Mi nascondo per bene dietro al solito cespuglio, dopo essermi accertata che non ci sia nessuno in giro.
Rivolgo quindi lo sguardo in avanti, facendomi spazio tra le foglie e gli esili ramoscelli.
Eccoli lì, in lontananza, i futuri cavalieri insieme ai loro impacciati scudieri, che si destreggiano con spade e lance. Ragazzini acerbi, inesperti…io saprei fare sicuramente di meglio.
Tra di loro solo mio fratello Abel eccelle…chissà se saprei batterlo in duello..
Sorrido all’idea, mentre infilo lentamente un braccio nel fogliame recuperando così il mio spadino in legno.
Seguo ogni loro movimento, ogni loro attacco, ogni mossa difensiva, riproducendo in silenzio ogni loro azione.
Ad un tratto però, sento un fruscio alle mie spalle. Mi volto di scatto ad osservare il cespuglio che si muove. Opera di un animale o…?
Un piede viene avanti ed io ho i riflessi pronti per gettare l’arma di legno nel cespuglio davanti a me.
Un ragazzino, forse mio coetaneo, compare davanti ai miei occhi. Esile, vestiti rattoppati, un elmo di cuoio che gli copre la testa. Sembrerebbe uno scudiero.
“
Lady Alinor..” mormora evidentemente sorpreso ed imbarazzato. Gli faccio subito cenno di abbassare la voce, poiché non voglio che nessuno sappia della mia presenza. Mio fratello o gli altri mi riporterebbero di peso al castello e avviserebbero subito mio padre.
“
Qual è il tuo nome?” gli chiedo a bassa voce.
“
..Nathar, m’lady” mi fa, piegandosi in avanti.
“
Bene, Nathar. Tu non mi hai vista, va bene? Ho la tua parola?” gli faccio accigliata, proprio quando da lontano mi sento chiamare a squarciagola dalla septa.
Se pensa che tornerò da lei a sorbirmi le sue lezioni di storia o di uncinetto si sbaglia di grosso.
Sbuffo per un solo attimo, tornando poi con lo sguardo fisso sullo scudiero, anche se non vedo bene i suoi occhi.
Mi fa subito cenno di sì con la testa, spero mantenga la promessa…o lo picchierò la prossima volta che lo vedo.
Dandogli le spalle, faccio per andare via, ma le sue ultime parole mi lasciano perplessa.
“
Ora siete in debito con me m’lady..”.
Lo fisso torva mentre mi dileguo tra la fitta vegetazione.