convinta della mia intuizione: Sir Demonar ed io condividiamo la stessa pena. La stessa maledizione.
    Ripenso alle sue parole, mentre con fatica esco dalla vasca ed afferro il telo. La mano destra sul ventre, cercando di non sfiorare la bruciatura, mentre ripenso alle sue parole...

    "Divertitemi Araneae…"



    No. No quello non era lui. Non mi ha mai chiamata per nome, non si è mai concesso una simile libertà, e non mi avrebbe mai baciata. Soprattutto non in quel modo.
    Ieri a malapena mi ha rivolto la parola, quando era sdraiato sul bordo della fontana, ed oggi questo?
    Va bene il gioco, ma questo... no. Questo non credo l'avrebbe mai fatto.
    Magari sto sbagliando tutto, magari prenderò solo una grandissima cantonata, ma voglio chiarire questa situazione.
    Devo. Se scoprissi che anche lui, come me, lotta ogni giorno contro questa maledizione... beh... non so...
    Magari conosce un modo per liberarsene. Un metodo che non conosco...

    "Perdonatemi, ma ho bisogno di cure immediate e poi vorrei riposare un po'. Con permesso..." concludo, rivolgendomi alle due donne, per poi abbandonare le terme.



    Ho bisogno di un curatore ed in fretta, quindi mi rivolgo alla servitù, a cui chiedo di riportare l'armatura nella mia stanza, per poi dirigermi verso la direzione che mi è stata indicata.
    Raggiunta la sala riunioni, noto la presenza del Comandante al tavolo.



    "Vogliate scusarmi, Comandante, non vorrei tediarVi ancora, ma avrei bisogno delle vostre cure... ancora una volta... - affermo per poi mostrare la bruciatura all'uomo - Ovviamente, se siete impegnato, posso attendere..."



    Aspetterò le sue cure e poi mangerò velocemente qualcosa. Ho bisogno di riposare almeno per qualche ora...




    Ultima modifica di valuccia85; 27th September 2015 alle 21:04

  4. #2284
    Mod cangiante L'avatar di Pey'j
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar

    Nessuno disturba il mio pranzo e termino di mangiare abbastanza in fretta.


    Chiamo ancora Agatha, ormai penso di essere diventato il suo incubo, e le chiedo di riempirmi il calice con il vino più pregiato che ha: più alcol ho in corpo, meglio saprò ignorare le urla di Lantis durante la riunione. Ma rimango a gustare il prelibato liquido cremisi per poco, dato che lady Araneae irrompe in sala e chiede i miei servigi.


    "Vogliate scusarmi, Comandante, non vorrei tediarVi ancora, ma avrei bisogno delle vostre cure... ancora una volta... ", mi mostra delle bruciature, "Ovviamente, se siete impegnato, posso attendere...". Le sorrido e mi alzo, appoggiando con grazia il calice sul duro legno del tavolo. <<Sono impegnatissimo, non vedete?>>, le rispondo sarcastico, accentuando il ghigno sulle mie labbra. <<Questi formalismi non sono necessari. Sono sempre al vostro servizio>>.


    Mi avvicino alla donna, sollevando nel mentre la mano destra e richiamando ad essa il potere curativo.

    Difesa e recupero: Maestro - Rigenerazione
    Rigenera ferite di entità grave o mortale
    Proprio come previsto, un'altra scarica di scintille parte dal mio busto e si propaga per il braccio, accumulandosi in una piccola nuvola elettrica sopra il palmo della mano. Rimarrei ad osservarla per ore.


    <<Permettete>>, le chiedo, cercando il suo sguardo, e dopo aver incatenato i miei occhi ai suoi poso la mano sulle sue ustioni, rilasciando la cura. Presto attenzione ad eventuali smorfie di dolore, anche se minime, devo capire se queste scintille sono fastidiose o meno. Quando le sue ferite saranno risanate, mi allontanerò dalla donna e indagherò su questa cosa. <<Avete per caso provato dolore? O fastidi di ogni sorta? Queste scintille non hanno alcun effetto su di me, e siete la prima su cui le provo>>, le chiederò, curioso della sua risposta.

    Our wills and fates do so contrary run

  5. #2285
    sim dio L'avatar di valuccia85
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali




    Il Comandante si rivolge in modo cordiale, nonostante abbia interrotto il suo pranzo.



    Anzi... è addirittura... sarcastico. Sorridente eh, ma sarcastico.

    "Sono impegnatissimo, non vedete?"



    Ricambio il suo sorriso. Non sono in vena di battutine sarcastiche, ma finora è stato gentile, quindi...

    "Questi formalismi non sono necessari. Sono sempre al vostro servizio"



    Però. Addirittura al mio servizio? Mh. Fatico a crederci, ma apprezzo la sua attuale disponibilità.

    "Perdonatemi... certe abitudini non muoiono mai, nemmeno in una situazione precaria come questa - affermo rivolgendogli un altro sorriso, seppur dolorante - ma avete ragione ed apprezzo le Vostre parole..."



    Mentre si avvicina per curarmi però... ehm... ma... cosa sono quelle?
    Scintille?! Eccola la... guarda che fine faccio adesso, eh!
    Sarebbe comico: tornata viva dalla battaglia per poi morire fulminata. Sono ancora tutta bagnata, poi.

    "Permettete"

    Permettete, dici? Ehm... ecco... vorrei pensarci un attimino.
    Dreth?! Dove si è cacciato Sir Dreth?! Forse sarebbe meglio rivolgersi a lui, no?
    No. No. E no. Ma cosa vado a pensare?! E' il Comandante, cavolo. Riuscirà sicuramente a curarmi senza fulminarmi.
    Spero.
    Osservo il suo potere con un'espressione palesemente preoccupata sul volto, ma... ma... che sensazione stupenda.
    In un attimo mi sento subito meglio. Inoltre... non saprei... ma sembra quasi che il suo potere è diventato...
    Ma no, impossibile. Sicuramente mi sbaglio. Come può essere diventato più forte in così breve tempo?
    Eppure... non saprei... era forte anche prima eh, ma ora sembra... diverso.

    "Avete per caso provato dolore? O fastidi di ogni sorta? Queste scintille non hanno alcun effetto su di me, e siete la prima su cui le provo"

    Ops. Probabilmente la mia espressione preoccupata...

    "No, no - mi affretto a rispondere - Assolutamente alcun dolore o fastidio. Anzi. Sinceramente trovo che il vostro potere è decisamente aumentato. Sorprendente! - resto in silenzio per pochi secondi, continuando ad osservare le mani dell'uomo, per poi concludere - Perdonate la mia espressione preoccupata di poco fa, ma scintille ed acqua non vanno mai d'accordo, quindi... Spero di non averVi offeso..."



    Sono ancora viva. Oggi è una buona giornata, meno male. Mi dice bene.

    "Posso unirmi a Voi? Non ho ancora toccato cibo e vorrei mangiare qualcosa prima che inizi la riunione..."

    Gli abiti non sono sicuramente quelli adatti, ma mangerò velocemente e poi mi ritirerò nelle mie stanze.
    Ultima modifica di valuccia85; 27th September 2015 alle 21:08

  6. #2286
    Mod cangiante L'avatar di Pey'j
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar

    La donna mi risponde tempestivamente.


    "No, no", balbetta, sa perfettamente che ho notato la sua espressione preoccupata, ma non potrei nemmeno biasimarla, "Assolutamente alcun dolore o fastidio. Anzi. Sinceramente trovo che il vostro potere è decisamente aumentato. Sorprendente!".


    Quasi senza che possa controllarle, le mie labbra si piegano in un ghigno soddisfatto.


    Proprio come avevo previsto. Ma d'altronde questa è solo l'ennesima conferma, posso sentirlo io stesso come la cura sia estremamente più efficace, e la cosa è evidente sulle persone che tratto. L'unica conclusione logica è che l'elettricità che accompagna il bagliore sia talmente debole da non arrecare fastidio... oppure il suo effetto viene completamente azzerato dalla Rigenerazione. Lady Araneae si preoccupa anche di chiedermi scusa per la sua iniziale reticenza, apprezzo il gesto, ho un debole per le buone maniere. <<Vi ringrazio, ma nessuna scusa è necessaria. Questa strano fenomeno ha lasciato sorpreso anche me, e vi confesso che ne ignoro il motivo, ma l'importante è che possa continuare a curare i miei soldati senza ferirli ulteriormente>>, le rispondo sincero. Dei, se il mio potere curativo fosse diventato inutile... la fazione sarebbe stata nei guai. Ogni guaritore è cruciale per la nostra vittoria.


    Faccio per tornare a sedermi, ma la voce di Araneae mi spinge a voltarmi nuovamente verso di lei. "Posso unirmi a Voi? Non ho ancora toccato cibo e vorrei mangiare qualcosa prima che inizi la riunione...", mi chiede, un po' titubante. <<Ovviamente, mi farebbe piacere un po' di compagnia>>. Mi avvicino a una delle tante sedie vuote e la allontano dal tavolo per permetterle di sedersi. <<Agatha>>, chiamo la serva, so che se ne sta nascosta in quella lurida dispensa ad origliare tutte le nostre conversazioni. <<Servi il pasto alla signora e porta anche un bel calice di vino>>, le ordino.

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  7. #2287
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali



    Scendo gli scalini due per volta, a ritmo della musica che mi è partita dalla testa.
    Senza pensieeeeriiiiiiiii la tua vita sarààààà!
    Chi vorrà vivrààà di libertàààà, Hakuna Matata!!




    Esco nel porticando, cadenzando due passi avanti e uno indietro di volta in volta: sento il mio elemento sotto i piedi, l'erba fresca fa da manto al terreno che con le sue vibrazioni mi inebria i sensi.



    Hakuuuuunaaaa MatataH!!!
    Salto e piroetto passando per il giardino, saltando direttamente sul davanzale di una finestra: entro in infermeria e mi dirigo al baule spogliandomi nel frattempo della camicia da notte, rimanendo nuda, senza mai smettere di ballare come se avesssi una tarantola su per il culo.
    <<Akuuuuuuuuna MatataaaaH>>
    Trovo degli abiti civili non troppo sfarzosi, della mia taglia, brava Agatha...buona e brava, BUONA da mangiare soprattutto!
    Questi stivali credo siano maschili, quindi perfetti, andrò comodissima!



    Mi dirigo di buona lena verso la sala con il mio tavolo preferito! Do un calcio rumoroso alla porta, mostrandomi ai parassiti in sala.
    Il comandante ordina ad Agatha di servire da mangiare, cosi faccio notare la mia presenza parlando a voce bella alta, camminando ad ampie falcate e con un gran sorriso a mostrare i denti bianchissimi che, statene certi, lavorerò per farli tornare merdosi come prima!
    <<Si brava Agatha, e quando hai finito piazzati una mela in bocca e siediti su sto'piatto!>>



    Mi seggo sgraziata osservando i due con le sopracciglia aggrottate, curiosa delle loro reazioni, ma senza mai abbandonare quell'aria felice che proprio non mi cambia!
    Guardo il pollo posto al centro della tavolata, non mi pongo manco il pensiero di chi sia, che la mia lingua subito s'indurisce, allungandosi e fuoriuscendo sotto forma di radice con un sottofondo di legno che si compone con forza innaturale. Non sento più dolore li dove la carne diventa dura scorza terrena...io sono terra, io sono il mio elemento.
    Distruzione - Maestra
    L’incantatrice è in grado di connettere la propria energia all'ambiente e generare radici, che prendono vita dal sottosuolo, in zone da lei scelte:
    Prigione di Gea - Le radici che vengono generate sono manovrabili ed imprigionano il corpo intero, stritolandolo, provocando tagli profondi e nei casi più gravi la compromissione di organi e rottura di ossa. Possono essere generate dove si desidera.
    Il mio nuovo arto orale (che cacchio ho detto?!?!) si stende rapido e scattante verso il pollo, strattonandone la coscia a portandomela dritta in bocca con un effetto risucchio che mi farebbe scoppiare a ridere se non avessi la bocca piena di carne! Mastico a fatica con mille smorfie, ingurgito in un'intera volta tutto il groppone, mentre contemporaneamente a tutto ciò una ciocca dei miei capelli si allunga sotto forma di rampicante verso un calice di vino facendomelo poi porare all bocca, che per la fretta di mandar giù il pollo, ingollo senza controllare che sia esente da veleno....e vabbuo, na vot se mor!!!



    <<Ambarabacciccicocco, chi ne ha prese di più al Sinelux tra te e Ada sei tu!>> domandero con un super sorriso alla cosa verde affianco a me, ciondolando a piccolissimi scatti la testa a destra e sinistra.

    Nb: Deirdre ora indossa gli "Abiti Quotidiani 1".
    L'immagine di riferimento è nella mia scheda pg, sotto lo spoiler per scaricarla.


  8. #2288
    sim dio L'avatar di albakiara
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Nymeria Hammerfell

    Uff, uno a uno tutti lasciano le terme lasciandomi sola, beh, tutti tranne lo stoccafisso nell'asciugamano.





    Quando il giullare mi da le spalle per uscire dalla vasca noto numerose cicatrici su tutta la schiena: deve aver subito molte torture e angherie in passato.



    Mi coglie un moto di tristezza che cerco subito di ricacciare via perchè quel saltimbanco non merita questi miei sentimenti, quindi esco dalla vasca, mi asciugo e mi rivesto prima di raggiungere la sala dove vi sono già radunati molti altri.



    <<Signori, signore...>> accenno un inchino col capo prima di prendere posto accanto a una dama mai vista prima <<Posso sedermi accanto a vo- vooooooi?>> sgrano gli occhi quando riconosco nel giovane volto della donna la septa <<De-De-Deirdre?>>



    Non può essere, eppure gli occhi sono i suoi... Si, è lei, solo molte rughe in meno e qualche capello in più.
    Ultima modifica di albakiara; 17th September 2015 alle 00:34

  9. #2289
    Mod cangiante L'avatar di Pey'j
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar

    Se lady Araneae accetterà la mia cortesia, attenderò che prenda posto e poi, in ogni caso, mi siederò a tavola vicino a lei.


    Ho già finito di mangiare, ma non mi dispiace bere qualche altro calice di vino, Agatha ha proprio scelto bene stavolta.


    Porto il bicchiere alla bocca e bevo un piccolo sorso del buonissimo liquido, ma un rumore assordante mi distrae e me ne fa sputare un poco nella coppa. <<Si brava Agatha, e quando hai finito piazzati una mela in bocca e siediti su sto'piatto!>>. Guardo la donna sgranando gli occhi, con il calice ancora davanti al viso, mentre questa si muove per la stanza come se fosse stata drogata e poi si siede a tavola, osservandoci.


    Non la riconosco, non mi pare vestita da serva, ma chi diamine è? Sto per alzarmi e chiamare delle guardie, quando la sconosciuta... sputa? Una?? Radice??? Sembra che usi la sua lingua legnosa per strappare una coscia dal pollo che ho fatto servire e mangiarsela.


    Radici... domina la terra? Un momento. Poso il calice sul tavolo e mi concentro sui suoi occhi, mentre questa continua a far sbucare radici da ogni santissima parte del suo corpo e riesce ad afferrare con esse anche del vino. <<Deirdre?>>, chiedo... sconcertato. L'eterocromia non mente, anche la voce e i tratti del viso sono quelli ora che ci penso, ma... è impossibile associare questa donna alla vecchia decrepita che conosco. Innanzitutto ha una folta chioma rossa, talmente folta che non poteva essere nascosta sotto il cappuccio del saio, e, a proposito, la stoffaccia con cui va in giro di solito è stata sostituita da un completo normalissimo, che utilizzerebbe qualunque avventuriera. Che razza di stregoneria è mai questa? Mi torna in mente l'intruglio strano a cui ho donato il mio Fulmine, ma mi disse che era una normalissima pozione. Che cosa avete fatto, Deirdre? Beh, è evidente ciò che ha fatto, è tornata giovane... e non vedo più l'amuleto. Non c'è più. L'anatema è scomparso. Mi alzo bruscamente, tentando di mascherare il mio terrore e facendo addirittura cadere la sedia, indietreggio cercando di non inciampare e mi porto vicino al muro, preparandomi ad evocare il Fulmine: se ha recuperato i suoi poteri, questa donna è da incatenare immediatamente. <<Dov'è l'anatema?>>. Lancio uno sguardo eloquente a Nymeria, di cui non ho notato l'arrivo: che si prepari anche lei a combattere.

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  10. #2290
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    ADAMANTIA FERALYS

    Non sopporto più questo mal di testa che mi sta martellando le tempie da ore. Non ho mai dormito peggio in vita mia! E poi ci mancava quello stupido ricordo di dieci anni fa, pensarci mi fa venire ancora di più l'emicrania, anche perchè non mi vengono in mente tutti i dettagli e la cosa mi fa impazzire! All'epoca chiesi alla nonna di farmi dimenticare tutto quello che non fosse permeato da sentimenti di rabbia, vendetta e odio, volevo ricordare soltanto come mi aveva fatto sentire quell'esperienza alla fine. Non dovevo più trovarmi in quella situazione di impotenza né provare pietà o rimorso ed è lì che ho cominciato ad essere veramente io: Adamantia della casa Feralys, l'ultima erede di Asshai.


    In un certo senso credo di dover ringraziare quel tale, quello zingaro – ma come si chiamava? - per avermi permesso di accettare appieno i miei poteri e la mia essenza di strega, senza di lui qui dentro mi avrebbero azzannata come tante bestie assetate del mio sangue e invece sono io la pantera che banchetterà coi loro cadaveri.
    Beh, grazie, chiunque tu sia!


    E' inutile che mi sforzo oltre, nonna Alycent era una strega coi controfiocchi, non una mezza tacca qualunque, ha fatto un buon lavoro con i miei ricordi: ormai sono andati per sempre.
    Che mal di testa! Quelle mezze seghe di Aiden e Vicent non hanno saputo guarirmi bene, o non hanno voluto? Pensate di mettermi a tappeto così? Pensate che una stupidissima bastardella fortunata mi abbia messo al tappeto? Vi sbagliate! Me lo sento, questa è la mia rinascita, d'ora in poi le cose non potranno andare che bene!


    Sono ancora a letto, ma ho chiuso occhio pochissimo. Mi sollevo quasi a mezzo busto, quanto vorrei trovarmi già in piedi in questo momento!
    Ma … ma che? Ma quella … quella sono io? E che diamine ci faccio lì, a fissarmi con quegli occhi indignati? Hey, signorina, abbassa lo sguardo!
    Però, niente male. Che occhi, che sguardo ammaliante. Che corpo da dea!
    “Girati un po'. Bene, si così. Anche il dietro è da favola! Uomini, che aspettate!”



    Mi lascio andare di nuovo all'indietro, la testa ripiomba nel cuscino e mi tiro le coperte fin sopra il naso.
    Non ricordo nulla, devo essermi presa una bella sbronza quando sono tornata dal Sinelux, adesso si spiega tutto, anche il mal di testa. Aiden, scommetto che sei stato tu. Mi hai portato in camera e ti sei approfittato di me. La prossima volta fallo quando sono sobria, almeno avrò qualcosa di cui vantarmi.
    Lascio scivolare il braccio lungo il bordo del letto, non devo aspettare molto. Sto già dormendo.



    Cloni- capacità di creare copie di se stesso immateriali, manovrate con la propria volontà.
    Maestro – 5 copie


 

 

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