Aiden Urthadar
<<Sir Aiden, avete prestato giuramento come cavaliere di obbedire ai membri della famiglia reale con fedeltà e abnegazione. Ora, come vostra regina, vi ordino di... schiaffeggiarvi da solo>>.
Questo è quello che dice la regina, e se non mi trovassi davanti alla donna più potente di Dohaeris penserei ad uno scherzo. Invece lei è seria, serissima, nonostante il tono giocoso: pretende davvero che mi sottometta a una tale umiliazione, per giunta davanti a due guardie. Cosa vuole provare? La sua supremazia? Mi teme così tanto? O vuole semplicemente umiliarmi? Il disagio non è una sensazione a me familiare, ma ammetto che quello che sto provando ora gli si avvicina molto. Sento però anche un certo... divertimento, l'adrenalina della sfida. Se rifiutassi, cosa succederebbe? Mi farebbe uccidere seduta stante, perdendo un soldato per la sua guerra? Mi punirebbe in qualche modo? Le mie labbra si piegano in un sorriso al pensiero di che punizioni potrebbe riservarmi, un ghigno che mi preoccupo di far sparire immediatamente.
Uno schiaffo. Perché non farlo, dico io?
Mi avvicino a Lumen lentamente, senza mai distogliere lo sguardo dal suo viso. Quando siamo ormai a pochi centimetri di distanza afferro con dolcezza il suo polso e, con calma, porto la mano vicino alla mia guancia, aprendola. Le guardie non interverranno, lo so. Non sono qui per questo. Mentre la guardo dritta negli occhi con uno scatto utilizzo la sua mano per schiaffeggiarmi. Uso molta forza, assicurandomi però di non ferire nel processo in alcun modo il polso della regina. Il dolore è acuto ma dura solo pochi secondi, sostituito poi dal calore: mi mordo il labbro, non per la sofferenza, bensì per il perverso piacere che sto provando. Sto ancora stringendo il suo polso tra le dita, e dico: <<Negare la realtà è da stolti, vostra altezza. Il segreto è interpretarla>>.