Andreus De Lagun
«MAMMA!» urlo svegliandomi di colpo e tirandomi su di scatto dal letto. Il respiro torna a regolarizzarsi e sento la fronte così come il resto del corpo umidi di sudore. Freddo. Gelido. Così come quel fumo… come il vetro di quella bottiglia. Mi passo una mano sul volto massaggiandomi gli occhi e sbadigliando.
Quanto tempo ho dormito? Mi sento in forma ma al contempo ho questo macigno che mi preme addosso dopo quello che ho sognato. Che cosa significava? Mi rimetto in piedi sbadigliando un paio di volte
e vado in bagno per darmi una sciacquata con l’acqua fredda giusto per svegliarmi. Lascio riempire il lavandino di pietra e una volta pieno quasi fino all’orlo immergo per intero la testa trattenendola e aprendo gli occhi una volta sotto. La sensazione di tanti piccoli spilli di ghiaccio che mi pizzicano la pelle diviene piacevole, quasi agognata mentre i pensieri si affievoliscono e io stesso cerco di farne chiarezza. Perché quella bottiglia? Perché quella reazione? Un sacco di domande che faticano a trovare anche una singola risposta. Quando sento il fiato venire meno, dischiudo le labbra lasciando fuoriuscire delle bolle che scivolano sul mio viso mentre io mi tiro fuori strizzando i capelli con un asciugamano. Cerco di dar loro una forma decente, ma come al solito si drizzano sulla testa come se fossero stati colpiti da una scossa elettrica.
Sbuffo divertito e smetto di asciugarli tornando i camera a rivestirmi. La canotta mi sta un po’ stretta e solo adesso mi rendo conto che il mio fisico ha preso a lievitare. OH DEI, non ditemi che… sollevo il tessuto scoprendomi e fissandomi il ventre per poi riabbassarlo in un sospiro di sollievo… Non sto diventando come Myricae. Do una veloce sistemata alla stanza riponendo gli abiti sporchi nel bagno, più tardi penserò a lavarli. Markus ci ha pensato l’altro giorno a rispettare il suo turno, quindi tocca a me. Anche perché, se dopo la battaglia gli chiedessi di fare qualcosa, come minimo mi tira la sua ascia contro. Spero stia bene, ho una sorta di ansia per questa battaglia. Siamo anche in svantaggio netto rispetto alle altre fazioni. Esco dalla stanza dopo aver risistemato il letto e come prima tappa faccio un salto… in cucina. Sì, non imparerò mai. Qui vi trovo Shayla e Keyra intente a spiluccare qualcosa tipo carne e insalata. «Sera!»
esordisco con un sorriso a trentadue denti prima di guardarle entrambe. «Vi va qualcosa di più sostanzioso? Siete così secche secche…»
dico provando a pungolare per gioco un braccio di Shayla. Aspetterò le loro risposte e poi mi farò venire in mente qualche idea rubacchiata alla mia septa. Se saranno contrarie, preparerò qualcosa in solitaria… ho bisogno di svuotare la mente per un po’…