Lucynda Mellow
Tutto accade in pochissimi attimi: la mia tagliuzzatina elettrizzante alla spalla di Muso Putrido va a segno, la lama d'acciaio lacera un pezzo del saio e si macchia del sangue nemico. Ecco, adesso sì che sono pienamente soddisfatta del mio contributo. La controprova del danno aggravato è il vomito espulso dalla bocca di ella, come un uomo in preda alla diarrea che caga le sue feci a gògò. Giusto in tempo per allontanarmi ed evitare ulteriori figure di merda, anche se il mio povero olfatto ne paga le conseguenze: l'odore di zolfo proveniente dal Vulcano, mescolato con quello del conato, invade le mie narici.
Per tutti i demoni, ma che hai sgranocchiato a colazione?! Uova marce?!
E' ancora troppo presto per esprimere i propri pensieri su certe cose, devo concentrarmi sulla contendente, la quale non esita a contrattaccare con il bastone. I miei riflessi pronti mi permettono di schivare la mossa... non del tutto, però. La base dell'arma urta contro il mio fianco destro, i tessuti sottocutanei stanno chiedendo pietà, forse anche troppo! Inspiro a denti stretti per il dolore, mentre mi accorgo che un brivido di freddo si fa vivo nel mio punto dolente... probabilmente ci sarà una fuoriuscita di sangue, ma non è il momento per occuparmi di essa.
Ora che scruto bene il volto della Reale, la memoria si fa sempre più chiara: mi pare di aver già incontrato la sua figura durante la Giornata del Giudizio.
Ma... è Deirdre dell'Ovest! Quello stregone di mio padre mi ha citato molte cose di lei, tra cui il talismano che porta al collo.
Il fato ha voluto concedermi quest'onore, come ho fatto a non accorgermene prima?
In contemporanea sento una presenza farsi sempre più vicina: è la Topa, intenzionata ad infierire sul nostro confronto. Cazzo... non ho alcuna possibilità per fermarla, sembra che la sua destrezza è fin troppo elevata per i miei gusti.
Rimango per un attimo interdetta nel notare che Ananya viene in mio soccorso: afferra la reietta per il braccio e la spinge verso il basso, sferrandole una potente ginocchiata in pieno viso, rompendole il setto nasale... proprio come Efrem ha fatto con me la sera scorsa, durante i preparativi. Solo a pensarci mi sale un nervoso bestiale.
Ora che ci penso, è la prima volta che qualcuno mi ha "salvato" la vita... magari dovrei ringraziarla, ma preferisco non pronunziar verbo. Una strega non prova alcuna riconoscenza verso i suoi alleati, a meno che non si fidi ciecamente di essi.
Che dire, anche questa giornata si è conclusa. Abbiamo la vittoria in pugno, ma è giunto il momento di girare i tacchi. Ormai è calata la sera, i raggi lunari illuminano qualunque forma naturale di Solumquae: alberi, arbusti... e persino il Glados, che con la sua mistica luce ci invita a raggiungere le nostre basi: mentre m'incammino a passo pesante verso il portale, decido di non richiamare la Tenebris, ma di lasciarla ancora fremere tra le mie mani.
Sì, ho deciso di mostrare le controprove della conquista, senza la minima esitazione.
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In un millisecondo ci troviamo teletrasportati all'esterno della suddetta "casa". Varchiamo l'ingresso del cancello, per poi proseguire fino ad arrivare nel cuore del monastero: tiro indietro il cappuccio della divisa e, prima di scendere, percepisco da quassù dei suoni metallici di lame che si fanno strada per tutte le pareti: c'è qualcuno in armeria, me lo sento.
Incurante delle orme impresse da MissCadavere, percorro le scale con i piedi che corrono rapidi quanto le mie saette. Non m'importa della contusione al fianco, sono troppo occupata per annunciare la notizia della serata.
Avanzo verso l'uscio dell'armeria, reggendo la spada con il palmo destro dietro la mia schiena: noto le figure della bionda,
- che se non ricordo male è Medea - di Keyra e di Efrem, che sono alle prese con i loro giochi.
«Questa...» la mia voce tuona con gli occhi semi chiusi per la serietà, cercando di farmi sentire da tutte le persone che abitano questo rifugio, anche per coloro che stanno sonnecchiando in tutta tranquillità
«...questa lama è macchiata del sangue di una lurida vecchiaccia Reale...» nel proferire tali parole il mio tono vocale si fa sempre più determinato mentre mostro la Tenebris, innalzandola in tutto il suo splendore insanguinato davanti agli occhi dei presenti: qualche goccia cremisi non ancora solidificata abbandona la sommità della lama e cade spedita sul suolo grezzo. Riprendo il discorso, andando dritto al sodo.
«...ciò significa che sto maneggiando il simbolo della conquista. Solumquae è nostra!»
Per un attimo rimango con il braccio in aria finchè una fitta al fianco mi costringe ad abbassarlo, non posso fare a meno di portare il palmo libero sul punto dolente...
Arma – Spada in Forma Dormiente
Final Sword (Tenebris Fulgura)