Asshai - 12 anni prima
La ragazzina dai lunghi capelli scuri e setosi saliva le scale leggiadra e col sorriso sulle labbra, Lady Ada aveva chiesto di lei anche quel pomeriggio e, quando sua madre era scesa a chiamarla nella loro stanza, era stata così felice che le si era illuminato tutto il volto e negli occhi color nocciola si poteva leggere tutta la gioia che provava in quel momento.
Era una brava ragazza, Mirri, dal cuore buono, forse troppo per trovarsi a suo agio in un mondo opulento, debordante di invidie e veleni, ma ancora era lontana dal rendersene conto.
Bussò delicatamente alla porta e attese trepidante l’invito ad entrare che arrivò quasi subito. Adorava quella stanza, ci avrebbe passato le ore a toccare e provare ogni cosa, annusare i profumi, sognare davanti allo specchio, quante volte aveva sognato di dormire in quel letto soffice tra le delicate coperte di seta!
Adamantia era lì ad aspettarla, seduta sul morbido tappeto color crema disteso sul pavimento freddo. Fuori c’era il sole ed era una bella giornata.
“Che ne dici se usciamo?” – chiese la ragazza dai capelli corvini.
“Mmmm, non so. Mia madre si arrabbierà” – Adamantia si guardava intorno timorosa che lei potesse comparire da un momento all’altro.
“Ma non lo saprà mai, non se ne accorgerà nemmeno. Dai, andiamo, c’è un bel sole e tu sei sempre così pallida!” – con un gesto fulmineo le prese la mano e la tirò su, facendola alzare in piedi.
Adamantia sorrise, prima timidamente, poi sempre più convinta di quello che stava per fare: non era poi così grave, sua madre probabilmente non l’avrebbe mai saputo occupata com’era nelle sue faccende.
Si alzò sorridente, seguendo la giovane maga nel rigoglioso giardino sul retro e, nonostante all'inizio fosse ancora titubante, pian piano che il loro gioco a rincorrersi tra i cespugli si faceva sempre più divertente e spensierato, per qualche tempo di dimenticò della paura che, sfuggente come una serpe, non era scomparsa, ma si nascondeva infida tra le risate argentine.
Il ritardo per la cena venne però notato da sua madre che la sorprese nel rientrare con le ginocchia sbucciate e il vestito con qualche macchia di foglie e terra qua e là.
La sua figura alta e pallida troneggiava su di loro, la sua voce fredda, le gelò il sangue:
"Tua madre ti sta aspettando, va da lei." - si rivolgeva a Mirri senza togliere lo sguardo da Adamantia, sapeva di non aver bisogno dello charme per farsi obbedire -
"E chiedile perdono, sta per subire una dura punizione" - volse lo sguardo verso la giovane maga dai capelli scuri -
"a causa tua"
Mirri corse via spaventata verso le stanze della servitù, dopo aver lanciato un'occhiata che Adamantia non seppe come interpretare: dispiaciuta? Disperata? Pentita?
“Mi sembrava di essere stata chiara, l'ultima volta.” - la voce tagliente di Illyria la riportò alla realtà.
"Che succede qui? Adamantia ..." - suo padre comparve dalla stanza da pranzo, scuotendo la testa dopo aver visto le condizioni in cui era rientrata sua figlia.
"Padre …" - provò a dire lei, ma Illyria la fermò.
"Lascia stare tuo padre, ha di meglio da fare che guardarti frignare!” - i due signori di Asshai si guardarono negli occhi solo per un secondo, poi Azor scosse la testa in direzione di sua figlia:
"Forse dovremmo lasciar stare, non è adatta, non ce la farà mai."
"E cosa dovremmo fare? Per colpa sua non posso più avere l'erede maschio che avevamo sognato, dovrà ripagarci per tutto quello che ci ha tolto. Lo farai vero, Adamantia?"
"E' inutile." - Azor girò i tacchi e sparì dalla loro vista, mentre gli occhi di Adamantia si riempivano di lacrime.
"Smettila di frignare, non ne posso più di te. Forse ha ragione tuo padre, è tutto inutile con te? Dovremmo lasciar stare e farti prendere in moglie uno qualunque dei vecchi bavosi che ci circondano e chiedono la tua mano? No, non mi fermerò fino a quando non mi avrai ridato quello che mi hai fatto perdere."
Adamantia abbassò la testa:
"Io … mi comporterò bene. Non dovrai più …"
"Eccellente mia cara, eccellente" - il pugnale comparve repentino nella sua mano destra.
"No, ti prego, non farlo." - Adamantia fece due passi indietro, anche se sapeva che non sarebbe servito a niente.
"Non pregarmi, Adamantia, non devi mai pregare nessuno: tienilo bene a mente."
Si svegliò di colpo avvolta tra le setose lenzuola della sua stanza e d'istinto si guardò i polsi e le braccia, non c'era niente.
"Sei sveglia?"
La voce era quella di Mirri, si guardò in giro e la vide sollevarsi col busto, di fianco al suo letto, in viso aveva dei lividi. Annuì:
"Tutto bene? Cos'ha fatto a tua madre?"
La ragazza distolse lo sguardo e scosse la testa senza dire nulla, poi si sedette sul letto:
"Andiamocene da qui, starai meglio senza di lei. Staremo meglio".
Al gesto della maga Adamantia istintivamente si ritrasse, in fondo la loro natura era completamente differente, e, anche se la loro aura non era molto forte, subivano reciprocamente e senza volerlo l'una i poteri dell'altra. Andarsene, sarebbe stato bello, un sogno: rifarsi una vita, guadagnare la libertà di essere stessa, stare con chi voleva.
Guardò Mirri e le sorrise annuendo:
"Dobbiamo stare attente, lei non ci deve scoprire. Non venire più qui, comunicheremo in un altro modo, così non ci potrà fare più nulla."