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  1. #501
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Salgo le scale infilandomi la maschera mentre conto mentalmente i gradini. 1… 2… 3… 4… 5… 6… sbatto contro qualcosa di morbido. Di colorato. Tessuto rosso misto a un motivo arancione e giallo. La cameriera si scusa immediatamente «mi dispiace immensamente Sir Demonar… scusatemi. Scusatemi!» guardo prima lei e poi il tessuto. «Sono le mie nuove lenzuola quelle?» domando toccando la stoffa. È così bella, morbida al tatto e di un colore magnifico. La ragazza fa un sorriso cordiale «certo, come lei ha ordinato Sir Demonar.» lascio scivolare il lenzuolo rivolgendole un sorriso e piegando leggermente la testa, la ragazza corre nuovamente verso la zona opposta mentre io mi incammino verso la biblioteca. Da quando sono arrivato non ci sono mai entrato e, a quanto pare, è una delle più fornite del regno, dopo quelle del castello regale. All’interno della sala regna un silenzio quasi innaturale rotto soltanto dal tintinnio dei miei campanelli e dagli scricchiolii delle vecchie mensole. Vi sono alcune scrivanie accanto all’arco d’entrata «bene Gildas! Cerca il libro! ORA.» sussurra la voce di mia madre. Basta, uscite dalla mia testa. Ora, vene prego. «NO! Tu mi hai ucciso e subirai la mia furia!» mi reggo la testa con le mani quando un calore intenso si sprigiona dal mio braccio. Lingue infuocate serpeggiano intorno al mio polso arrotolandosi nella mia mano e dando vita alla mia spada. Perché? Non vi ho richiamata madre. Non ora. Io sto bene. Non ho bisogno di voi. «Bugiardo! Sei un fallimento Gildas! E per questo meriti di essere punito!» ma non ho fatto nulla di male, cosa avrei dovuto fare per compiacervi? «Avresti dovuto seguire il lord, non restare a guardare come una donnicciola!» furia, disprezzo e una forte ondata di paura si riversano nella mia mente quando la spada saetta velocemente verso la mia guancia provocandomi un taglio verticale verso la bocca. Sento il sangue colare in una sottile e flebile goccia che lenta va a posarsi sulle mie labbra, la mia lingua saetta su di esse avvertendone il sapore metallico su di essa. I miei occhi ruotano e si spalancano posandosi quindi sul sorriso di mamma. «Ihihihihih» un ghigno si mostra sulle mie labbra «madre!» dico sollevando gli occhi «ora voi attendete qui!» la faccio accomodare spingendola con forse troppa foga sulla sedia. Il suo sorriso si raddrizza tornando ad essere una mezza luna orizzontale posata tra le assi della sedia. «Mentre vostro figlio… cerca il suo libro preferito… per voi! Sìììì, solo per voi, Dolce madre!» mi muovo seguendo un passo di danza e muovendo i piedi come se stessi ballando. Tocco il dorso di tutti i libri leggendone velocemente i titoli e ripetendoli come una sorta di cantilena «In una libreria dietro agli scaffali aveva la sua tana un topo con gli occhiali. Di giorno dormicchiava, così si nascondeva nessuno immaginava che lui vivesse lì.» continuo a canticchiare continuando a leggere i titoli scritti a mano sui tanti volumi diversi stipati sugli scaffali quando finalmente trovo quello che cercavo. Mi volto verso la mamma ancora seduta sulla sua seggiola «madre! È qui, è qui!» torno con lo sguardo compiaciuto sul volume tirandolo fuori dallo scaffale. Ne leggo il titolo a caratteri dorati sopra l’immagine di una donna avvolta dalla coda di un grosso drago di pietra “prova di Boethiah” i miei occhi si illuminano di gioia guardando quell’immagine meravigliosa della donna che più veneravo da piccolo «ihihih l’ha trovato, Nikah l’ha trovato…» mi avvicino alla mamma posandole il libro davanti e scostandole la sedia per sedermi accanto a lei quando sulla porta scorgo una figura famigliare, quella del capitano Aiden. Mi alzo immediatamente avvicinandomi di poco alla porta vedendolo mentre guarda all’interno della sala «comandante Urthadar…» mi appoggio al tavolo guardandolo negli occhi mentre un sorriso si palesa sulle mie labbra, lascio piegare la testa mentre continuo a guardarlo negli occhi «ho visto come mi guardavate a pranzo… entrate, non siate timido… ora…» porto una mano davanti alla bocca e trattengo una risata mentre gli rivolgo un profondo inchino, giochiamo un po’ col nostro caro nuovo comandante…

    Chrysantha ---> Forma dormiente
    Ultima modifica di SimsKingdom; 26th January 2015 alle 23:33

  2. #502
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali



    Vicent Dreth


    Una pacca sulla spalla, uno sguardo preoccupato, un sorriso sincero: tutti segnali positivi, tutte conferme su Cassandra... Mi parla dell’immaturità di Lady Waters prendendo come esempio il mio tallone d’Achille: la mai più mia Esperin. Ed ecco che torna il mio conflitto. Il cavaliere che è in me ha già trovato una spiegazione logica, razionale, legale: sa bene cosa implichi lo spirito di sacrificio e che quella della principessa sia una scelta giusta, compiuta per il bene del suo regno. La colpa non è né del principe, né di Ryuk, né di Lord Tywin, né del regno, né del suo popolo ma del suo cognome: è l’essere una Raeghar ad averle imposto un destino simile. Eppure… C’è quella parte di me, quel diciottenne con vane speranze, che non riesce a darsi pace e che confida un giorno di poterla amare.



    Guardo sorpreso Cassandra quando esclama: <<Avremo una buona regina, a differenza di quella che c'è ora>>. Perché? Che cosa avrebbe di sbagliato l’attuale regina? E’ stata ambigua ed ha mostrato un pessimo gusto in colori degli abiti ed inni, ma Cassandra con questa frecciatina mi sembra addirittura covare del rancore: deve esserci qualcos’altro nella Regina, qualcosa che ignoro…




    Spiega poi il comportamento di Lord Tywin e, facendo una piccola pausa, pone l’attenzione sulle due figure che discorrono in giardino. <<Comprendo bene ciò che mi dite e lo condivido pienamente. Come Raeghar sta agendo in maniera impeccabile accettando un’unione sgradevole…>>, digrigno involontariamente i denti, <<Ma voi meglio di me, probabilmente, conoscete la fama di Ryuk Leithien ed al momento a preoccuparmi è proprio la sorte di Lady Esperin non come principessa, ma come donna. Per quanto possa essere ferrea la mia legalità di cavaliere spesso mi sono trovato in situazioni in cui è stata dura farla risultare più forte dei sentimenti, dopotutto sotto l’armatura c’è pur sempre un cuore da uomo, anche se giovane…>>, anche se innamorato. Mi blocco, rendendomi conto di aver detto troppo. Lungi da me confessarle i sentimenti che nutro verso Esperin o anche solo accennare alla relazione passata tra mia madre e Ryuk. La conversazione, fortunatamente per me, torna sull’argomento di mio interesse: Lumen. Un’espressione di sorpresa mista a curiosità appare sul mio volto quando afferma: <<Devo informare il Principe di... alcune cose... io... ho le prove che ella abbia mentito circa suo cugino...>>. Un momento. Se la regina ha mentito e lei ha le prove, questo vuol dire che Ryuk è un traditore e che le nozze salterebbero. Eccola l’effettiva possibilità di salvare la principessa dalle grinfie di quel… porco, ma Cassandra allora cosa sta aspettando? Ad intimarmi prudenza è lei stessa: <<Vicent, la questione è molto seria, perché io penso che la nostra fazione sia divisa in due partiti: coloro che seguono i Raeghar e... i Leithien. Non ho avuto modo di incontrare il Principe, ma ammetto di essere in ansia... il suo appoggiare Aiden come Comandante e non me... una mossa che non so come interpretare>>. Lentamente connetto ogni cosa: il diverbio sull’abito, l’inno di casa Leithien, la visita del Lord e l’annuncio di matrimonio. Se quello che mi sta dicendo è vero e la regina o la sua casata stanno complottando contro il nostro amato Re la situazione non è seria ma grave. Dobbiamo restare uniti ed essere cauti: una scelta errata, una parola di troppo o perfino una confidenza con la persona sbagliata può rovinare i Raeghar. Mi rendo in tal modo conto di come Cassandra mi ritenga davvero un amico, che si fidi di me nonostante la mia giovane età e che confidi nella mia discrezione... Sto per parlare ma è un evento a dir poco assurdo a bloccarmi: osservo allibito la septa in fiamme improvvisarsi un’atletica saltatrice di finestre per potersi catapultare con quelle che, credo, siano radici dritta nella fontana. <<Oh dei…>>, roteo gli occhi, incredulo, ed indico con un cenno della mano l’anziana che seppur zuppa e bruciacchiata sembra star bene, <<Quanto amore e solidarietà si respira in questa torre...>>, dico ironico, sospirando, <<Devo curarla io o fate voi? Per me è uguale, l’essenziale è che stia bene>>. E che magari non tenti ulteriormente il suicidio, ma forse è chiedere troppo. Faccio una piccola pausa per permetterle di rispondere prima di continuare: <<Tornando al vostro discorso che spero di poter riprendere al più presto... Avete la mia solenne parola di cavaliere che terrò la bocca chiusa ed il mio è un giuramento, dunque state pure tranquilla. Anche se, se posso dirlo, nonostante i vostri dubbi dovreste comunicare al reggente i vostri sospetti su Ryuk Leithien data la gravità della situazione…>>, faccio per indicare con lo sguardo la principessa ma mio malgrado noto la sua assenza e perfino quella di Lord Tywin: dove diamine sono? E dire che fino a poco fa avrei giurato stessero ancora conversando... Faccio spallucce e torno su Cassandra osservandola dritto negli occhi prima di concludere: <<Comunque sia, se avete bisogno di parlare o di sfogarvi con qualcuno…>>, un sorriso spontaneo appare sul mio volto nel dire ciò.


    <<Non esitate a chiamare, sono sempre disponibile, a qualsiasi ora>>.
    Ultima modifica di Damnedgirl; 4th February 2015 alle 15:26



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  3. #503
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    CASSANDRA DE LAGUN

    E' vero quello che Drako ci ripeteva in addestramento: un uomo lo si conosce davvero solo in combattimento. Mentre si lotta, non c'è tempo di riflettere, non c'è tempo di artifici, non c'è tempo di mentire: un uomo mostra la sua vera natura. Avevo iniziato col piede sbagliato con Vicent: quelle sue parole in sala erano suonate da bamboccio viziato. Quando, poi, ci siamo scontrati in allenamento, ho potuto conoscere il suo vero io: è coraggioso, leale, come recita il motto della sua famiglia. Le parole che mi rivolge ora confermano questa sua indole, anche se nascondono un sentimento più profondo. Potrei sbagliarmi, ma qualcosa nel suo discorso rassomiglia tanto a quello che sto vivendo io: il mio amore per Lantis, il mio dover accettare i ruoli, il dover soffocare un fuoco che non ammette di essere spento ma anzi, arde sempre più violento in me.



    "Io... comprendo più di quanto pensiate, le vostre parole... darei la mia vita per il Principe se ora me lo chiedesse, se proprio adesso mi proponesse un sacrificio. Non avrei rimpianti, forse solo quello di non aver salvato mio fratello... ma morirei senza indugi, per lui. E' folle, lo so... ma certamente non mi sottrarrò a parlargli di quello che so. A parlargli di Ryuk Leithien" dico tristemente, osservando la fontana in giardino.



    D'un tratto, ci si prospetta uno spettacolo tra il surreale e l'assurdo: la septa si lancia, grazie alle sue radici, nella fontana, per poi tornare in fretta in armeria. Lantis sarà con loro? Che staranno combinando? Dopo questa interruzione, osservo Lord Tywin, che sparisce insieme a Lady Esperin. Dove sarà! Ha rapito la Principessa! Ma la mia anima si sente di nuovo schiacciata da un enorme peso, così da quando è giunto Tywin qui alla Torre. E' vicino... non avrebbe mai osato rapire Esperin, che sciocca che sono. Eppure sono Leithien: i limiti e le regole non sono proprio la loro priorità. Vicent mi domanda se in armeria avranno bisogno di guaritori. In effetti, la septa non è molto resistente, era piuttosto malandata.



    "Se il Principe è con loro, ci convocherà egli stesso... potremmo interrompere un qualche esercizio se interveniamo ora" gli rispondo prudente. So quanto può essere irritabile Lantis se viene distratto durante un esercizio. Solo Drako riusciva a fermare i suoi allenamenti senza provocare l'ira del dio del fulmine. Ma che diavolo ci è successo? "A volte, penso al passato e tutto mi sembra paradossale. Lantis e Drako, io e mio fratello... i Leithien che strisciano in ogni angolo... il Re morente... tutto mi sembra così assurdo, come se la vita che hai sempre conosciuto cambiasse d'un tratto le regole del gioco e ti ritrovassi senza più certezze" esclamo sconsolata, con un sorriso amaro sul viso. A volte, vorrei piangere. "Il passato pare così splendente, così lieto... ora sembra tutto annebbiato, tutto che corre sul filo di un rasoio" aggiungo. Bere, mi andrebbe proprio un bel sorso di vino. Ho i gomiti affacciati alla merlatura del balcone e istintivamente, mi avvicino a Dreth, come a cercarne conforto. Avevo tanti amici qui, non mi mancava il conforto e il calore dell'amicizia: Drako mi ascoltava paziente, Lantis illuminava il mio giorno con un suo solo sorriso, mio fratello... mi mancano i suoi abbracci, la sua voce. Mi manca il prima. Mi manca quando tutto sembrava cavalcare sulla strada degli dei. Drako traditore, Lantis non sorride più, mio fratello nei ribelli, plagiato e manipolato da quel mostro di Targaryus. "Tutto il mio mondo in briciole e a volte, mi sento come se anche io fossi polvere" dico a Vicent, cercando il suo abbraccio.



    E' sciocco questo mio comportamento, lo so bene... ma mi sento così... sola.

  4. #504
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar

    La visione di un'enorme quantità di libri mi accoglie: l'ultima volta che sono entrato in biblioteca non avevo fatto caso alla vastissima collezione di scritti che abbiamo a disposizione. Chissà quanti secoli di saggezza si nascondono tra queste pagine... Una tale raccolta meriterebbe un'indagine approfondita: se solo ne avessi il tempo...
    Mi metto a cercare una buona lettura, non troppo pesante, quando mi rendo conto di non essere solo: vedo sir Demonar, impegnato anche lui alla ricerca di un libro, e la sua arma appoggiata su una sedia poco distante da lui. Perché ha evocato la khopesh? Devo forse preoccuparmi? No, decido di ignorarlo: è sì matto ma non oserebbe mai attaccare il suo comandante in un palazzo pieno di soldati. Ahimé Gildas si accorge della mia presenza e si avvicina per dire qualcosa. «comandante Urthadar…». Mi volto lentamente, scrutandolo da capo a piedi: indossa ancora quel ridicolo vestito da giullare e mi fermo per qualche istante sui suoi addominali, non troppo definiti ma che fanno comunque la loro bella figura. Poi lo guardo dritto negli occhi mentre continua a parlarmi. «ho visto come mi guardavate a pranzo… entrate, non siate timido… ora…». La sua espressione da pazzo mi disturba, non lo nascondo: sono abituato a trattare con persone crudeli e senza cuore ma i malati di mente costituiscono una novità per me. Mi dedica un profondo inchino, e mi sovviene un dubbio: che sia solo una recita, questo suo comportarsi da pazzo? Forse lo fa per passare inosservato... Sì, sembra un paradosso, ma spesso e volentieri la tattica migliore per non farsi notare è urlare al mondo la propria presenza. Anche io ho utilizzato questa strategia, e non ne sono mai stato deluso. Eppure... Eppure quegli occhi non mentono, ci vedo una follia pura, inquietante e spaventosa. Potrei non avere mai una risposta: tanto vale adattarsi alla situazione.

    <<Sir Demonar, che piacere>>. Gli sorrido calorosamente, mentre afferro un libro a caso e inizio a sfogliarlo. <<È vero, vi ho adocchiato... Come avrei potuto non farlo? Con un vestito del genere, scoperto nei punti giusti...>>. Alzo lo sguardo e gli faccio un occhiolino. Non penso proprio che si offenderà, non mi pare il tipo. Noto improvvisamente il taglio sulla guancia e il bernoccolo in fronte... Come ho potuto non vederli prima? Faccio una smorfia e chiudo il libro, appoggiandolo sulla prima superficie vuota che trovo. <<Dopo un allenamento dovreste sempre venirmi a cercare, quel taglio potrebbe fare infezione>>. Mi avvicino all'uomo, lentamente come si farebbe con un cane... Non si sa mai... <<Lasciatevi curare: prometto che sarà questione di pochi secondi>>.

    Sollevo le mani e le porto a pochi centimetri di distanza dalle ferite del giullare. Concentro la mia energia vitale nei palmi, la cui temperatura inizia ad alzarsi vertiginosamente: ciò però non mi provoca fastidio, anzi; io stesso avverto una sensazione di sollievo ogni volta che utilizzo la mia Rigenerazione su qualcuno. Vedo finalmente comparire la candida luce che contraddistingue questo potere: quanto penai per apprenderne i segreti... Se le cronache dei miei libri sono corrette, sono il primo Urthadar da generazioni a possedere il dono della cura. L'indole degli stregoni non è decisamente portata per l'apprendimento di un'abilità tanto benefica, ma anni di allenamento hanno dato i loro frutti.
    Mentre curo Gildas rifletto su quel taglio: sembrava fresco, eppure è impossibile che si sia allenato da poco, abbiamo trascorso l'intero pomeriggio con il Lord e il reggente... che diamine avrà combinato?

    Difesa e recupero: Esperto Rigenerazione - Ferite di media entità (ferite profonde non mortali, ossa rotte, danni medi da elemento)
    Our wills and fates do so contrary run

  5. #505
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    ADAMANTIA FERALYS

    Eccolo, il potere che tutti vorrebbero avere: il potere di fare di un essere umano ciò che si vuole. Potrei farla volare di nuovo dalla finestra, se volessi, e questa volta non ci sarebbero quelle maledette radici a frenare la caduta! Peccato non poterlo fare ... per adesso. La vedo tremare, stringersi in se stessa, fino quasi a sparire nel suo vecchio saio troppo grande e zuppo! Adoro essere una strega e adoro essere ME!
    Mi accorgo che abbiamo degli spettatori, bene, ora vedrete tutti di cosa sono capace!
    Il mio orgoglio dura poco, la meschina, infatti, approfittando del mio attimo di distrazione, si rialza in piedi e mi colpisce dritto in viso con il suo maledetto bastone! Il colpo mi sbilancia e mi fa perdere l'equilibrio. Sto per cadere a terra sotto l'occhio vigile del Gran Maestro! E per di più con il mio bel viso sfigurato, questa me la paghi!
    Per fortuna sono agile abbastanza da reagire prontamente e riesco a non franare completamente sul pavimento, infatti porto all'indietro il braccio destro, col palmo della mano aperta e lascio che la forza di gravità si scarichi su di esso assorbendo la caduta. La vecchia è scomposta, ha il fiato grosso, respira a fatica: è orribile a vedersi! E' arrivato il tempo di rievocare Medea. Alzo il braccio sinistro e lascio che le minuscole particelle d'aria diventino sempre più pesanti fino a quando il mio fedele pugnale si materializza tra le mie dita. Stringo la presa e zac, colpisco con tutta la forza che ho in corpo e alla velocità della luce. Se la septa continuerà ad essere lenta come una lumaca addormentata non dovrei avere problemi ad infilzarle il piede destro e poi, non contenta, rigirerò il coltello nella ferita fino a sentirla urlare. Questo dovrebbe ulteriormente rallentare i suoi movimenti.

    Arma – Pugnale in Forma Non Attiva
    Simmiler Knife (Medea)


  6. #506
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Non ho mai capito il significato del contatto umano. Sono cresciuto con l’idea costante del “violenza genera altra violenza” e soprattutto, anche la difesa genera violenza, forse maggiore. Il mio mondo ha sempre ruotato attorno ad essa. Mia madre, mio padre, perfino i nobili che si divertivano con me. Il mio corpo trattiene ancora le percosse subite, le pesanti catene che mio padre utilizzava come frusta sono rimaste impresse a fuoco nella mia mente, la mia schiena ne porta ancora i segni indelebili, cicatrici profonde e irregolari che solcano la mia pelle con quelle linee scure.
    Il comandante accetta il mio invito ed entra nella biblioteca cercando forse una lettura in particolare «Sir Demonar, che piacere» si avvicina a una delle mensole e ne prende uno sfogliandolo,


    le sue labbra si piegano in un sorriso mentre prende a leggere il libro «È vero, vi ho adocchiato... Come avrei potuto non farlo? Con un vestito del genere, scoperto nei punti giusti...» solleva gli occhi dalle pagine rivolgendomi un fugace e malizioso occhiolino. Gli sorrido di rimando assottigliando gli occhi e piegando la bocca in un’espressione compiaciuta. Dopodiché i suoi occhi guizzando verso due zone del mio volto,


    lo seguo con la mano sfiorando per un attimo il taglio che mia madre mi ha provocato poco fa. Violenza. Un atto che ha sempre usato, per piegarmi, per impedirmi di fare ciò che volevo. La violenza annidava ancora nella sua mente mentre mi puniva sempre più ferocemente, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Il mio corpo ormai abituato al dolore aveva aumentato la sua soglia. L’uomo mi guarda con una smorfia e dopo un po’ richiude il libro posandolo su uno dei tanti tavoli nella sala, lo seguo con lo sguardo quando i miei occhi si posano sulla mamma, è lì seduta su quella sedia alle mie spalle con quel sorriso perenne mentre ruota la testa facendomi capire il suo disappunto. No. Non interferirete ulteriormente col divertimento. Non bloccherete di nuovo i giochi di Nikah. È questo quello che avete sempre voluto. «Dopo un allenamento dovreste sempre venirmi a cercare, quel taglio potrebbe fare infezione» si avvicina lentamente e, nello stesso istante i miei occhi si sgranano in un’espressione dubbiosa.



    Che vuole? Nessuno ha mai curato Nikah, nessuno si è mai preso cura di lui. No. Non vi avvicinate! «Lasciatevi curare: prometto che sarà questione di pochi secondi» sollevo il mio braccio verso di lui, o meglio verso la donna alle sue spalle, i miei occhi sono fissi immobili sul suo sorriso «sparite! Ora!» mormoro a denti stretti e in un attimo le fiamme avvolgono il volto della donna, le sue labbra rimangono fisse mentre la sua figura prende a disgregarsi e a trasformarsi nella lingua di fuoco a cui è legata, la fiamma raggiunge la mia mano e in attimo svanisce in una nuvola di fumo bianco.


    Sorrido verso l’uomo mostrando i denti e chiudendo gli occhi. Dopodiché mi sollevo dalla mia posizione e prendo la sedia accanto al tavolo, mi siedo ruotando la testa all’indietro e lasciando che le mani del comandante si avvicinino al mio volto,


    una piccola luce candida si libera dai suoi palmi colpendomi in pieno viso e immediatamente il bruciore del taglio così come le pulsazioni del bernoccolo cominciando a svanire. Che meraviglia. «ditemi… perché lo fate? Perché di vostra spontanea volontà? Nessuno si è mai avvicinato così tanto, nessuno se non costretto.» aspetto che l’influsso svanisca. Mi porto le dita dove prima vi era il taglio, nulla, svanito nel nulla così come era comparso. Non ho parole. Ho ancora la testa penzolante all’indietro quando gli dico con un ghigno sulle labbra «c’è qualcosa che volete vero? Qualcosa che desiderate in cambio?» nessuno fa mai nulla per nulla. Violenza genera violenza. Violenza genera violenza…
    Ultima modifica di SimsKingdom; 27th January 2015 alle 22:46

  7. #507
    sim dio L'avatar di Damnedgirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali


    Vicent Dreth


    Ora mi sto davvero preoccupando. Il comportamento di Cassandra è cambiato nel giro di pochi attimi… Se inizialmente è stata lei a consolarmi celando la sua tristezza, cercando di apparire come un’amica, come un cavaliere ligio al dovere e fedele alla corona, ora con le mie parole le parti sembrano invertite. Sta calando la maschera, sta mostrando una donna distrutta dal dolore e corrosa nell’animo dal rimpianto di non poter salvare il fratello.


    Perché al momento ho come un deja-vù? Il fallimento… So bene che prova. La capisco. Guardo i suoi occhi e sento il cuore sanguinare per un attimo: è come vedere il mio riflesso in uno specchio. Rivedo la mia… delusione.



    La delusione provocata da un membro della mia famiglia che invece di appoggiarmi, di starmi accanto, di donarmi quel senso di sicurezza e protezione che nessuno è in grado di dare, è divenuto il mio incubo. Dahmer, il peggiore dei miei fallimenti. Ho creato una maschera perfetta in modi per un mostro, per il carnefice dal viso d’angelo. <<Cassandra, guarda che non è colpa tua…>>, le do il tu volontariamente cercando di prendere quella confidenza che solo una distanza ridotta potrebbe dare. Ma non oso avvicinarmi, sono ligio su questo: preferisco non invadere gli spazi altrui.



    Che bamboccio sciocco sono stato… Avrei dovuto capire... Avrei dovuto aspettarmi fin da subito che lei non era qui per me, per consolarmi, ma solo per cercare conforto. Neppure l’assurda acrobazia della septa sembra distrarla, la malinconia è ormai perenne sul suo volto... Mi parla del passato, dei bei tempi andati in cui Drako, Lantis, lei e suo fratello stavano bene. Quando erano felici... Mentre ora non vi è che tanta confusione. La vedo appoggiarsi contro il balcone, come se il peso che grava sulle sue spalle sia insormontabile ed il corpo volesse cedere a quel macigno che si chiama coscienza. Continuo a guardarla rammaricato, vederla in questo stato mi fa uno strano effetto. L’ho sempre ammirata da lontano, è stata il mio idolo: forte, fredda, combattiva, leale... Ed ora invece è così docile, remissiva, indifesa. Quel che è peggio è che so perfettamente dove vuole andare a parare: sguardo dolce, occhi a cui mai potrei dire di no e viso triste. Affetto, ecco che cerca... E come sempre mi sta bene. Sarò uno sciocco masochista ma è così.



    Non ho neanche il tempo di formulare il pensiero che Cassandra mi abbraccia.


    Al momento credo che la cosa sia davvero imbarazzante, se non addirittura ambigua: io ed il mio ex comandante che ci abbracciamo dolcemente sotto un meraviglioso cielo stellato a farci da cornice romantica... Devo. Assolutamente. Staccarla. Cerco di rilassarmi, nonostante sia difficile a causa dell’imbarazzo, e cingendo con la destra la testa di Cassandra, corrispondo per giusto un paio di minuti l’inusuale abbraccio. Faccio poi per porle le mani sulle spalle e scostarla, delicatamente, da me mentre le dico: <<Basta ora reagire così. Non devi abbatterti, non devi arrenderti… Finché c’è anche una minima speranza di risolvere tutto questo schifo allora noi lotteremo e la soluzione, in qualche modo, la si troverà assieme…>>.


    Sorrido infine per farle forza. Sorrido per auto convincermi che anche per Esperin è lo stesso.
    Ultima modifica di Damnedgirl; 4th February 2015 alle 15:33



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  8. #508
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Lord Tywin Leithien

    Le parole di Esperin non mi sono sfuggite, il colore dei suoi occhi con la carnagione di Ryuk o viceversa, non me ne importa minimamente. Quel bambino potrebbe nascere anche storpio, non mi toccherebbe, mi basta che respiri e viva abbastanza da assicurarsi una discendenza. Mi limito a sorriderle per poi rivolgere lo sguardo al combattimento, lasciarle l’idea di avermi risposto in maniera sgradita mi diverte quasi. La Seplta e la donna in rosso si stanno dando un gran da fare, ricordavo Deirdre meno… reattiva, mi sta sorprendendo, ma Feralys… ha tutta la mia attenzione. Non sono solito lasciarmi andare a pensieri lascivi, ma quella donna emette vibrazioni che mi carezzano e mi ammaliano, devo averla e l’avrò, che sia per una notte o più non m’importa. Arriva Lantis e farfuglia qualcosa, sono distratto in questo istante, mi sta invitando gentilmente ad andarmene per quel po’ che ho captato “Mi intratterrò ancora per poco, sono curioso di vedere come finisce il combattimento, è estremamente… interessante”

  9. #509
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Esperin Raeghar


    Il combattimento continua senza sosta, vedo la septa riuscire a destreggiarsi abilmente tra una mossa e l'altra e la cosa mi rende molto felice. Mi rendo conto che per lei deve essere dura sentirsi così impotente, rispetto ai tempi in cui possedeva il suo immenso potere, ma al momento ciò che conta è che allenandosi riesca a potenziarsi, quanto basta per affrontare la battaglia di domani.
    La sua avversaria, Lady Adamantia, sembra altrettanto agguerrita e determinata. Spero che ciò che mi ha raccontato non turbi più la sua mente, al momento deve concentrarsi esclusivamente sulla battaglia.
    Di certo entrambe non si stanno risparmiando in questo allenamento e la cosa, sono sicura, renderà molto fiero mio fratello.
    Forse ha davvero fatto bene a scegliere di schierare questa strana combinazione di forze, devo aver sottovalutato le loro potenzialità.
    Il Lord afferma di voler aspettare il termine dell'allenamento prima di ritirarsi a Castello, ma io sento il bisogno di allontanarmi da lui. Stargli così vicina per tutto questo tempo mi ha stremata, ho bisogno di respirare aria pura.



    Cerco lo sguardo di mio fratello, ma al momento è ancora troppo concentrato sulle due donne e comprendo che è giusto così. Abbiamo una battaglia da affrontare, ed i miei dubbi su questo matrimonio è giusto passino in secondo piano, insieme al mio tormento.



    Sono indecisa se restare a seguire l'allenamento, ma mi preme maggiormente controllare che Alinor stia bene e che si sia ripresa totalmente dall'attacco di lord Tywin. Devo parlarle, il suo è stato un gesto troppo irresponsabile.
    Mi congedo quindi dai presenti, probabilmente troppo presi dalla lotta per badare a me, e mi dirigo spedita verso l'infermeria, assicurandomi che nessuno abbia deciso di seguirmi.
    Quando finalmente arrivo a destinazione, trovo Alinor in compagnia delle sue ancelle, sono felice che abbia loro a tenerle sempre compagnia e a badare a lei.
    <<Alinor...come state? Ero così in pensiero per voi>> esordisco, avvicinandomi a lei...



    ...e prendendola per mano <<Devo riprendervi per quello che avete fatto poco fa. Siete stata imprudente, e dovete promettermi che agirete con più moderazione d'ora in poi. Il Lord ha molta influenza, è molto potente... non potete affrontarlo in quel modo, pubblicamente>> aggiungo, fissandola negli occhi.



    <<Siete come una sorella per me, lo sapete. Promettetemi che sarete prudente, e che mostrerete il dovuto rispetto al Lord. Siete la promessa sposa di Lantis, la futura Regina, dovete comprendere che bisogna attenersi ad uno schema comportamentale qui alla Torre. Con le vostre parole è come se aveste accusato Lantis della ribellione, davanti a tutti. Quelle parole mi hanno ferita, come hanno ferito Lantis, anche se so bene che vi siete semplicemente espressa male. E' per questo che vi chiedo di ponderare le parole...anche quando vorreste urlare>> concludo, riferendomi a quello che provavo durante l'annuncio del matrimonio.
    Spero che comprenda quello che le sto dicendo, e che non le risulti una costrizione.
    Le voglio bene e voglio che capisca che parlo per il suo bene.


  10. #510
    sim dio L'avatar di Maru1e1a
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali


    La donna è agile, maledettamente veloce, a stento riesco a rendermi conto dei suoi movimenti.



    Non riesco a farla inciampare, ma rigirandomi su me stessa la prendo lateralmente sul viso: il colpo, sfruttando la rotazione, ha acquisito maggior potenza e velocità, che le fa perdere l'equilibrio.
    Lady Feralys cade all'indietro, ma con una mano, prontamente, riesce a non rovinare a terra del tutto.
    Scorgo il reggente all'entrata della sala, che da ordini per cercare i curatori...ma come, io voglio continuare!
    Fingo di non aver sentito, e credo la mia avversaria abbia lo stesso intento, perchè improvvisamente si accovaccia ai miei piedi infilzandomi il piede destro!



    Urlo: la mia voce non esca roca come al solito, ma stavolta si tratta di un ululato di dolore in piena regola, di quelli più acuti che le mie corde ultimamente abbiano mai toccato.
    La fitta mi lacera la carne, provocandomi un irrigidimento su tutte le membra, come una scarica elettrica: stringo più forte la lancia con entrambi i pugni, ma contemporaneamente la spalla che precedentemente aveva preso fuoco mi regala altra sofferenza, con il tessuto cicatrizzato che si tormenta delle pieghe delle mie membra, la faccia storta in un'espressione di dolore, stremata anche'essa dalla secchezza del fuoco che l'ha attraversata, mi tira ancora di più la pelle!



    Tutto questo è troppo....la rabbia mi attraversa come un fulmine, la mia ira si riversa totalmente sulla mia arma: come un terremoto che scuote la terra, urlo ancora più forte quando la vigliacca rigira il pugnale nella ferita...più lacera, più la mia collera aumenta, più il mio potere elementale corre imbevendo la mia arma della forza granitica della Terra.
    In fondo è da ciò che prendono forza i poteri di uno stregone: dall'odio, dal risentimento, dalla vendetta....sento quasi l'arma più pesante, per cui appoggio di più il peso sulla mano destra, visto il dolore che ricollega la spalla offesa con l'altra mano, da cui comunque non lascerò la presa.
    Arma – Lancia in Forma Attiva (Terra)
    Forsworn Stave (Ophelia)


    Alzo leggermente le braccia mentre lei è ancora accovacciata per rigirare il suo pugnale nella ferita: sposto il mio peso sul piede sinistro e colpisco con tutta la forza e la rabbia che in ho corpo sull' incavo del suo collo. Spero che se lo spezzi!



    Questo colpo dovrebbe quantomeno stordirla, la Terra non è certo un elemento gentile o delicato...se ciò andrà dunque a segno, mi sfilerò l'arma dal piede ignorando il dolore che di sicuro mi farà urlare di nuovo e le ficcherò il pugnale dritto nella bocca dello stomaco.


 

 

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