Esperin Raeghar
La Lady rossa risponde in maniera affabile, ma con un tono saccente che non gradisco affatto. "Conoscono benissimo la natura dei vostri familiari più stretti, non è un mistero per nessuno, come non lo è il fatto che vostro padre è il Gran Maestro dei Maghi e la sua aura benefica deve aver fatto molto per tutti voi in questi anni. Io mi stavo semplicemente ricordando della mia infanzia, non mi fraintendete, anch'io amo incondizionatamente la mia famiglia, ma non è stato semplice crescere con loro. Oh, ma state tranquilla, non voglio tediarvi con la noiosa storia della mia casata! Per quanto riguarda quello che avete detto sul non guardare negli occhi nessuno ebbene, mi spiace sentirvi dire questa piccola menzogna, so che lo dite a fin di bene, ma non riesco a ricordare una sola occasione in cui lo avete fatto. Non con la vostra septa, nè con Lady Waters, nemmeno con lord Tywin, anzi ricordo bene il vostro sostenere fiera il suo sguardo. E di certo non lo avete fatto con me la prima volta che ci siamo allenate in armeria, ricordate? Vi ho indotto a colpire proprio la vostra futura cognata."
Oh no, non l'ho dimenticato affatto. Come non ho dimenticato la falsità che ha mostrato a tavola nell'accusare Sir Demonar delle spiacevoli sensazioni che lei stessa ci aveva fatto provare. Come non ho dimenticato il suo sguardo che mi sembrava così sincero e spaventato, quando ha evitato volutamente di dirmi che Drako aveva si affermato che Lantis era l'unico a trarre vantaggio dalla morte di nostro Padre, ma aveva anche aggiunto che conoscendolo non lo avrebbe mai fatto. Ed io, ingenua, avevo anche quasi messo in discussione le mie stesse convinzioni. Non succederà più. "Ma avete ragione non me la sono presa, e volevo solo darvi la mia parola che non avrei usato il mio potere. So benissimo che cercate di essere gentile con tutti e forse ci credete davvero, di non discriminare nessuno per la propria natura, ma inconsciamente è quello che ho percepito: belle parole nei miei confronti da parte vostra, ma soltanto quelle, proprio come in questo momento." è paradossale come continui a non capire la differenza tra razza ed allineamento.
Probabilmente è lei stessa a ritenere la propria razza in tale modo, e magari ne va anche fiera. <<Non volevo assolutamente entrare nel merito delle questioni personali della vostra casata, Lady Feralys, non mi permetterei mai. Semplicemente stavo rispondendo con esempi concreti alla vostra affermazione, che giudico errata. Avete detto che in molti partiamo prevenuti nei confronti dei membri della vostra razza, ritenendovi a priori ignobili e meschini. Per quella che è la mia esperienza personale, non posso che dissentire, e ve ne ho spiegate le motivazioni. Per quanto riguarda invece il resto...>> non ho intenzione di continuare il discorso, non è certo saggio svelare ad altri i piccoli accorgimenti che scelgo di adottare per proteggermi dalle persone di cui mi fido poco. Potrei facilmente farle notare che il suo discorso non sta in piedi, che le occasioni che mi ha citato erano tutte pubbliche, motivo per il quale non avrei avuto necessità di proteggermi dallo charme dei miei interlocutori. Un ordine impartito in pubblico non ha certamente le stesse conseguenze di un ordine impartito privatamente, situazione nella quale è facile anche cancellare totalmente la memoria senza che nessuno se ne accorga, provocando in questo modo danni irreparabili. Inoltre uno charme pubblico va il più delle volte a discapito della persona stessa che lo attua e non della vittima. Lumen ad esempio, usando lo charme su Vicent per attaccarmi in maniera così meschina, ha svelato alla maggior parte dei suoi stessi alleati la propria natura falsa e vigliacca, e tutto questo va indubbiamente a nostro vantaggio. In una situazione come questa invece, lo charme può essere devastante, ed è in queste situazioni, non in quelle che lei mi ha citato, che devo necessariamente proteggermi. Ma forse è meglio che lei continui ad ignorare questo particolare, come tutti. <<... la vostra arguzia mi lascia piacevolmente sorpresa, non vi si può nascondere nulla>> le dico, con una punta di sarcasmo nella voce che credo non noterà.
Il discorso si sposta poi sulla battaglia, e sulla septa. Le parole della donna sono comprensibili, quello che però non riesce a cogliere è la motivazione di fondo del mio rapporto, ed in generale del rapporto dei Raeghar, con la Strega dell'Ovest.
"Principessa, voi conoscete la strega dell'ovest, è stata la vostra septa, per voi è più semplice, anche se non so come fate a dimenticare certe cose. Per me è quella di cui si parla nei libri, la donna che per restare giovane e immortale ha commesso crimini indicibili. Perchè dovrei fidarmi di una persona che è prigioniera della vostra famiglia da secoli? In base a cosa dovrei darle fiducia? Dovrei fare come sir Vicent che mi ha detto se Lady Esperin si fida della septa anch'io mi fido di lei? Mi dispiace, ma non ci riesco, proprio come avete detto poco fa fidarsi ad occhi chiusi non è altro che un segno di debolezza e non è mia intenzione concedere di più di quello che ognuno si merita. Se voi riuscite a guardarla negli occhi e giurare davanti agli dei che la strega dell'ovest non farebbe mai niente contro di voi e contro la vostra famiglia non posso che rallegrarmene, ma non riesco a fare lo stesso. Per quanto riguarda la battaglia abbiamo compiuto il nostro dovere, non c'è stato bisogno di coordinarci, ognuna di noi sapeva benissimo quello che doveva fare, solo ... se dovessi dire che sono scesa in campo serena, sapendo che potevo contare sulla mia compagna in caso di difficoltà, beh questo non potrei assolutamente dirlo, tantomeno può farlo la septa. Io non credo alla sua redenzione, potete biasimarmi?"
<<Lady Feralys, quello che mi state dicendo non è per me una novità, e non ho avuto bisogno di leggere le cronache de La Strega dell'Ovest per apprendere del suo terribile passato e per giudicare affidabile o meno la sua lealtà ai Raeghar. E' la Septa stessa, da quando io sia in grado di ricordare, che mi ha ripetuto costantemente tutti i giorni queste stesse cose che voi mi state ricordando, e non ha mai fatto o detto nulla per farmi credere il contrario. La mia fiducia, se così si può definire, si basa proprio su questo, anche se so benissimo che dall'esterno possa sembrare un concetto difficile da accettare e da comprendere>> non mi aspetto che lei capisca, probabilmente riterrà stupide o ingenue le mie parole, ma sono fermamente convinta di quello che dico. Di certo è più affidabile una persona che ti parla chiaro, che ti mostra senza giri di parole il proprio pensiero e le proprie intenzioni anche quando non collimano con le tue, che non ti chiede fiducia e non si aspetta che tu gliela conceda, rispetto ad altre che apparentemente di mostrano infinita lealtà e poi tramano dietro le tue spalle senza ritegno.
E' quando parliamo di mio Padre che torno a rattristarmi, dimenticando per un momento qualsiasi altro motivo di discussione. Tutto diventa insignificante, davanti alla possibilità della sua morte.
"Il vostro racconto mi rattrista, le vostre parole sono un colpo al cuore. Non oso immaginare come dovete sentirvi voi e vostro fratello. Non deve essere facile affrontare una cosa di tale gravità nel bel mezzo di una guerra, le priorità diventano altre ed è difficile affrontare con la giusta serenità d'animo le situazioni che si presentano. Mi dispiace per voi, principessa. E io che continuo a darvi noia con le mie inutili parole! Siete riusciti a scoprire qual è la causa della sua malattia? C'è una cura?"
<<Purtroppo brancoliamo ancora nel buio>> le rispondo, senza sbilanciarmi troppo <<Vi ringrazio per la vostra comprensione, è indubbiamente una situazione molto difficile e delicata, che spero possa risolversi nel migliore dei modi>> quanto vorrei credere seriamente nella possibilità di un miglioramento, soprattutto in una guarigione di mio Padre. Ma ormai la speranza mi sta lentamente abbandonando del tutto, lasciandomi a momenti precipitare nel baratro nero del dolore che temo dovrò affrontare.