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  1. #2601
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Alagos e Gildas riacquistano la costituzione, Alagos anche l'occhio

  2. #2602
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    LANTIS RAEGHAR

    Il Comandante Urthadar è celere nell'eseguire i miei ordini e viene quasi subito a farmi rapporto. Mi sono sempre piaciute le persone efficienti e il Lord di Capo Tempesta è indubbiamente uno di quegli uomini nati pronti. Mi dice di aver preso una piccola iniziativa, offrendo un titolo altisonante a chi mi porterà la testa del capo degli BlackSnow. Gli sorrido con un ghigno di approvazione, penso che sia un'ottima idea.
    "Un'ottima idea, da quando sono state trafugate le teste, ci sono molte picche da riempire... non si sono più verificati atti vandalici come quello, la vigilanza vostra e del Primo è stata ineccepibile. Non avreste certo potuto prevedere il tradimento di Esperin... o fermarlo. Si è anche impossessata della spada di mio padre, dovreste aggiornare i databook come possibile alternativa alla sua Fidelia" dico flemmatico, senza lasciar trasparire l'enorme rabbia e delusione che provo nei suoi confronti. Man mano che passa il tempo dall'annuncio della notizia di lei nei reietti di Drako, riesco a mettere a fuoco la situazione con più chiarezza. E tutto mi pare sempre più senza senso. Ha sposato Ryuk comunque, l'uomo la userà solo per mirare al trono dopo questa guerra... Drako però non è uno stupido... perchè ha permesso una cosa simile? E' risaputo che Leithien non si diventa... alla malora di Raiden, se lo sarà meritato! Stavo facendo le capriole per lei, per cercare di evitare qualcosa di disastroso, ma a quanto pare non solo non ha apprezzato, ma si getta tranquillamente nelle fauci di una famiglia di pazzi omicidi! "E' un vero peccato per il nostro accordo, avervi come cognato sarebbe stato un vantaggio per entrambi... dovremo rimandare le politiche matrimoniali a dopo la guerra, certamente potremo legare le nostre casate in un modo o nell'altro. I Trydan Fulger ne sarebbero onorati" dico mantenendomi calmo. Non è la stessa cosa di Esperin, ma è la parentela più prossima che mi resta. Non posso certo chiamarli famiglia, ora... non ho più una famiglia. Non ho più nessuno, sono solo e l'ho sempre saputo che sarebbe giunto questo momento. Certo non in questi termini, pensavo che Esperin si sarebbe sposata e si sarebbe dedicata al suo matrimonio, come è giusto che fosse, e che io avrei avuto un matrimonio politico senza amore, con un marmocchio intorno solo per metterlo sul trono. Quando smetterà di sanguinare il cuore per Reneè? Sono Gran Maestro degli Stregoni, al momento potrei ammazzare quella che era mia sorella in un battito di ciglia senza provare nulla di particolare. Ho condannato a morte il mio migliore amico per la ragione di Stato e sempre per essa sposerò la donna che disprezzo di più al mondo. Eppure, non riesco a dimenticarla... il suo profumo è un veleno più potente delle radici dell'albero di sangue e tenebra dell'Abgruntis, si diffonde nella memoria per divorare ogni luce che cerca di brillare. Forse sono uno sciocco, forse non riuscirei a fare del male a Esperin, forse avrei fermato la spada del boia sul capo di Drako, forse non riuscirò a dire quel sì dinanzi al sacerdote. Il mio cuore non riuscirebbe a fare nulla di tutto ciò. Ma la mia mano, come la mia mente, sono lucide e non tremano dinanzi ciò che deve essere fatto. Lo farei, farei e farò tutto, anche se dopo morirò pazzo di dolore. Sei solo tu, Reneè, l'unica forza dinanzi cui cedo, che non riesco a ribattere, a distruggere. Mi volto verso il Comandante, uno sguardo tremendo di odio negli occhi: "Non credo che in battaglia ci saranno dei maghi, ora, ma se mai incroceremo Esperin, non deve esserci pietà". Attendo una sua eventuale replica o se non avrà niente da dire lo congederò, ho bisogno di riflettere su cose più razionali, concrete, utili alle nostre difficoltà. Il prestito alla Banca di Ferro... potrebbe davvero riuscire a tranquillizzare i miei alleati.

  3. #2603
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Vicent appare risentito dalla mia piccola scenata, io scherzavo non pensavo di essere questo grande attore. Trattengo una risata quando scorgo il broncio sul suo volto e mi rigiro tra le mani l’occhio ora che non può vedermi. Che peccato, ha un foro al centro. Uff… dovrò farlo riparare in qualche modo. Quando mi chiede di tener fermo Fanon, sbuffo rumorosamente e mi avvicino reggendolo per le spalle con due dita. Gli rivolgo un occhiolino sperando che capisca a cosa mi riferisco e l’uomo prende quindi a curare l’altro ficcandogli un dito nell’orbita per poi coprirlo illuminando quindi la stanza con il suo potere curativo. Mollo finalmente la presa su Coso quando lui dice «finito» per poi rivolgergli le solite raccomandazioni… non sforzartelo… «Cercate di sforzare l’occhio il meno possibile» mangiate… «mangiate» e riposate… «e soprattutto riposate» accompagno le sue parole conteggiando con le dita scimmiottandolo scherzosamente. L’uomo mi vede e avvicina una mano verso di me. Chiudo d’istinto gli occhi aspettandomi un ceffone di quelli potenti ma un lieve brivido freddo mi investe la spalla facendomi rilassare e lasciando svanire il dolore. La pelle si risana e il fresco diviene piacevole, non come quello della stanza che è diventata una ghiacciaia. «Grazie» mi sussurra appena per poi afferrare il colletto della giacca del tizio e sussurrargli qualcosa all’orecchio prima di rivolgergli un saluto e dirigersi in biblioteca. Che strano… sono curioso… lo ammetto. Guardo Sir Fanon con noia e mi volto dandogli le spalle «aggiungete anche questo alla lista “non vi uccido perché ho un motivo” … sir…» per poi dirigermi verso la mia stanza. Mi libero finalmente del costume e della maschera, mi infilo un paio di calzonicini e mi butto sul letto cominciando a giocare con l’occhio «dunque… che cosa me ne faccio di te adesso?» dico facendolo saltare da una mano all’altra e cercando di non farmelo finire in faccia… AH, come sarà divertente…

  4. #2604
    sim dio L'avatar di Lilla_20
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Loren Van Dervult




    La visita del Re nella camera di Lady Alinor, dove ancora mi trovo, mi ha lasciata perplessa.
    Chissà cosa deve dirle di così importante da portarla nella stanza della Principessa...
    Rimango ancora un po' qui in attesa del ritorno della Lady, chissà, magari mi vorrà parlare ancora...
    Il tempo passa però ed io non riesco a rimanere qui ferma in attesa.
    Decido così di uscire in giardino cominciando a camminare avanti ed indietro nei pressi del Glados.
    Sto decidendo cosa fare, potrei allenarmi un po', o magari cercare Lady Adamanthia.
    In attesa di decidermi continuo a rimanere nei pressi del Glados...

  5. #2605
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Alagos Fanon


    Mi sto contorcendo nel mio dolore , purtroppo queste sono le conseguenze delle mie scarse abilità magiche e combattive. Ho affrontato molti uomini, ma qui alla Torre il livello è molto alto e quindi di sicuro non riuscirò mai a raggiungere il loro livello però ci devo almeno provare, in fondo è per la bandiera dei Raeghar che devo combattere e per proteggere le persone a me care, ed è quello che farò, l’importante è che sappiano che da me non devono aspettarsi molto, non sono forte come loro e ne sono consapevole. L’unica nota positiva che ho dalla mia parte è il non arrendermi, preferisco combattere e morire piuttosto che restare ad osservare la disfatta di un regno che tanto mi era caro.
    Perso nei miei pensieri vedo che mi raggiunge Sir Dreth seguito dal giullare…il ragazzone del Nord comincia a curarmi evocando il suo mirabile potere…
    <Ve l’avevo detto di non distrarVi durante un allenamento, vero Sir?>>
    Le sue parole sono giuste, non ho nulla da controbattere ma quando mi ritrovo davanti un Demonar, fatico a contenere la mia rabbia interiore , li odio per il loro essere,li odio perché hanno sterminato ingiustamente un casato solo per il gusto di conquista, a causa loro si è generata questa faida tra le nostre famiglie, i Fanon hanno perso molti cari per colpa loro, ma devo dire che anche noi abbiamo giocato le nostre carte e non ho intenzione di far finire il nostro casato tra le loro spire proprio come è accaduto ai Fern…sto giocando con la vita per questo, vita che dovrei proteggere a dire il vero se voglio compiere ciò che è giusto, ma è con la vita che pagherò se le cose non andranno come dovrebbero, lo so… se non fosse che con la mia morte qualcuno a cui tengo particolarmente ne soffrirebbe potrei anche decidere di lasciarmi finire in un banale allenamento… ma cosa vado a pensare poi? Davvero penso questo di me stesso? Posso essere migliore di così, posso essere più forte, se solo lo volessi…. è per Lei che devo restare vivo nonostante tutto, è anche per Lei che devo trovare la forza necessaria al compimento degli eventi.
    Per fortuna questi pensieri che arrivano in un momento di fragilità mi distraggono dal dolore che sto provando, intanto la ferita allo stomaco sembra chiudersi velocemente, meno male, siano ringraziati gli Siamesi e l'intervento di Sir...ci tengo alle mie interiora come…al mio occhio.
    Ascolto in silenzio lo scambio complice di battute tra i due presenti mentre Sir Dreth continua il suo gentile operato; non posso comunque fare a meno di notare che i due si divertono alle mie spalle , ma non ho la forza di arrabbiarmi ne tantomeno di rispondere, non posso poi biasimarli…asseconderò il loro gioco tanto qualunque cosa dica o faccia, non cambierà di certo l’opinione che si sono fatti di me.
    Il dolore che prima avvertivo raggiungere ogni fibra del mio corpo sta via via scemando, il potere rigenerativo di Sir Dreth è molto forte rispetto a quelli che precedentemente mi hanno curato oppure è solo una mia illusione?
    Le sue cure continuano e finalmente tra dolorosi spasmi e contratture, anche l’occhio sembra rigenerarsi, mentre l’odioso giullare mi trattiene con la presa per le spalle, quasi schifato.
    <<Finito… cercate di sforzare l’occhio il meno possibile per una mezzora, copritelo se necessario, mangiate e soprattutto riposate>>.
    Sono grato a Sir Dreth per avermi ridato la vista, gli rivolgo un cenno con il capo asserendo alle sue preziose parole…
    << Grazie per il disturbo e…per la vostra gentilezza…>> gli dico gentile anche se prevenuto, non ho parlato molto con lui e, le poche volte che l’ho fatto mi sono solo scontrato…
    Lo vedo avvicinarsi, prendermi con forza cercando di aiutarmi seppur in modo piuttosto rude a rialzarmi da terra, avverto quindi una sua intimidatoria vicinanza e la sua voce mi giunge chiara all’orecchio:
    AzzardateVi ancora a dire davanti al Primo o al Comandante che il sottoscritto con Voi non adempie ai suoi compiti di cavaliere e ve la vedrete con me, personalmente
    Dopo ciò mi lascia andare sorridendomi in modo piuttosto inquietante e che sa di falso, non questiono sulla situazione, ma non ricambio il sorriso al suo buon riposo detto di circostanza mentre poi si allontana verso l’entrata dell’armeria. Vorrei ribattere alle sue parole, ma sono appena stato curato da lui, gli devo almeno gratitudine e rispetto, ci saranno altre occasioni per scontrarsi faccia a faccia con il cavaliere venuto dai ghiacci…
    Alle parole del giovane Dreth, si unisce anche la cantilena del giullare, cantilena che volutamente ignoro.
    Resto per un po’ a fissare un punto indefinito sul pavimento dell’armeria e ripensare a ciò che è accaduto, per poi dirigermi fuori in giardino, ho bisogno di respirare aria fresca per sbollire un po’ prima di andare a riposarmi e rifocillarmi.
    Raggiungo l’uscita e, dinanzi, mi ritrovo l’angelica figura di Lady Loren che passeggia davanti al Glados. Mi avvicino con fare gentile mascherando il malumore del momento:
    << Lady Loren, che piacere incontrarla…>> allungo una mano cercando la sua con l’intento di farle un baciamano con eleganza e compostezza. <<… mi sembrate preoccupata…state bene? Se posso fare qualcosa per voi non esitate a chiedere, sono ben disposto verso coloro che mi mostrano gentilezza…so che è mattino presto e non conosco le vostre abitudini mattutine, mi chiedevo se vi andava di fare una passeggiata in giardino giusto per conversare un pò>>
    Chiedo gentile cercando di non lasciare la sua mano, qualora accetterà la mia proposta, le porgerò il braccio cosicché possa accompagnarla lungo il percorso…
    Ultima modifica di DELTAG; 16th September 2015 alle 22:48

  6. #2606
    Mod cangiante L'avatar di Pey'j
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar

    Lantis sembra entusiasta della mia idea, come prevedibile, e si dilunga anche nel complimentare la mia guardia e quella di Cassandra dato che non si sono più verificati incidenti come il furto delle teste. Continua parlandomi anche di altre cose, come del fatto che Esperin potrebbe aver trafugato la spada un tempo appartenente a re Rickard, della delusione nel non aver portato avanti il nostro accordo e, meraviglia delle meraviglie... condanna infine la sua cara sorella con una frase lapidaria: non deve esserci pietà. Tutto ciò che ha detto prima viene oscurato da queste stupende parole, che per le mie orecchie hanno lo stesso suono della musica più ricercata, e un mezzo sorriso si dipinge sulle mie labbra, un ghigno che tento subito di nascondere con un inchino imbarazzato che posso giustificare con le sue parole sull'unione dei casati. <<Sarebbe stato un vantaggio e, per la mia dinastia, anche un immenso onore. Ma ora, anche il solo pensiero di essere legato a una traditrice... non è facile da accettare. Non saremo mai cognati, però, se vorrete condividere con qualcuno i vostri fardelli, sappiate che sarò pronto ad ascoltarvi>>. Anche il mio tono di voce è calmo come il suo, anche se è una calma... diversa. Rimane poco di umano nel Gran Maestro, le tenebre lo stanno sopraffacendo, e se questo significa che avrò più libertà nel gestire il problema Esperin, ben venga. Mi serve un Lantis logico, freddo, non un fratello disperato e infuriato per la perdita della sorella. <<La pietà è un dono che ho negato a tante persone, vostra altezza, e per molto meno. Il tradimento deve essere ripagato solo con il sangue. Non tentennerò se mi ritroverò a combattere con lei, ma non posso assicurarvi che i miei soldati condividano questo pensiero>>. Incateno i miei occhi ai suoi, voglio vedere se otterrò una qualunque reazione, se dentro di lui vi è ancora una scintilla di umanità. <<Nessuno ha osato espormi i suoi dubbi a voce, ovviamente, ma ho assistito a dei silenzi... preoccupanti. È inutile che vi dica i nomi delle persone interessate, credo che sia ovvio>>, lascio cadere il discorso... almeno in parte. <<Vostra altezza, vorrei sapere cosa vi ha spinto ad appuntare lady Waters come consigliera della Corona. Vi sarebbero stati altri modi per acquietare il signore dei Fiumi, meno, come dire... rischiosi. È una posizione che apre molte strade, e che garantisce molte, troppe informazioni... soprattutto per una persona che era particolarmente vicina a vostra sorella e che non ha la nostra stessa mentalità... pragmatica>>. Sono sempre stato schietto con lui e non se ne è mai lamentato, non vedo perché dovrei controllarmi proprio ora.
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  7. #2607
    sim dio L'avatar di Damnedgirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali


    Vicent Dreth


    Concluse le cure raggiungo la biblioteca e varcata la soglia perdo un po’ di tempo fingendo di scegliere una lettura finché, assicuratomi che non ci sia nessuno a guardare, recupero quello della casata Urthadar: voglio controllare di non aver preso un abbaglio poco fa.



    Ripongo dunque il volume sottobraccio, coprendo rilegatura e copertina da occhi indiscreti,



    e passando in cucina ordino di farmi preparare un pasto. Sto morendo di fame. <<Sir Vicent, il vostro compagno di stanza ha lasciato detto di prepararvi questo nel caso in cui aveste avuto fame>>, esclama il cuoco di corte con un’espressione visibilmente disgustata dipinta sul volto mentre mi porge un vassoio. Lo guardo accigliato, non capendone il motivo, e con la mano libera afferro la porzione, annusandola incuriosito. Eppure dall’odore mi sembra appetitosa… Mah, magari non gli piacciono le zuppe. <<Grazie…>>, dico titubante ignorando l’ennesima occhiataccia del cuoco (ma che gli ho fatto?!) ed assieme un servo raggiungo la porta della mia stanza per fargliela aprire. Congedo dunque l’uomo con un cenno del capo e chiudendo la porta alle mie spalle mormoro, <<Gildas sono io>>.



    Poggio libro e zuppa sul cassettone e voltandomi verso di lui lo osservo divertito mentre gioca con una pallina colorata in modo strano. Mi avvicino, incuriosito, ma il sorriso si smorza tramutandosi in ribrezzo quando capisco che cos’è… Ma è l’occhio di Sir Fanon! Che diamine…



    <<Non sapevi dov’era, eh?>>, esclamo sarcastico, scuotendo la testa in segno di diniego per quello che sta combinando: dell’occhio in sé non mi importa, può farci pure la collezione, tanto ormai il cavaliere l’ho guarito, ma trovo rivoltante arrivare a giocarci.



    <<Sei cosciente che se il nevrotico viene a sapere che gli hai rubato un occhio lui avrà solo motivo di credere che gli stai dando importanza?>>. Rimarco l’ovvio, sollevando entrambe le sopracciglia, e gli lancio un’occhiata eloquente. <<Cerca comunque di non farmi finire quella… schifezza nel piatto>>, dico infine indicando la zuppa con un cenno del pollice e voltandomi comincio a lottare con i lacci pur di levarmi l’armatura da Dreth...

    Nota: Azioni e zuppa concordate
    Ultima modifica di Damnedgirl; 29th September 2015 alle 00:50



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  8. #2608
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Faccio saltare ancora un paio di volte l’occhio tra le mani fin quando questo non mi finisce in faccia sporcandomi il volto di sangue. «Pure così devi dare fastidio?» sbuffo e mi pulisco la faccia con un panno pulito e torno a giocarci facendolo rimbalzare stavolta un po’ più lontano dal viso. Forse sto sbagliando… avrei dovuto ridarlo a Vicent quando me l’ha chiesto e ora che gliel'ho fatto capire… dei. «Gildas sono io» la voce di Vicent mi fa sobbalzare e l’occhio mi casca di nuovo in faccia macchiandomi nuovamente. Che schifo. Mi metto seduto senza guardarlo mentre mi pulisco il volto «non sapevi dov’era, eh?» lo guardo colpevole sorridendogli appena per poi tornare a giochicchiare nervosamente con l’occhio. Chiudo gli occhi stringendo i denti quando sento i suoi stivali avvicinarsi. «Sei cosciente che se il nevrotico viene a sapere che gli hai rubato un occhio lui avrà solo motivo di credere che gli stai dando importanza?» stringo ancora di più gli occhi aspettandomi i suoi colpi che arriveranno da un momento all'altro. È come sempre, errore vuol dire violenza. Violenza vuol dire dolore. Ma lui sembrava diverso… lo sento sospirare per poi allontanarsi e cominciare a armeggiare con l’armatura. Riapro gli occhi osservando la sua mano che mi indica il piatto sul cassettone «cerca comunque di non farmi finire quella… schifezza nel piatto» mi sporgo appena reggendo l’occhio nella mano e guardo dentro al piatto mentre gli chiedo titubante e spaventato «non… non vuoi farmi del male… vero?» un qualcosa di familiare che galleggia nel piatto mi mette in allarme, guardo i vari pezzi di carne sparsi nella scodella e sul mio volto si apre un’espressione di terrore. «OH CAZZO!» afferro velocemente la scodella e corro verso la finestra scansando Vicent con una spallata «permesso!» dico e poi con uno scatto lancio via il piatto fuori dalla balconata finendo contro il muro della torre infrangendosi in tanti piccoli pezzetti e macchiando ovunque con quella poltiglia. Lo guardo visibilmente terrorizzato «fammi quello che devi ma non chiedermi cosa c’era in quel piatto.» chiudo gli occhi scostando appena il volto mentre aspetto i suoi colpi…

  9. #2609
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Vicent Dreth

    E’ solo l’ennesima stranezza di Gildas Continuo a ripetermi in testa, cercando di scacciare l’immagine dell’occhio che gli rimbalza tra le mani ed intanto provo ad allentare i lacci dell’armatura che proprio non vogliono saperne di sciogliersi… Dannazione… Ma quanto li hanno stretti?! <<Non… Non vuoi farmi del male… Vero?>>, chiede d’un tratto Gildas con un tono remissivo, quasi impaurito, e mi fermo voltandomi verso di lui ammutolito e confuso.



    Non capisco il motivo per cui lui creda che io voglia fargli del male, la ripresa per l’occhio in fondo l’ho già fatta e decidere se ascoltare o meno il consiglio di un altro cavaliere (ed amico) spetta solo ed esclusivamente a lui.



    Gildas però non mi dà nemmeno il tempo di rispondere che osservando la zuppa esclama <<OH CAZZO!>> visibilmente terrorizzato.<<Gildas che ti…>>, non riesco nemmeno a terminare di parlare. Osservo basito Gildas quando afferra il mio pasto e dopo avermi scansato con una spallata si sporge dalla finestra lanciando fuori il piatto che si infrange in tanti piccoli pezzi di coccio mentre la zuppa si spalma contro le mura della torre. <<Fammi quello che devi ma non chiedermi cosa c’era in quel piatto>>, mi dice spaventato, chiudendo gli occhi e scostando il volto da un lato come se si aspettasse un ceffone.



    Ho paura che Nikah non mi abbia raccontato solo ed esclusivamente bugie... Decido di seguire l’istinto e mi affaccio a mia volta per assicurarmi che i pezzi di coccio non abbiano ferito nessuno, dopo di che, ordinando ad alcuni servi di pulire il disastro prima che lo veda qualcuno, torno da Gildas ponendomi di fronte a lui. Schiarendomi la voce con <<eh-ehm?>> gli picchietto l’indice sulla fronte ed attendo che apra gli occhi prima di continuare dicendo, <<se quella zuppa l’hai fatta preparare appositamente per me perché cav - …>> . Le parole però mi muoiono in gola quando finalmente elaboro cosa sia accaduto: non è stato Gildas ma Nikah e chissà cosa ci ha messo lì dentro… Veleno, probabilmente, conoscendo l’astio nei miei riguardi. <<Niente. Qualunque cosa ci fosse non era niente di buono ed io ti devo dire grazie per avermela evitata Gildas…>>, esclamo sincero, cercando di dargli una pacca amichevole sulla spalla, e poi mi sdraio sul letto strofinandomi con entrambe le mani il viso. Mangerò più tardi, ora mi è passata la fame.



    Quando riapro gli occhi però la prima cosa che vedo sono le cicatrici sulla schiena di Gildas ed io mi domando: se la paura non fosse legata a me, come ha detto Nikah, ma al mio atteggiamento autoritario…? Magari rivede in me chi lo ha ridotto in quello stato. <<Non ti piacciono i contatti per quelle cicatrici…>>, sentenzio accigliato mettendomi a sedere sul letto e dopo un attimo di silenzio gli domando titubante, <<Ti va di parlarne…?>>, cercando il suo sguardo.



    Se non vorrà confidarsi mi limiterò ad un cenno del capo ed, in ogni caso, riprenderò a lottare con i lacci dell'uniforme.
    Ultima modifica di Damnedgirl; 29th September 2015 alle 00:56



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  10. #2610
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Tiro ancora di più la faccia e trattengo il respiro quando sento i passi di Vicent avvicinarsi sempre di più a me. Ho paura. «Eh-ehm?» mi irrigidisco stringendo gli occhi e i denti. Eccolo che arriva, eccolo che arriva, ecc… toc toc. Apro un solo occhio quando sento il ragazzo continuare a picchiettarmi sulla fronte guardandomi strano. Che significa adesso? «Se quella zuppa l’hai fatta preparare appositamente per me perché cav - …» mi guarda strano scrutando il mio volto, eh? Che ho sulla faccia? Incrocio gli occhi puntandoli sul naso ma nonostante questo non vedo nulla. Perché tutti ce l’hanno con la mia faccia oggi? «Niente. Qualunque cosa ci fosse non era niente di buono ed io ti devo dire grazie per avermela evitata Gildas…» dice dandomi una pacca gentile sulla spalla per poi superarmi e andare a stendersi sul letto. Mi incupisco appena restando di spalle a lui. Non ho il coraggio di guardarlo. «È stato lui…» mi volto appena cercando una sua reazione ma le parole che mi rivolge dopo… mi spiazzano. «Non ti piacciono i contatti per quelle cicatrici…» abbasso la testa sentendo per un attimo i tagli, ormai vecchi e cicatrizzati, bruciare come se fossero stati appena inferti. Faccio cenno di sì, ho paura. «Ti va di parlarne…?» sento per un attimo mancarmi il fiato e il cuore prende a martellarmi sempre più forte. Io… cosa… cosa dovrei dire? Non ne ho mai parlato con nessuno… forse perché nessuno si era mai interessato tanto a me come fa lui… «credevo che col tempo sarebbero svanite da sole…» dico alzando appena lo sguardo e voltandomi verso di lui. Mi siedo sul mio letto con la testa bassa e piena di imbarazzo e vergogna, vergogna per me, per ciò che sono. Per ciò che rappresento. «È stato mio padre… per anni…» abbasso la testa voltandomi di schiena per mostrargli quella che da una spalla scende lungo tutta la spina dorsale, la seguo fino a dove mi è possibile con un dito seguendone la linea irregolare e frastagliata. «Catene…» sono le sue preferite…

 

 

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