Lucynda Mellow
Neanche una parte della mia energia elettrica ha sortito effetti su Andreus, gli è bastato un semplice balzo all’indietro per schivare la serie di attacchi con estrema facilità… dannazione! Troppo, troppo spedito affinché possa evitare del tutto la sua contromossa basata su una sorta di finta che inizialmente punta al mio occhio sinistro con un semplice gancio, gancio a cui non do la soddisfazione di centrarmi piegando il capo alla mia destra, ma nel momento in cui cerco di riprendere fiato per i dolori che tornano a farsi presenti, avverto quest'ultimo arrestarsi, bloccarsi per quella gamba del cazzo che si schianta contro il mio fianco destro, sommandolo a tutte le magagne accumulate sinora. Ogni suono, ogni imprecazione mi muore in gola, come se gli Dei mi avessero inibito l’uso della voce. La visuale mi si offusca per un istante, percepisco la lucidità venir meno, quel che posso notare con l’intuizione è che il ragazzo si allontana dal punto d’origine trattenendosi presso il refettorio accanto, forse per il maggior spazio presente in confronto a questa cucina che, finora, l’abbiamo improvvisata come una sorta di armeria alternativa.
Nella mia espressione non vi si legge nulla, seppur nella mente vigila una sola parola: Codardo.
«L'unica cosa buona che sa fare nella vita è darsela a gambe... e nient'altro.» do voce ai miei pensieri in un borbottio che lui non potrà udire, essendo impercettibile. Nel mentre lo raggiungo un’ondata di collera mi assale, complici i dolori che tornano a manifestarsi dappertutto, specie nelle precedenti zone colpite. Per un attimo sento le gambe cedere a causa di quel maledetto calcio al fianco percosso con una forza nettamente superiore alla mia, digrigno i denti imponendomi di mantenere l’equilibrio e di passare al contrattacco, prima che il ragazzo ne approfitti. Non ha ancora capito con chi ha a che fare, noi Mellow siamo dotati di una salute di ferro e naturalmente non lasciamo mettercela in testa così facilmente. Non è finita, posso ancora lottare e glielo dimostrerò in un attimo! Velocemente focalizzo il bersaglio umano e attingo alla mia oscura natura che Raiden ha tramandato a coloro che aderiscono alla sua razza, il mio corpo è circondato da un fumo tetro che s’indirizza presso l’elfo avvolgendolo interamente in una morsa invisibile da smorzargli il fiato che, se la subirà, avrà l’illusione di sentirsi in soggezione dalla sottoscritta.
Aura di tenebra - Esperta
Infonde paura: Il cuore palpita più velocemente, si ha un profondo fastidio e soggezione.
Terrorizzato o no, mi precipiterò su di lui ignorando le fitte che probabilmente sentirò in tutto il corpo e richiamerò la bellezza metallica della Tenebris che porterò all’altezza della mia testa, con lo scopo di sganciare un fendente sulla spalla sinistra ricorrendo a tutta la forza che possiedo in corpo.
Arma – Spada in Forma Dormiente
Final Sword (Tenebris Fulgura)
Indipendentemente dall’esito, ritrarrò la spada portandola orizzontalmente al mio petto, entrando in modalità difensiva… dai dai, qui urge l'aumento del ritmo...