LANTIS RAEGHAR
La discussione tra Lord Tywin e mia sorella rischia di divenire accesa: Esperin pare non voler mollare con lui, penso dipenda dal fatto che non accetti questo matrimonio. Un matrimonio che farò in modo di evitare, ma come farglielo comprendere? Inoltre, la sua ingenuità le fa eviscerare tutti gli insegnamenti di nostro padre, sul popolo, sulla bontà, sull'onore... su un sacco di cose vuote e senza senso in una monarchia come la nostra. Il popolo? Cosa può il popolo dinanzi la forza militare delle famiglie nobiliari? Per quanto l'odio e la rivalsa serpeggi sempre tra noi, sappiamo bene che dobbiamo restare uniti davanti al popolo, se vogliamo tenere i nostri privilegi. Per questo esiste un re: per coordinare, per garantire che nessuno si dimentichi questo contratto. Questo garantisce l'ordine, la sicurezza per tutti, anche per il popolo stesso. Altro che Luna, dei o sogni per bambini. E' questo il vero motivo per cui esistiamo. Ma mio padre non è mai stato di questo avviso: no, il Re è custode del popolo, della gente e i nobili servono per aiutarlo, sono i suoi bracci che accarezzano gentilmente la gente e la sostiene nei suoi affanni. Quella volta... ricordo bene di quella volta che abbiamo discusso...
"E' necessario... non vorrei mai un Leithien vicino al trono, ma le guerre di confine sono costate troppi uomini e troppe ricchezze... abbiamo bisogno dei loro diamanti, se vogliamo proteggere il popolo" disse lui, il Re mio padre, seduto a quella tavola rotonda che tanto aveva desiderato. In una tavola rotonda non c'è un capotavola, si è tutti allo stesso livello. Odiavo quel tavolo.
"Imparentarci con Tywin Leithien... è una cosa spregevole, Rickard... quell'uomo è un demone che cammina tra gli uomini, come lupo tra gli agnelli... non puoi davvero proiettare la sua ombra sul trono" replicò mia madre. Il volto era provato, il bel viso tirato, magro. A quella discussione presenziammo solo noi tre, insieme ai tre consiglieri del Re. Nemmeno il Primo Cavaliere fu presente.
"Margarete, se avessi un'altra via, la percorrerei senza pormi nemmeno questa scelta... in fondo, la nipote di Lord Tywin ha fama di essere una fanciulla bella quanto elegante, a modo, ben istruita. La più stupenda tra le creature, mi raccontano... sono state queste le parole di Taras, giusto consigliere?" disse mio padre rivolgendosi a quel topo.
La proposta di far maritare me con Lady Lumen Leithien era giunta, per mia madre, come un fulmine a ciel sereno. Ero molto giovane, spensierato, dedito alle taverne, ai compagni d'arme, alle donne e al buon vino. Anche a me sembrò una gabbia, quel legame così imminente. Taras sfilò dinanzi al tavolo, con la sua sottana di seta che mi ha sempre ricordato una baldracca da osteria, e porse a mio padre il ritratto della giovine. Indubbiamente, era la fanciulla più bella che io avessi mai visto. Prima di quel giorno della danza di Solumquae... i miei occhi non s'erano mai posati su donna più bella di Lumen.
"Quindi insinuerai questa serpe bionda, marchiata dai Leithien nel cuore, nel talamo di nostro figlio e la sua prole sul trono di Dohaeris! Rickard, potrebbe essere anche una dea scesa sulla terra, mai sarò concorde con questa decisione" sentenziò mia madre, allontanando con disprezzo il ritratto da sè.
Mio padre mi guardò serio, ero stato in silenzio per tutta la loro discussione. Mi chiese il mio parere. Sempre stato così, Re Rickard: il parere di tutti, la saggezza di tutti, la volontà di tutti.
Risposi con la calma che mi ha sempre contraddistinto, nonostante il carattere allegro che mi accompagnava in quei giorni, che ora sembrano tanto lontani.
"Fondamentalmente, concordo con mia madre la Regina. I Leithien sono topi da tenere lontano, nel loro castello di formaggio a rosicchiare diamanti... Lord Tywin è un uomo potente, dargli anche un potere dinastico mi sembra follia, padre... un'altra via per risolvere le nostre finanze sarebbe tassare il popolo, non vedo perchè mettere a rischio il nome dei Raeghar quando si può risolvere la questione così celermente" spiegai senza timore.
Mio padre ha sempre apprezzato la sincerità; inoltre, la sua aura di Gran Maestro dei maghi non ti consentiva nemmeno di potergli mentire. La sua sola presenza poneva una grande calma, una grande tranquillità dell'anima.
"Il popolo che tu vorresti tassare, Lantis... è composto da donne che hanno perso i mariti, i figli, i fratelli, i genitori per queste guerre di confine. Noi, forse, abbiamo perso delle ricchezze, ma siamo ancora qui a poterci parlare, posso ancora vedere sorridere i miei figli... quanti di loro, queste guerre, hanno spezzato via una cosa tanto importante? Quale ricchezza potrebbe mai compensare la perdita più grande? Io sono il loro Re, il loro custode, ho il compito di proteggere il mio popolo e per farlo, sono disposto a qualsiasi sacrificio. Perchè nessuna mia rinuncia o cedimento potrebbe essere grande e dolorosa quanto la loro" replicò guardandomi negli occhi, con il volto sicuro, lo sguardo fiero eppure anche dolce, di un genitore che sta impartendo un grande insegnamento.
Fu così che i Leithien avanzarono i loro artigli sul trono. Il resto è storia: Re Rickard arrivò a sacrificare se stesso in questo matrimonio, anche se il fatto che Lumen non abbia avuto figli mi ha sempre fatto pensare che mio padre fosse riuscito a ingannare i Leithien. Un uomo buono, santo... ma non certo fesso. E in fondo, ho sempre saputo che era per garantire a me la successione, se non ha procreato altri eredi. Per garantire che Dohaeris non fosse preda di guerre dinastiche senza fine. Drako.. che tu sia maledetto, hai mandato all'aria la grande nobiltà del sacrificio di mio padre!
Torno con lo sguardo su Esperin, tento di riprenderle la mano. Re Rickard brilla dei tuoi occhi, sorella.
"Le parole di mia sorella non vengono certo dall'inesperienza, Lord Tywin, ma dalla luce di mio padre che brillerà sempre nel suo cuore. Di certo, l'inesperienza non gioca a suo favore, ma vi assicuro che anche quando avrà visto e vissuto la battaglia, ella non cambierà i suoi principi: se, dunque, ritenete un errore di giovinezza questa sua nobiltà d'animo... vi ricrederete... in fondo, è anche figlia della Regina Margarete... sapete quanto fosse testarda nelle sue idee... l'ammiravate per questo" o amate, vecchio porco claudicante. Ogni volta che posavate gli occhi su di lei, avevo l'istinto di infilzarvi con la spada trapassandovi il culo... Drako... quante volte mi hai trattenuto dal farlo? Maledetto, oggi sarei probabilmente morto e forse, sarei già in pace con gli dei e non avrei affrontato tutti i dolori che hanno distrutto la mia anima. Pensieri sciocchi: Esperin, Dohaeris... no, non potevo lasciarli in balia di quest'essere.
"Ma Cavalieri, la battaglia di Solumquae è alle porte: vi congedo tutti, così da tornare ai vostri allenamenti e alle vostre faccende. Io, la Regina, Lord Tywin e Lady Esperin abbiamo da discorrere ancora" dico facendo segno a tutti di lasciare la stanza.
Ma Lord Tywin mi ferma: "La sostanza è stata detta, vorrei discorrere da solo con Lady Esperin... potrò parlarle meglio di mio figlio e di ciò che l'aspetta".
Lo guardo torvo... che cosa ha in mente? Sorrido rassicurante ad Esperin, stringendole ancora la mano per poi liberarla: "Certamente, Lord Tywin, so di lasciare mia sorella in buone mani". So che non le farà male, ma "buone mani" è di certo eccessivo. Spero che Esperin non faccia colpi di testa. Sono nervoso a sapere che saranno soli... che diavolo di intenzioni ha? Mi rivolgo così a Lady Feralys e alla septa: "Dunque posso dedicarmi alla preparazione della battaglia... raggiungiamo l'armeria, voglio assicurarmi di persona che tutto sia perfetto". Lumen ha già lasciato la sala con Sir Aiden... troppi Leithien con troppi fili da mantenere.