Markus Obelyn
<<E ti preoccupi della gente? Ti facevo meno stupido>>.
Deglutisco un groppone di saliva e guardo Shayla un po’ perplesso.
<<Beh, quando quella gente è un cliente… Devi preoccupartene>>, biascico appena come spiegazione, fissandole gli occhi, poi rimango in silenzio mentre legge una riga del foglio di Efrem. <<Sapevi queste cose? No vero? Quindi ti sei risposto da solo>>. Devo imparare per sopravvivere, l’ho capito, non c’è bisogno di ripetermelo ma… Non posso farlo con la mano destra come mi hanno insegnato? <<Non so che rapporto hai... O avevi... Con tuo padre, ma sono certa che preferirebbe vedere un figlio mancino ma vivo, piuttosto che un destrorso sotterrato nel giardino di casa>>.
Un sorriso amaro, sofferente, prende il posto del ghigno che le mostravo fino a poco fa. Ad avercela ancora una casa, un padre o un giardino colmo di biancospini e rose nere: non mi resta più nulla se non le ceneri del mio passato… <<Mh, per questo posso darti una mano>>, così dicendo mi prende la mano sinistra e nonostante il senso di colpa che sto provando per dovermi rimangiare una promessa fatta a mio padre mi concentro sulla lezione, cercando di applicarmi e di scrivere. Lentamente, grazie a Shayla, scrivo una seconda volta il mio cognome senza sbafare troppo l’inchiostro e soprattutto riportandolo su carta in maniera più leggibile. <<Sei brava…>>, mi complimento con lei, in modo sincero, sia per la pazienza, sia per la disponibilità, e poi ripetendo a voce alta <<Shayla>> cerco di scriverlo. Dopo qualche attimo di titubanza segno un SAYLA, poco convinto. <<Ci manca qualcosa…>>, sentenzio.
Eppure le vocali stavolta sono sicuro che siano quelle. <<Mi aiuti?>>, le chiedo infine perplesso, scuotendo la testa...
Non capisco proprio qual'è l'errore...