Esperin Raeghar
Lantis mi guarda serio, quando gli espongo le mie preoccupazioni sul suo piano con i Leithien. Dal suo sguardo percepisco che ha già vagliato tutte le possibili conseguenze a cui potrebbe andare incontro, e che probabilmente sa già cosa fare per mantenere salda la nostra posizione.
So che non è stupido, so che non lascerebbe mai a loro il controllo del Regno, su questo posso stare tranquilla. Spero solo che non faccia l'errore di considerarsi invincibile, e che pensi anche a come preservare se stesso. Ho paura per lui, sta rischiando molto.
"Esperin... Lord Tywin ha insistito, quando eravate a discorrere alla fontana, sul fatto di avere figli? Vuoi che sul trono di Regina sieda una donna giusta e buona... ma se io morissi e sul trono di Re vi salisse tuo marito... che razza di eredi lasceremmo a Dohaeris? Qua non si tratta di tassazione o non tassazione, qua si tratta del futuro del Regno... se io ottenessi i loro diamanti, lascerei stare il popolo, come vuole nostro padre, ma cosa pensi che faranno i Leithien? No, questo matrimonio non s'ha da fare... preferisco io sposare quella vipera bionda piuttosto che avere uno scenario così davanti"
Ah già! Quasi stavo dimenticando di dirgli di cosa mi ha parlato il Lord durante la nostra conversazione. Mi chiedo dove io abbia la testa in questo momento.
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Si Lantis, il Lord ha preteso un figlio entro un anno dal matrimonio, il quale verrà celebrato secondo i suoi piani entro pochi giorni. Quindi un concepimento entro tre...mesi.>> rispondo, rabbrividendo <<
Inoltre, ha cercato di inculcarmi l'idea che la colpa di questo mio sacrificio sia tua, del fatto che rifiutasti di sposare Lumen. E ha cercato di farmi dire che la responsabilità della ribellione sia della tua incapacità di regnare, ovviamente non ha ottenuto nulla da me. Ho dovuto però accettare la sua richiesta, non avrei potuto fare altro, in attesa di parlare con te oggi>>
Abbasso gli occhi, sentendomi leggermente a disagio, forse prima di dare il mio consenso al Lord avrei dovuto parlarne con lui, ma non vedevo altra possibilità, davanti a quell'essere.
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Hai agito saggiamente, sorella, perché come vedi il serpente con cui abbiamo a che fare è molto velenoso. Ma se resteremo uniti, non potrà fare nulla>> mi risponde lui, e sento subito il disagio lasciare il posto alla fiducia nei suoi suoi confronti. Gli sorrido riconoscente, sa bene che non lo abbandonerò mai.
Poi, quando gli chiedo di quella donna, lo vedo sorpreso, ed anche un pò incerto. Probabilmente non sa come parlarmene, forse si sente anche un pò a disagio a parlare di amore con la sua sorellina. Forse aveva cercato di dimenticare quei momenti, e io adesso lo sto spingendo a ricordare, ma credo che parlarne gli farebbe bene. Io mi sono sentita meglio quando ho parlato di Drako ad Alinor, l'altra notte, pur senza rivelargli la sua identità.
Sento l'amore nelle sue parole, il bisogno di lei, di rivederla, di sentire nuovamente il suo profumo. Mi parla della sua incapacità di andare avanti, di vedere altre donne al suo posto, di darsi completamente ad un'altra che non sia lei. Come ti capisco, fratello mio, ma non posso dirtelo, ti ferirei.
"E c'è una cosa che mi consola, che Drako non ti ha mai fatto conoscere la felicità per poi strappartela senza ragione. Tu non vivrai mai il mio inferno... lo so che soffri, so cosa provi per lui... ma io ho conosciuto il suo corpo e quei ricordi mi dannano... a te non succederà. Reneè è stata crudele con me, Drako non con te" aggiunge poi, abbracciandomi nuovamente.
Sono stretta nel suo abbraccio, il mio volto appoggiato sulla stoffa della manica del suo vestito. Sento gli occhi in fiamme, e sono contenta che non possa vedermi.
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Di questo...gliene sono infinitamente grata>> gli dico, a bassa voce.
Anche se in realtà...chi dice che sia un bene per me? E' vero, Lantis sta soffrendo mille volte più di me, ma almeno ha vissuto quegli attimi di felicità con lei, hanno avuto quel momento tutto loro, che lui potrà conservare per sempre nel suo cuore, nonostante il dolore. Io no, non sono mai stata felice, non ho sentito mai scoppiarmi il cuore dalla gioia, lui me l'ha negato, non mi ha voluta. E probabilmente non proverò mai quelle cose nella mia vita, tutto per colpa sua.
"Ma parliamo di cose più concrete, Esperin... ho fatto visita a nostro padre, questa notte... io... non so quanto ancora resterà tra noi... questa sera, posso accompagnarti da lui, così potrai dirgli addio. E' importante dire addio a chi si ama"
Ascolto le sue parole ad occhi chiusi, cercando nuovamente il conforto del suo abbraccio. Vorrei poter restare così, nascosta dietro la sicurezza che lui mi trasmette standomi vicina. Ma non posso, devo dimostrare di essere forte. Per cui torno a guardarlo in viso, prima di riprendere a parlare.
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Grazie fratello, non mi sarei mai perdonata se ci avesse lasciati senza potergli dire addio. Attenderò allora con ansia la fine della sfilata dei Leithien, per poi venire con te>>
Lui mi guarda, e vedo un'infinita tristezza nel suo volto. Lo conosco bene e so che in questi momenti ha bisogno dei suoi spazi, di riflettere, di riprendere il controllo della situazione. Ed in questi momenti so che l'unica cosa che posso fare per aiutarlo è lasciarlo solo.
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Leggo nei tuoi occhi il bisogno di stare un pò da solo, per cui raggiungerò gli altri in armeria, allenarmi mi farà bene>> gli dico dolcemente, prima di salutarlo e congedarmi da lui.
Raggiungo quindi velocemente l'armeria, dove con sorpresa trovo quasi tutti i nostri alleati. Sir Vicent alla prese con Sir Aiden, Alinor con Cassandra, e...Sir Demonar, da solo.
Lo osservo, ha cambiato abito, questo se possibile è ancora più ridicolo del precedente. E poi quella maschera, odio profondamente quella maschera, sembra voglia ridicolizzare la nostra fazione. Qualcuno dovrebbe fargli comprendere che questa guerra non è uno dei suoi spettacoli.
Continuo a concentrarmi sull'oggetto, di focalizzarne i dettagli e la posizione, poi con la forza del pensiero lo sollevo dal suo viso. Ne sento ora il peso irrisorio, sospeso in aria, e non faccio fatica a sfilarlo dal suo viso e velocemente portarlo alla mia mano. Sono stata molto veloce, forse più di lui visto che non è riuscito a reagire, buon segno.
Ho la maschera tra le mani, ma non distolgo gli occhi dal suo volto <<
Bellissima maschera, Sir Demonar, converrà che è meglio toglierla, potrebbe rovinarsi>> gli dico, prima di allungare la mano verso la finestra e gettarla giù senza esitazione.
Faccio qualche passo verso di lui, continuando a fissarlo in volto. Richiamo la mia arma, che presto comincia ad assumere consistenza tra le mie mani. Il contatto con l'elsa mi da sicurezza, mi da forza. Mi è mancata Fidelia, in questi giorni non ho avuto modo di richiamarla tra le mie mani, o di usarla per sfogare la frustrazione che sento. E' il momento di rimediare.
Sono in posizione di difesa, con i piedi saldamente a terra uno davanti all'altro, le gambe leggermente piegate e la spada protesa in avanti nella mia mano destra, in attesa della sua reazione.