Discussione: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

CASSANDRA DE LAGUN

Guardo nel ghiaccio dei suoi occhi senza fiatare, ascoltando ogni parola che mi dice. Non... non riesco a respirare. Il petto si espande e si ritrae velocemente, in modo sempre più affannato. Mentire... mi ha sempre mentito. Mi alzo di scatto per raggiungere lo stipite della porta, vi poggio la mano volgendogli le spalle. La fronte schiacciata sul legno dell'anta. Nell'altra un pugno stretto, tanto da segnarmi il palmo. Eppure i miei occhi hanno visto la sua vicinanza alla regina, le mie orecchie hanno udito la sua abilità politica... la mia mente ha compreso che tipo di uomo fosse Aiden Urthadar. Il mio cuore, lui non ha voluto credere. Faccio un respiro profondo, devo calmarmi, devo cercare di elaborare ciò che mi ha detto. Mi volto, non so quale reazione si aspetti da me, ma sulle mie labbra c'è solo un sorriso gentile abbozzato. "Eppure... la persona che stai descrivendo, l'Aiden che credi di essere... l'Aiden che eri... mi sta confessando la verità. L'Aiden che ho qui davanti, si è tolto la maschera, non è riuscito a mentirmi. Trovo che questo sia molto coraggioso... trovo che questa sia una cosa che si fa... con una persona amica" gli dico con pacatezza, riavvicinandomi a lui. "Non ho visto teste rotolare per la Sala e so che hai incontrato Alinor in battaglia... avresti potuto ucciderla e non l'hai fatto. Conosco il tuo potere, conosco il suo. So che avresti potuto. L'Aiden di cui mi parli lo avrebbe fatto senza ogni dubbio" continuo con lo stesso tono. "Un tempo... un tempo pensavo che l'onore fosse servire questa armatura, obbedire agli ordini e al Re. Ma l'amore per mio fratello e la mia famiglia mi ha fatto comprendere cosa in realtà sia... non è una scusa, molti lo usano come dici tu, ma è tutt'altro" mi risiedo per guardarlo dal basso verso l'alto, sempre negli occhi. "L'onore è il sacrificio che facciamo per le persone che amiamo e per quelle che non possono difendersi. Gli Dei ci hanno reso forti per questo scopo" provo a prendergli una mano tra le mie. "Per la prima volta nella mia vita, non ho timore a dirti che sono fiera di essere stupida, se la mia stupidità ha contribuito anche per una briciola a tutto questo. Sono così fiera che posso assicurarti che quello che mi hai detto non ha scalfito la fiducia in te, tanto da dirti che sono pronta a sacrificare ogni cosa per combattere dalla parte della mia gente, della mia famiglia... per il mio paese. Ho solo il dolore di lasciarvi ed è per questo che sono ancora qui. Siete tre caproni che hanno bisogno di me" ridacchio per smorzare la tensione. Gildas, Vicent, Aiden: non sono solo semplici compagni d'arme, ma amici... amici che non voglio lasciare, amici che non so se potrei mai affrontare in battaglia. Ma dovrò scegliere... devo scegliere. Questa certezza mi uccide.

Nikah Demonar

Continuo a nuotare tranquillo e allegro in mezzo alla fontana percorrendola in circolo e lanciando ogni tanto occhiate alla statua di Margarete sulla sommità. Chissà come starebbe senza tutte quelle alghe… muffa e… residui d’acqua sporca addosso. Smetto di nuotare quando mi rendo conto di ciò che sto facendo e guardo in basso su ciò che mi rimane addosso dell’armatura. Una sorta di sostanza gelatinosa e verdognola impiastriccia le piastre argentee e le mie mani. Alzo a scatti la testa verso la sala da pranzo guardando Adamantia al suo interno. La mia testa continua a muoversi a scatti in modo sconnesso mentre sul mio volto si apre un sorriso maligno. Lentamente nuoto verso il bordo della vasca per poi uscirne lentamente. Il disgusto aumenta non appena esco dall’acqua e con foga mi tolgo il pezzo superiore dell’armatura, restando solo coi calzoni di pelle. E quando mi sono liberato di ogni cosa, prendo la rincorsa percorrendo la strada fatta a ritroso poco fa e quando sono di nuovo in sala provo ad afferrare quella sgualdrina per i capelli incanalando ogni singola parte dei miei poteri nel palmo delle mie mani la tirerò verso il basso in modo da inarcarle la schiena e quando avrò il suo volto a fissarmi, libererò le mie fiamme dalla mano che la trattiene. Voglio vedere la sua sofferenza negli occhi mentre sul mio viso si aprirà ancora di più quel ghigno. Se avrò successo continuerò a strattonarla fin quando non la sentirò supplicare pietà da quella bocca arsa e rinsecchita «ti diverte Adamantia? Perché questo è veramente uno spasso!» oh sì, tutto questo non fa altro che aumentare la mia sete di sangue, non m’importa se qualcuno vedrà i segni irregolari dietro la mia schiena, che li vedano. Che guardino e ricordino il simbolo, il mio simbolo…

Chysanta ---> Forma dormiente

Distruzione:
Esperto Palla infuocata – La fiamma prende forma in una sfera dal diametro di 1 metro, provoca ustioni di secondo/terzo grado

ADAMANTIA FERALYS

Sono ancora in piedi ad osservare quel sacco di patate di una strega afflosciato a terra quando mi sento strattonare per i capelli e tirare all'indietro.
Un calore improvviso mi risale lungo il viso, talmente forte che non mi lascia il tempo di pensare, l'unica cosa che vedo è il volto di quell'essere che ghigna soddisfatto e farnetica sul fatto che si sta divertendo, seminascosto da sbuffi di fuoco nero.
Non riesco a trattenere un grido di dolore che si trasforma in rabbia e poi in furia quando con le mani mi diverto col suo stesso gioco perverso. Ti piace il fuoco? Te lo farò mangiare con piacere, Nikah! Vorrei urlarglielo ma dalla bocca mi escono solo gorgoglii sconnessi, quindi senza perdere altro tempo tenterò di stringere la sua gola con la mano sinistra, mentre la destra gliela pianterò in faccia, sulla bocca per essere precisi, e lascerò sprigionare il mio fuoco ardendogli la gola e la labbra, sperando che gli bruci le viscere e quel demone che si ritrova dentro.
Poi mi lascerò andare a terra, in questo modo dovrei riuscire a sbilanciarlo e farlo cadere insieme a me, facendogli lasciare la presa. Se dovessi riuscire nel mio intento, scivolerò verso il tavolo afferrando la sedia più vicina cercando di colpire Nikah sulla testa con tutta la forza che ho.

#Esperto Palla di fuoco –La fiamma prende forma in una sfera dal diametro di 1 metro di diametro, provoca ustioni di secondo/terzo grado

Nikah Demonar

Adamantia urla in preda ai dolori delle fiamme e tutto ciò provoca in me una sorta di esaltazione per la sofferenza causata a questa bestia. Rido sguaiatamente sentendo i suoi rantoli soffocati dalle fiamme e dal ribollire del suo sangue. Ma il mio divertimento dura poco, una mano mi afferra per la gola mentre un’altra mi si pianta sul viso in una scarica di fiamme vive, che bruciano il mio viso e la mia carne. Tossisco reprimendo le grida che ben presto si trasformano in puro piacere perverso quando lascio la presa sui capelli della donna per spostarmi all’indietro. La gola è riarsa e dalla mia bocca esce a fiotti sangue bollente che si mescola al fumo facendomi tossire con più forza. La donna scivola verso il tavolo afferrando una sedia e io mi scosto di poco prima che riesca a colpirmi sulla testa prendendomi il colpo ad una spalla. Grugnisco e mi porto una mano sul punto indietreggiando fino alla mia spada. Ti piace giocare con la testa Aduzza? Vediamo come riesci a giocare quando la tua stessa testa è dolorante. Rapido cerco una connessione col suo cervello riversando al suo interno tutto il dolore, la sofferenza accusata dal suo adorato Gildas in tutti questi anni. La forza sarà così potente e violenta che la faranno piegare su sé stessa e nel momento in cui vedrò i primi segni afferrerò mamma da terra e correrò rapidamente verso di lei con l’intento di trafiggerla allo stomaco. Sia che il colpo sia andato a segno, sia no, mi allontanerò dalla donna tenendo sotto controllo le sue mani e i suoi movimenti. Non voglio mica che ci siano altri scherzetti come quello della fontana…

Chrysanta ---> Forma dormiente

Alterazione e illusione:
Imposizione del dolore (Esperto) – Genera forte dolore che pervade la testa del nemico: Emicrania fulminante, disorientamento e nausea

Aiden Urthadar

Cassandra si alza bruscamente, si appoggia alla porta, con una mano si regge allo stipite e l'altra la stringe con forza in un pugno. È tutto finito. Qualunque illusione si fosse creata del sottoscritto è sfumata e ora l'ho costretta ad affrontare il vero Aiden Urthadar, l'ho spinta contro la sua volontà in un confronto che in un primo momento sembra voler evitare, ma che poi accoglie, con le labbra piegate in un sorriso e una tranquillità che, in qualche modo, mi permette di tornare a respirare. "Eppure... la persona che stai descrivendo, l'Aiden che credi di essere... l'Aiden che eri... mi sta confessando la verità. L'Aiden che ho qui davanti, si è tolto la maschera, non è riuscito a mentirmi. Trovo che questo sia molto coraggioso... trovo che questa sia una cosa che si fa... con una persona amica". Comprensione. Ancora. Nessun grido, nessun rimprovero, sta rispondendo al mio odio con la gentilezza. Mi coglie di nuovo di sorpresa, mi immobilizza, non riesco a muovermi mentre la donna si avvicina, sicura di sé e senza alcuna traccia di ira nella sua voce. "Non ho visto teste rotolare per la Sala e so che hai incontrato Alinor in battaglia... avresti potuto ucciderla e non l'hai fatto. Conosco il tuo potere, conosco il suo. So che avresti potuto. L'Aiden di cui mi parli lo avrebbe fatto senza ogni dubbio". Trovo finalmente il coraggio di incontrare il suo sguardo. Ha ragione? Forse. Avrei potuto fare vittime a Candonga, questa è una certezza. Ma perché non l'ho fatto? Nemmeno Cassandra è stata in grado di rivelarmelo. Codardia? Paura? Noia? Oppure c'è davvero della luce, dentro di me? Quel qualcosa che mi ha permesso di ottenere la fiducia di Cassandra e su cui posso lavorare? Credo che solo il tempo potrà darmi una risposta. Tempo che non sono sicuro di avere. "Un tempo... un tempo pensavo che l'onore fosse servire questa armatura, obbedire agli ordini e al Re. Ma l'amore per mio fratello e la mia famiglia mi ha fatto comprendere cosa in realtà sia... non è una scusa, molti lo usano come dici tu, ma è tutt'altro". Si siede e mi ritrovo nuovamente a guardarla dall'alto verso il basso, cosa che mi fa sentire a disagio, perché ora come ora i ruoli dovrebbero essere invertiti. Ma ormai le regole, qua, non le segue più nessuno. Non lascio i suoi occhi quando mi rivela che per lei l'onore è sacrificio, è l'impegno che mettiamo nel proteggere i nostri cari e gli indifesi e non riesco a non notare che ha parlato al plurale, invece che al singolare. Probabilmente non intendeva questo, ma... per un istante, proprio come durante l'incontro con Elen, riesco davvero a credere che le cose possano essere diverse. Che forse, da qualche parte dentro di me, questo onore ci è sempre stato e ho solo tentato di reprimerlo, perché mi è stato detto di fare così. Cassandra termina il suo discorso con una confidenza, si dice pronta a rischiare ogni cosa per combattere a fianco della sua famiglia, ovvero suo fratello. Andreus. Non lascia molto spazio all'interpretazione, significa che deve fare una scelta. Ciò che ha detto fino ad ora acquista un nuovo significato. <<Nessuno mi ha mai detto parole del genere, e sono sicuro di non meritarmele>>, comincio a parlare dopo un lungo silenzio, con la mia mano tra le sue, deve avermela afferrata prima... non me ne sono neanche accorto. <<Ma se gli Dei ci hanno fatto incontrare, se ci hanno guidato e ci hanno permesso di avere questa conversazione, qui, adesso, all'apice delle nostre crisi, significa che siamo sulla strada giusta. Ho bisogno di crederlo>>. Mi siedo di fianco a lei, che per la prima volta vedo davvero come un'amica, ma non solo: anche come una sorella, forse addirittura una madre. Come tutto ciò che mi è mancato nella vita. <<Mi sento come se mi trovassi in un abisso, combatto perché devo farlo, festeggio la vittoria perché devo farlo... ma ciò che mi interessa davvero è lontano, e non posso farci ritorno senza rischiare di morire>>. Sospiro, è difficile parlarne, anche se si tratta di Cassandra. <<Prima ho parlato di strade... anche se è quella giusta, io non so dove mi porterà la mia strada. Non so qual è la destinazione finale. Ma so qual è la tua>>, mi giro verso di lei, con un ritrovato coraggio. <<Se potessi, io... io mi riprenderei ciò che mi è stato tolto contro la mia volontà. Tenterei di sistemare le cose con... con Valerius, con mio cugino, con mio zio, se fosse ancora vivo. Anche se ciò significasse abbandonare il mio titolo... non mi interesserebbe. Lo farei>>. Ma è troppo tardi. <<Tu sei ancora in tempo>>. Ora sono io ad afferrarle le mani. <<Fa quello che devi fare>>, non sono mai stato più serio di così, <<E dimenticati di noi. Forse dopo questa guerra ci incontreremo ancora, forse no, ma ti porterò per sempre nel mio cuore, anche se c'è poco spazio. Perché non dimenticherò mai chi mi ha teso una mano nel mio momento peggiore. Qualunque cosa accada>>.

ADAMANTIA FERALYS

Quel bastardo di Nikah mi sputa addosso un fiotto di sangue caldo prima di essere colpito dalla sedia alla spalla: è riuscito ad evitare il colpo in testa, ma ho ancora in serbo altre cose per lui.
Sto per evocare Medea quando una fitta alla testa mi blocca, facendomi sbarrare gli occhi e togliendomi il fiato. Mille spilli puntati alla tempia mi pungono tutti insieme, riesco a sentire cose, sofferenze, mai provate prima in vita mia: è terribile, straziante, non riesco a pensare a nulla, voglio solo fuggire, ma non posso. Sono come in trappola, un topo in gabbia, non riesco a trovare l'uscita e intanto il dolore continua forte, sempre più forte, sempre più lacerante: è un incubo, ma non è il mio incubo! E' quello di Gildas, sento una flebile risposta in un remoto angolo della mia testa.
Sono piegata in due dalla sofferenza, le lacrime arrivano improvvise ad appannarmi gli occhi, ma nonostante tutto riesco a scansare il colpo mortale di Nikah, non ad evitarlo del tutto però, la sua lama mi ferisce al fianco e al braccio, che iniziano a sanguinare copiosamente.
Tutto questo dolore, tutta questa sofferenza, non ne posso più!
Cerco di concentrarmi per evocare il mio nuovo potere dei cloni, fino a far apparire cinque copie perfettamente uguali a me.

Cloni- capacità di creare copie di se stesso immateriali, manovrate con la propria volontà.
#Maestro - 5 copie

Faccio in modo che le prime quattro fingano di colpire Nikah, una dopo l'altra, sperando che in questo modo sia troppo occupato per accorgersi della vera me che, dopo aver evocato Medea, arriverà alle sue spalle affondandogli il pugnale in profondità dietro la schiena, proprio al di sotto delle costole in modo da trovare solo carne e affondare senza ostacoli.

#Arma - Pugnale in forma non attiva Simmiler Knife (Medea)

CASSANDRA DE LAGUN

Aiden mi stringe le mani, è seduto accanto a me e posso percepire la sincerità delle sue parole. Parole che premono sul cuore, come fossero le ultime che potremo mai scambiarci. Vorrei che non smettesse mai di tenere le sue mani nelle mie, perchè avverto bene che questo potrebbe non accadere più. Durante questa guerra, Aiden è stato un amico, un compagno di battaglia, una certezza per me. La sua logica da politico, spesso, ha messo dei paletti dove la mia anima titubava. Ho commesso degli errori che penderanno sempre sul mio spirito, sulla mia coscienza, ma con lui mi sono sentita meno sola. Io Primo, lui Comandante, ai vertici di un esercito orfano di Kalisi, accanto ad un Re che sprofondava sempre più nelle tenebre. Io e lui abbiamo condiviso la stessa sorte... nessun altro potrà mai comprendere cosa è significata questa guerra stando al comando. Ed è come dice lui, gli Dei hanno voluto che ci trovassimo davanti questo bivio insieme, così come davanti al comando. Forse, gli Dei hanno mandato lui per rendere più duro il mio cuore e più malleabile la mia testardaggine; hanno mandato me per lui per addolcire la sua coscienza. Due facce della stessa medaglia, un sentimento che in questo momento mi grava sul petto come quelle bestie che, secondo le storie, di notte vengono a succhiarti il sangue. Una lacrima mi scende sul viso, sta per cambiare tutto, inesorabilmente, e non ci voglio credere. "I Siamesi ti proteggeranno" gli dico guardandolo fiduciosa negli occhi. "Ci rivedremo e quel giorno potrò dirti che avevo ragione io sull'onore" mi sforzo di sorridere ma... sì, io ci credo, non è troppo tardi nemmeno per lui. "Non è troppo tardi nemmeno per te, il tempo non lo decidiamo noi... il tempo è scandito dagli Dei... come la memoria... non potrò mai dimenticarvi, perchè dopo questa guerra ricostruiremo questo paese tutti insieme" gli dico sempre più fiduciosa nelle mie parole. Mi rincuora il suo appoggio per la mia decisione, ora so che è la cosa giusta, so cosa devo fare. "Grazie Aiden, nonostante tutto, proprio per quello per cui ti rimproveri, io sono cresciuta molto" gli dico con dolcezza. Il male che non ho voluto vedere, gli intrighi della politica con cui ho dovuto immischiarmi, la follia di Lantis, la corruzione della Regina: è stato necessario. Abbiamo percorso lo stesso cammino, forse su due sentieri diversi, uno alla luce e uno all'ombra, ma che ci hanno portato allo stesso punto di commiato. Un commiato temporaneo, di questo ho fiducia. Un servo entra nella stanza in cerca di curatori: a quanto pare è successo qualcosa a Lady Araneae. Mi asciugo le lacrime dal viso e gli porgo un sorriso disteso, senza ombre: "Vado ad aiutare Milady.. se abbiamo fede negli Dei, tutto si risolverà per il meglio" dico gentile. Attenderò se avrà da dire qualcosa e poi mi dirigerò subito per soccorrere Lady Araneae: quella pozione non le avrà fatto per niente bene.

Nikah Demonar

La sofferenza del caro defunto Gildas diviene una preziosa carta da giocare ogni volta. Nella nostra breve vita abbiamo visto molte volte abbiamo subito l’imposizione di quella vipera di mamma. La stessa donna alla quale ora stringiamo la mano per arrivare a ferire, la mia schiava. Il mio punto di sfogo per ogni singolo dolore da arrecare o da autoinfliggermi, perché no? Questo corpo è mio. MIO. Mio e soltanto mio. Gildas è solo un caro ricordo che userò per infliggere solo dolore a chi si opporrà a me e al volere. Il divertimento che posso trarre da ciò è incommensurabile e solo Raiden sa quanto tutto ciò mi annoierà a morte facendomi interessare a tutt’altro tipo di giochi. Guardo Adamantia contorcersi sotto il mio potere e un sorriso maligno compare sul mio viso bruciato e rovinato dal fuoco, scatto ma il colpo non va totalmente a segno prendendo solo di striscio la megera. «È ancora più divertente quando corrono!» la spada affonda nel suo fianco e nel braccio lacerando ogni cosa al suo passaggio. D’un tratto però la donna si sdoppia, poi triplica fin quando non mi ritrovo ben cinque Adamantia davanti a me che corrono tutte quasi in contemporanea provando a colpirmi, indietreggio cercando di evitare i loro colpi ma ciò si rivela solo una illusione perché sento la lama del pugnale della donna penetrarmi nella schiena e affondare con forza. Urlo per poi scoppiare a ridere selvaggiamente e con uno scatto violento provo ad afferrare con violenza il braccio con cui regge l’arma nella mia schiena e quando sarò riuscito nel mio intento, la farò piroettare davanti a me dove fermerò la sua corsa trafiggendola al fianco destro. La mano di mamma avvolta dalle fiamme nere del mio essere scaverà nel suo corpo bruciando la strega dall’interno. BRUCIA LA STREGA! BRUCIA LA STREGA!

Chrysanta ---> Forma attiva

Nikah sottrae 50 punti costituzione, Ada 35