Lucynda Mellow
Per l’ennesima volta il ragazzo è schiavo della fortuna, scampando al gavettone di sabbia imbrattato del mio sangue e al colpo d’elsa andato praticamente a vuoto, accompagnando il tutto con un
«Lenta!». L’hai presa davvero larga, eh. D’un tratto lo vedo avanzare e mi tengo pronta a puntargli la spada in segno di difesa ma le sue intenzioni denotano ben altro, ossia porre fine all’addestramento odierno. Proprio sul più bello? Che palle… dopotutto il mio organismo inizia a reclamare un prolungato riposo, meglio dare ascolto all’esigenza del momento. Mollo la presa della Tenebris lasciandola sgretolare in un tetro groviglio folgorante prima che cozzi contro il suolo e mi rivolgo al Signor delle Spine, il quale immediatamente si avvicina con l’oro aspira-magagne tendendolo verso il mio corpo, i benefici fanno presto a sentirsi quali la respirazione che si ripristina alla sua regolare cadenza e le vene del setto nasale che si ricongiungono. Non mi resta che ripulire i vestiti dal sangue solidificato e… aspetta. Manca qualcosa. Il fianco non è stato rimesso pienamente in sesto, dovrei fare una capatina in infermeria per ingurgitare una dose di quella sottospecie di antidoto, non ne vale la pena far scomodare la rigenerazione di Andreus per una fesseria di poco conto.
«Sei migliorata rispetto a prima, complimenti!» mi elogia quest’ultimo, bello pimpante. Lo guardo per un attimo atona, ma in seguito mi sfugge un sorriso acqua e sapone: ora che ci penso, sono state rare le occasioni di scambiare quattro parole con l’uomo a cui non ho ancora rivelato il mio passato da mietitrice canora e questa potrebbe essere l’ultima, domani prenderò parte ad una delle più rilevanti battaglie nella storia di Dohaeris e non potrei mai sapere quale via decisiva mi riserverà il fato: vincitrice o perdente, sopravvissuta o decessa. Lotterò con tutta me stessa per impadronirci di quell’ambiente così favorevole alla razza oscura, costi quel che costi. Tutto dipende da me e da Shayla, dobbiamo farci valere sul trono di Raiden, così come per il volere di mio Padre. Faccio per girare i tacchi ma improvvisamente blocco il passo e mi fiondo su MisterSpino, allargando braccia e spalle cingendole contro la sua schiena in un forte e caloroso abbraccio.
In questo momento non presto ascolto al mio essere strega, c’è di mezzo un amico con cui hai condiviso molto, sia zuffe che manifestazioni d’affetto, specie le prime che superano ogni vetta inimmaginabile e sì, anche le seconde sanno il fatto loro… seppur rientrino in un ruolo inferiore. Il ragazzo tituba ma non si dilegua, passano una manciata di secondi prima che risponda alla mia azione, strigendomi con maggior forza. Nel mentre i nostri corpi si fondono in un piacevole calore sento il ciondolo traballare a scatti ma non ci bado più di tanto, inutile pensare che il trisavolo si starà trastullando dalla gioia e… ouuuu, abbiamo capito che sei soddisfatto, ora datti una frenata! Spero che l’elfo non se ne sia accorto del movimento oscillatorio del serpendaglio, anche se i dubbi non vengono a mancare. Non ho idea di quanti minuti siano passati, qui sotto è facile smarrire la cognizione del tempo, non ho ancora allascato il contatto fisico e l’idea di rimanere così per l’eternità non mi nuoce affatto, anzi. D’un tratto una frase del ragazzo, enunciata con il medesimo tono spensierato di prima, spacca il silenzio che si è prolungato più del dovuto.

«Domani torna vittoriosa, chiaro?» «Farò del mio meglio, sappilo. Raiden vigilerà dalla nostra parte!» sollevo un pugno in aria, determinata, come Targaryus fece al termine dei preparativi per Solumquae
«Beh, è ora di levare le tende. Bye bye...» gli rivolgo un sorriso d’attrazione e senza attendere una replica faccio un salto in infermeria dove qui scovo la presenza di Markus e Shayla coricati sui lettini. Ignorandoli bellamente, mi limito ad assumere una dose del filtro magico applicandola sul fianco che presenta un livido abbastanza evidente. In un attimo gli ennesimi benefici si fanno strada lungo la chiazza violacea che si riassorbe lasciando spazio alla mia adorata carnagione scura. Ho rinnovato l’energia fisica, ora non mi resta che affidarmi personalmente al mio letto. Percorro le scale avviandomi nelle mie stanze e, una volta giunta a destinazione, mi libero delle vesti macchiate del sangue ormai fusosi e mi concedo un lungo bagno rigenerante. Fatto ciò riempio nuovamente la vasca per mettere a mollo gli abiti e pigliando una vecchia spazzola trovata nelle vicinanze strofino vigorosamente sulle macchie aiutandole a smuoverle, senza scordarmi di imbevere il tutto con mezza boccetta di succo all’Aloe, la stessa varietà di aroma che elargii a Devon prima che costui partisse per un lungo viaggio. Fatto ciò abbandono gli indumenti nel loro brodino infuso e ripercorro il tragitto all’inverso soffermandomi sul cassettone dove piglio il cambio intimo dall’ultimo scomparto, indossandolo alla velocità della luce. Nel momento in cui mi ritiro a letto rimboccandomi le coperte, una voce spirituale ormai familiare distoglie il silenzio, è il mio antenato, che vuole a quest’ora? Darmi la buonanotte?
«Abbiamo spiccato il volo oggi, eh?» mi dice con tono riverente e al contempo ironico, fluttuandomi intorno come suo solito.

«Cosa te lo fa pensare? Se ti riferisci all'abbraccio, non farti troppe illusioni. Ho dovuto fare un eccezione, potrebbe avvenire che l'indomani non farò più ritorno dall'Abgruntis e, per questo, mi conveniva sfruttare l'ipotizzabile chance finale di stargli accanto.» dico in un getto, con lo stesso tono di sempre. Anche se non lo do a vedere, sono abbastanza compiaciuta di aver rafforzato i legami con Andreus, è da secoli che non affrontavamo un addestramento insieme come ai nostri tempi di puerizia e… perché sto pensando positivamente? Non è da me, non rientra nella mia indole, eppure negli ultimi tempi mi sto sentendo… diversa. Sarà la presenza assidua del nonno che mi rende ubriaca, di certo le nostre razze non si equivalgono, a giudicare dalla fastidiosa bontà che scaturisce potrebbe essere il figlio di Saraswaty.
«Suvvia nipote, perché non ammetti che ti sei beata enormemente dei muscoli di Andreus che sfregavano contro i tuoi, in una morsa perennemente affettuosa?» Raiden, per favore, allontanalo via.

«Sìsì, d'accordo... ora permettimi di riposare in santa pace!» bercio tagliando corto, ho speso fin troppo tempo nel dilungarmi con la faccenda di MisterSpino, mò basta. Il trisavolo non smette di fissarmi con aria gioconda, un’aria del tutto ostile alla mia, prima che alteri la sua astratta figura in una massa evanescente che si orienta presso la gemma del serpendaglio, infiltrandosi al suo interno. Lancio un’ultima occhiata al gingillo del mio clan avvolgendolo in una carezza, prima che le palpebre chiudano i battenti…