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  1. #421
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    LUMEN RAEGHAR

    Finalmente, la serva mi porta il vestito pulito e la mia collera sembra stemperarsi. Mio zio non è ancora arrivato, Clelia si starà occupando del coro, sì... è tutto sotto controllo. Inizio a focalizzare il modo ridicolo in cui mi sono comportata: non tanto perchè non posso, sono la Regina, se voglio schiaffeggiare una serva lo faccio e basta... ma davanti ad Aiden... che è così raffinato... gli ho anche dato degli ordini in un modo così truce... devo farmi perdonare. Usare lo charme per fargli dimenticare la mia scenetta? No, in fondo sono una donna... mi guardo allo specchio, sono in intimo: non penso di aver bisogno dello charme. Mi faccio sfilare i nastri del corpetto e ordino alla serva di raggiungere Clelia in giardino così da tenermi informata su c'ò che accade. Rimasta sola in infermeria, chiamo con voce melliflua Sir Aiden, che è appostato fuori la porta. "Perdonate la mia scenata, Aiden, purtroppo mio zio ha questo potere su di me... potete entrare? Ho bisogno del vostro aiuto e la servetta mi ha abbandonata al mio destino" gli dico invitandolo ad entrare. Ho indosso un corpetto viola scuro con dei ricami in nero, i lacci slegati... non ho calze e il pizzo nero del mio intimo lascia poco all'immaginazione. Preferisco che Sir Aiden mi visualizzi così, piuttosto che come una sposa isterica in attesa di salire all'altare.

  2. #422
    Mod cangiante L'avatar di Pey'j
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar

    "Perdonate la mia scenata, Aiden, purtroppo mio zio ha questo potere su di me... potete entrare? Ho bisogno del vostro aiuto e la servetta mi ha abbandonata al mio destino". La voce angelica di Lumen mi raggiunge da dietro la porta. Sembra essersi calmata... ma sottolineo il "sembra". Dato che ha bisogno del mio aiuto, e suppongo per indossare il vestito di ricambio, sono pronto a vederla seminuda, quindi apro la porta, ma... non ero certo pronto per questo. Stringo forte la maniglia, sto cadendo nella sua trappola, lei è la vedova nera e io sono il suo insetto. Ma va bene così: se mi ha invitato dentro in queste condizioni, significa che desidera che la veda. Potrei resisterle, non indugiare con lo sguardo sulle sue forme, ma... Perché? Vuole che la apprezzi: accontentiamola.

    Chiudo la porta alle mie spalle e guardo per bene la regina. È meravigliosa, dannatamente meravigliosa. Sono ancora sulla soglia della stanza, non so quanto tempo sia passato da quando ho iniziato a percorrere le sue gambe. <<Permesso>>, dico con un tono di voce più grave del normale. Mi avvicino lentamente al vestito, lo afferro e fingo di scrutarlo come se me ne interessasse effettivamente qualcosa. <<Incantevole>>, sussurro. Mi giro verso Lumen, con ancora l'abito in mano. <<Incantevole>>, ripeto, con un ghigno sulle labbra. Poi lo appoggio e mi dirigo verso la donna. Con gli occhi concentrati sul suo collo le sfioro una spalla, poi il collo stesso, percorrendo infine la spina dorsale mentre scendo lentamente verso il corpetto. In viso porto un'espressione seria, che Lumen può benissimo vedere nello specchio davanti a noi. Ma i miei occhi ardono di passione, sono leggermente più chiusi del normale e mi rendo conto di avere le pupille dilatate.
    Inizio ad allacciarle i lacci, uno per uno, con una lentezza disarmante, senza proferire parola.
    Vediamo se vi siete davvero calmata.
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  3. #423
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    LUMEN RAEGHAR

    Accetta il mio invito e, come un leone che avanza nella savana, con passo felpato ed elegante, si avvicina a me. Nei suoi occhi posso vedere ardere il desiderio... c'è visione più divina di un uomo che ti guarda in quel modo? La punta delle dita mi sfiorano delicatamente, quasi a disegnare una mappa dei punti in cui vorrebbe affondare le zanne. Mi mordo il labbro quando sento l'adrenalina scorrere lungo la schiena. Nello specchio davanti a me, vedo chiaramente il suo fuoco la morsa che stringe i miei lacci è così... esaltante. Per un attimo, null'altro esiste: non mio zio, non Dohaeris, non il vestito.
    "Stringete un po' più forte, cavaliere..." mugolo lussuriosa, mentre mi stringo a lui, incollandomi al cavallo dei suoi calzoni. Le mie mani scivolano lungo i suoi fianchi e sposso sentire i muscoli delle sue gambe: muscoli perfetti per combattere e per... spingere.

  4. #424
    Mod cangiante L'avatar di Pey'j
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar

    Ho il cuore che va a mille, probabilmente per portare tutto quel sangue dove la regina si sta strusciando. Ciò che è successo ieri notte con Adamantia impallidisce in confronto alle sue... avances. Ieri è stato facile resistere, ma ora...?
    Stringo i denti, voglio cedere e voglio cedere adesso, e al momento non farlo sembra davvero un'idea stupida. Nessuno ci vedrà, nessuno ci ascolterà. Nessuno sa che siamo qui, solo gli sguatteri. Io... io mi illudo di essere una specie di superuomo, ma in realtà al momento non sono diverso dagli altri. Debole, debole e schiavo della lussuria, incurante delle conseguenze, incurante del mio destino. Ora sono solo un uomo, una volgare bestia che sta venendo manipolata da un'altra bestia evidentemente più furba di lei. Mi sento una bestia e da bestia mi comporterò.

    Afferro con uno scatto la mano della donna, quella tra le mie gambe, e la stringo con violenza. Con troppa violenza. <<Così va bene?>>, le chiedo, volutamente provocatorio, senza fiato. Davanti a me non ho più una regina, ma solo un corpo, un corpo senz'anima, che giro con forza: i nostri visi sono a pochissimi centimetri di distanza. La tengo ferma in questa posizione per qualche istante, scrutandole il viso, passandole un dito della mano libera sulla guancia, sulle labbra, mentre già rimpiango ciò che sta accadendo. Poi la spingo energicamente contro il muro, contro lo specchio, non mi importa se si romperà, non mi importa se ci feriremo, non mi importa di niente. Quando è bloccata contro il muro, lascio finalmente la sua mano e appoggio le mie sulla sua fronte, sui suoi capelli, in modo da immobilizzarle anche la testa. Sono affamato e mi nutro delle sue labbra, scagliando le mie contro le sue e baciandole con passione; no, non con passione: con avidità. Sono soffici e calde, vorrei perdermici dentro, dimenticarmi della Torre, degli intrighi, del trono. E ci riesco: ho la mente completamente vuota, sento solo il battito del mio cuore che si fa sempre più veloce. Sposto una mano sul suo seno e desidero fare altro, molto altro, ma la benedizione dell'ignoranza dura poco. Ho gli occhi chiusi, eppure vedo improvvisamente davanti a me occhi azzurri e capelli corvini. <<No!>>, urlo staccandomi per un istante dalla regina, per poi riprendere a baciarla con ancora più foga. No, non voglio pensare a lei! Vai via! Ma sono speranze vane, le mie, perché continuo a vedere quello sguardo gelido. Sì, gelido, eppure lo amo così tanto. <<Dannazione!>>, grido ancora, allontanandomi di scatto da Lumen, questa volta definitivamente. Sono adirato, afferro la prima cosa che mi capita a tiro e la lancio contro il muro. Penserà che sono un pazzo, un folle, alla stregua di sir Demonar. E probabilmente lo sono.

    Mi dirigo verso la porta, sistemandomi i capelli. <<Vi aspetterò davanti al Glados>>, dico, senza nemmeno voltarmi.
    E mi dirigo verso la mia destinazione.
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  5. #425
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    LUMEN RAEGHAR

    Mi sento in un battello ebbro, che ondeggia e lotta contro mirabili tempeste di lussurioso desiderio, di passione vorace, di fuoco che arde e consuma le carni. Mi stringe la mano con forza e io vorrei solo sospirare di stringerla di più, vorrei che il mio piacere sprofondasse in quel baratro che incontra l'abisso del dolore, ma non riesco, mi manca il respiro, ansimo fortemente e fremo nelle membra ai suoi baci sempre più ferali, più audaci. Mordo le sue labbra come a volerlo possedere totalmente, sentendo l'elettricità che sollecita la pelle, che la scuote, che prepara la strada alla via dell'estasi. Con le mani dibatto sul suo petto, vorrei strappare quello stupido lembo di stoffa che mi separa dal suo petto, dai suoi muscoli, dal calore del suo sangue. Lo sento, il momento fatale sta giungendo, lo specchio dietro di me sarà incrinato ma poco mi importa: voglio lui, adesso. Ma il gioco finisce. Aiden si stacca da me, il fiato ancora corto, i polmoni che ansimano fortemente. "No!" urla, lasciandomi un po' confusa e frustrata. Che gli sarà preso? Si avvicina alla porta e mi avvisa che attenderà al Glados. Come mai è diventato freddo tutto un tratto? Cosa si cela nel tuo cervellino contorto, Aiden Urthadar? Mi rassetto e mi rivesto, così da raggiungerlo.
    "Non è gentile lasciare una signora insoddisfatta, messere, ma ammetto che questo vi rende... ancora più desiderato. Sono una Leithien, una leonessa che non molla mai la sua preda..." gli dico sorridendo. Scoprirò cosa si cela dietro questo suo comportamento, chissà, magari ho toccato un nervo scoperto. Interessante, adoro i talloni di Achille di chi posso manovrare. Chiamo Taras, denoto che in giardino non c'è ancora nessuno dei nobili della Torre, ma che tutti i miei preparativi sono stati svolti eccellentemente.
    "Radunate qui tutti gli ospiti della Torre, Taras... sono certa che giungeranno a breve... schnell!" gli dico ridacchiando. Appena mio zio farà il suo ingresso, partirà la melodia cantata dall'eunuco: The rains of Castamere, ovviamente (NDT: questa versione per essere precisi https://www.youtube.com/watch?v=w3QW8PVyyNM)

  6. #426
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Lord Tywin Leithien

    La torre della Mezza luna… la sede di un branco di mammolette e signorinelle travestiti da soldati, tutti comodi, serviti e riveriti, mentre agitano i calici, cercando di organizzarsi per la guerra, già me l’immagino! Preferirei avere come alleati un branco di zotici Bruti, piuttosto che questi manichini avvolti in armature scintillanti, non resisterebbero un giorno al di là della barriera, si metterebbero a frignare agognando quelle belle terme dove fanno il loro regale bagnetto, immergendo quei culi lisci da neonati, farei venire loro le piaghe a furia di frustate. Ho affrontato numerose battaglie, scongiurando le invasioni dei popoli limitrofi alla Terra delle Rose, i diamanti fanno gola a tutti, il mio tesoro è inestimabile, come è inevitabile la dichiarazione di guerra da parte di qualche barbaro mal organizzato, nel tentativo di infrangere le difese del Castello Nero. Un branco di stolti ed infanti a maneggiare armi improvvisate contro un gigante… mi basta alzare un piede e calpestarli per farla finita in modo rapido.



    I più furbi si schierano dalla mia parte o cercano di ingraziarsi il mio casato, come Rickard e la sua Dohaeris. Miserabile di un Mago da quattro soldi, la tua potenza è il frutto di una grazia divina concessa da chissà quale Dea bendata, se ti avesse visto bene in faccia quel giorno, non ti ritroveresti nella tua posizione attuale. Ma dove un Dio benevolo fallisce, ce n’è sempre uno Malevolo che gioca bene le sue carte ed ora sei steso in un letto, che assomiglia sempre più ad una bara. Il potente Raiden ha ascoltato le mie preghiere, non è restato indifferente a tutti i sacrifici fatti in suo nome, ogni anno mi sporco le mani con il sangue di un infante che ha appena emesso il suo primo vagito e sentire come l’aria gli smorza nei polmoni quando affondo con il pugnale sacro, mi inebria.



    Non sono solito mostrare ciò che penso, palesandolo in espressioni facciali fin troppo esplicite, per quanto io desideri gioire in presenza di Rickard agonizzante e compiacermi della mia salute ferrea innanzi agli occhi dei suoi cari, l’autocontrollo che mi contraddistingue non mi permette di espormi come potrei. La Regina Margarete era una donna come poche, riusciva a smuovere un barlume di desiderio anche in me, non mi meraviglio che Rickard abbia ceduto alla sua bellezza e temperamento, se Rosalinde fosse stata simile a lei, a quest’ora non sarebbe concime per l’orto e probabilmente mi sarei dedicato maggiormente al talamo che alla guerra. L’unico frutto nato dalla nostra unione è quell’inetto di Ryuk, non è degno di domare il vento, gli unici momenti in cui non mi sono vergognato di averlo come figlio, sono stati quelli in cui sventolava fiero i vessilli imbrattati di sangue dei nemici, gli avrei estirpato gli occhi così simili a miei, pur di non dargli un ulteriore segno che lo legasse a me.



    Non ho ricevuto lo stesso dono offerto dagli Dei a mio fratello Gordon, sacrificare il proprio figlio alla Culla dei mai nati è un privilegio… un privilegio che mi è stato negato, probabilmente sarei stato fiero di Ryuk nel momento in cui gli avrei strappato via la vita con le mie stesse mani su quell’altare di fredda roccia. Il figlio di Gordon è ora un demone tra i demoni, figlio rinato del Dio Raiden… ed io mi ritrovo al contrario uno smaliziato che si fa comandare dai sensi e dal cavallo dei pantaloni, piuttosto che dalla ragione. E’ finito il tempo del riposo, è giunto il momento di recarmi presso la Torre, sono anni che non poso piede in quel luogo. Attraversato il Glados la prima cosa che vedo è la statua in memoria di Margarete, mi trattengo dal restare ad osservarla, per quanto il ricordo di lei viva con quello sguardo freddo su di me mi faccia vibrare, ho il dovere che mi attende.



    Il passo pesante riecheggia quasi per le pareti di questo luogo, soprattutto quando è il piede destro a calcare il pavimento, quello che sopporta maggiormente il mio peso, dato che il sinistro mi ha reso claudicante dalla nascita. Giunto all’ingresso della zona del convivio resto in silenzio ad osservare ogni persona che si para avanti ai miei occhi, l’espressione impassibile, quasi vuota, in attesa che Lantis si pronunci e m’intoduca.



    Mia nipote Lumen è tra i presenti, fa cenno ad un giovinetto accanto l’ingresso, il quale comincia a cantare… una voce da castrato, una voce che tocca le note che contraddistinguono il nostro casato in maniera impeccabile, ma per quanto la Regina in seconda possa pensare di conoscere i miei gusti, la voce bassa e rauca di Ryuk ne esalta il significato, l’unico suo dono è il virtuosismo. Non accenno al mio gradimento e lascio che questo teatrino di benvenuto termini, il prima possibile spero.

  7. #427
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    CASSANDRA DE LAGUN

    La Principessa mi chiede se nutro qualche sospetto concreto sull'identità dell'eventuale spia.



    Mi rendo conto di non aver socializzato molto all'interno della Torre, ma se devo basarmi sui soli fatti... no, non posso sospettare di lui. Mi fido di Aiden, abbiamo condiviso la battaglia, il dolore, la sconfitta. Ho visto come ha combattuto valorosamente contro mio fratello. E' rimasto anche gravemente ferito. "Vostra Altezza, ammetto di non conoscere molto bene gli altri della Torre... tutto parrebbe puntare contro Sir Aiden ma... ho diviso la mia spada con lui, sono certa che egli è completamente estraneo a questa faccenda" le dico con lo sguardo fiero. Eppure... anche Andreus era mio fratello, sangue del mio sangue... eppure anche lui ha tradito. A cosa devo credere? Posso davvero dubitare di lui? Una guardia giunge nelle Terme e ci avvisa che la Regina ci desidera in giardino. "Dopo di voi Altezza" dico con un inchino "per il momento, gioiamo per il ritorno di Sua Altezza il Principe".

  8. #428
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Deirdre sottrae 20 punti costituzione per l'ustione

  9. #429
    Moderatrice L'avatar di serenarcc
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Esperin Raeghar


    Cassandra mi conferma di non avere particolari dubbi sui nostri alleati, il suo quindi sembra più un presentimento, un amaro dilemma, piuttosto che una concreta consapevolezza.
    Vorrei chiederle dell'altro, ma capisco che la ragazza è già abbastanza scossa e che per il momento è meglio chiudere qui l'argomento. Sicuramente dobbiamo tenere gli occhi ben aperti, e notare ogni minimo spostamento degli abitanti della Torre. Non deve più sfuggirci nulla, farò di tutto affinché non succeda.
    <<Scopriremo se quello che vi è stato detto corrisponde alla verità, ve lo prometto>> le dico, per rincuorarla.
    Pochi minuti dopo Taras ci informa che la Regina ci attende in giardino, mio fratello sta per arrivare, finalmente! Cassandra si inchina e mi lascia dirigermi verso l'uscita per prima, con i suoi modi sempre molto rispettosi.
    <<Vorrei rendermi più presentabile per accogliere il Principe>> le dico, con un sorriso <<Vi raggiungo subito in giardino>>
    Velocemente, senza passare per il giardino, mi dirigo nelle mie stanze.



    So già cosa indossare, quindi impiegherò pochi minuti a prepararmi e a raggiungere gli altri.
    Sfilo dal cassettone la veste regalatomi da mia madre quando divenni donna, che ho indossato in molte delle occasioni formali a Castello. Una veste che aveva un significato ben preciso, ossia di ricordarmi sempre chi fossi e quale fosse la mia vera famiglia.



    Il blu e l'argentato del tessuto e delle decorazioni in pizzo che lo arricchiscono, determinano giochi di luce quando colpiti dai raggi solari, illuminando il mio viso... almeno secondo l'opinione di mia madre e delle mie prime ancelle. Io amo questo vestito principalmente perché me l'ha regalato lei, e perché sfoggia i nostri colori.
    Sarà sicuramente un gesto gradito a Lantis...soprattutto spero di placare la sua ira per l'affronto della Regina.

    In pochi minuti sono pronta, e scendo velocemente le scale per arrivare in giardino. Un suono terribilmente familiare giunge alle mie orecchie, provocandomi nuovamente disgusto. La melodia dei Leithien... non le bastava indossare quei colori mancando di rispetto a mio padre, doveva completare il tutto anche con questa orrenda esibizione!
    Accelero il passo per raggiungerli, voglio essere accanto a mio fratello in questo momento.
    D'un tratto la melodia finisce, provocandomi un sospiro di sollievo, finalmente.
    Scorgo una figura possente in nero e viola nei pressi della sala da pranzo, deve essere Lord Tywin.



    Poi vi volto verso la fontana, verso la statua raffigurante mia madre, e vedo finalmente il mio adorato fratello.



    <<Bentornato a casa, fratello caro>> gli dico, avvicinandomi di più a lui.
    Cerco di essere discreta, anche se quello che vorrei è gettargli le braccia al collo, ma non è questo né il luogo né il momento adatto. Ci sono troppe persone ad osservare.



    Il cuore mi scoppia di gioia, e credo che dal mio viso lui possa già percepire esattamente ciò che provo senza dimostrazioni plateali. Finalmente sei qui con me, fratello mio. Ho tanto di cui parlarti.

  10. #430
    sim dio L'avatar di Maru1e1a
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali


    Il colpo alla testa va felicemente a segno. Mentre sghignazzo divertita, corro dietro il manichino alla mia destra e glielo spingo con forza contro.



    Il tempo però di lasciar andare il fantoccio, che mi ritrovo il nobile frontale alla mia persona che mi punta la sua spada ricurva alla gola. Sorrido ferale, mentre lui ululeggia un "chicchirichiiii" in risposta alle mie battute...tutto posso dire di te, ragazzino, ma non che tu sia noioso!
    Mentre mi sto dilettando con sir Gildas (l'avevo già detto che adoro i giullari?), una serva ci interrompe sul più bello, chiedendoci di poter parlare.



    Nel momento esatto in cui mi fermo, avverto una fitta al petto, più bruciante delle precedenti...è il riflesso del rilassamento della membra:
    <<Che c'è?>> bercio infastidita alla volta della serva...spero sia importante!
    La ragazzetta balbetta che Taras manda a chiamare tutti gli abitanti della Torre su ordine della regina: Lord Tywin Leithien Signore del Balblabla....sta arrivando.
    Ok, era importante.
    Mi volto con un ghigno verso il mio (anche se per poco) avversario, per poi prostrarmi in un inchino derisorio:
    <<Sarà per la prossima volta, sir Gildas.>> dico calcando sul nome...sarò molto attenta alla sua risposta, se me ne darà una.



    Mi avvio velocemente alla mia stanza, il saio urge essere cambiato. Non che mi sia mai fatta problemi nemmeno con Lui, sulla puzza o sulla conservazione delle mie vesti, ma ho praticamente le poppe al vento, o meglio.....se non fosse per il mio anatema, le avrei!
    Sbatto la porta della mia camera, prendendolo tra le mani: è sempre freddo al tatto...freddo e rigido come la mia punizione centenaria.
    Non potevi prendere fuoco tu, vero?
    Tiro su in maniera poco elegante col naso, mentre mi sfilo il saio lasciando che le catene del sigillo spingano sulla pelle.
    Nuda e infreddolita dal metallo del mio pendente, mi passo velocemente un impacco rinfrescante sul petto, legandomelo con una fasciatura. Infilo il saio pulito e mi reco nella sala da pranzo. Lungo il cammino scorgo con un sospiro di sollievo Lantis in giardino, e vedo la sorella andargli incontro fasciata nei colori dei Raeghar...che immagine. "Che immagine" e basta.



    Scuoto il capo e riprendo il cammino, arrivando finalmente nella sala da pranzo.
    Il coro intona l'inno alla Casata Leithien, e il cherubino ha una voce che mi concilia quasi il sonno. Sorrido serafica, se penso che un tempo, ho avuto nelle mie mani la sorte di questa dinastia...bah, non è il momento di perdersi nei ricordi.
    Non appena l'ovazione termina, Lord Tywin entra in tutto il suo possente modo d'essere. Di sicuro avrà apprezzato l'idea del coro: adora l'acclamazione e il tripudio al suo casato, in ogni forma possa pronunciarsi, che sia un vestito, uno sguardo in più o un coretto...io lo so bene.



    Quando il mio sguardo si incrocia con il mio ex-allievo, uno dei miei migliori vanti, chiudo gli occhi e chino leggermente capo e spalle: questo è il mio vero inchino, non quello derisorio con cui omaggio anche la maggior parte dei reali.
    Mi conosce abbastanza da saperlo, che lo dedico a pochi...come non omaggiare, da strega, l'uomo che ogni anno ci dona lo spettacolo più gioiso della nostra razza?

    Nb: post concordato con SimsKingdom per le azioni e risposte di Gildas.


 

 

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