Avevo appena finito di cantare, quella sera della festa delle fiaccole azzurre e me ne stavo da sola su uno scoglio poco distante da quello della Sirena, nella penombra della luce delle fiaccole che illuminava la costa. Guardavo il cielo, il firmamento mi pareva gli occhi di tutti coloro che vegliano sulle persone amate, almeno così diceva una credenza di Gaearmir. Cercavo le due stelle più luminose, perchè certamente erano quelli gli occhi della mia mamma. Anche alla Capitale mi avrebbero seguita? Di lì a pochi giorni avrei seguito mio padre e mio fratello alla Torre della Mezzaluna, dove mi sarei addestrata per diventare un soldato. L'avevo scelto io, ma questo non eliminava quel languore di nostalgia che albergava nell'anima. Mi guardavo attorno avida di intrappolare nella mia mente ogni dettaglio della mia amata isola, ogni suono, ogni odore, anche quello della brezza estiva che soffiava leggera. Quel vestito azzurro che avevo preso in prestito da mia cugina non era poi male, era lunga, una tunica sostanzialmente, ma sulle braccia nude iniziavo a sentir freddo. Qualcuno silenzioso, da dietro, mi poggiò una giacca sulle spalle. Presi di scatto un pezzo di scoglio aguzzo come un pugnale e mi voltai, ma quando vidi la faccia di Sage lo lasciai cadere a terra.
"Non dovresti piombare alle spalle di un De Lagun, siamo gente addestrata alla guerra, noi" gli dissi infastidita, mentre lui si grattava la testa per scusarsi. Era un amico di mio fratello, suo padre allevava tori, erano maghi ed era brava gente. Avevo fatto amicizia con lui non solo per via di Andreus, ma anche perchè entrambi ci esercitavamo con il tiro con l'arco ed eravamo pressochè coetanei. Ovviamente, io cercavo sempre di mostrarmi più brava, sarei diventata un soldato reale, volevo essere investita cavaliere, non potevo certo farmi battere da uno che non aveva nessun tipo di ambizione militare.
"Ho visto che avevi freddo ma non volevo interrompere i tuoi pensieri" mi disse con la voce gentile. Sage era sempre gentile, anche se scherzava un po' troppo per i miei gusti.
"Sì... io... tra qualche giorno parto... chissà quando potrò ritornare a casa... ho paura di dimenticare qualcosa della mia isola... io... voglio che mi rimanga in testa tutto così come lo vedo ora" farfuglio intristendomi. Terra e mare sono i colori della mia casata: destinati a partire e prendere la volta del mare, ma con un legame indissolubile con la nostra terra natia nel cuore. La sirena, la creatura che vive nel mezzo a queste due realtà, nata per amare e cantare come una donna, ma per poi vivere libera nell'oceano.
"Tornerai, la cosa bella di avere una casa è che ti aspetterà sempre" mi rispose avvicinandosi a me. Lo guardai felice per quel che aveva detto, perchè era vero: per quanto avrei viaggiato, per quanto mi sarei allontanata da Beslim Akosh, la mia terra sarebbe stata sempre qui, così come la mia famiglia. Avrei sempre avuto un posto dove tornare.
"Grazie, Sage" lo ringraziai con tutto il cuore, mi aveva risollevato l'umore. Fu un attimo di cui non ebbi coscienza immediata: Sage mi poggiò le mani sulle spalle e avvicinò il suo viso al mio, non riuscii ben a reagire a quella cosa, ero come ipnotizzata da suoi occhi.
"Voglio che ti ricordi anche di me quando sarai lontana" mi sussurrò prima di baciarmi. Il mio primo bacio. L'unico che io abbia ricevuto da allora. Quando si staccò da me, mi sentii perdere il fiato, l'equilibrio... ricordo solo che mi arrabbiai ma non con un motivo preciso. Non sapevo se l'avevo gradito o meno, non volevo nemmeno capire cosa fosse successo. Penso che mi infuriai col povero Sage perchè era riuscito a cogliere la mia debolezza... e io non ci andavo affatto d'accordo con lei. Fuggii via più confusa che altro e in camera mia mi fissai nello specchio. Un ragazzo mi aveva baciata e non era stato affatto male. Impugnai, però il mio arco e mi dissi che quella era la mia strada. Sarei diventato un soldato, mi sarei addestrata, sarei diventata più brava di un uomo. Non sarei stata una di quelle donnette che sospirano smielate al passaggio dei maschi, ma una donna come mia madre, forte, coraggiosa, con l'ideale di proteggere il Regno dagli Invasori. Per difendere la giustizia e la legge di Dohaeris. Mi sembrava tutto così facile, così nitido all'epoca. Oggi... oggi c'è così tanta nebbia, invece.