Vicent Dreth
Elysium
Diciotto anni di frustrate, di addestramento, di allenamenti, di battaglie vinte ma soprattutto di esperienza posso dire che non sono serviti a niente. Provo ad unire le mie forze con quelle di Nymeria, un vano tentativo per evitare di tornare totalmente sconfitti da questa battaglia, ma, di nuovo, la Baratheon sembra leggermi nel pensiero e riesce a schivarmi. Capisco così che è un’avversaria fuori dalla mia portata ed è un pensiero stupido ed inutile visto che ormai è troppo tardi. D’un tratto l’aria si fa più densa, carica di elettricità, respiro a fatica, ringhiando e divincolandomi dal dolore cerco di muovermi, di andarmene, ma gli spasmi da folgorazione rendono ogni movimento sempre più difficile. La Baratheon ha infatti evocato uno scudo di fulmine che, complice la dimensione tutto fuorché contenuta, travolge ogni cosa al suo passaggio, incluso me ed alcuni caprioli che non appena vengono folgorati cadono a terra svenuti. Gemo a causa del dolore ma, complice la vicinanza con Nymeria, faccio - forse - l’unica mossa intelligente nel corso di questa battaglia: mi allontano, il più possibile, così da evitare ulteriori danni a Nymeria che vedo è stata presa di mira dall’Urthadar ma sembra in grado di difendersi. Mi tengo in piedi con difficoltà, cercando di ignorare il senso di disorientamento che l’elettricità mi ha lasciato, ho ustioni che ricoprono ogni singola parte del corpo che non è stata protetta dalla mia armatura, ma non mi arrendo e stringendo Selene improvviso una difesa contro l’attacco della Baratheon. Provo a difendermi ma ancora una volta non riesco a fare niente, sento l’ennesima folgorazione, poi una fitta, atroce, al piede ed infine un senso di vuoto… Cado a terra, sfinito e semi - cosciente, mentre, con uno sforzo enorme, cerco di tenere gli occhi aperti e con le mani stringo l’erba sotto di me. Se non fosse stato per l’armatura… Sarei morto. Il metallo ha infatti fatto da “parafulmine” e se non le ustione, abbastanza gravi, non ho altri danni ingenti dovuti a quel maledetto scudo. Vedo ogni cosa appannata, sento che la pelle tira, probabilmente a causa della disidratazione, ed ho la gola talmente secca che inghiottire saliva, in questo momento, è un utopia. <<Nymeria…?>>, la chiamo, la voce non è che un sussurro, e tossendo cerco di buttare un’occhiata al piede che capisco mi hanno mozzato quando scorgo l’ennesima fontana di sangue… Ne sto perdendo parecchio in effetti… Ma <<Questo non ti dispiace se viene con me, vero? Del resto anche tu mi hai portato via qualcosa non molto tempo fa...>>. La guardo visibilmente confuso, non per il piede, ma per Aiden: perché è con lei? Ah… Già, non è lui ma il presunto bastardo Urthadar, diamine, troppo scosse mi hanno fritto l’ultimo neurone che avevo in testa. Vedo che mi guarda, e poi, facendomi un cenno di “sì” con la testa si sfila la benda per mostrarmi il volto, che, per un attimo, è proprio quello di Valerius Urthadar… Ma non può essere… No, è solo la mia immaginazione. I due poi se ne vanno ed io urlo, <<Nymeria>>, mentre cerco di bloccare l’emorragia alla gamba sfruttando il mio elemento che con alone bluastro ricopre la parte monca...
Come infermiera sono bravo, l’ha sempre detto Adamantia, e chissà ora quale battuta si inventerà: perché abbiamo perso, eh già, e non sono riuscito a fare nemmeno un graffio alla mia avversaria… Dei, cosa cavolo racconterò al Re durante il resoconto? Avevo promesso di non deluderlo, giurato di farmi onore e di riportare una vittoria, ed invece ho perso e ho deluso tutti. Finalmente Nymeria mi raggiunge, vedo che anche lei è ferita ma non gravemente quanto me e questo mi conforta: la Baratheon attaccando me ha ignorato lei. <<Puoi camminare?>>, chiedo con voce roca, in un sussurro, e vedendo che non ha danni alle gambe le faccio allora cenno di passarmi la falce. Peso troppo e se mi tocca rischio solo di peggiorare le ustioni visto che, molto probabilmente, gli abiti sotto l’armatura si sono fusi con la pelle. Così resistendo delle fitte di dolore e soprattutto muovendomi lentamente a causa del disorientamento, affiancato della mia compagnia di battaglia, mi incammino verso il Glados dove mi fermo ad osservare la Baratheon mentre attivo il passaggio. Faccio cenno a Nymeria per farle capire di attraversarlo e poi, con un’andatura claudicante, mi avvicino alla Baratheon tenendo lo sguardo basso in segno di rispetto. <<Onore a te, Baratheon>>, esclamo con difficoltà, cercando di darle mano, e se lo farà allora stringerò, appena, accennando un sorriso. <<Ma sappi che voglio la rivincita.>>, aggiungerò solo se avrà accettato ed allora lasciando la presa tornerò a casa.Distruzione - Morsa di ghiaccio: L'incantatore ha la capacità di concentrare la propria energia nel palmo di una mano e congelare ciò con il quale viene a contatto; (Allievo) Congela un unico arto, causandone la paralisi e lievi danni da congelamento. [Usata per scopo medico]
Torre della Mezzaluna
Attraversato il portale mi poggio di schiena contro la parete e, senza più forze, scivolo finalmente a terra. Non mi sento molto bene e credo che il ghiaccio stia iniziando già a scongelarsi. <<Theon! Agatha!>>. Scuoto la testa mentre piombo in uno stato confusionale che non mi aiuta a scandire le parole. <<Chiamate il Primo o il Comandante, e acqua… Voglio acqua…>>. La vista comincia ad appannarsi, merda, continuo a parlare per evitare di perdere conoscenza mentre cerco di tamponare il sangue. <<Anzi… Il Comandante no. Lui ha l’occhio rosso. E c'è… Poi quella... Schifosa si è fregata il mio piede!>>. Ripetendo la frase che ho udito all’Elysium scimmiotto la voce della Reietta, rendendola più stridula di proposito, e poi ridendo come un’idiota aggiungo: <<Oh, ma tanto me ne farò ricrescere uno nuovo. E bellissimo. E tutto mio. E con dadi e idromele, tanto idromele…>>. L’ennesimo spasmo mi fa però bloccare e poggiandomi ancora di più alla parete mi sforzo di stare zitto… Anche perché credo proprio d’aver perso il filo del discorso…
Nota: Azioni di Nymeria accordate.