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  1. #2611
    sim dio L'avatar di scarygirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Alinor Waters



    Attraverso il Glados, ritornando alla mia prigion...Torre. In giardino scorgo Lady Loren e Sir Fanon intenti a conversare.





    Li saluto entrambi con un sorriso, per poi sgattaiolare nelle mie stanze.



    Sono nervosa, agitata. Abel può essere preda della setta della Maga Bianca e io non l'ho neanche potuto mettere in guardia. Sarebbe anche inutile mandare un corvo a Brightwater, lei lo potrebbe intercettare. Cammino avanti e indietro per la stanza, imprecando come un uomo di taverna. Ad un tratto mi fermo, accigliata.



    Non ho altre alternative. Lancio un'occhiata al bracciale che mi regalò la mia Maestra, poi guardo un punto preciso del soffitto.
    "Se mi stai osservando, in qualunque posto tu ti trovi e con qualunque mezzo a tua disposizione, vorrei farti sapere che ho urgenza di conferire con te!" asserisco con tono calmo, ma determinato.
    Mi guardo attorno, la Maga bianca potrebbe rispondermi palesandosi in ogni angolo della stanza. Solo che ciò non avviene.
    Non posso stare anche in pensiero per mio fratello o chissà, anche per mio padre. Ho bisogno di sapere! "Se non porterai qui il tuo anemico culo entro due secondi, giuro che farò fondere questo fottuto bracciale!" esclamo, stizzita.



    In questo modo avrò certamente la sua attenzione. Se non altro si paleserà solo per riempirmi di pugni.
    Mi guardo ancora in giro, con più remore stavolta, potrebbe attaccarmi e stendermi in un momento.
    Ultima modifica di scarygirl; 21st September 2015 alle 00:11


  2. #2612
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    E' pomeriggio

  3. #2613
    sim dio L'avatar di Damnedgirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Vicent Dreth

    <<È stato>>, Nikah, <<lui…>>.



    Con questa affermazione di Gildas ho la certezza che nella zuppa non ci fosse nulla di buono e ciò spiegherebbe perfino l’espressione disgustata del cuoco nel momento in cui me l’ha consegnata... Dannazione. Ci sarei potuto arrivare da solo, sarebbe bastato farmi un pensiero sull’occhiata malevola del cuoco e l’avrei evitato… Ma come mio solito ho mancato di scrupolo e mi sono fatto ingannare. Mi spiace pensarlo, soprattutto per Gildas, ma devo imparare a fidarmi un po’ meno, devo stare attento a ciò che mi verrà detto soppesando le parole e capire cosa è vero o meno e essere più schivo con le persone che mi circondano… In particolare quelle che amo perché il cuore è il mio più grande punto debole. Gildas intanto mi fa cenno di sì con la testa quando sostengo che la sua paura dei contatti sia dovuta alle cicatrici e dopo qualche attimo di titubanza, incerto sul se parlarne o meno finalmente esclama, <<credevo che col tempo sarebbero svanite da sole…>>. Lascio perdere l'armatura e lo osservo quando si siede sul letto, visibilmente imbarazzato ed intimorito. L'uomo con la testa bassa mi confessa chi è la bestia che l’ha ridotto così, <<È stato mio padre…>>. Cosa? Sgrano gli occhi, basito.<<Per anni…>>.



    Io... Sono senza parole. Resto semplicemente a fissarlo non riuscendo a metabolizzare questa somiglianza tra Dahmer e lui... Anche mio nonno Ulfric era solito utilizzare le punizioni corporali per imporre disciplina e scoraggiare comportamenti o atteggiamenti ritenuti inaccettabili per i Dreth. Io stesso sono stato sottoposto a questo metodo e la mia freddezza oltre che la resistenza al dolore sono risultato di anni ed anni di addestramento. Ma non ho segni... Gildas invece sì… E quelli non mi sembrano affatto tentativi di castigo, ma di violenza gratuita. E come può un padre fare questo? Dove diamine è l’affetto che mi è sembrato di scorgere in lui all’incoronazione? Ho forse frainteso? Gildas porge la schiena e con un dito segue una cicatrice alla spalla, biascicando <<catene…>>.



    Dei... Dovrò ricordarmi di non evocare mai Selene di fronte a Gildas. D’istinto mi avvicino all’uomo e con la mano destra cerco di sfiorarlo per capire se sia possibile o meno fargli svanire quei segni ma Gildas inarca la schiena, terrorizzato,



    ed allora io gli sorrido rassicurandolo di non avere brutte intenzioni e gli sfioro finalmente con delicatezza proprio la cicatrice che mi stava indicando, aggrottando poco dopo le sopracciglia. <<Questa non l’ha fatta una semplice catena…>>, biascico confuso dalla differenza al tatto che sto avvertendo. Alcune cicatrici sono profonde, altre leggere, alcune vecchie ma questa in particolare, oltre ad essere recente, mi sembra un’ustione… E' allucinante. <<Scusa se ti ho fatto male...>>, tolgo di scatto la mano



    e sollevando il volto cerco lo sguardo prima di domandargli, <<Non capisco una cosa: all’incoronazione del Re ho visto che tuo padre ti ha poggiato le mani sulle spalle e sorriso. E questo, almeno dal mio punto di vista, è un gesto che presuppone affetto ed orgoglio…>>, o questo è ciò che mi hanno portato a credere, <<Come può dunque un padre torturare suo figlio?>>.

    Nota: L'azione conclusa è concordata.
    Ultima modifica di Damnedgirl; 29th September 2015 alle 00:01



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  4. #2614
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Alagos Fanon


    Resto in attesa della risposta della fanciulla, ma a quanto pare non gradisce la mia compagnia. Il sorriso gentile di prima si tramuta in un sorriso piuttosto triste e malinconico.
    << Con permesso Milady...>> dico rivolgendomi al suo dolce viso con l'intento di proseguire per il giardino mentre scorgo la figura di lady Alinor attraversare il Glados e salutare me e la ragazza con un delicato sorriso. Contraccambio il saluto.
    Arrossisco nel rivedere in Lei il volto di mia sorella. E' da quella notte al Castello che non la vedo, spero stia bene. Dopo quello ch eè successo...no, non devo pensarci.
    Avanzo di qualche passo perso nei miei pensieri riflettendo anche sulle parole del giullare e, sul perchè anche se gli sono nemico non mi vuole uccidere...sicuramente ha in mente qualcosa, devo guardarmi bene le spalle.
    Intanto però mentre penso a lui, vedo dapprima volare qualcosa fuori da una delle finestre del secondo piano, cerco di capire cosa sia, ma sembrano pezzi di qualcosa, d'istinto corro verso Lady Loren piuttosto allarmato e mi paro davanti a lei cercando di proteggerla e poi cingerla con le braccia per farle da scudo con il mio corpo, con l'intento di farlo aderire al mio. L'armatura è grande e possente dovrebbe riuscire a coprire anche lei ma solo se saremmo vicini.
    << State bene?>> le chiederò se mi guarderà allarmata e stupita dal mio gesto, non vorrei sembrarle un maniaco che vuole solo approfittare per abbracciarla a tradimento.
    Nel mentre volgo lo sguardo su una delle spalle dell'armatura e scorgo un pezzo di qualcosa....carne? Carne che piove dal cielo?
    Mi scosto un pò dalla dama e alzo il viso cercando di capire da che parte sia arrivata....o le piante e il vento hanno deciso di cucinarsi qualche animale oppure... qui qualcuno si diverte a giocare scherzi di cattivo gusto...chi sarà stato? Il cuoco impazzito? Ma da una delle finestre che sembra appartenere a qualche camera?
    Ultima modifica di DELTAG; 18th September 2015 alle 19:53

  5. #2615
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Alle mie parole, Vicent mi guarda in modo strano, come se per lui queste cose fossero prive di significato, come se simili azioni non fossero contemplate dalla sua famiglia. Il suo tocco però mi ferisce come una moltitudine di spilli che si conficcano riaprendo con violenza quei tagli. Sento vivo il suono delle catene che sferragliano sul pavimento raschiato della mia stanza, il calore intenso e le urla disumane che lanciavo ogni dannatissima notte da diciannove anni. Inarco la schiena terrorizzato ma le parole di Vicent mi tranquillizzano per un attimo quando mi dice di non voler farmi del male. Sento le sue dita percorrere la pelle raschiata per poi parlare quasi a sé stesso. «Questa non l’ha fatta una semplice catena…» beh no… una catena fredda non può lasciare quel segno di bruciatura… a meno che non venga arroventata. «Scusa se ti ho fatto male...» scuoto appena il capo facendogli capire che non mi ha fatto del male e mi volto incrociando in questo modo i miei occhi nei suoi. «Non capisco una cosa:» sollevo un sopracciglio e inclino la testa di lato mentre continua. «All’incoronazione del Re ho visto che tuo padre ti ha poggiato le mani sulle spalle e sorriso.» ah sì… la solita rivendicazione di possess… «E questo, almeno dal mio punto di vista, è un gesto che presuppone affetto ed orgoglio…» EH? Inizio a ridere, quasi istericamente ripetendo dentro di me quelle parole. Affetto. Orgoglio… se non le avessi studiate nella biblioteca del palazzo, a quest’ora starei chiedendo a Vicent che cosa significano. «Come può dunque un padre torturare suo figlio?» smetto di ridere guardandolo appena preferendo la vista dei suoi stivali. «Come la tireresti su una macchina da guerra senza emozioni?» chiedo a bassa voce quasi a me stesso. «Astor Demonar voleva il suo guerriero personale… beh… a quanto pare ne ha avuti due…» lo guardo per un attimo sollevando un labbro in un sorriso ironico… amaro «è orgoglio, no?» mi afferro le spalle per un attimo «non era affetto quello… ma rivendicazione. In realtà avrei dovuto anche aspettarmi che mi marchiasse a fuoco con le mani oltre a stritolarmi…» come faceva un tempo…

  6. #2616
    sim dio L'avatar di Maru1e1a
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali


    Questo silenzio mi da quasi....fastidio. Tengo gli occhi chiusi ancora per un pò, dandomi l'illusione del buio totale che ormai non è più presente in questa stanza già da diversi minuti.



    E' l'alba. E' l'alba e sono ancora viva.
    E' l'alba e sono sul serio tornata al mio corpo giovanile, non era un sogno.
    E' l'alba e nessuno è venuto per incarcerarmi.
    Se la sono bevuta.
    Apro gli occhi lentamente, come a voler gustare la scena della mia stanza vuota. Mancano tutte le mie scorte, i miei libri, i miei oggetti personali, persino la rosa di Frantalia non adorna più il davanzale della mia finestra. Niente conserve, niente minerali....niente guardie fuori la porta, ghigno soddisfatta richiudendola piano.



    Mi stiracchio con calma, facendo scrocchiare l'osso del collo un paio di volte, poi passo alle dita.



    Indosso lentamente l'armatura, richiudendo i vari agganci di metallo: non prediligo questi enormi ammassi di ferraglia, a mio dire limitano i movimenti, ma immagino sia questione di abitudine...bah.
    Non ho fatto chiamare nessuno per la colazione, ho come un nodo allo stomaco: stavolta c'è in ballo tutta me stessa, non si tratta più di restare semplicemente viva. Inspiro ed espiro un'unica volta, stringendo i pugni....esci da qui, Deirdre, è il momento.



    Supero la porta, richiudendomela alle spalle: mi guardo intorno e i corridoi sono vuoti....sono quasi al Glados.
    Scendo lentamente le scale, passo per il giardino e noto che Cassandra non c'è.
    Prima di raggiungere il portale, mi fermo per un secondo ad osservare la statua di Margarete, inondata dai primi raggi dell'alba.
    Resto in totale silenzio, il viso serio ma non contratto. Semplicemente non mi passa un pensiero nella testa da quando ho chiuso la porta della stanza da letto. Ora basta scherzare.



    Mi avvicino al portale senza degnare Dreth di uno sguardo.
    Sento i passi di Cassandra in arrivo, attivo io stessa il portale magico per l'Abgruntis visto che so non c'è mai stata, attendo che saluti l'altro: ascolto i lori discorsi, assicurandomi che non stiano parlando di me.



    No...si salutano e basta. Rimango rigida nella mia posizione, mano sul Glados, senza lasciar trasparire alcuna attenzione nei loro discorsi. Non ho nulla da temere, mi sento sicura e arida d'ogni altra emozione.
    Ci sono...pochi altri passi...Cassandra finalmente si volta, lascio la superficie intrisa di magia e cammino con lei alla volta di Casa.

    Continua Qui


  7. #2617
    sim dio L'avatar di Damnedgirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Vicent Dreth

    Gildas mi tranquillizza quando gli porgo le mie scuse, e riconduco i brividi al semplice fastidio che il contatto, seppur lieve, deve avergli arrecato. Quando poi esterno il mio dubbio circa l’affetto che il padre nutre per lui, Gildas prende a ridere istericamente, sbattendomi in faccia quanto sono stato ingenuo a crederlo. Abbasso lo sguardo, avvilito, e termino la domanda con un filo di voce. Forse sono stato troppo indiscreto a chiederlo in maniera tanto diretta, ma la curiosità sta prendendo il sopravvento e sapere più cose possibili potrebbe aiutarmi a capire come riuscire a fargli riacquistare il controllo di sé stesso. <<Come la tireresti su una macchina da guerra senza emozioni?>>, sollevo di scatto lo sguardo, non capendo inizialmente a cosa alluda ma poi… <<Astor Demonar voleva il suo guerriero personale… Beh… A quanto pare ne ha avuti due…>>.



    Tutto acquista un senso. Ricambio l’occhiata di Gildas, intristendomi per quel sorriso falso che gli appare in volto, e quando mi domanda in maniera retorica, <<E’ orgoglio, no?>>, la tristezza diventa… Ribrezzo.



    Conoscevo il casato dei Demonar, la violenza e la crudeltà gratuita con cui hanno conquistato Vygrid è arrivata nella storia del regno. Feroci e violenti come non mai e molte sono le voci sulla follia di Lord Astor, il padre di Gildas, che mai avrei pensato si sarebbe ridotto a questo. <<Non era affetto quello… Ma rivendicazione. In realtà avrei dovuto anche aspettarmi che mi marchiasse a fuoco con le mani oltre a stritolarmi…>>, ammette infine afferrandosi le spalle da solo.



    Ciò che mi sta rivelando è assurdo e riprovevole. <<Perdona la franchezza…>>, stringo la mano sulle lenzuola e digrignando i denti sentenzio alquanto stizzito, <<Ma tuo padre è solo un grandissimo pezzo di merda!>>. Ecco quindi che cosa intendeva con quei “provvedimenti” nella lettera ed anche perché Gildas ha cercato la mia compagnia durante l’incoronazione di Lantis. Era suo padre la fonte del fastidio. Vorrei tanto poter aiutare in qualche modo cercando di far ragionare Lord Astor Demonar, ma data la fama che lo precede ho la certezza che finirei solo con il peggiorare la situazione. Non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare dopotutto. <<E poi non voglio lasciarti illusioni. Quelle cicatrici purtroppo non andranno via né da sole né con il tempo…>>, indico rammaricato con una mano la sua schiena.



    <<Però… In teoria ci sarebbe un modo anche se fa male, parecchio. Bisogna asportare manualmente la parte di cute lesa e poi a ferita aperta, un guaritore maestro, può rigenerare il tessuto dal nulla. Per farti capire è lo stesso metodo che ho usato per l’occhio di coso: un intervento per attivare i tessuti ed uno di ricostruzione>>, concludo con un sorriso complice per il nomignolo del "cavaliere".

    Ultima modifica di Damnedgirl; 29th September 2015 alle 00:06



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  8. #2618
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    PIOVE

  9. #2619
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Un misto di emozioni investono il volto di Vicent durante la mia… confessione… se così vogliamo chiamarla. Lo guardo mentre parlo e il suo volto mi appare sconosciuto all’improvviso, come se non stessi più guardando il mio… amico. Ma qualcosa di nuovo, strano e diverso, uno sconosciuto che mi domanda silenziosamente il senso delle mie parole. Non comprendo queste sue espressioni, come se per lui certe cose fossero solo il frutto dalle migliori leggende del regno. Terminato il mio monologo vedo le mani di Vicent stringersi frenetiche sulle lenzuola per poi parlarmi quasi stizzito… ho paura. «Perdona la franchezza…» mi dice poi guardandomi con rabbia «ma tuo padre è solo un grandissimo pezzo di merda!» deglutisco rumorosamente… perché dice questo? Non… non ha senso. Perché un padre non dovrebbe crescere suo figlio? Io… perché appare tutto così confuso? Io lo odio. Lo odio. LO ODIO. Stringo i denti sentendo gli occhi pizzicare mentre con le mani prendo a torturare la trama del lenzuolo. «E poi non voglio lasciarti illusioni. Quelle cicatrici purtroppo non andranno via né da sole né con il tempo…» alzo lo sguardo su di lui tirando su col naso e pulendomi appena gli occhi lucidi «però… In teoria ci sarebbe un modo anche se fa male, parecchio. Bisogna asportare manualmente la parte di cute lesa e poi a ferita aperta, un guaritore maestro, può rigenerare il tessuto dal nulla. Per farti capire è lo stesso metodo che ho usato per l’occhio di coso: un intervento per attivare i tessuti ed uno di ricostruzione» mi dice con un sorriso. Mi tocco la schiena con una mano trovandovi le cicatrici che sento d’un tratto pesanti e bollenti come appena inferte al mio tocco. «Vicent…» una mano mi si chiude di scatto sbattendo sul letto con un tonfo e la guardo per un attimo… shoccato. Come se essa non fosse parte di me… senza alcun controllo. NO. Lentamente i muscoli si rilassano e io prendo il pieno controllo del braccio aprendo lentamente la mano per poi ripetere l’azione un altro paio di volte. Scuoto il capo cercando di mascherare lo stupore e guardo Vicent rivolgendogli solo una semplice domanda «perché, i figli non si crescono in questo modo?» dico calmo… incupendomi sempre più mentre cerco di non distogliere gli occhi dal suo viso «è… è… è tutto quello che so, Vicent…»

  10. #2620
    sim dio L'avatar di Damnedgirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Vicent Dreth

    Per fortuna non appare risentito dall’insulto che ho rivolto al padre ma solo confuso.



    Mentre parlo mostra comunque molta agitazione prendendo a stritolare un lembo del lenzuolo, noto che ha perfino gli occhi lucidi segno che i ricordi riaffiorano con prepotenza nella sua mente. Mi dispiace davvero tanto. Quando gli dico della possibilità di togliere le cicatrici però accade qualcosa di imprevisto. Mormora infatti <<Vicent…>> e poi la sua mano si chiude a pugno, sbattendo con rabbia sul letto.



    Appare sconvolto e dopo pochi attimi fa qualche tentativo di apertura e chiusura con la mano per accertarsi che sia tutto apposto. Sì è fatto male...? Lo guardo un po’ perplesso, non capendo il motivo di questo sfogo, perché non mi sembra d’aver detto niente di brutto, anzi, la mia è stata solo una spiegazione di come levare quei segni che sembrano non piacergli... Ma Gildas scuote la testa ed io mi tranquillizzo riconducendo il gesto a qualche episodio legato alle cicatrici per poi osservarlo quando mi chiede, <<perché, i figli non si crescono in questo modo?>>.



    Strabuzzo gli occhi, sollevando appena le sopracciglia mentre continuo a guardarlo sempre più incredulo nel momento in cui aggiunge, << è… è… è tutto quello che so, Vicent…>>.



    Dei... Sbaglio o con questo ha appena ammesso che è un comportamento perfettamente normale esercitare violenza fisica e mentale sul proprio figlio? Mai. Il solo pensarlo è tremendamente sbagliato. <<Siamo persone, non macchine da guerra e…>>, rispondo pacato, sostenendo il suo sguardo, <<Credo non ci sia errore più grande che privare il proprio figlio di amore o di affetto>>. Mi incupisco per un attimo ripensando a Dahmer, ad Aeglos ed il funerale dei miei cari ma poi mi riprendo e continuo.



    <<I sentimenti sono qualcosa di normalissimo e che si prova sempre, anche in maniera involontaria. Tu dici che sei stato addestrato per non averne, ma io ti correggo, Gildas, perchè li hai eccome…>>, cerco di sorridergli per fargli capire che non c’è nulla da temere. E’ normale. <<Ed è una dote ammirabile perché nonostante tutto il male che ti hanno fatto, tu ti ostini a lottare e a mantenere la tua umanità>>.
    Ultima modifica di Damnedgirl; 29th September 2015 alle 00:10



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