Discussione: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

CASSANDRA DE LAGUN

Ammetto di essere basita e questo in battaglia mi succede di rado, ma Nikah... sta pattinando. Nonostante i miei colpi siano andati a segno, il ragazzo inizia a scivolare sul ghiaccio divertendosi parecchio. Lo guardo assai perplessa... è completamente pazzo. Devo assolutamente liberare il povero Gildas da questa presenza malefica. Lo vedo stagliarsi verso di me, non posso usare le gambe per sfuggirgli in modo appropriato ma... grazie mamma, grazie a te non ne avrò bisogno. Faccio un respiro profondo, il mio corpo si sgretola in mille e mille molecole così da provare a teletrasportarmi dietro di lui. Sono molto veloce, riesco ad evitare la sua kopesh... voleva decisamente uccidermi. Comunque, mi teletrasporterò alle sue spalle e con una freccia usata come un pugnale gli renderò la pariglia: cercherò di infilzare il retro del suo ginocchio destro, così da renderlo zoppo. Lascerò la freccia nella ferita e rotolerò subito lontano da lui... devo stare in guardia, non potrò schivarlo a lungo in queste condizioni.

Teletrasporto del proprio corpo - A piacimento in una vasta area e può teletrasportare anche un’altra persona con sé

LUMEN RAEGHAR

Osa sorridermi con compassione, rivolgendomi quegli occhi illuminati da un sentimento che so bene essere assente in lui. E' qui per me... la cosa ammetto che mi suona bizzarra. O meglio, è chiaro che sia qui per umiliarmi ma... che gliene importa? Poteva allegramente continuare a sterminare famiglie e mangiare gente a caso, perchè venire alla Torre, perchè venire qui... per me? Protezione? No, mio padre non è un uomo che cerca protezione. Non ha fatto altro che insultarmi per tutta la sua visita... la cosa mi lascia pensierosa. Mentre dibatte con la cinguettante Feralys, mi spremo le meningi per capire il motivo della sua visita. Sapevamo anche di Adamantem, quando gli ho domandato non sapeva altro. Perchè, per Raiden, sei qui? Una vita lunga e felice... e resto attonita, come di pietra, quando mi accarezza il viso. Da quella volta che mi rivolse il suo fuoco contro, non l'ho più visto esternare un gesto gentile... sì... era proprio un gesto gentile. No, mi inganno, mi sta ancora prendendo in giro. Vorrei tanto, però... vorrei tanto che non fosse così. Il cuore fermo riprende a battere quando la sua voce mi distoglie dal torpore: se ne va. Ancora, di nuovo, per l'ennesima volta. Mi lascia tra nemici e mi sento impaurita per qualche istante, come fossi tornata a quel giorno quando mi lasciò sotto la neve violenta, davanti al grande e tetro cancello del Castello Nero. Quando portò nella mia estate il gelido inverno. E per un attimo, ho l'istinto di fermarlo, di... di abbracciarlo come allora. Di stringere tra i pollici infreddoliti il suo mantello, lo stesso che quel giorno mi strappò via senza pietà. A breve avrò sue notizie, dice... indurisco subito lo sguardo, non posso sciogliermi solo per una carezza che ha dato per deridermi. Da tanto il pensiero di Axel non mi tormentava... se solo non fosse nato settimino, se solo fosse qui... "Attenderò con trepidazione, padre, sapete che adoro i regali. Fate attenzione" gli rispondo freddamente, con le labbra severe. Un regalo... il cuore di Ryuk ripieno del grasso di Esperin non sarebbe male, come regalo.

Vicent Dreth

Lady Loren critica in maniera velata i metodi educativi di Ulfric che, pace all’anima sua, è venuto a mancare solo da qualche giorno, cerco però di non offendermi, comprendendo il punto di vista della dama e tacendo.Non tutti approvano la violenza, noi Dreth, nel corso degli anni, abbiamo imparato ad accettarla e troviamo perfettamente normale ricorrere a punizioni corporali rigide o dolorose quando si commette un errore. E’ così che sviluppiamo una soglia al dolore molto alta, quasi nulla, e ferocia, entrambe doti utili quando combattiamo. Ricambio lo sguardo e le sorrido di sbieco mentre mi accarezza un braccio, sfiorandomi appena. Non la conosco, a dire il vero ricordo poco del suo casato, forse dovrei evitare di darle tanta confidenza ma mi sembra una lady per bene, anche se incline ai contatti, dunque non mi scosto e la lascio fare. Rigiro la fiala in una mano, osservandola incuriosito, la dama l’ha definita “pozione rigenerativa”: che sia questo il rimedio che doveva arrivare alla torre…? Rido per la battuta, maledettamente azzeccata, sui muri e poi scuotendo appena la testa mi faccio più serio, ascoltando attentamente ciò che mi dice, <<Non preoccupateVi per me, anche se non sono avvezza a tanta violenza, siamo in guerra, i tempi in cui si stava tranquilli e beati sono finiti da un pezzo>>. Già, ma stiamo combattendo perché questa guerra termini e la pace torni a regnare su Dohaeris, assieme all’ordine e alla giustizia. Lady Loren appare però scossa, ed infatti, senza farsi udire da altri, aggiunge biascicando, <<Per me poi sono finiti da anni…>>. Bevo la dose di pozione, ignorando il sapore amaro, e controllo il livido al petto per accettarmi che faccia effetto. Intanto, stranito dall’ultima frase, guardo Lady Loren e gentilmente le domando, <<se non sono troppo indiscreto, posso domandarVi il perché di tale affermazione?>> .

ADAMANTIA FERALYS

Gordon Leithien sorride spostando lo sguardo da me a Lumen, sua figlia. Non posso fare a meno di pensare a mia madre, questa situazione me la ricorda terribilmente anche se, a confronto dei Leithien, noi Feralys siamo l'allegra famiglia del mulino!
La guardo sorridendo mentre sbotta in un infelice commento su me e i due biondi fratelli: un improvviso rigurgito del complesso di Elettra, nipotina?
Lo Sterminatore di Clan non ci bada molto e si rivolge a me, con quel tono inquietante: "Ridete più che potete Adamantia, se ricordo bene il vostro nome, ritenetevi una sopravvissuta, accanto a mio fratello la vostra vita sarebbe durata per il lasso di una gravidanza, i vostri fianchi sembrano abbastanza ampi da mettere al mondo un maschio Leithien. Conoscete certamente il detto: Leithien non si diventa." - sempre la stessa storia questi Leithien! E' una famiglia influente, certo, ma quelli che sono rimasti non valgono la metà di Tywin, e credo che non si rendano conto che il loro tempo sia finito, continuano a fare minacce a vuoto a chiunque per bearsi di sguazzare ancora nel potere, ma sono solo questo, appunto, solo parole. Mi limito a sostenere lo sguardo e ad ascoltarlo mentre dice, in tono più affabile: "Se sopravvivrete anche a questa guerra, sono certo che sarete in grado di piegare alla vostra volontà qualsiasi uomo che vi arrechi qualche sorta di vantaggio, senza guardarvi le spalle e senza brandire pugnali. E per rispondere alla Vostra domanda, sono qui per mia figlia, sarei un padre veramente ingrato se non le dessi la mia benedizione per il suo tanto agognato matrimonio, dovevo farle i miei più sinceri auguri per una vita... lunga e felice."
"Oh, non temete per me, io sopravvivrò di certo." - rispondo gaudente al suo augurio, poi lo guardo accarezzare il viso di sua figlia che resta immobile di fronte a questo gesto, quasi come se si aspettasse di più un colpo di stiletto, forse le avrebbe fatto meno male. Poi l'uomo si congeda con un galante baciamano anche se giurerei che mi abbia annusata prima di sfiorare con le labbra la mia pelle. Rabbrividisco mentre gli porgo le mie parole di commiato: "Vi ringrazio per le vostre parole gentili, spero di rivedervi in altre circostanze" - mi rivolgo poi a Lumen, rimasta ferma ad osservarlo andar via: "Tuo padre deve avere non pochi problemi, vero Lumen? E' per questo che sei vissuta per lo più con tuo zio e il suo adorabile figlio?" - inarco un sopracciglio in modo che colga l'ironia della mia domanda - "Scherzi a parte, ha detto un paio di cose che mi inquietano non poco: che cos'è che gli interessa, se non è l'Adamantem? Tu che lo conosci, secondo te dobbiamo preoccuparci di qualcosa?" - o meglio, tu, Lumen, devi temere qualcosa da lui?

Loren Van Dervult

Senza pensare continuo ad accarezzargli il braccio, è un gesto innocente il mio senza malizia, mentre lui beve la pozione.
Ho quasi l’impressione che non sappia cosa sia ma si fida di me e ne sono contenta.
<<se non sono troppo indiscreto, posso domandarVi il perché di tale affermazione?>> .
La sua domanda mi coglie di sorpresa, dopotutto ciò che è successo nella mia famiglia non è un segreto.
Continuo a guardarlo mentre parlo <<Mio fratello annegò nel lago quando eravamo entrambi molto piccoli e la mia famiglia non si è più ripresa da quella tragedia tanto che si ritirarono a vita privata…>> Dico tutto d’un botto.
Mi fa male rievocare quei tempi e non pensavo di doverlo dire ancora ma non è colpa di Sir Vicent.
<<E’ successo tanto tempo fa…>> Aggiungo poi temendo di essere stata troppo brusca, cosa che non volevo assolutamente.
<<Piuttosto in bocca al lupo per domani.>> Gli sorrido cercando di cambiare argomento. <<Sono certa che tornerete vincitori>>.
Cerco i suoi occhi aggiungendo <<Spero che quando tornerete potremo allenarci insieme, temo di averne davvero bisogno>>. Arrossisco mentre aggiungo le ultime parole.

Vicent Dreth

La pozione funziona e, dopo un leggero formicolio al petto, vedo il livido svanire magicamente assieme al fastidio: questo è indubbiamente un dono degli Dei, non ho mai visto nulla di simile prima d’ora, chissà come l’hanno scoperta gli alchimisti di corte... <<Mio fratello annegò nel lago quando eravamo entrambi molto piccoli e la mia famiglia non si è più ripresa da quella tragedia tanto che si ritirarono a vita privata… E’ successo tanto tempo fa…>>, dice tutto d’un fiato Lady Loren, senza nemmeno prendere una pausa per respirare, confessandomi una vicenda che conoscevo ma che, involontariamente, non rammentavo. La guardo, la tristezza sul suo viso è evidente, così come la difficoltà a parlarne, e la capisco... Avendo perso tre persone care da poco più di una settimana, comprendo perfettamente il suo dolore ed appoggio la scelta che ha compiuto la sua famiglia: a volte la solitudine è la migliore delle medicine per dimenticare il passato e tornare a concentrarsi sul presente.<<Mi dispiace>>, esclamo sincero, cercando di poggiare una mano sul dorso della sua, in segno di amicizia, <<e Vi comprendo. Ho perso nonno, padre e madre in un solo giorno, dunque so cosa si prova>>. Inghiotto un groppone di saliva, provando a scacciare via l’amarezza, ad ignorare il ricordo di quella maledetta lettera in cui mia madre ha ammesso di avere avuto una relazione con Ryuk Leithien, forse non era la donna perfetta che credevo ma le volevo (e voglio) bene.<<Piuttosto in bocca al lupo per domani>>. Le sorrido, scostando la mano, e ricambio il suo sguardo con un'espressione determinata quando la sento aggiungere, <<Sono certa che tornerete vincitori>>. Non li deluderò, anche al costo di morire domani in battaglia mi farò onore, e, se gli Dei vorranno, vinceremo. <<Crepi il lupo!>>. Mi incupisco ripensando inconsciamente a manto di luna, ma non è il momento, dunque scuoto la testa per scacciare via il pensiero e prendo la frase per quella che è: un modo diverso per dire buon fortuna. Arrossendo la dama mi chiede un allenamento quando, e se, tornerò dalla battaglia. <<Certamente. Ora però cercate di riposare, la battaglia al Kratoning deve essere stata estenuante. Vi ringrazio comunque per la pozione ed il pensiero avuto nei miei riguardi>>, le rispondo alzandomi in piedi e porgendole una mano. In caso accetti, la aiuterò a sollevarsi da terra e mi congederò da lei con un baciamano come l’etichetta conviene.

Nikah Demonar

Scivolo leggero sul ghiaccio ignorando le fitte al braccio e al polso che lentamente divengono piacevoli. La mano è diventata insensibile, come morta ma non mi frega. La faccio sventolare appena e poco dopo il braccio si intorpidisce facendosi sempre più scuro. Oh guarda che ha combinato Cassandra. Ignoro anche dove sia finita la mamma in fiamme, se l’abbia centrata o meno. Mi sto divertendo troppo muovo ritmicamente i piedi anche se con questi stivali è quasi impossibile pattinare. Se solo avessi qui le mie scarpe. Dannazione. Ti odio Gidas! Ti odio. Ti odio. Ti odio. Sento poi qualcosa che non va nella stanza, Cassandra non getta più quella sua orribile ombra ai miei piedi. Sollevo lo sguardo rabbioso e vedo mamma conficcata nel ghiaccio sciolto dal calore. Mi volto appena ma è un attimo, cassandra si materializza alle mie spalle e sento qualcosa trapanarmi il ginocchio destro. Urlo dal dolore e ciò che esce dalle mie labbra martoriate dalle schegge dei denti è un ringhio di rabbia, non tanto per il dolore che ben presto si trasforma in un grido di piacere nella mia testa, tanto più per la sorpresa. Crollo in terra sul destro reggendomi col sinistro mentre Cassandra si allontana da me. La guardo con rabbia. Rapido faccio appello al potere del mio paparino, lo sento scorrere nelle mie vene per poi bruciarmi del tutto. Piccoli sprazzi neri escono dalla ferita aperta sulla mano morta mentre nell’altra, rapida e potente si mostra una sfera di fuoco, nero come la pece. Nero come l’anima di ogni Demonar che si definisca tale. Totalmente diverso dallo schifo verde di Gildas che fino a due giorni fa controllavo. I miei poteri, miei soltanto miei. Poi la vedo, una scintilla che diviene una sorta di alone, verde da fare schifo e che contorna il mio potere. Con violenza la scaglio verso la donna e indipendentemente dal colpo, mi staccherò la freccia lanciandola lontano. Non voglio che quella bastarda la attivi per tranciarmi una gamba…

Distruzione:
Esperto Palla infuocata – La fiamma prende forma in una sfera dal diametro di 1 metro, provoca ustioni di secondo/terzo grado

Chrysanta ---> Forma dormiente

LUMEN RAEGHAR

Il bagliore del Glados svanisce nella notte, inghiottito dalle tenebre crudeli e affamate come l'uomo che l'hanno attraversato. Resto ancora un po' attonita per il gesto che mi ha rivolto, ma Ada mi distoglie da questi pensieri. "Di sicuro, non ha problemi di digestione" commento atona, sapendo bene a cosa si riferisce la donna. Non è una cosa normale, nemmeno per noi figli di Raiden, un uomo come Gordon Leithien, un mostro capace di servire la propria moglie a tavola alla loro unica figlia. "Mi lasciò lui al Castello Nero, subito dopo il suicidio di mia madre... sai... è buffo il sentimento che può legarti ad un padre così... non ha mai avuto altra donna oltre mia madre. Ovviamente, ti prendeva in giro, non capitolerebbe nemmeno col migliore dello charme, perchè mia madre Ginevra era l'unica cosa che contava al mondo per lui... più della Terra delle Rose, più di Adamantem. Ci sono tanti uomini per bene, in giro, che però cadono facilmente nel peccato carnale. Mio padre è un assassino spietato e cannibale, ma non ha mai ceduto. Non ha mai tradito mia madre" commento seria, quasi parlando tra me e me. Io... io sarei capace di un amore così grande? Così struggente e totalizzante? Mi volgo sorridente verso Adamantia: "Credo che sia l'unico Leithien che io abbia mai conosciuto che fosse in grado di amare... e avrei preferito mille volte vivere con lui che con mio zio. Ma lui non mi ha voluta... sono lo spettro di Ginevra, solo questo per lui". Amaramente, si incrina la mia voce e vorrei piangere. Ma non lo faccio, non lo farò mai. Non piangerò mai nonostante tutto. "Non ho idea di cosa gli possa importare là fuori, magari ha solo visto qualche servetta appetitosa da cucinare alla brace" commento guardando con malizia Ricciarda, che ha sempre il brutto vizio di origliare. Mio padre ci sfamerebbe una legione intera con una sua coscia. "Non ha proseliti, tutti lo hanno sempre temuto... è un lupo solitario, quindi credo proprio che non sia una minaccia per la fazione. Se lo fosse stato, Lantis lo avrebbe ucciso" rispondo con razionalità a ciò che mi chiede la mia amica. La guardo poi con un ghigno sul viso: "Piuttosto... al ballo spero che la nostra discussione non ti abbia offesa, ho visto che ti sei consolata in fretta, dato che Aiden non ti si filava". Passo delicatamente una mano sotto i capelli, per distenderli meglio sulla spalla. Su Ada, siamo amiche, confidatevi.

CASSANDRA DE LAGUN

Il modo in cui ciondola compulsivamente la mano che non funge più mi fa intuire che Nikah sta per perdere completamente il controllo. Potrebbe essere questo il momento giusto per Gildas per tornare tra noi. Incocco una freccia ma nella sua mano inizia a formare il suo fuoco, una mossa che mi aspettavo dato che l'ho lasciato disarmato della sua kopesh. Nero, nero come la notte più oscura, nero come il buio nella sua anima, nero come il baratro in cui sta cadendo Gildas. Nero come il dolore che ho sentito nella simbiosi, quando il mostro si liberava dalla sua gabbia. Attivo la mia freccia, l'acqua vortica elegantemente intorno alla punta e splende come mai prima. Il potere di Gildas ricordo fosse verde, infatti la fiamma nera è circondata da una flebile linea di quel colore. Devo ricacciare Nikah dall'inferno da cui è venuto. "Gildas, spero che ascolterai il canto della mia freccia" esclamo quando scocco proprio contro il fuoco che mi viene contro. Il contatto con l'acqua è devastante, il fuoco si dissipa insieme a tutta la sua furia. "Fumo nero, nient'altro, sei solo questo. Gildas, puoi farcela, ho visto il tuo fuoco verde!" gli dico concitata, speranzosa. Guardo Vicent con gli occhi in pena, deve aiutarmi. Deve aiutarmi a tirar fuori il nostro amico dalla macchina infernale in cui è intrappolato.

Canto della sirena -> forma attiva

Vicent Dreth

Salutata la dama torno ad osservare l’allenamento, e, con mia somma sorpresa, scopro che Cassandra è in difficoltà. Serro i pugni, onde evitare di intromettermi, Cassandra è una guerriera orgogliosa ed intervenire ora sarebbe come un insulto, non posso, né voglio, arrecarle alcuna offesa. In maniera frenetica, ansiosa, slitto con lo sguardo da lei a Nikah, guardandolo torvo. Ho paura per Cassandra, conosco Nikah e so che è un assassino fuori controllo e privo di pietà. Quando evoca il suo elemento però, ho un attimo di smarrimento, le fiamme hanno infatti un colore diverso dal solito, sono nere come la pece, e l’unico segno che resta di Gildas è un alone verdastro. Sta svanendo… <<Gildas, spero che ascolterai il canto della mia freccia>>, gli occhi si fanno lucidi, perché guardando quelle fiamme acquisto la consapevolezza dell’ennesimo abbandono da parte di qualcuno che mi è caro. Mi sono allenato con Nikah, e le fiamme non erano così, assolutamente, Nikah non mentiva, Gildas si sta davvero arrendendo, ha smesso di combattere. <<Fumo nero, nient'altro, sei solo questo. Gildas, puoi farcela, ho visto il tuo fuoco verde!>>. E’ la voce di Cassandra a ridestarmi e darmi speranza. Gildas può anche arrendersi, non importa, lotteremo noi per lui ed in qualche modo lo salveremo dalla follia omicida il cui nome è Nikah. E’ a questo che servono gli amici in fondo, no? Quando Cassandra mi implora con lo sguardo di aiutarla non ho un attimo di esitazione. Mi piazzo tra lei e Nikah, incurante del pericoloso o delle lacrime che mi rigano ormai le guance, e porgendogli una mano gli dico con un sorriso, <<Non ti lasceremo da solo, Gildas. Siamo tuoi amici, Gildas, e ti vogliamo bene. Ora prendi la mia mano e torna da noi>>.