Andreus De Lagun
L’aria fredda dei mesi delle foglie comincia ad essere più intensa, cerco di non pensarci più di tanto. I mari del Nord sono i più gelidi di Dohaeris e sia io che Cassandra siamo abituati a temperature ben più rigide. Muovo appena le spalle scacciando un brivido che mi corre lungo la schiena e osservo attentamente Daphne.
La ragazza non si fa ripetere due volte l’invito e nelle sue mani appare la sua ascia.
La vedo correre verso di me e in quell’istante porto le braccia verso la testa per proteggermi.
Stavolta gli occhi mi servono. La ragazza si ferma però a qualche metro di distanza e lancia la sua ascia verso di me. È lenta, troppo lenta. Mi scosto, ma è in quell’istante che la ragazza svanisce da sotto i miei occhi. La cerco ma nel voltarmi un dolore lancinante al fianco sinistro mi fa stringere i denti e gli occhi mentre m’impongo di non urlare.
Ringhio dal dolore quando la sfila e cerco la ragazza che nel frattempo si allontana di pochi passi. Corro verso di lei ignorando il dolore e muovendomi in circolo in modo che la mira per il suo fulmine risulti più complessa e quando riuscirò ad esserle abbastanza vicino proverò a disorientarla colpendo con i palmi e con violenza le sue orecchie. Sia che il mio colpo sia andato a segno, sia no, proverò a tirarle un calcio piatto nello stesso punto in cui qualche ora fa l’ho beccata sullo stomaco,
comunque vadano i colpi mi allontanerò di qualche metro reggendomi il fianco…