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  1. #561
    Mod cangiante L'avatar di Pey'j
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar

    Sento la soffice pelle di Cassandra sulle mie mani. Le stringe tra le sue e mi guarda... mi guarda... mi guarda. E basta. Non vedo desiderio, non vedo passione. Non vedo niente... Solo le sue bellissime iridi azzurre, ma sono vuote... Non c'è nulla di ciò che mi interessa davvero.

    "Aiden, la tua nobiltà d'animo è commovente, ti assicuro che quando parlerò con il Principe, egli lo saprà. Saprà cosa stai facendo per tutti noi, per la corona, per lui. Ti stai esponendo in prima persona con i Leithien, gente pericolosa e meschina, solo per la nostra sicurezza! Il tuo sforzo non resterà inascoltato... Sua Altezza saprà vedere la giustizia dei tuoi atti". Gli sorrido gentile, ma il mio animo è in fiamme: non pensavo sarebbe stato così facile. Se Cassandra terrà veramente fede alla sua parola, dovrei avere il posto di Comandante assicurato anche in caso di sconfitta... Spero solo di aver inteso bene il rapporto che c'è tra lei e il reggente, ovvero di assoluta fiducia reciproca. <<Grazie, Cassandra, davvero>>, le rispondo, lasciandole le mani. Il suo aiuto involontario mi sarà prezioso, devo essere vicino sia ai Leithien che ai Raeghar per riuscire a vedere la scacchiera nella sua interezza.

    Faccio per congedarmi ma un dolce canto mi distrae: è la voce di sir Gildas, che ci sta dedicando una serenata. Ah, l'ironia del destino a volte fa veramente male. Roteo gli occhi, non troppo infastidito dal gesto, anche se se lo poteva decisamente risparmiare. Cassandra non è invece della stessa opinione, lo rimprovera duramente e arriva pure a minacciarlo. Che tempra, che grinta... La guardo con desiderio, ma lei non sembra accorgersene dato che si congeda da me subito dopo. Rimasto solo sul balcone cerco con lo sguardo il mio nuovo giocattolo e lo fisso negli occhi, facendo nel frattempo un cenno con la testa. Non ho dimenticato quel suo "sì" appena sussurrato, non ho dimenticato che ora siete una mia pedina e che posso usarvi come voglio. Mi volto per rientrare nell'edificio, ma il passaggio è occupato da nientepopodimeno che Lantis stesso, a torso nudo, che mi guarda severo.

    <<Comandante Urthadar, come potete vedere...>>, si gira e mi mostra i profondi tagli sulla sua schiena. Diamine, Adamantia ci è andata giù pesante. <<...necessito di cure. Sareste così gentile da occuparvene voi?>>
    Stasera gli Dei vogliono decisamente divertirsi... Usare il mio potere benefico sulla persona che forse detesto di più al mondo. Beh, non è che posso rifiutarmi, quindi gli faccio segno di avvicinarsi mentre inizio ad accumulare nelle mani la mia energia vitale. <<Sarà questione di pochi secondi. De Lagun si sta occupando di lady Feralys?>>. Temo di udire la risposta, non vorrei mai che la cara Adamantia sia stata... eliminata. Qui anche i muri hanno le orecchie. Fortunatamente, le mie preoccupazioni si rivelano infondate quando Lantis mi accenna un semplice sì con la testa. Una volta pronto, avvicino i palmi alla schiena del Raeghar e libero il mio potere, riuscendo addirittura a percepire le ferite che si rimarginano poco a poco.

    Difesa e recupero: Esperto - Rigenerazione
    Ferite di media entità (ferite profonde non mortali, ossa rotte, danni medi da elemento)
    Sento di stare diventando sempre più abile, di giorno in giorno. A Castello del Tuono non utilizzo i miei poteri così spesso, nonostante mi mantenga sempre in allenamento. Ottimo, ottimo... Se voglio sopravvivere a questa guerra devo diventare il più potente possibile.

    <<Fatto>>, dico poi a Lantis, allontanando le mani dal suo dorso. Egli mi ringrazia e si congeda velocemente: deve avere un qualche impegno importante al castello. Lo seguo mentre rientra nell'edificio, e pochi istanti dopo incrocio la principessa mentre si sta recando in armeria.
    <<Principessa, buonasera>>. Mi intrattengo un attimo, con tutti i convenevoli voluti dall'etichetta, e poi mi reco nella mia stanza.

    Attenderò sveglio per qualche tempo, giusto per rilassarmi prima di andare a letto e per controllare se qualcuno ha ancora bisogno di me. Se non riceverò alcuna visita, mi coricherò.
    Domani mattina so già cosa fare... e avrò bisogno della partecipazione di tutti.

    Parole e azioni di Lantis concordate con la master
    Our wills and fates do so contrary run

  2. #562
    Super Moderatore L'avatar di polliciotta
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    ADAMANTIA FERALYS

    "Mi sono sempre allenata con Drako Kalisy, addestrarsi con Sua Altezza il Reggente è un onore molto raro, non concesso a chiunque. Dovreste ritenervi lusingata che Egli si sia preoccupato della Vostra preparazione per la battaglia di Solumquae"



    Kalisy, adesso mi spiego tutto! A pensarci bene sono uguali nei loro modi di fare e di pensare, bacchettoni e ciechi fino all'ultimo, non si accorgono nemmeno della metà delle cose che succedono sotto il loro naso. Potrebbero persino scambiarsi i ruoli, lei finire tra i reietti e viceversa, e nessuno noterebbe la differenza: io no di certo e, da quello a cui ho potuto assistere oggi, nemmeno Lantis. Anzi, se qui ci fosse stato Kalisy al posto di quest'essere androgino, non l'avrebbe smollato a me senza troppi complimenti! Mentre faccio queste riflessioni sento il calore della magia agire con delicatezza sul mio corpo, le piaghe sulle mie natiche stanno scomparendo senza lasciare traccia. Almeno in questo ci sa fare, potrebbe essere più utile come guaritrice che come soldato. Oh, Adamantia! Non sbeffeggiarla troppo, in fondo sei tu quella che nel giro di poche ore ti sei ritrovata con le chiappe al vento per ben due volte!
    Mi sono resa conto che non ho scambiato mai una parola con lei, almeno fino ad ora.
    "Lady Feralys, con tutto il cuore, con la sincerità che mai abbandonerà le mie parole, vi auguro di tornare vincitrice da Solunquae. In voi brillerà la luce di Dohaeris. La battaglia può mettere ansia, ma ve la caverete, Milady, perchè siete un combattente di Dohaeris e indosserete quest'armatura, simbolo del nostro orgoglio più splendente".



    Devo far fronte a tutto il mio autocontrollo per non scoppiarle a ridere in faccia, patetica! La battaglia può mettere ansia, la stavo scaricando benissimo con la lingua nella bocca di Lantis prima che ci interrompessi! Ma ormai è fatta. Vediamo se almeno sa darmi un valido aiuto per la battaglia di domani, un consiglio da veterano di guerra. Farò esattamente il contrario, visto il risultato della sua, di battaglia! Ahahahahah.
    Mi rimetto in sesto, al meglio di quello che posso, e mi rivolgo al soldato:
    "Vi ringrazio, Lady DeLagun. E apprezzo molto che vi siate prodigata nel medicare le mie ferite, vorrei ricambiare il favore se me lo permettete. Io non sono in grado di usare la magia curativa, ma se avrete bisogno, anche in futuro, di qualunque cosa non esitate a chiedere." - è probabile che mi risponda di no, ma tentar non nuoce e almeno si ricorderà delle mie parole prima o poi e potrei approfittarne in qualche modo.



    "Prima che vi congediate vorrei approfittare della vostra esperienza" - non con gli uomini, ovviamente - "in battaglia. E' vero, l'ansia sta cominciando a prevalere su ogni altro sentimento. Non sono mai scesa in campo in una guerra come questa e, nonostante mi sia allenata duramente," - molto duramente - "ho ancora delle paure, che, spero, saprete dissipare con le vostre sagge parole. Ditemi, avete qualche consiglio per una vergine delle battaglie come me?"
    Sentiamo se posso ricavarci qualcosa di utile.
    *aggiunte 3 foto


  3. #563
    sim dio L'avatar di Damnedgirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali


    Vicent Dreth


    Io… Io… Io… Lo strangolo. Come gli è saltato in mente di improvvisare una serenata?! Per sua fortuna ci hanno pensato Lady Esperin e Cassandra a zittirlo, o proprio non avrei resistito dalla tentazione di andare su quella terrazza e farlo volare dritto-dritto nella fontana. Celo l’imbarazzo con un leggero colpo di tosse ed evitando di infierire su Sir Demonar mi congedo da Lady Esperin. Che stanchezza… Non vedo l’ora di potermi stendere sul letto e dormire, buttandomi alle spalle quest’infame giornata.



    Entro, chiudo la porta e con un sospiro vi poggio la testa contro.


    Sono teso quanto una corda di violino, fin troppe cose sono accadute, troppe emozioni accumulate. Guardo il pavimento, poi il mobile, c’è qualcosa che non torna… Candele accese sono sparse per la stanza ed un quadro formato gigante è stato appeso poco sopra la testata del letto. Non capisco chi abbia messo qui il ritratto di una vacca con la latteria in bella mostra... Ma, un momento quella è Ricciarda! Oh dei, che orrore. Ho ancora gli occhi sgranati quando è la stessa donna a dire: << Oh Amoruccio, qui c'è Ricciarda in carne e ossa!>>.
    Come accidentaccio ha fatto ad eludere le guardie ed appendere quell’affare indisturbata?!



    <<R-Ricciarda cosa diamine fate qui a quest'ora?>> le domando con un’espressione stralunata mentre mi aggrappo alla porta, quasi artigliandola.


    <<Uh Amoruccio, finalmente sei qui dalla tua Ricciarda!
    >>. In realtà preferirei lanciami dal balcone piuttosto che passare un'altra notte con lei… Che grandissimo errore. Data però l’insistenza che sta mostrando ne approfitto per mettere le cose in chiaro: ieri un paio di mutande autografate, stanotte un ritratto formato gigante e domani… non voglio neanche saperlo. Sono un uomo d’onore e come tale devo assumermi le mie responsabilità ed affrontare Ricciarda di tette… Ehm cioè, volevo dire di petto. <<Credo che tra di noi ci sia stato un enorme malinteso…>>, cerco di guardarla in viso. <<Amoruccio, sarai stanco... Vieni qui che Ricciarda tua ti fa un bel massaggino…>>, come una pantera si avventa su di me per poi spingermi sul letto.


    Non mi aspettavo tanta forza, sembra quasi di avere contro un toro infuriato. Le blocco prontamente le mani che cercano di insinuarsi nell’armatura e mi divincolo scattando ai piedi del letto. <<Ma sto benissimo! Davvero non c’è bisogno… Comunque volevo dirVi che…>>, non so come dirglielo, dannazione. <<Oh! Se stai bene allora sei pronto per prendermi come una gazzella, mio bel leone di ghiaccio bollente>>. Frena. Frena. Frena. Che?! Porto d'istinto una mano sul mio “amico” quando gli lancia occhiate raccapriccianti. <<Ecco io credo che... Quello che c'è stato tra noi sia stato un errore…>>, dico tutto d'un fiato, fissandola. <<Hai ragione amoruccio, è stato un errore. Un uomo come te, così nobile, così coraggioso e così prode non può ritrovarsi con una sciacquetta qualsiasi nel letto. Non inviteremo più l'ancella di Lady Alinor nei nostri giochi…>>. Questa donna non è normale, ma è una ninfomane in piena regola! La sto lasciando e lei insiste con il voler consumare una notte con me... <<No. Quello che c’è stato tra me e voi non deve più accadere. E’ stato un grosso malinteso, io non vi amo, io…>>, una pausa, un sospiro, l’ennesimo “amo Esperin” omesso, <<Non voglio illudervi>>. Ma non demorde. <<Non dire sciocchezze Amoruccio, lo so che il tuo senso del dovere ti fa diventare un grande timidone. Vedrai quanto saremo felici insieme!>>. No. No. No. Perché non vuole comprendere ciò che le sto dicendo? Mi scurisco in volto e con una freddezza agghiacciante pronuncio parole che a stento riconosco come mie: <<Sono serio e perfettamente cosciente di ciò che dico. Non vi amo e vi chiedo perdono per il torto arrecato. Come uomo d’onore vi do la mia parola che in qualche maniera rimedierò…>>, abbasso lo sguardo, non sono mai stato così cattivo... <<Come sei carino>>, come non detto. <<Sei così attento ai miei sentimenti che non mi faresti mai del male! Dai ora vieni qui e prendimi! >>, posa una mano sul mio “amico” e con sguardo sognante conclude, <<Ma ci pensi Amoruccio? Potrei già portare il tuo bambino nel grembo!>>. Bambino? La osservo con un’espressione atona in viso: sta davvero pensando di essere incinta? Di già? Va bene che non ero lucido a causa del vino ma mi conosco, non è la mia prima donna e sono piuttosto cauto in ambito… intimo: la vicenda di mio cugino mi ha fatto venire non pochi scrupoli nel lasciare una scia di “bastardi” per Dohaeris. Certo SE fosse vero allora è ovvio che mi prenderò le mie responsabilità e la aiuterò… Abbozzo un sorriso, rassicurandola, ed afferrandole una mano le dico: <<Avrai una bella casa, una famiglia e soldi… Vedrai, sarai felice. E con o senza figlio, farai comunque la signora>>. Lascia la mano di scatto. <<Mi avete presa per la vostra meretrice? O per una mantenuta?!>>, esclama stizzita, <<La vostra proposta è indecente, non mi aspettavo da un cavaliere come voi un comportamento simile! Voglio certo sistemarmi ma da donna onesta con tanto di marito e di rendita, che ovviamente non rifiuterete di pagarmi, soprattutto se avete rovinato la mia verginità con un vostro bambino!>>.



    La questione si sta rivelando più spinosa del previsto... Non ho altra scelta, devo conferire con lui e raccontargli di Ricciarda. Se venisse allo scoperto una vicenda del genere, serva o no, passerei dalla parte del torto e sarebbe un disonore per la mia Casata. Maledetto vino... <<Comprendo la vostra richiesta. Parlerò direttamente con mio nonno, Lord Ulfric Dreth, e se dovessimo andare incontro anche a questo spiacevole… inconveniente, mi prenderò le mie responsabilità. Vi chiedo solo di aspettare qualche giorno e provvederò a trovare una soluzione equa...>>, sospiro affranto, <<Per entrambi>>. Ho una pessima sensazione al riguardo... <<Va bene ma se non troverete una degna soluzione, dovrete sposarmi voi, se siete un cavaliere con onore!>>, la guardo d’istinto negli occhi. Queste parole bruciano. <<Vi ringrazio per la vostra pazienza e per la vostra comprensione, come ho già detto avete la mia parola di cavaliere. Ora chiedo congedo, con il vostro permesso milady…>>. Lascio la mia stanza dandole tutto il tempo di rivestirsi e mi dirigo a passo svelto verso la libreria della residenza: prima di andare a dormire devo scrivere questa maledetta missiva.


    Ps: Dialogo con Ricciarda concordato con la master.
    Ultima modifica di Damnedgirl; 9th February 2015 alle 15:56



    Visita il mio spazio ricordi! Dark Land

  4. #564
    sim dio L'avatar di scarygirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Alinor Waters



    Nulla, non mi apre. Riprovo poco dopo bussando con più forza e alzando leggermente la voce.
    "Septa Deirdre? Sono Lady Alinor, mi può aprire?".



    Attendo per qualche minuto, ma niente. Eppure mi sembra di sentire dei rumori provenire dall'interno. Mi avvicino con l'orecchio alla porta. Sento dell'acqua.
    Riprovo a bussare un'altra volta e ancora niente, la vecchia babbiona non ci sente.



    Sbuffo, ma non mi arrendo. Devo riuscire a parlarle stanotte, domani potrebbe essere troppo tardi...per lei.
    Con passo veloce imbocco le scale scendendo al piano inferiore, quindi mi dirigo nei giardini. Evito di passare dal corridoio per non svegliare nessuno con il rumore dei miei passi.
    Attraverso il colonnato assicurandomi che non ci sia nessuno nei paraggi per poi uscire all'esterno.



    Compio mezzo giro attorno le mura della Torre per poi fermarmi sotto la finestra di quella che dovrebbero essere le stanze della septa.
    E' al secondo piano, ma per una come me, cresciuta saltando da un albero all'altro, son bazzecole.



    Comincio ad arrampicarmi. Prima un braccio in alto aggrappandomi ad una pietra sporgente, poi avanzo con il piede e così via. Mi rendo subito conto che sarebbe stato più comodo indossare dei pantaloni, ma non avevo tempo da perdere.



    A metà percorso, una pietra si sgretola sotto la punta del piede destro, facendomi perdere per un attimo l'equilibrio e vacillare.



    Fortunatamente mi tengo aggrappata saldamente con le mani e, puntando il piede su un'altra roccia sporgente, continuo la mia scalata.



    Raggiunta finalmente la finestra delle stanze della septa, ci resto accovacciata fin quando non scorgo la sua rachitica figura.
    "Dovrebbe ideare una pozione per rafforzare l'udito, domani potrebbe averne bisogno!" esclamo affannata, mentre scendo dalla finestra con un piccolo salto.
    Ultima modifica di scarygirl; 4th February 2015 alle 01:47


  5. #565
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    CASSANDRA DE LAGUN

    Lady Feralys mi parla sinceramente delle sue paure, delle sue angosce per domani. Non è un soldato professionista, è la sua prima vera battaglia. Vorrei poterle dare la forza necessaria per affrontare Solumquae a viso alto e fiero, mio dovere di cavaliere è quello di confortarla, di incitarla. Non si ritrova una compagna facile, la Strega dell'Ovest è molto indebolita, non è più il terribile mostro della leggenda e, quindi, Lady Ada si ritroverà in una situazione più precaria rispetto la mia. Ma almeno sappiamo, o dovrebbe essere così, che lui non scenderà in campo. "Madamigella, non dovete mai avere timore quando sentite la paura avanzare nel vostro cuore. La paura è la prima forma di intelligenza di un guerriero. L'importante, è non farsi sopraffare. Ragionate su tutti i vostri punti di forza, su quelli che possono essere i nemici di domani, senza comunque sottovalutarli. Pensate, ad esempio, che Ryuk Leithien non scenderà in campo, se è vero che è una spia nostra, e che ci sono pochissime probabilità che vi troviate di fronte mio fratello. I ribelli, milady, sono gente del popolo, difficile che siano soldati addestrati come lo siete stata voi, ma non per questo sono meno pericolosi: l'inesperto non organizza bene la battaglia, e noi ad Amaranthis abbiamo pagato la forza di Leithien ma anche l'inesperienza di un'elfa ribelle. Se saprete gestire l'inesperienza altrui, avrete un'ulteriore arma nelle vostre mani" le dico sorridendo. Ci sono ben poche cose da dire in questi casi, la battaglia è un qualcosa di imprevedibile, difficile fare una strategia preventiva senza conoscere gli avversari. "I reietti hanno forse uomini più forti, e lì vi conviene agire sfruttando altre vostre attività, come l'aura di tenebra della vostra razza, o qualsiasi altro incantesimo d'illusione o alterazione. Se l'avversario sarà troppo veloce, ricordate che nella vicinanza, potrà fare poco e niente: non può evitare colpi se è troppo vicino da voi. Parola dei gioielli di Sir Vicent" continuo ridacchiando. Le metto le mani sulle spalle, la guardo rassicurante negli occhi: "Vedrete che domani tornerete sana e salva, e gli dei lo vogliano, anche vincitrice. La Strega dell'Ovest non è un guerriero d'élite, è vero, ma è astuta, intelligente, saggia: inoltre, ha molta esperienza sul campo, anche se un po' impolverata. Vedrete che andrà tutto bene, la Luna ci protegge e... Audere Semper!" concludo il mio discorso annuendo con il capo. Spero di essere riuscita a darle un poco di pace... e ammetto, Drako era bravissimo in questo... a volte mi chiedo come sia mai potuto succedere, come abbia potuto tradire la nostra bandiera. Era un comandante così eccezionale.

  6. #566
    sim dio L'avatar di Maru1e1a
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali


    Una volta sciacquatomi il viso, mi infilo i tappi per le orecchie: stanotte non ho nessuna intenzione di sentire quel pazzo che urla, ho bisogno di riposare al meglio.
    Faccio per sgombrare le coperte, ma avevo dimenticato che sopra vi avevo poggiato il libro che stavo leggendo prima, che cade a terra per poi essere involontariamente calciato sotto il letto dal mio piede.



    Dannazione. Mi abbasso infilandomi sotto di esso, e allungo il braccio per riprenderlo.
    Una volta che l'ho recuperato, striscio di nuovo fuori all'indietro: ancora piegata sulle ginocchia lo poggio sul comodino, mentre batto le mani sul saio per far cascare la polvere.



    Bah, è inutile...questa veste ormai è da buttare, con tutte le lacerazioni dovute agli attacchi di fuoco ricevuti oggi.
    Mi volto per svestirmene ma una presenza mi fa sobbalzare improvvisamene: lady Alinor!
    Ma come diavolo è entrata? Quando.....mi sta parlando?
    Sfilo via i tappi:
    "....-potrebbe averne bisogno!"



    La mia faccia potrebbe essere degna del miglior giullare in questo momento! La bocca mezza aperta storta in un moto di sorpresa, le palpebre larghe e le sopracciglia alzate.
    E' entrata dalla finestra, realizzo improvvisamente nel vedere i suoi abiti leggermente impolverati e dalla sua vicinanza ad essa.
    Oh Dei...che tempramento! Scoppio a ridere divertita dal suo gesto: altro che docile ragazzina!
    Quanto termino di ridere, la osservo con un ghigno stampato in viso:
    <<Lady Alinor....la mia porta è sempre aperta per Voi. Ma forse...>> comincio a camminare verso la porta.



    <<...a lei piacciono le entrate plateali! Bhe, se è qui a quest'ora, dubito sia per darmi la buona notte! Vi dirò, bambina...>> continuo aprendo la porta:
    <<...si è guadagnata ampiamente il diritto di ricevere attenzione dalle mie orecchie. Vedremo dall'argomento che mi proporrà se meriterà anche la mia risposta, o se mi limiterò ad invitarla gentilmente verso l'uscita. Ho una battaglia domani.>>
    Termino sorridendole furba, mantenendo la porta ancora aperta.



  7. #567
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    LANTIS RAEGHAR
    CONTIENE SCENE NON ADATTE AI BIMBI

    Abbandonarsi alle acque calde delle Terme è sempre una cosa piacevole, soprattutto dopo un viaggio così impegnativo e una giornata colma di eventi. Ho tanto da ponderare, da riflettere; inoltre, l'ansia per la battaglia di domani, per ciò che comporterà il suo esito... no, mento a me stesso. Ho già pensato a come comportarmi sia nel caso della vittoria, che della sconfitta. E' un altro il nodo che nemmeno queste acque termali riescono a sciogliere... Reneè... la prima volta che ti vidi, fu proprio lì... a Solumquae. Lì ti avrei chiesto di sposarmi, se non fossi fuggita via. Perchè? Perchè reputavi così tanto sbagliato il nostro amore? E' vero, avrei incontrato le resistenze dei nobili, di mio padre ma io avrei sconfitto tutti. Per te avrei sconfitto il mondo intero. Come hai potuto non fidarti di me? Ora... dove sarai ora? Tra le braccia di un altro uomo? Magari maritata, con un figlio. Il solo pensiero mi rende furioso. Ti ho cercata in ogni angolo di questo regno, senza trovarti, senza sapere nulla di te. Mi dicesti che mi amavi, ma poi sei sparita... dovrei odiarti. Odiarti con tutto me stesso, con tutta la mia anima. Non ci riesco. Riesco solo ad essere adirato con me stesso per questa debolezza. Devo scacciare questi pensieri, non ho la forza di essere triste. Chiamo le ancelle e mi faccio servire del vino: sono rosse, hanno tutte i capelli rossi. Nessuna è bella come te, ma è come se con i loro capelli rossi trattenessi una parte di te. Come se la mia illusione di averti qui fosse più tangibile, reale. Non riesco a vivere senza di te, non riesco a lasciarti andare via, Reneè. Sono patetico. L'amore rende patetico il migliore degli uomini.


    Drako... sono sempre stato convinto che anche dietro la castità di Drako si nascondesse questa follia. Ero ancora felice, quel giorno, quando al Castello, durante il bagno, ero attorniato da bellezze di ogni tipo, una sfilata di volti, di carnagioni, pietre preziose da ogni parte del mondo.


    Ero giovane, la lussuria era l'unica cosa che conoscevo delle carni di una donna. Io nudo, tra decine di danzatrici che accarezzavano il mio corpo con le loro nudità. Invitai Drako ad unirsi a noi, a favorire da quel piatto così lussuoso e ricco che gli offrivo.



    "Scegline una, una qualsiasi, anche la mia favorita, se vuoi... pur di vederti buttare alle ortiche quel tuo ridicolo voto, ti offrirei la dea della Luna se potessi" risi allegro. Ridevo, a quei tempi. Ricordo che arrossì come un bambino e si dileguò, rispondendomi in malo modo.



    "L'amore è fatto di altra pasta, il resto non mi interessa" mi disse tutto burbero. I pantaloni non mentivano su ciò che era il suo desiderio carnale, ma l'urlo della sua virilità non fu sufficiente a farlo venir meno al suo voto.





    Ora so, conosco il significato di quelle parole. La lussuria è un vinello leggero, che ti scorre nelle vene e ti inebria per una notte. L'amore è, invece, un veleno potente, che non abbandona più il tuo corpo ma, anzi, lo consuma, lo distrugge. Ti intossica e non riesci più a liberartene, non puoi fare altro che soccombere, che aspettare la fine. Ma vivi, testardamente vivi perchè la speranza, come l'oppio più dolce, ti dà fiato, ti permette di sognare, di aspettare. Aspettare qualcosa che, forse, mai accadrà di nuovo. Reneè... sarai sempre tu il mio veleno. Tu e soltanto tu.


    Bevo, bevo perchè il vino può essere divino palliativo. Rosso, vino rosso come il sangue, come il tramonto più cupo, come... i suoi capelli. Dannazione. Scaglio la coppa contro il muro a fianco a me, afferro una delle ancelle e la bacio con trasporto. Non è il miele che c'era sulle sue labbra, ma fingerò che gli somiglia. Il cuore palpita perchè il sesso necessita di un cuore palpitante, ma nient'altro. Un movimento meccanico, un riflesso che anche il più bieco degli animali conosce. Lascio quella e ne bacio un'altra: nessuna ha il suo sapore. Ma qualcuno interrompe la mia degustazione: un demone biondo che mi osserva dall'arco di entrata delle terme. Lumen è bellissima, avvolta da un velo di seta bianca, pura.



    Non le si addice: in effetti, i colori di morte del suo casato le stanno a pennello. Avanza verso il centro del bordo della vasca, mi guarda maliziosa. So cosa vuole. Il suo trono è in bilico, suo zio punta su suo figlio e lei è fuori dai giochi. Lascia scivolare sulla sua pelle di luna, la stoffa che la copriva e si mostra dinanzi a me in tutto il suo titanico splendore.


  8. #568
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    LUMEN RAEGHAR
    CONTIENE SCENE NON ADATTE AI BIMBI

    Lo sguardo è fiero, impietoso e quel ghiaccio che sempre è cristallizzato in quelle iridi chiare ora è sciolto, si infiamma.



    Guarda il mio corpo nudo, lo accarezza, lo desidera... sento scorrere sulla mia pelle quel brivido d'odio che vorrebbe possedermi, prendermi e portarmi all'oblio. Gli sorrido maliziosa e lui allontana le ancelle con un gesto della mano. Oh Lantis, doveva andare così sin dall'inizio, lo sai bene, come lo so io. Avanzo languida verso di lui, l'acqua è tiepida e bagna le mie caviglie. Goccioline di vapore si posano sul mio petto, scivolano tra i miei seni, baciano le mie labbra. Lui resta lì, tronfio dello spettacolo, piega leggermente il collo, come per poter aumentare l'angolo della sua visione, come per potermi vedere sotto una luce diversa, per scorgere un lembo di pelle nascosto, inesplorato. Ma sono io, Lantis, io, Lumen Leithien, la donna che tanto desideravi, che tanto ha infiammato i tuoi sensi. La donna che hai sprezzato, rifiutato per amore di un'altra. Sorrido compiaciuta mentre lo raggiungo, nuoto fino ad ancorare le mie braccia al suo collo, per avvinghiarmi a lui nell'abbraccio della lussuria.



    Niente vestiti, nessun velo, nessuna barriera: io e lui, in una lotta della carne che vedrà un solo vincitore. Mi sono sempre chiesta cosa battesse sotto quell'armatura argento e azzurro: un cuore con l'impugnatura. I muscoli del suo petto si contraggono, le braccia forti e possenti mi stringono e sento vivo il potere che il mio corpo ha sul suo. Le mie membra vibrano, il mio fuoco si contorce, come se un raggio di sole amplificato da una lente mi stesse torturando.



    "Puoi andare, il tuo dovere l'hai compiuto. Spero tu abbia compreso il tuo ruolo, qui... sarai sempre trattata come la cagna che sei" mi dice con disprezzo.



    Bastardo vanaglorioso, non sai con chi hai a che fare! O forse, lo sai fin troppo bene. Lo schiaffeggio, prima di lasciarlo e di raccogliere la seta che mi copriva.

    "Mi fa piacere che tu sia cosciente di come Ryuk tratterà la tua dolce sorellina... come una cagna" gli dico con tutto il veleno che ho in corpo.



    Sbatte una mano sull'acqua, conosco quello sguardo. Mi fulminerebbe all'istante, lo farebbe senza remore.



    Lo guardo soddisfatta: ti brucia questa cosa di Ryuk, eh? Sai bene che mostro può essere, perchè è anche nella tua natura. Capirai, capirai anche tu quanto io sia necessaria ai tuoi piani come tu ai miei. Esco, non sono una suicida. In me c'è rabbia, umiliazione ma cullo il mio conforto, come un aspide in seno, di vedere che cosa Lantis ha in mente. E di come i tanti scenari dinanzi a me potrebbero dispiegarsi.

  9. #569
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Esperin Raeghar


    Ho sempre adorato guardare il cielo stellato nelle notti serene, ed è forse per questo che impiego più del necessario per percorrere la distanza che mi separa dall'armeria. Non so bene se sia una buona idea raggiungere Lantis, credo sia più opportuno rimandare a domani una nostra eventuale conversazione, adesso la sua presenza è necessaria altrove. C'è una guerra da preparare, due guerriere da addestrare, strategie da definire. Non posso comportarmi da egoista.



    Sono totalmente assorta nei miei pensieri quando la voce di Sir Aiden mi fa ridestare, sussulto impercettibilmente, guardandolo sorpresa per un attimo, non avevo minimamente notato la sua presenza, nè sentito i suoi passi.
    <<Principessa, buonasera>> mi saluta, galantemente, fermandosi.
    <<Sir Aiden...Scusatemi, ero sovrappensiero. Buonasera>> gli rispondo, giustificando la mia sorpresa di poco prima.
    Il cavaliere si intrattiene con me per qualche minuto, rispettando ciò che l'etichetta impone. Non posso negare che sia un gentiluomo, spero solo che sia davvero una persona in grado di districarsi tra gli intrighi di corte, come mi ha fatto intendere la septa, restando però al contempo fedele ai Raeghar.
    Poi si congeda, e riprendo a camminare verso l'armeria, dove però con rammarico noto che mio fratello è già andato via. Nella sala sono presenti solo Cassandra ed Adamantia, per cui decido di allontanarmi senza farmi notare per non disturbarle.
    Torno nelle mie stanze, sono davvero giù di morale. Troppi avvenimenti in questi giorni, e questa storia del matrimonio è davvero quanto di peggio potessi immaginare.
    Mi avvicino al cassettone di legno ed apro lentamente il primo ripiano dove ho riposto ciò che sono riuscita a portare con me da Castello prima del trasferimento. Qualche affetto personale dei miei genitori, di quando erano in salute, un libro che adoravo da bambina, ed un piccolo ritratto della nostra famiglia al completo... quando ancora eravamo insieme, ed uniti.



    Quando ancora credevo nei miei stupidi sogni da bambina.
    Stringo con forza il ritratto, pregando gli Dei di ascoltarmi, di ascoltare le mie preghiere.
    Non ho sonno, non credo riuscirò a chiudere occhio stanotte. L'ansia, la paura, lo sgomento...mi attanagliano l'animo. Mi sento così piccola, impotente, inutile. Ho cercato di essere forte per tutta la giornata, ma ora sento che le forze mi stanno abbandonando. Ma sento anche che se dovessi cedere adesso non riuscirei più a riprendermi. Sento di dover fare qualcosa per trovare sollievo, e devo farlo subito, o potrei scoppiare. Ho bisogno di chiarimenti, di risposte. Ho bisogno di riflettere, e di decidere come affrontare questa situazione.
    Forse andare in quel luogo...mi potrebbe aiutare. Io... potrei stare meglio andandoci, ne sono certa.
    Prendo nuovamente tra le mani gli oggetti precedentemente sparpagliati sul letto, dopo essermi distesa su di esso. Ciò che mi resta di mia madre...e di mio padre. Della nostra famiglia.



    Sospirando apro la porta della mia camera ed esco in corridoio, dove intravedo Agatha e le comunico di avere una forte emicrania, e di voler riposare senza essere disturbata nelle prossime ore. Successivamente la congedo, osservandola andare via.
    Poi, senza pensarci ancora, indosso un mantello per coprirmi il viso ed esco furtivamente dall'edificio. E' notte fonda, nessuno dovrebbe notarmi. Tuttavia, dato che la prudenza non è mai troppa, prima di uscire in giardino faccio appello al mio potere, per materializzare un mio clone proprio accanto a me. In pochi secondi vedo me stessa assumere consistenza a pochi centimetri di distanza. Quella che prima era solo aria ora prende la forma del mio corpo, dei miei vestiti, dei miei capelli. Lentamente, l'immagine che ho di me nella mia testa si tramuta in una figura quasi reale, anche se immateriale, che mi guarda a sua volta.



    Sorrido, soddisfatta di quello che vedo... questo vestito, nonostante il mantello, mi sta davvero bene, aveva ragione mia madre. Arrossisco per questa inutile riflessione, e decido di agire.
    Lascio che il clone cammini lentamente verso la fontana, al centro del giardino. Se dovesse esserci qualcuno nei paraggi, o sui balconi, non potrebbe non notarla, o supporre che non sia reale. Lascio che si avvicini alla statua di mia madre, e che tenda la mano per toccarla, quasi volendole parlare, ma senza sfiorarla, non potrebbe. Farei la stessa cosa, se mi trovassi lì. E poi lascio che intoni quella filastrocca, che mai potrei dimenticare. La mia voce si espande debolmente nel giardino, armoniosa e soprattutto discreta... voglio solo convogliare l'attenzione di chi è nei paraggi nella sua direzione, non attirare gli altri.

    <<C'è una lucciola, una lucciola sul lago
    Che brilla, brilla sulle acque...
    C'è una lucciola, una lucciola sul lago
    Che scintilla, scintilla nella notte...>>

    Quanti ricordi! Scuoto la testa, non è questo il momento.
    Mi affretto a raggiungere il Glados mentre il mio clone ancora intona la filastrocca, evitando accuratamente le fonti di luce sparse in giardino. Senza voltarmi indietro lo attraverso, ordinando al clone di rientrare nell'edificio per poi dissolverlo.



    Ormai è fatta, non posso più tornare indietro.


    Cloni- capacità di creare copie di se stesso immateriali, manovrate con la propria volontà.
    • Esperto - 3 copie

  10. #570
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    ADAMANTIA FERALYS

    "Madamigella" ... il suo lungo monologo pieno di belle parole comincia così. No cara Cassy, non ci siamo, madamigella non mi ci chiami, per te sono Signora, Lady Feralys, Strega del Fuoco, Padrona - si mi piace, chiamami così.


    Nomignoli a parte, il soldato è prodigo di consigli su come affrontare al meglio la battaglia, spero per lei che siano affidabili perchè al momento ho solo queste sue parole a cui aggrapparmi per non cadere nel baratro della paura. Si perchè ogni minuto che passa mi avvicina sempre di più a quell'armatura ridicola, a Solumquae, allo scontro... sono arrivata al limite della sopportazione, a questo punto preferisco buttarmi subito nella mischia oppure potrei semplicemente attraversare il glados e sparire lontano. Chi se ne frega del regno o dell'onore dei Reaghar, a me importa solo della mia pellaccia e ora come ora non sono sicura di riuscire a tenermerla cucita al corpo! D'un tratto mi mette le mani addosso, sussulto, che vuole? Ah, sta solo cercando di tranquillizzarmi. E' ora di troncare questo soporifero soliloquio.


    "Vi ringrazio ancora una volta, Cassandra. I vostri consigli sono preziosi, spero di riuscire a ricordarne almeno la metà quando sarò laggiù. Adesso mi scuserete se vi lascio, credo che andrò a riposare e spero di riuscire a dormire. Vi auguro la buona notte."
    Lascio l'armeria. Non ho sonno, non so se riuscirò a chiudere occhio, ma non ho nemmeno la più pallida idea di cosa fare, dove andare ... potrei fare due chiacchiere col mio nuovo amico fidato, Aiden o rintanarmi in libreria a leggere qualcosa di rilassante.


    Ci penserò strada facendo.

    *aggiunte 3 foto


 

 

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