Cinque anni prima, I Mese delle Rose
"
Dimmi, ti sembra di essere in un monastero?" dissi alla nuova arrivata, Pauline, che ancora si mostrava timida ed impacciata nella grande sala del bordello di Capo Tempesta. "
Guardami, ti sembro vestita da monaca? No? E allora smetti di coprirti o farai passare la voglia a tutti i clienti" la rimproverai ancora, mentre lei mi guardava in silenzio annuendo remissiva. Sebbene i vestiti che le erano stati forniti fossero decisamente adatti al mestiere, trovava sempre il modo di coprirsi, perdendo in questo modo l'interesse dei clienti. Le andai vicino sganciandole la spilla con cui aveva unito il tessuto davanti al seno, gettandola poi con poca attenzione in un vaso poco distante "
ora muoviti, vai vicino a quei ricconi davanti l'ingresso".
La osservai mentre si allontanava, era graziosa, forme al punto giusto, capelli rossi esattamente come i miei, sedere alto e sodo. Sarebbe durata poco, ne ero certa, questo posto e questo mestiere non erano per lei, ma Aiden me l'aveva affidata col compito di istruirla, vedeva in lei un grosso potenziale che io ancora non riuscivo a cogliere.
Quando vidi il sessantenne all'ingresso poggiarle una mano sul sedere e trascinarla verso il divanetto in pelle mi voltai diretta verso le stanze private, dove sapevo di trovare Aiden con suo cugino Petyr, per informarlo che sarebbero presto arrivati i clienti che aspettava. La porta era socchiusa quindi non appena mi avvicinai iniziai a sentire il loro discorso pur senza volerlo, non ero solita intromettermi negli affari altrui, ero famosa anche per la mia discrezione, ma qualcosa in quel discorso mi mise subito allerta e così rimasi nascosta ad ascoltare. "
Sai Petyr" disse Aiden, avvicinandosi al tavolino ed iniziando a versare del vino in un paio di calici "
le informazioni danno potere, ed il potere è ciò che muove ogni nostra azione. Ma quando ti accorgi che qualcosa ti sta sfuggendo di mano devi avere la prontezza ed il sangue freddo di intervenire in tempo" si avvicinò al cugino porgendogli il calice, prima di prendere il suo "
ma quella donna ti è sempre stata utile, il suo lavoro ci è stato indispensabile" ribatté l'altro, e parola dopo parola ebbi la sempre più chiara sensazione che stessero parlando di me.
"
Nessuno è indispensabile Petyr, ricordalo sempre" lo rimproverò Aiden, e vidi subito l'altro chinare il capo con rispetto "
ciò che è successo ieri deve restare tra queste mura" spiegò soltanto, brevemente, prima di bere tutto il vino del suo calice. Il giorno prima un uomo che ostacolava i loro affari era
misteriosamente morto in una stanza del bordello per poi sparire nel nulla, ma ero certa che contasse sulla mia discrezione anche in questo caso, evidentemente non gli bastava più, il nome di quell'uomo era probabilmente troppo altisonante per correre il minimo rischio, neanche lo ricordo più. "
Leithien sarà a Capo Tempesta stasera ed ho intenzione di fargli un regalo, so che apprezzerà e che risolverà ogni nostro problema" concluse, pronunciando le ultime parole con eccessiva lentezza, scandendole una ad una, provocandomi un brivido dietro la schiena nell'intuire cosa stesse pronosticando. "
Quale dei tre?" chiese il cugino, curioso ed ormai convinto "
Gordon" rispose l'altro secco, senza alcun turbamento sul viso. Gordon Leithien, il mostro, lo Sterminatore di Clan, l'assassino che lasciava solo morte e distruzione al suo passaggio, mi avrebbe uccisa in meno di un'ora e solo se avesse scelto di divertirsi prima di farlo. Mi allontanai immediatamente tornando nella sala comune dato che ormai avevo già ascoltato quello di cui avevo bisogno, e pochi minuti dopo mi venne vicino Aiden con quel suo solito sorriso subdolo "
Shayla, cara, hai un minuto per me?" mi limitai ad annuire, non potevo fare altro, anche se ero terrorizzata "
Stasera avremo una visita importante, uno dei nostri clienti più facoltosi ha chiesto di avere la compagnia della nostra ragazza migliore, ed ovviamente non potevo che scegliere la mia preferita. Sarà una serata piacevole, te lo posso assicurare".
Avrei tanto voluto materializzare Impeto e colpirlo alla gola fino a vedere quei suoi occhi di ghiaccio perennemente inespressivi spegnersi avanti ai miei, ma mi limitai a sorridere con malizia, come mio solito, prima di rispondere "
Sarà un piacere, non ne resterà deluso" "
non ne dubito, tu non deludi mai" replicò lui, prima di darmi i dettagli dell'appuntamento ed andare via.
Rimasi per ore a rimuginare su come scampare a morte certa, se fossi scappata la sera lasciando saltare l'incontro se ne sarebbero accorti e mi avrebbero cercata, così come se fossi scappata prima dal bordello costantemente sorvegliato, non sarei in ogni caso riuscita ad allontanarmi abbastanza da sfuggire ai suoi uomini, era risaputo che non era possibile abbandonare da vive il bordello di Aiden Urthadar. D'un tratto, quando ormai ero già disperata, la chioma rossa di Pauline mi passò davanti diretta ad una delle camere assieme a quel vecchio pezzente ubriaco che l'aveva notata prima. Ebbi subito chiaro cosa fosse necessario fare, così mi avvicinai a lei strappandola dalle grinfie del vecchio per portarla nella mia stanza "
Aiden si è lamentato di te, dice che non sei all'altezza delle sue aspettative, e tu sai cosa succede a chi non lo è...vero Pauline?" le dissi, con tono di rimprovero "
S-si" mi rispose lei con voce tremante, abbassando lo sguardo.
"
Sono riuscita a convincerlo a darti un'ultima possibilità...stanotte. Ma dovrai impegnarti ad essere all'altezza dell'uomo che incontrerai. Sicura, decisa, seducente... ti è chiaro cosa sto dicendo?" la guardai parlandole con sempre più disapprovazione, non mi sentii neanche in colpa, a differenza di ora che torno a ripensarci, in quel momento credevo di non poter fare altro "
S-si" rispose lei, sempre più intimidita. La vestii di tutto punto, la pettinai come me e la truccai in maniera esagerata, così che non fosse possibile accorgersi a primo impatto della sua faccia ancora acqua e sapone. Quando la accompagnai da Gordon Leithien sapevo che sarebbe morta, come sapevo che io sarei sopravvissuta e sarei riuscita a fuggire, e così è stato. Viaggiai tutta la notte fino ad arrivare all'alba alla Maison Baelish, stanca, nervosa, infreddolita...ma viva. E con un unico desiderio: riuscire un giorno a tagliargli la gola.