
Originariamente Scritto da
Maru1e1a
Raggiungo velocemente la mia stanza a passi felpati: la Torre è silenziosa e l'ora tarda, qualsiasi rumore potrebbe essere udito e risultare sospetto.
Entro nella stanza lasciando la porta aperta, infatti il tempo di prendere il sacco con tutto il materiale e sono già fuori dalla camera, muovendo i miei passi verso il portale magico.
Trattengo il fiato guardandomi attorno, nessuno è nei paraggi per cui mi fiondo velocemente al Glados, figurando nella mia mente la valle di Omashu.
L'anatema, animato dall'antico sortilegio, pare dimenarsi sul mio petto, ma non riesce ad impedirmi il passaggio grazie al permesso della principessa, che ho ottenuto con un inganno.
Lei sa che mi dirigo ad Omashu, ma non c'è nulla per il quale qualcuno penserebbe di preoccuparsi.
Attraverso il portale mentre il cuore batte furiosamente, è un'attimo prima che la fastidiosa luce bianca lasci il posto al manto di stelle che ricopre la vallata.
Rabbrividisco per il freddo....o forse non è il freddo.
Scuoto il capo, risolvendo di guardarmi intorno: quello scansafatica non è ancora arrivato, fantastico! Di che mi stupisco, persino la Morte sarà stata sorpresa d'avere il mio nome sulla sua lurida lista, stanotte!
Cammino silenziosa fino all'imboccatura della caverna, osservandola con timore reverenziale.
Uscire da qui fu solo un'impresa difficile, e se fossi stata sola, ora probabilmente di me non sarebbe nulla.
Chiudo gli occhi lentamente, cercando d'ispirare e calmarmi, ma ottengo solo di stringere il pugno della mano sinistra, che è libera dalla presa del sacco: ricordi e paure si miscelano alla consapevolezza di quello che sto per fare, io che ho sempre fuggito a questo destino, crudele ironia, oggi l'ho richiesto.
Dei passi mi fanno sobbalzare, ma per fortuna il chiarore lunare rivela il volto di Efrem prima che io possa richiamare la mia arma: lo osservo di sottecchi, incapace di ricambiare il suo sguardo.
Da quanto tempo era nascosto li?
<<Non accendere fuochi.>> dico con voce strozzata: sto tremando come una foglia.
<<Cammineremo al buio, è il primo passo per sopravvivere qui dentro.>>
Cerco di darmi un contegno, voltando il viso dal pavimento roccioso all'ingresso buio: questo luogo poteva essere la mia tomba già tanto tempo fa...forse hanno tutti ragione, ho davvero perso le rotelle.
<<Attaccati al mio sacco con le mani, li dentro non vedrai più lontano del tuo naso, quindi non staccarti e seguimi. Ti consiglio di memorizzare il cammino, probabilmente dovrai tornartene da solo. Se senti qualche sorta di...rumore....ignora tutto e fidati di me. Voglio uscirne vi-....>> faccio un pesante sospiro, stringendo l'appiglio del sacco.
<<Ti spiegherò tutto dentro.>> espiro d'un fiato incamminandomi, quando sono sicura d'averlo alle spalle.
Camminiamo per cunicoli oscuri per diverso tempo, la memoria mi dice dove e quando girare, seguendo un perimetro di cui ho percezione tramite la mano poggiata sul muro. Spesso incrociamo aliti di vento gelido, sento distintamente voci gutturali e sinistre chiamare il mio nome, mani fredde che mi strisciano sotto i lembi della veste, rumori di passi e pianti disperati, singhiozzi che paiono provenire a persone nelle mie immediate vicinanze.
Continuo ad ignorare ogni cosa, so che finchè non vedo i demoni, lasciar perdere queste manifestazioni di dolore è un gioco da ragazzi, ma è Efrem che mi preoccupa, spero non sia così flaccido da farsi fregare dalle illusioni.
Quando so di essere arrivata nel luogo giusto, mi fermo lentamente:
<<Ci vorrà qualche minuto, non muoverti.>> bisbiglio ad Efrem, alle mie spalle.
Passano interminabili minuti, possibilmente più terrificanti di quelli passati nei precedenti cunicoli, data la totale assenza di rumori.
Improvvisamente, dal soffitto, una debole luce da forma all'enorme cava circolare sotterranea dove ci siamo fermati.
Alzo gli occhi, osservando i minerali brillare uno ad uno in sequenza, continuando il cammino di luminarie anche fuori dalla sala, per tutti i cunicoli della caverna.
<<E' fatta...almeno la prima parte.>> dico tirando su col naso, ponendomi al centro dell'area vuota.
Comincio a tirar fuori tutto l'occorrente per il rituale, se Efrem mi chiederà cosa è successo, gli risponderò:
<<Qui è dove il nobile di Omashu arrivava per far illuminare la caverna, e poter raggiungere dall'altra parte l'amata. Se fossimo entrati con fuochi accesi o usando la scurovisione, come tentano di fare tutti, saremmo morti per via delle visioni che ci avrebbero fatto impazzire. Io l'ho visto, credimi...finchè non capita a te, è divertente.>> risolvo con un'alzata di spalle, tirando fuori la pergamena che ho scritto per lui.
Non c'è altro modo per sopravvivere qui, se non arrivare in questa stanza al buio totale, andando a memoria.
<<Io dispongo il rituale, tu....studia. Dovrai eseguire questi passaggi, o....bhe, al peggio sarai quello che ha ammazzato la Strega dell'Ovest!>> dico con un sorriso sghembo passandogli il foglio, senza però nessuna traccia di divertimento. La verità è che vorrei scappare.
No...non posso farlo. E allora? Piango? Me la faccio sotto?
Le mani mi tremano mentre intingo le dita nel vaso in cui è contenuto il sangue incantato di Chimera. Devo disegnare con esso il cerchio magico, poi disporre tutto il resto.
Metterò candele ottenute con lo scioglimento dei corpi dei monaci del tempio del Sud, cospargerò il cerchio con piume di corvi malati di ovecchia, fumi di frattaglie bruciate, poi...poi....gli elementi si susseguono uno dopo l'altro, ognuno trova la propria posizione attraverso le mie mani, il contenitore della pozione con il fulmine ancora chiuso di fronte a me: quello è l'ultimo che va aperto.
Ci avrò impiegato si e no un'ora per svolgere il tutto, per cui mi pongo a gambe incrociate al centro del cerchio, il pugnale che ho personalmente appena maledetto è a terra, al mio fianco: non sarò io a doverlo usare. Chiudo gli occhi e prego Raiden.
Ho già predisposto il sacrificio in Suo onore, questo è praticamente un banchetto per il mio Signore, che si cibi della mia anima, se qualcosa dovesse andare storto e....e......morrò.
Non sono una codarda, ammetto tranquillamente il terrore che sto provando, non c'è vergogna in questo....non c'è.
Quando Efrem sarà pronto, dovrò solo aprire la pozione col fumine: le scariche dovrebbero avvolgere il mio anatema. Ciò non basterà ovviamente nemmeno a scalfirlo, ma sarà a quel punto esposto al rituale....mi sdraierò e attenderò.
Che sia la morte o la mia nuova vita....sarà il mio Destino. Sarà il volere del mio Dio.