Vicent Dreth
L’acqua è un po’ troppo calda, dopo qualche secondo di immersione sono costretto in superficie e velocizzare il bagno. Il troppo calore mi fa stare male, fin da piccolo sono stato abituato a sopportare temperature basse, a dir poco glaciali, e l’attuale mi dà fastidio. Passati circa cinque minuti, tra spazzola ed oli profumati, rimuovo ogni residuo di sangue. Esco dalla vasca
che faccio svuotare da un servo mentre con un telo tampono l’acqua in eccesso, poi, rimasto solo, mi cambio indossando una semplice canotta, un pantalone e gli stivali.
Con un piede accumulo gli abiti sporchi in un angolo e, lasciandoli lì, recupero completi e Kopesh dirigendomi da Cassandra. Sia io, sia Gildas, dobbiamo ancora prepararci per il ballo e temo che le terme saranno la nostra nuova stanza almeno per stasera… Per ovvie ragioni.
Vicino al Glados però scorgo un’anziana paffuta, non troppo alta, ed in visibile difficoltà con alcune stoffe. <<Serve una mano?>>, domando gentile, sorridendole,
e libero il braccio destro poggiando la Kopesh sulla pila di abiti formali. Mi avvicino dunque a lei e le propongo di trasportare io stesso le stoffe domandandole però, in modo garbato, di sistemarle sul braccio libero. Raccolto tutto quest’ultima si rivolge a me chiedendo, <<Grazie cavaliere, ora portami dalla mia bambina>>. Che? Ma non ci sono bambine qui alla torre! <<Bambina?>>, domando accigliato, fissandola un poco perplesso. L'anziana dopo avermi quasi fulminato con lo sguardo, sbuffa incredula ed accompagnando l’affermazione con le braccia esclama, <<La mia piccola Cassy!>>.
Piccola Cassy… Cassy? Che intenda dire Cassandra? Oh Dei...! Uno sbuffo divertito mi sfugge involontario dalle labbra quando associo il termine “bambina” al nostro Primo Cavaliere, lo camuffo però con un colpo di tosse, pur di non mancare d’educazione. <<Certamente, da questa parte>>. Sganciando uno dei miei migliori sorrisi le faccio cenno di seguirmi e, lentamente, vado verso la porta dove, stando molto attento a tenere tutto in equilibrio, busso con la punta del piede. <<Cassandra sono Vicent e con me c’è la signora delle stoffe>>, chissà chi è… Una zia? La nonna? O forse la Septa?
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