Gildas Demonar
«È ciò che la tua famiglia vorrebbe che tu sia» esatto. Cassandra si rabbuia per un attimo mentre mi guarda. Non capisco. Perché è tutto così strano quando ne parlo? A me sembra solo una cosa… naturale. Perché a tutti sembra così shoccante? Sono io che sbaglio? Mio padre viene additato come mostro… lo odio, è vero, ma come si cresce un figlio se non in questo modo? La guardo incuriosito. Non capisco. «Sono una donna e non comprenderò mai come si possa non amare il frutto del proprio grembo» dice Cassandra a voce bassa quasi come se non volesse farsi sentire. Mia madre si occupava esclusivamente della mia educazione, obbligata con violenza da mio padre assieme ai due septon che mi erano stati affibbiati. Cassandra mi dice poi che la mia è solo una condizione di… difesa. La guardo inclinando la testa di lato quando parla di ciò che affligge la sua famiglia, suo padre che la vuole obbligata a sposarsi sembra così diverso dal mio. La mia espressione deve essere piuttosto buffa visto che Cassandra ad un certo punto comincia a ridere contagiandomi appena. Sorrido «... sei una persona creativa, tutto sommato divertente, sei sensibile e secondo me... sei di indole buona perchè sennò non avresti bisogno di scudi dietro cui nasconderti. Sei un ragazzo di cui un padre dovrebbe andare fiero, quindi se non è così bhe... che si fotta!» deglutisco guardandola con terrore se ripenso ancora al contenuto di quelle lettere. Sto per rispondere ma mi blocco quando dalla porta vedo entrare stoffe, su stoffe, su stoffe, su Vicent… ma che gli prende? Dietro di lui vedo comparire una signora grassoccia che regge altre stoffe e comincia a parlare con Cassandra posando poi i tessuti sul letto e guardandomi in malo modo, ricambio lo sguardo inclinando la testa e rannicchiandomi sul letto, che vuole? «Che ci fa un uomo, per di più mal vestito, nella tua stanza... le tende abbassate... bambina, pretendo una spiegazione!» mi guardo gli abiti scelti da Nikah e mi sfilo la giacca lanciandola in mezzo al mucchio di abiti e restando solo con la tuta aderente e i pantaloncini. Le due donne continuano a parlare ma è una frase della vecchia ad attirarmi «quel disgraziato di tuo fratello che starà là fuori, al freddo, al buio e senza una fidanzata!» fidanzatO. Credo che la vecchia non sia a conoscenza. «Se la starà mettendo la canottiera di lana con l'inverno che arriva? Cosa ho sbagliato nel farvi da septa!?» sto per correggerla ma… ODDIO CHE COS’È QUELLA ROBA? Sento Vicent deglutire alle mie spalle, lo guardo e in quell’istante i nostri volti hanno la stessa espressione… inorridita. La nonna, dopo essersi seduta prende il volto di Cassandra tra le mani sorridendole e di riflesso prendo a farlo anche io afferrando l’aria senza nemmeno rendermene conto. Imbarazzato riporto le mani al petto, nascondendole con le gambe. È strano come gesto… nuovo e Cassandra sorride di rimando, sembra piacergli. Guardo Vicent che nel frattempo sembra aver svuotato il mio e il suo armadio e tra i vestiti scorgo l’elsa della mia arma, muovo appena la mano e essa svanisce in una nuvola di fumo bianco che si disperde per la stanza «l'ho portata a spasso» gli rivolgo un sorriso per poi rabbuiarmi nuovamente. «Questo cavaliere è stato gentile, è Lord Vicent Dreth, vero? Ha i capelli verdi dei Dreth... mi pare pure tonto come tutti i Dreth» vedo Vicent voltarsi e inarcare un sopracciglio per poi sbuffare e tornare a ciò che stava facendo. Quel velo di poco fa svanisce e io sghignazzo appena cominciando a osservare le varie stoffe, molte sono stupende e di fattura pregiata. Mi volto verso Cassandra dopo che Myricae l’ha lascia dalla sua stretta per dirle «bambina mia, le sarte che dovevano aiutarmi a cucirti il più bell’abito del regno si sono ammalate ieri. Non so se riuscirò a finire in tempo. Volevo che fossi bellissima questa notte…» scoppia di nuovo a piangere sorseggiando di tanto in tanto da quella piccola borraccia che tiene nascosta in tasca. Deduco che questa donna abbia bisogno di molta acqua. Forse è malata? «Posso… posso farlo io…» chiedo titubante scendendo dal letto. La donna mi guarda stizzita «tu? Con quei quattro straccetti che hai addosso?» guardo Cassandra alle sue spalle che mi fa cenno di stare calmo e cerco di parlarle «li ho cuciti io, così come molti di quelli che stanno in quel mucchio!» la donna osserva gli abiti già smistati da Vicent e mi guarda dubbiosa «ti ci vorrà tutta la notte, sei sicuro ragazzi…» non le do il tempo di finire la frase e le avvicino due dita alla bocca… dei quanto odora di alcool. «Mi ci vorranno solo un paio d’ore per un vestito. Madame…» senza che la donna possa replicare, la spingo velocemnete fuori dalla porta «grazie per le stoffe e per i consigli… alla prossima!» dico chiudendomi poi la porta alle mie spalle e poggiandomici sopra. Vado verso il letto e lancio nel mucchio di stoffe sia i miei che gli abiti di Vicent, non vorrà andare in giro con quelle quattro pezze spero. «Ehy!» sento mugugnare da Vicent imbronciato. Lo afferro per un braccio e lo spingo di fianco a Cassandra dopo aver aggiustato la posa a lei e averle dato una postura più dritta e femminile. «Dunque… se volete avere degli abiti decenti per stasera, dovete darmi ascolto e…» tiro fuori un metro di cotone dalle varie robacce da cucito che ha portato la donna con sé e lo faccio scattare come una frusta per terra «lasciarmi lavorare. No lamentele, sì modifiche o consigli.» incrocio le braccia al petto come se fossi l’ex comandante Efrem, «Ora… toglietevi quella roba di dosso così prendo le misure.» ordino poi… perdonatemi ragazzi… spero che questo mio gesto vi sia gradito almeno…
*Azioni di Cassandra e azioni e frasi di Vicent concordate con Mary24781 e Damnedgir
**Essendo Myricae anche uno dei PNG di Andreus, mi sono preso la libertà di muoverla come volevo