Aiden Urthadar
Per un attimo temo il peggio: Gildas si agita e arriva addirittura ad evocare il suo potere. Fortunatamente subito dopo sembra calmarsi, e da bravo cagnolino prende posto su una sedia e si lascia curare. Chissà che turbe mentali affliggono la sua testa malata... Forse tra gli scaffali c'è un qualche tomo che mi aiuterebbe a comprendere meglio questo genere di patologia. «Ditemi… perché lo fate? Perché di vostra spontanea volontà? Nessuno si è mai avvicinato così tanto, nessuno se non costretto», mormora il giullare, mentre la mia energia benefica si prende cura delle sue ferite. È una reazione... curiosa, non lo faccio di certo per bontà d'animo, il motivo dovrebbe essere chiaro: siamo in guerra e ogni soldato dev'essere sempre al massimo delle proprie forze. Sempre. Anche quando siamo apparentemente al sicuro. Queste sue parole mi fanno riflettere, sembrano nascondere un passato difficile, o quantomeno privo di amore sincero e disinteressato: un passato che potrebbe averlo reso il folle che è ora.
Termino di guarirlo, ma sir Demonar rimane seduto e con la testa penzolante all'indietro. «C’è qualcosa che volete vero? Qualcosa che desiderate in cambio?», mi chiede, con un ghigno inquietante che decora le sue labbra. Oh... Oh, mio caro Gildas. Quanto siete generoso.
Abbasso la testa, posizionandola a pochi centimetri da quella dell'uomo. Lo sto guardando dritto negli occhi, e gli sorrido con affetto. <<No, Gildas, non desidero nulla. L'ho fatto perché meritate di stare bene>>. Alzo una mano, voglio accarezzargli una guancia, ma... dopo qualche istante strabuzzo gli occhi e mi alzo di scatto, con un'espressione shockata. <<Anche se... ora siete in debito con me. Vi ho aiutato, giusto?>>, dico con una sfumatura di panico nella voce. Appaio dubbioso, come se stessi cercando una soluzione a questo dilemma. <<Siete in debito con me, Gildas. Non va bene. Giusto? Non è così che funziona>>. Ora il mio tono è più severo, così come il mio viso. Spero di stare toccando le corde giuste, ma tenendo conto delle sue parole, penso proprio di sì... voglio usare i suoi neuroni malati come i fili di una marionetta. <<Dannazione, Gildas... Cos'hai combinato!>>. Gli do del tu nella speranza di rievocare qualche malsano ricordo. Ho alzato la voce, e sto camminando per la stanza, come un uomo che sta per scoppiare. E invece no: mi fermo, lo guardo con un sorriso a 32 denti e gli dico: <<Ho trovato! Potreste... potreste farmi un favore! E non sareste più in debito con me>>. Mi avvicino e lo guardo con tanto, tanto amore... <<Sono un uomo molto impegnato, e non riesco a seguire tutto quello che succede nella Torre... Voi potreste essere i miei occhi, dove io non arrivo... Che ne dite? È un favore così piccolo, che probabilmente dovrei chiedervi di più... Ma mi sento magnanimo>>.
Proprio mentre sto parlando compare lo sguattero che la septa ama tormentare: Theon. Dannazione, non ho finito... amen. Se mi sta interrompendo significa che ha qualcosa di importante da comunicarmi: infatti mi dice che il reggente sta cercando i guaritori, e che siamo richiesti in armeria. Mi informo sulla locazione di Cassandra e Dreth e poi lo congedo velocemente. Sono sul balcone qua vicino... soli... e mi domando a fare cosa... stringo i denti. Aiden, Aiden, cosa vai a pensare... Figuriamoci se... No. Impossibile. Mi dà comunque fastidio che trascorrano del tempo insieme: Vicent potrebbe corromperla con le sue idee ridicole. E il mio lavoro sarà già abbastanza difficile senza il suo interferire.
<<Pensate alle mie parole, Gildas. Spero che accettiate, altrimenti... Avremmo un conto in sospeso...>>. Lo guardo con severità, per poi dirigermi sul balcone.
Metto un piede sulla terrazza e...
Se me lo avessero raccontato, non ci avrei mai creduto. Invece è proprio così. Sta succedendo. Davanti ai miei occhi. Cassandra e Vicent si stanno abbracciando. Cassandra e quel fallimento umano di Dreth si stanno abbracciando sotto il cielo stellato, ci mancano solo sir Demonar col violino e la principessa commossa dal loro emozionante amore per rendere questa scena ancora più patetica. Non ci credo, non ci posso credere... Rimango paralizzato per un minuto buono. Sento l'ira accumularsi nel mio cuore... Voglio tagliargli la gola, qui e adesso... Aiden, calmati. Aiden... controllati... avrai la tua occasione.
<<Sono queste le scene che mi scaldano il cuore>>, dico finalmente sorridendo. In bocca sento il sapore del sangue, ho morso con troppa forza il suo interno. <<L'amore: una rosa rara che riesce a nascere anche tra i rovi più cupi!>>. Sto ignorando completamente quella tragedia umana che è Dreth, perché non riesco a distogliere lo sguardo da Cassandra. <<Lungimirante da parte vostra trovare in voi la forza di perdonare chi ha offeso il vostro stesso onore e quello del vostro compagno... lady De Lagun>>. Il mio tono è tranquillo, ma i miei occhi stanno urlando. So che si nota, ma non mi importa, non mi importa di quello che potrebbero pensare, non mi importa di come potrebbero reagire... Sono il loro comandante. Mi devono rispettare. <<Comunque... Il reggente ci desidera in armeria, le nostre valorose guerriere si stanno allenando duramente e hanno bisogno dell'assistenza di noi guaritori>>.
Le mie iridi sono ancora bloccate in quelle di Cassandra...
Azioni di Theon concordate con la master