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  1. #121
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Andreus De Lagun

    Sono del tutto intontito. La mia mente è ancora focalizzata su qui pensieri e difficilmente riesco a prestare attenzione alle parole di Keyra. Scusami. Mi verrebbe da dirle, ma non è nemmeno una colpa quello che ho addosso… diciamo solo che… ho gradito. Ribatte alle mie parole dicendomi che per lei l’odio è tutt’altro che inveire contro una porta chiusa, «Efrem non lo conosco bene, ma da quando sono arrivata qui, l’ho sempre visto come un uomo forte e deciso, anche se troppo cocciuto per scendere a compromessi…» dice avvicinandosi al letto e buttandocisi sopra con poca delicatezza, lo farei anche io, se solo fosse il mio. Mi avvicino a lei appoggiandomi alla testata di legno e ascoltando le sue parole «…ma quando hai pronunciato quel nome e quel cognome ho percepito il suo essere cambiare, ho avuto paura per te, perché è proprio violenza e cattiveria quella sfumatura che mi è parso di cogliere tra le righe del suo impenetrabile animo, ma non verso di te, verso proprio quel cognome…Leithien. Cognome con cui speravo di non avere a che fare» guarda fisso un punto, cercando di evitare i miei occhi. Cosa ha a che fare lei con i Leithien? Che la sua famiglia fosse molto legata a loro? Voglio scoprire di più da lei, e spero di potermi fidare. «Potresti avvicinarti? Voglio fare una cosa che è da quando sono qui che voglio fare ma mi sento un po’ in imbarazzo…» la guardo scuotendo lievemente il capo e distogliendomi dai miei pensieri «Come? Beh… sì!» mi avvicino a lei e in un attimo le sue braccia mi cingono in un abbraccio stretto, caloroso, un abbraccio col quale mi trasmette tutta la sua calma e facendomi capire che di lei, in un modo o nell’altro, mi posso fidare. Dopo qualche secondo la vedo sbadigliare, l’effetto si propaga su di me e involontariamente anche la mia bocca si spalanca in uno sbadiglio. Ma che ora è? In questo luogo si perde totalmente la cognizione del tempo.
    D’un tratto un urlo. Troppo forte. Troppo femminile e sconosciuto e fin troppo vicino. Il mio cuore perde un battito, sobbalzo e mi volto istantaneamente contro la porta «Andreus, hai sentito?» le faccio segno con le dita di tacere e in un attimo sono accanto alla porta «veniva dalla camera di Efrem!» la porta della camera si spalanca rivelando la figura candida di Ananya «Chi non l’ha sentito?» dice uscendo poi dalla camera ed esortandoci a seguirla, mentre lei e l’altra ragazza cominciano a ispezionare la sala mensa, io ne approfitto per raggiungere la porta della stanza di Efrem. Silenzio al suo interno, come se ogni rumore fosse stato bloccato all’istante. Tutti i miei sensi sono concentrati sui suoni al suo interno eliminando il riverbero dei passi all’esterno. Nulla. Alcun suono proviene da lì dentro. Che io mi sia sbagliato? Ananya spinge lentamente sul legno aprendo la porta quel tanto da permetterci di entrare. È buio pesto, ma riconosco ogni particolare della stanza, anche la ragazza si muove al suo interno con disinvoltura, che sappia anche lei? O magari possiede un qualche potere specifico? «Sono la padrona di casa, esci dal mio letto… adesso!» sento provenire dalla camera da letto, è buio, rischieremo di fare ancora più danno se entriamo tutti così allo sbaraglio. Nel frattempo la ragazza torna e la noto, alla luce fioca delle torce in corridoio, raccogliere alcuni dei pesanti volumi e tornare nella camera da letto? Cosa vuole fare? Non vorrà colpire Efrem spero. Con uno scatto afferro una delle due torce in prossimità della porta e mi dirigo velocemente verso la camera da letto. Lo spettacolo che si manifesta ai miei occhi mi fa avvampare e infuriare di colpo: una donna dai capelli corvini e abiti popolani punta una grossa ascia alla nuca di Efrem, abbasso lo sguardo e noto che è… nudo. Alzo di scatto lo sguardo puntando dapprima i suoi occhi e poi quelli della sconosciuta, non è il momento di pensare a certi risvolti, è il momento di agire. In un attimo connetto tutto il mio essere alla fredda e dura pietra del pavimento, la sento pulsare di una vitalità antica, immortale, la mia energia defluisce dal centro del mio corpo fino alle dita dei piedi dove la rilascio velocemente in una sorta di solletico alle estremità. È un attimo, il mio piede si solleva sbattendo successivamente contro il suolo e piccole onde d’urto cominciano a propagarsi in rapida successione fino alle gambe della straniera, voglio imprigionarla fino a quanto mi è possibile. Vediamo se qualcuno osa toccare ancora il MIO uomo…

    Distruzione:
    Sabbie mobili (Esperto) - Area di 5 metri di diametro, che si crea ai piedi del nemico, facendolo affondare lentamente fino a metà corpo.
    Ultima modifica di SimsKingdom; 15th January 2015 alle 21:51

  2. #122
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Daphne Elania Baratheon

    E’ buio e non vedo una ceppa, l’unica cosa della quale sono certa, è che la mia arma è saldamente ancorata alla mia mano, è pesante che fatica mantenerla, ma chi me l’ha fatto fare… Papà voleva farmi incantare un bello stiletto, comodo, elegante, ma soprattutto femminile… io nooooo, volevo sto coso enorme perché fa tanto figo ed ora non riesco neanche a tenerlo come si deve. “Allora? Ho detto che… Ahi…” qualcosa mi piomba addosso, direttamente nello stomaco “A… Ah e che ca… ma.. AHIA!” vengo colpita da altro, prima al braccio destro e poi direttamente in fronte


    “BASTAAAA!” urlo, mentre perdo l’equilibrio e rovino su me stessa trascinandomi non so cos’altro dietro, probabilmente un comodino, ma prima l’angolo mi si ficca dritto dritto nel fianco. Non vedo niente… in quanti sono? Sono tutti ladri? Maniaci? O semplici abusivi? Vedo una luce in lontananza… “Non seguire la luce Daphne… non seguirla al di là del tunnel”

    Ripeto a me stessa, pensando che la botta in testa sia stata più forte di quel credessi. Mi accorgo con sollievo che non sto per andare all’altro mondo, ma che è una torcia e dietro quella torcia c’è… Andreus?



    Guarda prima Efrem e poi me, sbatte il piede a terra e immediatamente sento il pavimento vibrare, diventa instabile e



    … sembra che stia cedendo, collassando su stesso o sono io che sto affondando? Non posso chiamarlo per nome, ma posso chiamarlo “PEZZO DI STERCOOOO. Lasciami andareeeeeeeee, ma che cacchio! Non solo entrate in casa mia, ma mi lanciate cose addosso e mi sfondate il pavimento! Si può sapere che volete? Non ho soldi qui, né gioielli, non ho niente!”




    Pandora-Forma dormiente

  3. #123
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli


    Keyra
    Isyl Tinnuviel



    Lo vedo annuire alle mie parole,convengo quindi che ciò che ho udito, non è stato solo uno scherzo della mia mente in cerca di riposo dopo la pesante giornata ma è tutto vero. Se pensavo di far quattro chiacchiere con Andreus per poi regalarmi un bel bagno caldo e almeno qualche ora di riposo … mi sbagliavo,per fortuna ho riposato un po’ nel pomeriggio. …

    Andreus si volta di scatto e io con lui preoccupati per quello che sta succedendo, a quanto pare l’urlo proveniva dalla camera qui accanto, la camera di Efrem …cosa che per altro mi conferma anche lui facendomi cenno dapprima di zittirmi e portandosi in una frazione di secondo accanto alla porta chiusa della mia stanza. Improvvisamente la porta della mia camera si apre di scatto facendomi sussultare, è il viso pallido di Ananya quello che incrocio oltre lo stipite:
    «Chi non l’ha sentito?» è la sua voce giungere chiara alle nostre orecchie elfiche , ci fa cenno di seguirla mentre nonostante la scarsa luminosità del luogo il mio occhio cade su un qualcosa stretto nella sua mano, un pugnale intagliato finemente, suppongo sia la sua arma, di solito solo armi incantate posseggono tale trama. Dietro di lei noto anche una seconda figura; non è la ragazza bionda in ceca di vestiti, non è Lucynda e la sua tenebrosa aura ma è la nuova arrivata,la strana creatura umanoide dalla carnagione dalla sfumatura verdognola e la chioma di un colore acceso che al momento visto la poca luce non riesco bene ad interpretare.
    Seguiamo Ananya raggiungiamo l’atrio centrale del piano vicino alla scala, la vedo guardarsi in giro con fare circospetto dirigendosi poi verso gli archi della sala mensa assieme alla nuova arrivata ( Yadirha) , nel mentre il mio stomaco emette un’imbarazzante gorgoglio,un gorgoglio di protesta chiamato fame, è da ieri sera che non tocco nulla, ma non è il momento di pensare a queste cose, più tardi se ne avrò occasione provvederò.
    Andreus intanto approfitta del momento per raggiungere la porta della stanza di Efrem, lo seguo. Poco dopo arrivano nuovamente le due ragazze ed è Ananya ad avvicinarsi per prima alla porta spingendola lentamente. Non è chiusa a chiave.
    Entro silenziosamente seguendo gli altri mentre lo spiraglio creatosi dall’apertura della porta, non è sufficiente ad illuminarne l’interno. Resto in ascolto, nessun suono nessun rumore come se l’urlo fosse stato solo uno scherzo strano e al contempo macabro, come se provenisse da un mondo parallelo e lontano amplificato però anche dall’eco del monastero ma so che non è così. Siamo in quattro qui ad averlo sentito.
    Vedo Andreus avanzare nell’ombra, i suoi pantaloni bianchi mi sono da riferimento per la sua posizione e i suoi passi, poi vedo Ananya muoversi con passo sicuro all’interno della stanza attraversandola mentre i miei occhi faticano ad abituarsi alle tenebre del posto…che ci sia già stata? Oppure che abbia qualche capacità di visione notturna? Se è così ne avevo già sentito parlare…direi che è una dote che in questi casi sa rivelarsi davvero utile.
    «Sono la padrona di casa, esci dal mio letto… adesso!» nuovamente la voce femminile di prima, il timbro è lo stesso. Da dove proviene? Sembra provenga dalla mia destra e suppongo sia la camera sentendo le sue parole.
    Ananya intanto ci sfila davanti tornando indietro rispetto a noi per recarsi nella stanza adiacente che abbiamo appena attraversato. Il corridoio scarsamente illuminato non aiuta di certo a capire cosa sta facendo , ma poi la vedo passare ancora una volta sotto la timida luce di una torcia con in mano qualcosa, un qualcosa che sembrano libri…cosa vorrà fare? Che cosa ha visto? Non usa la sua arma anzi non la stringe più tra le mani quindi vuol dire che l’ha riposta e, se non la impugna vuol dire che magari non c’è nulla da temere.
    Spinta più che altro dalla curiosità, faccio per prendere una delle torce del corridoio vicino alla porta di quella che dovrebbe essere la camera ma Andreus mi anticipa, ne prende una , mentre io dietro di lui prendo l’altra.
    Lo seguo a pochi passi di distanza entrando dopo di lui.
    Cerco di fare un po’ di luce per capire cosa sta succedendo : faccio scorrere lo sguardo sui due corpi e, dapprima vedo una donna con una maglia bianca e capelli che si confondono con il buio puntare un’arma che assomiglia ad un ascia alla nuca di Efrem…e poi Efrem sul suo letto che è praticamente nudo come mamma l’ha fatto ! Cerco di scostare il mio sguardo, sguardo che involontariamente o volontariamente ancora non comprendo; fissa la sua parte più intima. Per fortuna il mio volto non è completamente illuminato dalla torcia altrimenti vi si potrebbe leggere un palese imbarazzo anche se il panorama a tutto tondo che mi sovviene non è affatto male….in tutti i sensi.
    - Keyra, lascia da parte i tuoi pensieri lascivi, questo qui sta per essere decapitato da una tizia con l’ascia. –
    E’ la mia coscienza a parlare mentre nel mentre vedo delle cose volare in direzione della sconosciuta…
    “Allora? Ho detto che… Ahi… A… Ah e che ca… ma.. AHIA! “BASTAAAA!”
    cose che a quanto pare vanno a segno. Brava Ananya.
    Rumori di mobili che vengono urtati e cadono. Poco dopo di lei è Andreus a colpire .
    Mi volto in sua direzione, lo vedo concentrato mentre alla luce della torcia , dalle ombre che ne segnano il profilo del viso, il suo sguardo è fermo, immobile, duro come la pietra, poco dopo il suo piede si muove e il pavimento inizia a vibrare in direzione della malcapitata.
    “PEZZO DI STERCOOOO. Lasciami andareeeeeeeee, ma che cacchio! Non solo entrate in casa mia, ma mi lanciate cose addosso e mi sfondate il pavimento! Si può sapere che volete? Non ho soldi qui, né gioielli, non ho niente!”
    Le sento pronunciare un epiteto poco carino nei confronti di Andreus seguito da una domanda, domanda la quale vorrei rispondesse lei per prima….ebbene non è serata.
    Mi avvicino cauta in sua direzione stando attenta a non affondare a mia volta nel pavimento, la maglia bianca che indossa e la torcia di conseguenza, mi danno una visuale piuttosto nitida della mia vittima. Chiamo a radunata il Vento custodito dentro di me, sento il suo richiamo, la sua voglia di scatenarsi, la sua risalita in ogni cellula del mio corpo verso il mio palmo aperto, la sua voglia di libertà…candide piume fatte d’aria accarezzano dapprima il mio polso come un antico bracciale ornamentale per poi prendere consistenza nella mia mano, ecco palesarsi Menelmir, la sua sottile lama e il diamante incastonato nell'elsa… potrebbe essere un buon metodo per intimidirla e farla parlare… in fondo non sappiamo chi sia questa ragazza, anche se il modo in cui si è presentata non è di certo una buona lettera di presentazione.
    « Tu dici che siamo entrati in casa tua ma tu chi sei? Con che diritto ti reputi padrona di questo luogo? Avanti rispondi, non voglio farti male, ma basterebbe che la mia pressione su di te si facesse più forte per procurarti dolore e ritrovarti affettata nel mio prossimo spuntino …» le dico seria con fare intimidatorio abbassandomi un poco portandomi davanti a lei voltando momentaneamente le spalle ai presenti e , fissando i miei occhi viola nei suoi mentre il mio Stiletto scivola sulla sua giugolare, nell’altra mano tengo ancora ben salda la mia torcia… «… attenta a ciò che dirai e farai, il tutto potrebbe essere usato contro di te… » insisto melliflua imprimendo più durezza sull'ultima parte della frase, pronta in caso di un suo tentativo di difesa ad attivare anche il potere assopito della mia arma oppure il mio scudo . Un potere quello di Menelmir che, se usato nel giusto modo, potrebbe fare molto male...


    Menelmir ---> Arma in forma dormiente

    Ultima modifica di DELTAG; 16th January 2015 alle 21:40 Motivo: orrori di ortografia

  4. #124
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Efrem Targaryus

    Nel buio della mia camera cerco con lo sguardo di dare un volto alla donna. Almeno saprò chi avrò ucciso tra qualche minuto. Un viso tondeggiante sul quale spiccano un paio di occhi chiari o almeno è ciò che vedo al buio. Tutto ciò che spicca “leggermente” è la sua maglia bianca appena sotto la mia falce. Sento ancora la sua mano lì sopra e un ghigno mi compare sul volto. 10… 9… 8… 7… la donna non risponde ma si limita a sollevare la mano come disgustata dalla “sorpresa”, stringo ancora di più la presa sulla falce 6… 5… 4… ancora nulla, silenzio, un silenzio assurdo. Possibile che sia così stupida da voler morire così? Su questo letto? Su di me? Carico il colpo mandando indietro la falce, non avvertirà più la sua lama fredda che le sfiora la gola 3… 2… 1… «Au Revoir…» le sussurro e con uno scatto il mio polso si muove nuovamente in avanti colpendo… l’aria. Rimango sbigottito non avvertendo più il peso della donna sul letto, al suo posto una piccola folata di vento freddo mi investe come a rimarcare la sua assenza «Sono la padrona di casa, esci dal mio letto… adesso!» sento il freddo di una lama puntare verso la mia nuca, tremola come per l’eccessivo peso o per… timore? Ripenso alle sue parole “padrona di casa”. Impossibile. Io e Andreus abbiamos coperto questo luogo qualche settimana fa, durante una nostra ricognizione. Non c’era anima viva. Che si sia insediata dopo? D’un tratto la sconosciuta riprende a dar fiato alle trombe colta improvvisamente da qualche probabile oggetto volante «Allora? Ho detto che… Ahi… A… Ah e che ca… ma.. AHIA! BASTAAAA!» rido abbassando la falce quando la luce di un paio di torce fa capolino dalla porta della camera, sotto di esse i visi di Andreus e della sua amica che, insieme, puntano prima la sconosciuta e poi… diamine. Sposto il lenzuolo coprendomi le gambe, troppi occhi hanno già visto oggi. La prossima volta chiudo davvero la porta a chiave. Il ragazzo è quello che agisce immediatamente, in un attimo lo vedo sbattere il piede per terra creando delle piccole onde che si propagano verso le gambe della tizia che, lentamente affonda nel terreno trascinandosi nella caduta anche il comodino e tutto ciò che vi è al di sopra. «PEZZO DI STERCOOOO. Lasciami andareeeeeeeee, ma che cacchio! Non solo entrate in casa mia, ma mi lanciate cose addosso e mi sfondate il pavimento! Si può sapere che volete? Non ho soldi qui, né gioielli, non ho niente!» ma quanto fiato ha? È inumano credere che una persona possa urlare così forte e in quel modo.
    A zittirla è la voce dell’amica di Andreus che evoca la sua arma e si avvicina alla ragazza «Tu dici che siamo entrati in casa tua ma tu chi sei? Con che diritto ti reputi padrona di questo luogo? Avanti rispondi, non voglio farti male, ma basterebbe che la mia pressione su di te si facesse più forte per procurarti dolore e ritrovarti affettata nel mio prossimo spuntino… attenta a ciò che dirai e farai, il tutto potrebbe essere usato contro di te…» la vedo abbassarsi e puntare l’arma alla gola dell’altra mentre con la torcia ne illumina meglio il volto. Un viso familiare, conosciuto. Dove l’ho già vista? La cicatrice sull’occhio è ciò che mi attrae maggiormente, so di averla già vista ma non ricordo esattamente dove. Mi annodo il lenzuolo alla vita così come ho fatto nel mio sogno e un brivido freddo mi percorre la schiena a quel pensiero, con la coda dell’occhio guardo Andreus, fermo, impassibile ma… vivo. Mi rilasso abbandonando quell’inquietudine di poco fa e mi abbasso a mia volta verso la ragazza «credo tu sia arrivata tardi, come vedi questa è casa nostra al momento. Se vuoi restare, sei ben accetta nel gruppo, altrimenti sei liberissima di andartene!» ovviamente, chiunque essa sia, se vorrà scappare, dubito che uscirà da questo luogo… con le sue gambe. Bene, ci sarà da divertirsi…

    Destroyer of Eden ---> Forma dormiente

  5. #125
    sim dio L'avatar di Akuiyumi
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli


    Ananya Nitya Kalpana

    Il mio tiro al bersaglio improvvisato ha l’effetto sperato: rendere innocua la donna davanti a me senza ucciderla. Gli occhi cominciano a darmi fastidio e a bruciarmi, le palpebre mi fanno male, segno che sono al limite e non riesco a mantenere ulteriormente la vista potenziata. Faccio un respiro profondo, rilassando gli occhi e massaggiandomeli delicatamente. Quando li riapro, la mia vista torna normale: sento l’energia che prima era convogliata nelle pupille diradarsi, donandomi una sensazione di leggerezza, come se mi fossi appena tolta un grosso peso dalle spalle.
    Neanche a farlo apposta, Andreus e Keyra mi hanno seguito portandosi dietro una torcia, quindi per fortuna il mio potere non serve più.



    Andreus poi punta un piede sul pavimento e questo.. comincia a muoversi! Delle onde d’urto si dirigono verso la sconosciuta, facendola sprofondare nel pavimento stesso.

    Comodo!
    «PEZZO DI STERCOOOO. Lasciami andareeeeeeeee, ma che cacchio! Non solo entrate in casa mia, ma mi lanciate cose addosso e mi sfondate il pavimento! Si può sapere che volete? Non ho soldi qui, né gioielli, non ho niente!»
    E’ la seconda volta che dice che questa è casa sua… sembra davvero non sapere chi siamo, o perché siamo qui. Non sembra proprio una spia, però chissà da che parte sta. Anche Keyra si fa avanti, puntandole un pugnale alla gola e minacciandola a sua volta.
    Poi è il turno di Efrem di parlare «Credo tu sia arrivata tardi, come vedi questa è casa nostra al momento. Se vuoi restare, sei ben accetta nel gruppo, altrimenti sei liberissima di andartene!»
    Rimango ad osservare in silenzio dietro il muro. La tipa forse ancora non mi ha visto, e se tenterà di fare qualunque cosa è sempre bene avere in serbo qualche sorpresa.
    Mi appoggio alla parete e sbadiglio. Dannazione, la scurovisione deve avermi affaticata parecchio… Oppure forse è già mattina. Odio la mattina. Se così fosse, potrei quasi pensare di andare a farmi un pisolino..



    No! Non è questo il momento! Concentrati Ananya, rimani sveglia!
    Almeno fin quando riesci.


    Ultima modifica di Akuiyumi; 27th January 2015 alle 22:39


    myMind | myHands | myLegacy | myCrazyLegacy

  6. #126
    sim dio L'avatar di XxRosy_99xX
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli


    Lucynda Mellow

    «Che ore sono?»

    Bofonchio, come se stessi proferendo verbo all'interlocutore inesistente, senza staccare lo sguardo dal fantoccio ormai danneggiato dalle mie folgori che lo avvolgono in una sorta di abbraccio pungente.
    Comincio ad avvertire i primi segni di stanchezza, la vista inizia ad appesantirsi sempre di più con tutte queste torce che illuminano la stanza, probabilmente siamo nel cuore della notte, considerando che non abbiamo toccato cibo da ieri sera...credo che farò una sosta, con la scusa di rifugiarmi nel cimitero del monastero; l'atmosfera cupa e tenebrosa mi sarà utile per saziare l'energia delle mie membra e chissà, magari essa contribuisce ad un leggero potenziamento delle abilità legate alla mia razza. E se invece realizzassi che la luna facesse posto al bagliore dei raggi solari? Beh, in un modo o nell'altro ci farò una capatina, è da ben due giorni che i miei polmoni non fanno altro che inspirare questo cazzo di odore di muffa, polvere e rinchiuso!
    Improvvisamente i miei sensi percepiscono delle voci, un'emissione di strilli che si fanno strada riverberando per le pareti del rifugio...pff, che succede ora? Non si può avere un attimo di tregua qui dentro!
    Tra uno sbuffo e l'altro esco dall'armeria, puntando la direzione dei miei seguenti passi sulle scale, le supero con la massima cautela e mi ritrovo così nel quarto ed ultimo piano del monastero...



    ...Ho intenzione di assistere allo "spettacolo" senza dare nell'occhio, non sono ancora pronta di affrontare un nuovo estraneo di persona, per oggi ne ho avuto fin sopra la testa.

    - Sento le loro voci...da questa parte... -
    penso avvicinandomi all'arco d'ingresso alla mia destra, per poi proseguire nel corridoio successivo, assicurandomi che nessuno ci sia nei dintorni che si accorga della mia presenza.



    Aderisco la schiena sulla parete accanto alla porta legnacea, afferro con la mano sinistra la manopola metallica e la tiro lentamente. Faccio capolino, sporgendo di poco la testa e ruotandola qua e là per analizzare la nuova sala in cui sono sbucata: libri sparsi ovunque, sedie accasciate, spazi mancanti negli scaffali...mmh, questa storia puzza di bruciato.

    «
    Attenta a ciò che dirai e farai, il tutto potrebbe essere usato contro di te…»


    Distolgo il capo da tutto questo disordine e lo punto sulle pareti da cui provengono le onde sonore...Keyra? Mi sembra che sia la voce sua, la quale amplificamente non è del tutto alta, probabilmente si troverà nella stanza accanto assieme agli altri...
    Mi accosto al muro davanti a me e sporgo l'orecchio, giusto per sentirci più chiaro.



    «PEZZO DI STERCOOOO. Lasciami andareeeeeeeee, ma che cacchio! Non solo entrate in casa mia, ma mi lanciate cose addosso e mi sfondate il pavimento! Si può sapere che volete? Non ho soldi qui, né gioielli, non ho niente!»
    «Credo tu sia arrivata tardi, come vedi questa è casa nostra al momento. Se vuoi restare, sei ben accetta nel gruppo, altrimenti sei liberissima di andartene!»

    Beh, si direbbe che dall'altra parte stia accadendo un diverbio tra Efrem ed una malcapitata che si crede di essere la padrona del rifugio, ma se c'è una cosa che non mi torna è perchè non si sia presentata all'inizio, da quando io ed il resto della fazione siamo rinchiusi in queste quattro mura.
    Soffoco una risata involontaria, ma mi trattengo: non devo farmi beccare.

    La stanchezza è sempre più vicina, ma non è il momento di cedere nel sonno, sono ancora intenzionata ad origliare, comincio a prenderci gusto. Strofino le palpebre, dopodicché sporgo nuovamente l'orecchio sul muro ed attendo i prossimi dialoghi da raccogliere e depositare nella memoria. Se percepisco in vicinanza dei passi che potrebbero essere diretti qui, allora cercherò un nascondiglio: il tavolo, o se proprio è necessario, mi affiderò alla destrezza nel lanciarmi verso la porta per poi raggiungere il cimitero del monastero...



    *Azione di Lucy che origlia concordata con Eclisse84.

    Ultima modifica di XxRosy_99xX; 26th February 2015 alle 19:23 Motivo: Aggiunta una foto.


  7. #127
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Daphne Elania Baratheon

    Quante volte ho sognato di risvegliarmi accanto a lui, di aprire gli occhi ed osservare quel viso ed il suo sguardo su di me, noi due avvolti in un groviglio di lenzuola, le mani intrecciate e stretti in un abbraccio di gambe, io a sorridergli e lui ad accarezzarmi la guancia… e poi… quante volte ho sognato di aprirlo in due, di trapassarlo con Pandora, di strappargli il cuore dal petto e masticarlo per poi sputarglielo addosso, mentre i suoi occhi si spegono, svuotandosi da quell’anima putrida e viscida che abita il suo corpo ormai mutilato. Pensieri… solo pensieri, purtroppo! Non so se sarei capace realmente di affondare la lama nella sua carne, ma nulla mi vieta di provarci, peccato mi abbiano interrotta sul più bello. Ora mi ritrovo con mezzo corpo imprigionato nel pavimento, come se questo si fosse tramutato in sabbia, sono libera dall’altezza del seno in su, con le braccia mezze sollevate, a mantener fuori anche la mia arma, per il timore di non poter muovere neanche quelle. C’era troppa rabbia negli occhi di Andreus, conosco quel modo di guardare gli altri… o meglio… qualcuno di specifico, è lo stesso sguardo che avevo osservando quel ratto di fogna di Lumen. Le torce illuminano la stanza, Efrem si è coperto con il lenzuolo… era quasi ora, anche se è abituato a mostrare il pendolo a chiunque, tk!



    Una donna si avvicina a me, posso vedere i suoi occhi viola trapassare i miei, mi propina frasi che non intimorirebbero neanche un bambino e poi… quello che dico potrebbe essere usato contro di me.. oh oh “Non sapevo di essere in sede di Giudizio, devo giurare di dire tutta la verità, nient'altro che la verità?” le rispondo sarcastica.



    Quel cosetto che mi punta contro dovrebbe farmi paura? Potrei scoppiare a ridere, ma mi limito a spostare leggermente la testa di lato ed a sorriderle. Efrem poi si improvvisa un padrone di casa ospitale, sono la ben accetta… IN CASA MIA! Il concetto di proprietà non è ben chiaro vedo. “Scommetto che non hai dato neanche uno sguardo nei cassetti bell’addormentato! Quello…”



    indico il mobile al lato “E’ pieno di miei indumenti, o pensavi di spacciarli per tuoi mh? Scommetto che il merletto ti dona signorinella! E tu…” mi rivolgo a questa qua che mi punta con uno spiedino “.. ti consiglio di parlar meno quando vuoi intimorire qualcuno, potrebbero colpirti ed ucciderti mentre sei ancora al prologo delle tue minacce” Non sono tipo da sottomettermi tanto facilmente, non m’importa chi ho avanti, tanto che può succedermi? Morire? E’ come se lo fossi già in un certo senso, quindi non ho nulla da perdere. “Mi ci pulisco le unghie con quello”



    Un’idea mi balza alla mente: distrarla e poi colpirla. Allungo la mano libera dall’arma verso il suo polso come se volessi afferrarlo e tirarlo verso di me. Potrebbe reagire in diversi modi:
    Portare il busto in dietro per allontanarsi istintivamente
    Portare il busto in avanti per approfittare nella sua posizione ed affondare il colpo
    Oppure qualche azione sconnessa e senza senso
    Ma… in ogni caso dovrà avere una reazione… reazione che la distrarrà da ciò che avverrà alle sue spalle, infatti appena reagirà al mio volerle afferrare il polso, mi materializzerò alle sue spalle, per poi calciarla in direzione del pozzo.



    Se tutto andrà come penso, affonderà a faccia in giù in quella prigione di terra creata dal suo amico per me. E’ difficile che possa prevedere una mia reazione del genere, Efrem stesso non l’ha previsto pochi minuti fa ed eravamo soli in camera, quindi lei non può sapere cosa sono in grado di fare, a meno che non abbia il dono della preveggenza e gli occhi dietro la testa.


    Teletrasporto del proprio corpo
    Allievo - nel raggio di 2 metri
    Pandora- arma in forma dormiente

  8. #128
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Yadirha BlackSnow

    Da dentro alla stanza buia si sentono degli strani rumori come di qualcosa di pensante che cade, infatti si sente una donna urlare <<Allora? Ho detto che… Ahi>><<A… Ah e che ca… ma.. AHIA!>><<BASTAAAA!>> Dopo quest'ultimo urlo si sente un forte rumore e poi quiete, fino a che i due elfi non sono corsi a prendere una torcia, noto lo sguardo del ragazzo dai capelli blu farsi omicida subito dopo aver guardato all'interno della stanza invece la donna arrosisce di colpo e non posso fare a meno di chiedermi a cosa sia dovuta quelle reazioni, così mi avvicino per capire meglio la situazione. La nuova arrivata si trova accanto al letto di Efrem e gli punta la sua enorme arma alla nuca, arrissisco anche io non appena mi rendo conto della sua nudità. L'uomo dai capelli blu batte per terra il piede da dove partono delle piccole punte di terra che corrono veloci verso la straniera intrappolandola nel terrono fin sotto al seno, ovviamente la donna si lamenta, tanto forso troppo per i miei gusti.<<PEZZO DI STERCOOOO. Lasciami andareeeeeeeee, ma che cacchio! Non solo entrate in casa mia, ma mi lanciate cose addosso e mi sfondate il pavimento! Si può sapere che volete? Non ho soldi qui, né gioielli, non ho niente!>>Ancora quella donna l'ha detto di nuovo, ma davvero in questo luogo ci abitava qualcuno? Mah qui la cosa mi puzza...
    L'elfa dai capelli rossi con cautela le si avvicina mentre evoca la sua arma al solo scopo di intimidirla per poi chiederle« Tu dici che siamo entrati in casa tua ma tu chi sei? Con che diritto ti reputi padrona di questo luogo? Avanti rispondi, non voglio farti male, ma basterebbe che la mia pressione su di te si facesse più forte per procurarti dolore e ritrovarti affettata nel mio prossimo spuntino …» «… attenta a ciò che dirai e farai, il tutto potrebbe essere usato contro di te… »Be devo dire che per una volta mi trovo daccordo col la rossa.<<Non sapevo di essere in sede di Giudizio, devo giurare di dire tutta la verità, nient'altro che la verità?>> Finamente Efrem prende la parola, ovviamente dopo essersi coperto.«credo tu sia arrivata tardi, come vedi questa è casa nostra al momento. Se vuoi restare, sei ben accetta nel gruppo, altrimenti sei liberissima di andartene!» l'estranea ha subito la risposta pronta, tanto per cabiare...<<Scommetto che non hai dato neanche uno sguardo nei cassetti bell’addormentato! Quello…>>indicando il mobile al lato <<E’ pieno di miei indumenti, o pensavi di spacciarli per tuoi mh? Scommetto che il merletto ti dona signorinella! E tu… ti consiglio di parlar meno quando vuoi intimorire qualcuno, potrebbero colpirti ed ucciderti mentre sei ancora al prologo delle tue minacce>> E poi ancora<<Mi ci pulisco le unghie con quello>> Ad un certo punto la donna scopare per poi riapparire dietro alla rossa, non so cosa abbia in mente ma non mi importa.Sembra essere molto sicura di se la signorina, ma ora basta il teatrino è durato fin troppo...rivolendomi alll'estranea
    << tu ragazzina magari una volta eri la propietaria di questo posto ma ora questa è la sede dei ribelli e se non vuoi diventare una parte integrande del cimitero qui sopra ti conviene spiegarci chi sei e soprattutto perchè sei venuta qui?>>
    Dico tutto d'un fiato mentre faccio sparire la mia arma << Non è certo la prima volta che uccido qualcuno, tu sarai soltanto un nuovo nome da aggiungere sulla mia lista>> Dico queste parole in un sussurro cercando di infonderle tutto il mio istinto omicida verso l'intrusa.



    Aura di tenebra
    Infonde paura: Il cuore palpita più velocemente, si ha un profondo fastidio e soggezione.

    Ultima modifica di niobe cremisi; 30th January 2015 alle 17:51 Motivo: i soliti pasticci
    Il mio spazio ricordi --> Crimson Dream
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    Crimson Door
    e Crimson Store



  9. #129
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli


    Ananya Nitya Kalpana

    «Scommetto che non hai dato neanche uno sguardo nei cassetti bell’addormentato! Quello è pieno di miei indumenti, o pensavi di spacciarli per tuoi mh? Scommetto che il merletto ti dona signorinella!» trattengo a stento una risata mentre mi immagino la scena di un Efrem che esibisce fiero dei vestiti palesemente femminili «E tu, ti consiglio di parlar meno quando vuoi intimorire qualcuno, potrebbero colpirti ed ucciderti mentre sei ancora al prologo delle tue minacce. Mi ci pulisco le unghie con quello»
    Sto ancora ridacchiando quando la vedo scomparire e rimaterializzarsi alle spalle di Keyra.



    Se dice tanto che questa è casa sua (e quindi la conosce bene) e riesce a teletrasportarsi come faccio io, potrebbe essere difficile catturarla.
    Anche se in effetti non sembra voler fuggire.

    E va bene, stare qui nascosti si sta rivelando improduttivo e, soprattutto, noioso. Gli sbadigli si stanno moltiplicando e fatico a tenere gli occhi aperti. In più, siamo in una situazione che non va né avanti né indietro, e la cosa comincia ad irritarmi. Prima chiariamo questa storia, prima posso andarmene a dormire.

    Prendo il pugnale che avevo infilato nel fianco degli stivali ed esco allo scoperto. Mi avvicino al gruppo con l’espressione più minacciosa che riesco a fare. Ok, invece che minacciosa, forse assomiglio di più a una persona estremamente scocciata.

    Yadirha prende la parola precedendo qualunque mia azione.



    «Tu ragazzina magari una volta eri la proprietaria di questo posto, ma ora questa è la sede dei ribelli e se non vuoi diventare una parte integrante del cimitero qui sopra ti conviene spiegarci chi sei e soprattutto perché sei venuta qui. Non è certo la prima volta che uccido qualcuno, tu sarai soltanto un nuovo nome da aggiungere sulla mia lista» Sussurra l’ultima frase in un modo veramente poco rassicurante. Non so cosa le stia facendo, forse sta usando un qualche potere particolare, però di certo non vorrei essere in lei.



    «Una lama fa molto più male di un libro in faccia...» dico distrattamente, pensando a voce alta, controllando che il pugnale sia affilato.


    Ultima modifica di Akuiyumi; 27th January 2015 alle 22:42


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  10. #130
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli


    Keyra
    Isyl Tinnuviel



    La mia mano che impugna Menelmir è ferma sulla gola di questa sconosciuta ragazza.

    Con la coda dell’occhio noto qualche movimento a lato e, un qualcosa che si muove creando un leggero spostamento d’aria, è Efrem che si è alzato dal letto e si è annodato qualcosa in vita, il lenzuolo…aimè…peccato .
    Si rivolge quindi alla ragazza mentre io non distolgo l’attenzione sulla scena.
    «credo tu sia arrivata tardi, come vedi questa è casa nostra al momento. Se vuoi restare, sei ben accetta nel gruppo, altrimenti sei liberissima di andartene!» il suo tono sembra incredibilmente caldo e ospitale rispetto alla sua burbera figura alla quale l’avevo associato. Devo dire che questa sua strana accondiscendenza mi spiazza, in netto contrasto con il suo animo battagliero e combattivo. Io sono strana ma anche Efrem non credo sia da meno, chissà come riesce Andreus a capirlo, me lo farò spiegare se ne avrò occasione.
    I miei occhi sono ancora fissi sulla sconosciuta quando la sua voce prorompe nell’aria:
    « Non sapevo di essere in sede di Giudizio, devo giurare di dire tutta la verità, nient'altro che la verità? »
    Dice scostando la testa di lato sorridendomi. Falsa!
    Un sorriso più falso non lo potevi fare peggio, bella mia.
    Sembra il ghigno di mio padre…
    Poi si rivolge ad Efrem accovacciato poco distante da me:
    «Scommetto che non hai dato neanche uno sguardo nei cassetti bell’addormentato! Quello… »indica qualcosa ma non mi volto non voglio rischiare di farmi distrarre dai suoi movimenti «…è pieno dei miei indumenti, o pensavi di spacciarli per tuoi mh? Scommetto che il merletto ti dona signorinella! »
    Oh già…ecco di chi erano probabilmente le mutande in merletto nel corridoio. Avrei dovuto raccoglierle invece che lasciarle la dov’erano, avrei potuto ficcagliele in bocca per zittire questa sua insolenza. Anche se effettivamente anche io ho fatto un pensiero simile…ma almeno ho avuto la decenza di tenermelo per me. Nuovamente rivolge a me la sua attenzione.
    «E tu….. ti consiglio di parlar meno quando vuoi intimorire qualcuno, potrebbero colpirti ed ucciderti mentre sei ancora al prologo delle tue minacce »
    «Se avessi voluto ucciderti avrei attivato subito il potere della mia arma e affondato il colpo…» Le sussurro piano con voce ferma ma non sono certa che abbia sentito le mie parole, troppo impegnata a dar briglia sciolta alla lingua.
    «Mi ci pulisco le unghie con quello» continua mentre noto la sua mano libera dall’arma allungarsi verso il mio polso che tiene l’arma cogliendomi non troppo di sorpresa, per riflessosposto leggermente il polso di lato alla posizione originaria per allontanarlo dalla sua mano.
    - se proprio vuoi …- penso mentre assecondo il suo desiderio di presa.
    Il mio intento non era quello di ucciderla colpendola alla gola; ma sul ferirla potrei farci un pensierino e non guasterebbe.

    Porto il busto in avanti per poter approfittare della mia posizione per poterla colpire, il mio obbiettivo sarà la spalla in corrispondenza del braccio che tiene la sua arma, cercherò di colpire il muscolo …affondo il mio colpo mentre la sottile ed affilata lama di Menelmir riluce alla tremule fiamma della torcia…
    Improvvisamente accade l’imprevedibile.
    La figura della ragazza che prima era davanti a me, e ne sono certa, sbiadisce , diviene evanescente fino a scomparire mentre la lama del mio stiletto cozza contro una pietra della fredda parete della stanza.
    Diamine! Dov’è andata? La risposta arriva da se.
    Da dietro avverto un colpo alla schiena datomi con la grazia di un mulo da soma, colpo che mi fa vacillare in avanti facendomi sbilanciare, richiamo quindi la mia arma, non vorrei inavvertitamente tagliarmi con la sua lama qualora dovesse sfuggirmi la presa durante la probabile caduta.
    Vedo lo spacco creato da Andreus sempre più vicino , porto quindi la mano libera dalla torcia in avanti per cercare di proteggermi un po’ dalla caduta portando però indietro la mano sinistra che impugna la torcia cercando di evitare che questa cada a sua volta nel cratere e mi scotti di conseguenza.
    Ciò che vedranno gli altri credo sarà la mia figura sparire a faccia in giù per metà nella spaccatura, con un braccio fuori e il mio lato B messo in bella mostra davanti agli occhi di tutti. Che imbarazzo!
    Se mi vedessero mia madre e la mia tutrice, chissà cosa direbbero!
    Nel mentre chiudo gli occhi proteggendomi il viso…
    Fuori dal cratere non so cosa stia succedendo, ma ciò che riesco a sentire è una voce che non ho ancora imparato ad associare e poi la voce di Ananya, entrambe mi giungono ovattate:
    «Tu ragazzina magari una volta eri la proprietaria di questo posto, ma ora questa è la sede dei ribelli e se non vuoi diventare una parte integrante del cimitero qui sopra ti conviene spiegarci chi sei e soprattutto perché sei venuta qui. Non è certo la prima volta che uccido qualcuno, tu sarai soltanto un nuovo nome da aggiungere sulla mia lista»
    «Una lama fa molto più male di un libro in faccia...»
    Sono avvolta dalle tenebre, non vedo nulla e mi sento terribilmente oppressa, come se le ombre si divertissero a danzare sulla mia anima quasi come se mi mancasse l’aria…ancora una volta…
    Ultima modifica di DELTAG; 20th January 2015 alle 19:46

 

 
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