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  1. #1621
    Moderatrice L'avatar di serenarcc
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Shayla Bolton


    Keyra inizia a preparare l'insalata mentre ascolta le mie parole e sorride quando le parlo della gamba, << Tieni la gamba alzata, ti darà meno fastidio e favorirai la circolazione…altrimenti ti diventa una patata da mettere come contorno proprio allo spiedo.>> mi suggerisce poi, con lo stesso tono scherzoso e faccio come mi ha detto poggiando la gamba su un'altra sedia, il dolore è comunque abbastanza pesante da sopportare ma a stomaco pieno certamente ne risentirò meno. Quando le chiedo della sua storia si ferma per un attimo e mi sembra abbastanza turbata, sto per dirle che non è un problema, che anche io sono molto riservata sulla mia vita e che solo da qualche giorno sto iniziando a parlarne con qualcuno, come fatto prima con Daphne, ma inaspettatamente mi anticipa e riprende a parlare << Sai …sei la prima persona che mi chiede di raccontarle così apertamente ciò che sono…Ne ho parlato solo con una persona al momento…>> mi dice mentre alza lo sguardo e mi porge l'insalata prendendone poi una porzione anche per sé, ma si interrompe quando poi nella stanza entra Andreus che si propone di cucinarci qualcosa di più sostanzioso e non posso che essere contenta di questa sua proposta, ho una fame tremenda e questa carne forse era poca, avrei dovuto cucinarne di più.



    Keyra lo invita a stupirci, mentre io aggiungo soltanto "basta che non sia velenoso" rivolgendogli un sorrisetto scherzoso, e pensare che qualche giorno fa mi ha spiaccicato quella poltiglia di ragno in faccia, ed ancora prima quello straccio imbevuto di olio di merluzzo... quasi stento a credere che ora riusciamo a parlare civilmente, mi sta anche alquanto simpatico, pazzesco...ma magari controllerò nel piatto prima di mangiare, così per sicurezza.



    Keyra riprende a parlare con un tono molto serio, ci parla delle sue vere origini, di appartenere alla casata dei Tinnuviel, l'ho sentita nominare ma non ricordo nulla di specifico a riguardo. A quanto pare commerciano i diamanti dei Leithien, ma non mi sono mai interessata di chi li gestisse, mi bastava intascarli di tanto in tanto. Continua spiegandoci che il suo vero nome non è Keyra ma di usarlo solo come copertura per nascondere un passato non proprio limpido e sicuramente non facile, come tanti di noi dopotutto, caratterizzato da momenti bui e da azioni delle quali sembra non andare fiera ma che riteneva necessarie. Ci racconta del rapporto difficile col padre che ha messo i propri interessi davanti alla famiglia, una famiglia distrutta dall'omicidio di sua madre per opera di...Gordon Leithien, un nome che mi procura un brivido di terrore ogni volta che lo sento nominare, nel ripensare a cosa poteva succedermi quella notte a Capo Tempesta. Afferma di volere vendetta per la morte della madre, di volerlo uccidere anche a rischio della vita e forse non si rende conto di quanto quell'uomo sia pericoloso, di quanto sia potente e senza scrupoli, ma è inutile fare raccomandazioni ad una persona così fermamente convinta di perseguire un obiettivo "Non sottovalutare lo Sterminatore di Clan" mi limito a dirle, ancora con lo sguardo basso.



    << Tante volte ho giocato con la morte Shayla e, mi sono trovata sul filo sottile che separa il nostro mondo dal suo, probabilmente come tanti qui dentro, ma per fortuna, l’ultima volta, quella volta in cui credevo di essere spacciata e stavo fuggendo dalle guardie reali, è arrivato un angelo…un angelo che mi ha salvato. E’ grazie a quell’angelo che ora sono qui, che la mia vendetta si è incrociata per puro caso con la via dei Ribelli, è grazie a lui se ho deciso di combattere questa guerra che non è più solo una mia guerra personale, ma è anche una guerra del popolo…posso solo dirgli grazie, un grazie che viene dal profondo del cuore. Qualunque cosa succeda, sarà sempre nei miei pensieri, fino alla fine>> ascolto ancora le sue parole, non so a chi si riferisca ma il suo tono è molto dolce, sembra una persona a cui tiene molto e lo conferma anche il sorriso che nasce spontaneo sulle sue labbra. Non fa il nome e non glielo chiedo, se avesse voluto rivelarlo lo avrebbe fatto, "Deve essere una persona di buon cuore" mi limito a risponderle gentile, continuando a mangiare e riflettendo sulle sue parole.



    << Scusami Shayla, forse ti ho annoiato, ma grazie alla tua domanda, mi hai permesso di liberarmi da un peso…non sono mai andata fiera di me, ne della mia vita, ma ora non ho più paura di essere giudicata per la verità…>> conclude poi rammaricata, con un sorriso, ma mi affretto a rispondere "ho imparato da molti anni a non badare al giudizio delle persone, ma solo a fare ciò che ritenevo giusto per me stessa" le dico sincera, con me ha sempre funzionato, credo. Prendo un sorso d'acqua, prima di continuare "non mi hai annoiata, non ti avrei chiesto di parlarne altrimenti, sfogarsi fa bene di tanto in tanto" le rivolgo un sorriso cordiale, mentre ormai anche l'insalata è finita "abbiamo tutti scheletri nell'armadio, l'importante è imparare a conviverci e non farci schiacciare da essi". Mi osserva ancora prima di chiedermi quali sono invece le mie origini, e mi ritrovo per un momento a pensare alla missiva dei Bolton che mi ha mostrato Efrem, ancora non ho deciso come affrontare quella sua richiesta "Sono qui da circa cinque anni, prima lavoravo a Capo Tempesta, ma non so molto delle mie origini, sono cresciuta solo con mia madre" mi limito a dirle, un pò restia "ho fatto anche io molte cose di cui inizio a pensare di non essere poi tanto fiera, ma sono qui, sono viva, ed è questo che conta, no?" le chiedo distrattamente, prima di rivolgermi ad Andreus "allora, che ci prepari?"


  2. #1622
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    È sera

  3. #1623
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Efrem Targaryus

    Vedo il volto di Daphne immutabile, una sorta di statua di pietra che mi guarda impassibile mentre io cerco di spiegare la mia versione. Non mi aspettavo chissà quale reazione, ma questa… è impassibile. Apatica quasi e la cosa comincia a infastidirmi un po’. Respiro a fondo cercando di calmarmi io stesso, quello che ho detto, quei ricordi. Mi fanno solo ribrezzo. Sono stato uno stupido. Ma non posso credere che non abbia nemmeno una reazione lei. La guardo e più osservo il suo volto impassibile mentre parlo, più tutto questo mi sembra surreale. E se? Mi aiuterebbe? Fisso i suoi occhi e mentre le mie parole escono a fatica, a volte, dalle mie labbra cerco una connessione con la sua mente con la parte più profonda della sua anima. Voglio fare chiarezza. Ha voluto la verità, non può avermi preso in giro. «Non voglio le tue scuse» mi dice con un sorriso amaro che cerco di ricambiare. «Volevo solo capire, serve a me stessa, per metterci un punto» annuisco senza distogliere gli occhi dai suoi. Sento il nodo alla gola indurirsi e farsi più pesante mano a mano che parla. Ho provocato io tutto questo e mai come oggi mi sento più colpevole. Più idiota. «Capisco cosa vuol dire avere gli occhi bendati e diventare dei veri idioti, lo so bene...» le sorrido ironico ma il mio volto assume una connotazione diversa, più amara. Respiro profondamente pronto ad accogliere qualsiasi cosa mi dirà e che la sua testa riverserà nella mia. Come il mio anche il suo viso assume forme che mai avevo notato, sorrisi forzati e a tratti che si tramutano in smorfie contrariate a ogni parola che viene pronunciata dalle sue labbra. È strana. Troppo strana come situazione. «Spero che tu ed Andreus possiate trovare un equilibrio, gli voglio molto bene» Andreus… non abbiamo ancora avuto modo di parlare e se ripenso a ciò che ho combinato da quando stiamo insieme… mi sento una merda. Annuisco alla sua frase sperando con tutto me stesso che questa conversazione troppo a lungo rimandata non causi ulteriori problemi… non ci riesco. D’un tratto però vedo la mano di Daphne sollevarsi e tendersi verso di me mentre sul suo volto si apre un mezzo sorriso «amici?» sorrido a mia volta, un po’ più rilassato e ricambio il gesto stringendo la sua mano «amici!» quando sento quel nodo alla gola piombare come un macigno nello stomaco e farsi sempre più pesante e enorme. «Niente insulti, rimproveri o violenza gratuita per le prossime ventiquattro ore quindi?» dico cercando di smorzare questa tensione venutasi a creare e per non pensare a tutti i casini che sto provando. Almeno per un secondo. Il macigno diviene sempre più pressante, sempre più opprimente ma cerco di non pensarci mentre cerco di sostenere i suoi occhi mantenendo quel sorriso ironico che diviene sempre più pesante…

    Abilità di razza:
    Simbiosi (Maestro) - Avverte le sensazioni ed emozioni altrui, è in grado non solo di manipolarle, per renderle simili alle proprie, ma di alterarle secondo piacimento. Non può cambiare la percezione che si ha di lui, chi subisce gli effetti della simbiosi, cambia umore, ma l’idea che ha dell’elfo rimane tale.

  4. #1624
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Daphne Elania Baratheon


    Efrem mi osserva con una espressione che non saprei decifrare, ci stiamo chiarendo e già questa situazione mi pare surreale, io e lui a parlare in maniera calma, senza insultarci, senza gettarci contro le peggio frasi cariche di odio da parte mia e di nervosismo da parte sua. A guardarci sembriamo due comuni compagni di fazione che si scambiano qualche battuta dopo essersi incrociati per sbaglio nel corridoio. Eppure per quanto tutto questo possa sembrare normale ad un occhio esterno, per quanto io debba sentirmi sollevata per avergli detto tutto, per non avere più nulla da nascondere, sento di avere lo stomaco in subbuglio peggio di prima ed ancora metto tutto in dubbio.



    Quelle contrazioni al viso che cerco disperatamente di arrestare, mi sembra di scorgerle anche sul suo, ma probabilmente si sente solo a disagio, so di non essergli mai piaciuta più di tanto come persona e parlare di quelle cose personali, di quei ricordi legati a lei, non devono averlo messo a proprio agio, non vedrà l'ora di andarsene «amici!»



    Ha quel sorriso che mi provoca un certo senso di fastidio, ma non sono irritata dalla sua presenza e dal suo modo di fare, questo senso di familiarità con queste sensazioni che mi sta provocando non mi confortano per nulla, mi sento la solita sciocca che muore a guardarlo, nonostante mi sia ripromessa di metterci un punto, nonostante lui stia con un mio amico ed io abbia ormai un compagno. Efrem Targaryus è forse una delle persone che più dovrei maledire nella mia vita ed al contrario maledico me stessa, perchè è solo colpa mia se ho permesso che i miei sentimenti nei suoi riguardi prendessero il sopravvento su ogni cosa, se quel giorno con Lumen mi fossi comportata a dovere, probabilmente ora non sarei qui in questa situazione assurda e col viso sfregiato.



    «Niente insulti, rimproveri o violenza gratuita per le prossime ventiquattro ore quindi?»
    Mi ritrovo a stringergli la mano e nello stesso istante una morsa allo stomaco arriva potente come un pugno, vorrei sprofondare, perchè nonostante io desideri una cosa, mi ritrovo a provare l'esatto contrario. Ma in ogni caso non posso permettere a me stessa di cascarci nuovamente, per la mia salute mentale, perchè finisco sempre a fare qualche cazzata pure di svuotare la mente e pensare ad altro, i chiodo scaccia chiodo non servono a niente, se non mi decido per una buona volta a svoltare del tutto, basta iniziare e tutto procederà per gradi. Abbasso lo sguardo nel vedere la sua mano ancora stretta alla mia e decido di scindere il contatto, riportando la mia mano lungo il fianco. Mi sforzo di mantenere una espressione sorridente, che immancabilmente si tramuta in alto e riporto gli occhi a lui



    "Niente insulti, rimproveri o violenza gratuita per i prossimi giorni... tranne che in allenamento" Gli rivolgo un occhiolino complice per smorzare la tensione, anche se mi vien difficile tenere gli occhi ai suoi e cercare di controllare questo respiro che comincia a farsi irregolare. Devo andarmene di qui, non voglio che mi veda cedere sotto la pressione di qualcosa che ancora non riesco a controllare "Ora... è meglio che io vada a riposare, a più tardi, Efrem"



    Ho lo strano impulso di abbracciarlo, è così che si fa con gli amici dopo aver chiarito, è così che io ed Andreus ci dimostriamo comprensione ed affetto, ma nel momento in cui sto per allungare una mano verso di lui, la ritraggo immediatamente portandomela allo stomaco. Mi fa male, forse ho bevuto troppa tisana. Lo guardo ancora per qualche secondo, come se volessi dirgli altro, come se questo discorso in realtà non sia affatto concluso, con delle parole rimaste in sospeso, ma un nodo alla gola mi impedisce quasi di respirare. Chino il campo stringendomi nelle mie braccia e passo oltre, mi dirigo in camera mia con l'unico desiderio di dormire e non pensare a niente.

  5. #1625
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Keyra
    Isyl Tinnuviel



    Shayla ascolta pazientemente il mio sfogo, mi parla di Gordon Leithien con lo sguardo basso chiamandolo Sterminatore di clan, non che la cosa sia sconosciuta…che abbia già avuto a che fare con lui?
    Conosco il suo nomignolo, è pericoloso lo so e, sono anche consapevole che la mia inesperienza in fatto di battaglie e, la mia testardaggine nel perseguire il mio obbiettivo, mi porteranno ad un passo dalla morte, sarà la mia ultima partita con la nera signora probabilmente … se riuscirò ad arrivare viva ad allora, combatterò con le unghie e con i denti, nulla è dato per spacciato ne per certo fino a quando non mi troverò ad affrontarlo. Quando mi sente parlare di colui che io ho definito angelo, gentilmente senza nemmeno saperlo, fa un complimento ad Andreus, e la cosa mi fa piacere e mi fa sorridere, i rapporti tra loro fin dall'inizio, non mi sono sembrati troppo facili, magari si sono chiariti, lo spero davvero.
    Quando le parole smettono di fluire dalla mia bocca, Shayla si affretta a rispondermi:
    "Ho imparato da molti anni a non badare al giudizio delle persone, ma solo a fare ciò che ritenevo giusto per me stessa”
    Il suo tono è limpido, chiaro e, le sue parole mi danno coraggio, a quanto leggo tra le righe è una persona decisa, che sa il fatto suo, cosa che io non sono, dovrei imparare da lei sotto questo punto di vista. Anche lei non deve aver avuto avuto vita facile, ma dalle difficoltà ha tratto forza, o almeno è quello che capisco io. Dal canto mio invece, sono sempre restata intrappolata in una vita a metà, ed era ora che scegliessi da che parte far pendere l’ago della mia bilancia, ha ragione, ha completamente ragione, nessun giudizio esterno deve ferire una persona, se non solo il giudizio di se stessa.
    Con tono cordiale, mi dice che non l’ho annoiata, tendo ad essere logorroica quando do voce a ciò che mi tocca sul vivo, le sorrido complice per questa gentilezza, poi continua mentre finisco l’ultima forchettata di insalata:
    “ Abbiamo tutti scheletri nell'armadio, l'importante è imparare a conviverci e non farci schiacciare da essi"
    << Io sono la prima che si rifiuta di convivere con il lato oscuro di me, invece di cercare di andarci d’accordo ne sono vittima..è la paura di essere giudicata a frenarmi…ma tu Shayla hai pienamente ragione.>>
    Sorseggio un goccio d’acqua, mentre penso a tutto ciò che ho fatto pur di scappare dal mio passato, nel mentre Shayla riprende a parlare:
    “Sono qui da circa cinque anni, prima lavoravo a Capo Tempesta, ma non so molto delle mie origini, sono cresciuta solo con mia madre" si lascia andare anche lei aprendosi un po’ rivelandomi qualcosa di se, il suo tono mi sembra restio e malinconico e forse le ho chiesto troppo.
    "ho fatto anche io molte cose di cui inizio a pensare di non essere poi tanto fiera, ma sono qui, sono viva, ed è questo che conta, no?" ….cambia discorso, a quanto pare non vuole rivelare molto , non insisto, non voglio metterla a disagio, ma comprendo bene il suo punto di vista, dolcemente allungo una mano, con l’intento di trovare la sua per potergliela stringere e farle capire che il suo coraggio di vivere è un qualcosa di ammirevole:
    << Conta ciò che si è imparato dalle esperienze passate, anche se io sinceramente, mi sento come un neonato che non ho ancora imparato a camminare… >> le sorrido gentile a tratti imbarazzata, cercando il suo viso, poi continuo <<…ma l’importante è essere vivi , tutto può cambiare. Un giorno lontano qualcuno mi disse che ci vorrebbero tre vite per compensare tutto ciò che ci accade e che facciamo, una vita per sbagliare, una per correggere e l’altra, la più importante ...per vivere riassaporando il tutto senza rimpianti. >>
    Concludo mentre una fiamma riprende a bruciare nei miei occhi e, attendo l’estro culinario creativo di Andreus, che è rimasto stranamente in silenzio…
    << Andreus…tutto bene?>> chiedo seria spostando l’attenzione da Shayla verso Andreus.
    Ultima modifica di DELTAG; 19th November 2015 alle 16:56

  6. #1626
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Andreus De Lagun

    Sposto lo sguardo su entrambe le ragazze aspettando una risposta da entrambe che non tarda ad arrivare. «Se ti va… stupiscici Chef!»


    beh… chef… diciamo che riesco a creare qualcosa senza dare fuoco a qualsiasi cosa anche per una banalissima insalata. «Basta che non sia velenoso» dice poi Shayla rivolgendomi un sorrisetto ironico.


    Ricambio il suo sorrisino mostrandole una delle boccacce più idiote che riesco a fare. Nonostante le scenate precedenti passate quando eravamo in altre situazioni, Shayla comincia a starmi simpatica e non credo che lo avrei mai detto. Mi avvicino alla dispensa tirando fuori quello che mi occorre per una piccola mia “specialità” che ho imparato imitando Myricae. Non è complicata e non richiede molta roba. Una volta uscito tutto comincio a impastare i vari ingredienti sul bancone alle loro spalle mentre alle mie orecchie arrivano lente le parole di Keyra. O meglio… quella che un tempo era Keyra visto ciò che dice. Credo di non aver mai sentito ciò, parla di come sua madre sia morta a causa di un domatore del fuoco e sento il sangue raggelarsi nelle vene quando sento il nome di Gordon Leithien. Mi irrigidisco bloccando il movimento delle mie mani sulla pasta quando prende a parlare di suo padre, di come questi non abbia fatto nulla per fermare quello scempio. Shayla la mette in guardia su Gordon stesso e a quanto pare sembra saperne qualcosa anche lei. Resto in silenzio ascoltando il resto, la ragazza sembra determinata e darebbe la sua stessa vita pur di poter vedere quell’uomo morto. Sospiro pesantemente, per quanto questo discorso non mi piaccia, non posso certo costringerla a cambiare idea. Quell’uomo ha fatto solo disastri, così come il resto della sua malata stirpe. Una sua frase però mi fa rilassare, un sorriso nasce spontaneo sul mio volto quando sento «ma per fortuna, l’ultima volta, quella volta in cui credevo di essere spacciata e stavo fuggendo dalle guardie reali, è arrivato un angelo…un angelo che mi ha salvato. È grazie a quell’angelo che ora sono qui, che la mia vendetta si è incrociata per puro caso con la via dei Ribelli, è grazie a lui se ho deciso di combattere questa guerra che non è più solo una mia guerra personale, ma è anche una guerra del popolo… posso solo dirgli grazie, un grazie che viene dal profondo del cuore. Qualunque cosa succeda, sarà sempre nei miei pensieri, fino alla fine»



    termino di impastare e ripongo tutto in una ciotola di ceramica che ricopro con un panno per poi sistemarla nel bancale di sotto. Keyra mantiene ancora la mia promessa, e per quanto gliene posso essere grato, non ha alcun senso mentire ancora visto che siamo tutti qui. Mi volto verso di loro pulendomi le mani mentre Shayla racconta qualche breve stralcio della sua storia. «Abbiamo tutti scheletri nell'armadio, l'importante è imparare a conviverci e non farci schiacciare da essi» a queste parole deglutisco rumorosamente incupendomi un po’ e abbassando lo sguardo. Per quanto io ci provi, quegli scheletri escono urlanti perseguitandomi addirittura nei sogni adesso. Sospiro e mi lavo le mani osservando distrattamente le due, i pensieri si affollano nuovamente e di nuovo quelle domande senza risposta fanno leva nella mia testa premendo come macigni. «Andreus… tutto bene?» alzo gli occhi rendendomi conto nell’immediato che forse dovranno essere lucidi e quasi immediatamente mi pulisco col dorso della mano ancora umida guardandole con un sorriso accennato. «Sì… stavo solo… riflettendo su una cosa…» dico guardando poi Keyra


    «come ha detto Shayla, tutti noi abbiamo segreti, abbiamo fatto cose che non apprezziamo o che vorremmo dimenticare per sempre… ma ognuno di noi è arrivato qui, come gli altri. A prescindere dal proprio titolo nobiliare. Stiamo combattendo per avere giustizia, la nostra giustizia che è stata calpestata da qualcuno che si è creduto più forte di noi in quel momento.» dico serio, ripensando a quelle parole che Jubert mi rivolse quella sera. Padre, credete ancora che io sia un rammollito? Il mio sguardo si fa più dolce, mi siedo sul bancone di fronte a loro scansando col dorso della mano i rimasugli di farina «per quanto tuo padre sia stato idiota e materialista, tu hai la possibilità di riscattarti. Al contrario suo, hai coraggio e l’hai dimostrato seguendoci quel giorno. Così come l’hai dimostrato fidandoti di me la mattina in cui ti ho trovata in fin di vita nel monastero.» mi sporco le dita di entrambe le mani con la farina e mi metto in mezzo alle due provando a disegnare dei cerchi bianchi attorno ai loro occhi e sporcando loro le guance «che tu ti chiami Keyra, Riccarda o Genoveffa non importa, così come non importa che tu sia nobile o una mendicante da marciapiede. Siamo tutti uguali qui dentro… e…» se sarò riuscito a sporcarle ripeterò lo stesso passaggio su di me guardandole con una faccia idiota «ciò che conta davvero è quanto tu vuoi raggiungere il tuo obiettivo.» mi rimetto in piedi dopo aver sorriso loro e le guardo entrambe. «Dunque, io ho fame e sto per farvi assaggiare una mia piccola specialità però dovete fidarvi ciecamente di me.»



    dico facendo l’occhiolino e tornando verso il bancone, la pasta sarà lievitata abbastanza adesso…


  7. #1627
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Keyra
    Isyl Tinnuviel



    Andreus si volta, le sue labbra leggermente increspate da un sorriso, gli occhi sembrano lucidi, ma magari è solo un gioco d’ombre dovuto alle luci.
    «Sì… stavo solo… riflettendo su una cosa…» i suoi occhi sono su di me, osservo il suo volto da folletto.
    «Come ha detto Shayla, tutti noi abbiamo segreti, abbiamo fatto cose che non apprezziamo o che vorremmo dimenticare per sempre… ma ognuno di noi è arrivato qui, come gli altri. A prescindere dal proprio titolo nobiliare. Stiamo combattendo per avere giustizia, la nostra giustizia che è stata calpestata da qualcuno che si è creduto più forte di noi in quel momento.»
    Le sue parole sanno di coraggio e decisione, il suo sguardo si fa più dolce e meno duro mentre si siede sul bancone scansando qualcosa che dovrebbe essere farina.
    «Per quanto tuo padre sia stato idiota e materialista, tu hai la possibilità di riscattarti. Al contrario suo, hai coraggio e l’hai dimostrato seguendoci quel giorno. Così come l’hai dimostrato fidandoti di me la mattina in cui ti ho trovata in fin di vita nel monastero.» Le sue parole giungono chiare, limpide, come solo uno spirito gentile sa rivolgere, nonostante questo il ricordo di quel giorno brucia, un mio errore, un mio stupido sbaglio e per poco, nemmeno la sua magia riusciva a guarirmi, ma lui è riuscito, lui ce l’ha fatta, non mi ha abbandonato quel giorno su una fredda lapide del cimitero che veglia sulle nostre teste…forse davvero c’è ancora speranza. Vorrei alzarmi da questa sedia, mettergli le braccia attorno al collo e affondare nelle sue forti spalle, non ho parole adatte a spiegare la gratitudine che ho verso di lui, ma dalle mie labbra esce solo un …
    << Grazie di cuore…>>…detto con tanta dolcezza.
    Lo vedo avvicinarsi trotterellando con le mani sporche di farina, si mette in mezzo tra me e Shayla e prende a delineare il contorno dei nostri occhi…vorrei chiedergli il motivo di tale cosa, ma poi non dico nulla, taccio, mi limito a sorridergli mentre sento il calore dei suoi polpastrelli scorrere sul mio viso…
    «Che tu ti chiami Keyra, Riccarda o Genoveffa non importa, così come non importa che tu sia nobile o una mendicante da marciapiede. Siamo tutti uguali qui dentro… e…ciò che conta davvero è quanto tu vuoi raggiungere il tuo obiettivo.»
    Con le mani ancora sporche di farina, lo vedo disegnarsi anche lui sul viso e guardarci con una faccia piuttosto buffa, non posso non sorridere al suo gesto, mentre ripenso al senso delle sue parole. Già ha ragione, lui come Shayla, entrambe hanno un bellissimo punto di vista; Non importa essere oceano o mare, nemmeno fiume, l’importante è essere acqua, acqua che scivola placida sulle delusioni, sui dispiaceri, acqua che scorre abbattendo gli ostacoli, acqua che prima o poi se, davvero lo vuole, diventerà comunque parte del mare o dell’oceano.
    Senza abbassare il viso osservo prima Andreus che nel mentre si rimette in piedi e poi Shayla:
    << Isyl…il mio vero nome comunque è Isyl. Grazie per non avermi giudicata ...>> pronuncio finalmente fiera di me, il mio nome con un po’ di imbarazzo.
    «Dunque, io ho fame e sto per farvi assaggiare una mia piccola specialità però dovete fidarvi ciecamente di me.» ci strizza l’occhio prima di raggiungere nuovamente il bancone.
    Guardo la ragazza dinanzi a me:
    << Vogliamo fidarci?>> le faccio un sorriso gentile, chissà che cosa ci starà preparando….
    Ultima modifica di DELTAG; 20th November 2015 alle 14:49

  8. #1628
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Shayla Bolton


    Keyra mi da ragione per quanto riguarda il non dare importanza al giudizio delle persone, è sempre stata la mia filosofia di vita e dubito che mai qualcuno riuscirà a farmi cambiare idea su questo, anche perchè con un mestiere come il mio è normale scontrarcisi continuamente, come anche è normale spesso essere giudicate male o in modo prevenuto.



    Lo hanno fatto tutti, o quasi, in un modo o nell'altro, a volte è stato un vantaggio, altre volte un problema... in fin dei conti neanche io ho mai scisso me stessa da quello che faccio, non ne ho mai sentito l'esigenza, almeno prima di ora, ma qui dentro sono solo Shayla, almeno per alcuni, e non è poi così male. Mi stringe la mano in un gesto che mi lascia sorpresa ma a cui non oppongo resistenza ricambiandolo con un sorriso leggermente forzato, non sono abituata a queste cose e non le ho in realtà mai cercate, ma è stata gentile come lo sono in molti qui dentro e non mi ha infastidita.



    Sembra imbarazzata e decido di non dilungarmi sull'argomento, mentre anche Andreus appare molto silenzioso tanto da spingere la ragazza a chiedergli se va tutto bene,



    lui inizia a parlarle con tono molto dolce e gentile, scopro grazie alle sue parole che è stato lui ad averla salvata e le spiega come qui dentro siamo tutti uguali, senza differenze o titoli nobiliari, ed ancora sento uno strano senso di sollievo, come se sentissi di poter essere me stessa senza recitare una parte che da sempre ha influenzato il mio approcciarmi agli altri, ma forse è solo il suo modo di fare sempre così gentile e disponibile ad influenzarmi, o forse quegli occhi stranamente lucidi a cui non riesco a dare un significato. Si avvicina e mi coglie di sorpresa quando si piazza tra noi due e ci impiastra il viso con la farina prima di fare la stessa cosa su di sé e guardarci con una faccia che... niente, non ce la faccio, non riesco a trattenere una risata spontanea, di quelle che non mi capitavano da un bel pò. Mi siedo più comoda e scomposta sulla sedia, lasciandomi andare contro lo schienale mentre mi tolgo meglio che posso la farina ancora ridendo, mentre lui ci chiede di fidarci ed assaggiare una sua specialità. Keyra, anzi Isyl, questo a quanto pare è il suo vero nome , mi chiede se vogliamo dargli la nostra fiducia, piego le labbra in una smorfia dubbiosa, portandomi la mano al mento perplessa, "non so " guardo Andreus pensierosa,



    poi di nuovo Keyra facendole un occhiolino e poi scoppio a ridere "veloce che qui abbiamo fame!" lo apostrofo scherzosamente, aspettando di scoprire cosa sta preparando.


  9. #1629
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Efrem Targaryus

    Osservo il viso di Daphne mentre le nostre mani si stringono con fermezza a sancire quella che dovrebbe essere la nostra amicizia. Guardo i suoi occhi e lentamente questo senso di disagio comincia ad aumentare portandomi a distogliere lo sguardo per pochi istanti prima di riportarlo sui suoi occhi. Lo stomaco mi si chiude involontariamente quando guardo le sue dita dopo averle strette e per un attimo mi pare di vedere la mia mano tremare mentre nella mia testa sento come una lotta tra sensazioni contrastanti, il sollievo per essermi liberato di questo peso, di Lumen e di tutto ciò che le riguardava, si scontra con questo senso di disagio e senso di colpa che via via diviene sempre più grosso. Vorrei sparire da qui… o meglio… Daphne lo vorrebbe, tutto ciò appartiene a lei, a ciò che sta nascondendo dietro questa maschera di cera impassibile. Riporto la mia mano lungo il fianco quando la ragazza decide di sciogliere il contatto, stringendola a pungo mentre nella mia testa si fanno strada tutte quelle sensazioni che appartengono a Daphne e che in questo istante sto condividendo in pieno come un pugno nello stomaco. Cerco di mantenermi calmo, sorridendo dopo aver fatto quella battuta per cercare quantomeno di non mostrare come mi sento in questo momento… stupido, dannatamente stupido per ciò che ho fatto e questa credo sia la mia punizione, uno scherzo di tutti gli dei messi insieme. «Niente insulti, rimproveri o violenza gratuita per i prossimi giorni... tranne che in allenamento» dice facendomi un occhiolino mentre continua a mantenere il sorriso, sorriso che cerco di mantenere anche io. Il mio viso si contrae in un sorriso sincero che spero riesca a capire. Sento il suo imbarazzo farsi sempre più grande mentre i suoi occhi continuano a non tradirlo. La ammiro. Tutto ciò è surreale… mai avrei detto questo di lei, mai avrei pensato che tutto ciò che mi ha detto quel giorno fosse così reale e forte. «Ora...» rialzo lo sguardo dalle sue mani per riportarlo ai suoi occhi. «È meglio che io vada a riposare, a più tardi, Efrem» mi dice salutandomi e poco dopo sento in lei il forte impulso di abbracciarmi. Vedo la sua mano muoversi verso le mie spalle e resto fermo aspettando questo contatto che però non avviene. La ragazza mi guarda per un attimo ancora, ritraendo la mano e voltandosi verso la sua stanza. Poso le mie mani sulle sue spalle e stringo appena avvicinandomi a lei ancora di più prima di lasciarla andare «a più tardi, Daphne…» dico poi allontanandomi e scendo le scale fino alla mia stanza. In cucina sento del vociare ma non ci bado molto. Tornerò più tardi, se la fame mi tornerà. Ora ho da fare una cosa piuttosto importante. Entro in camera e dopo essermi assicurato che non ci sia nessuno nei paraggi, chiudo a chiave la porta sedendomi alla scrivania. Prendo un foglio pulito dalla pila sul tavolo e con un pennino e dell’inchiostro scrivo una missiva a un… vecchio amico. Rileggo un paio di volte ciò che ho scritto non credendo nemmeno io a ciò che ho impresso sulla carta. Dopo una terza rilettura mi strappo un paio di capelli e li deposito all’interno della busta, lui saprà riconoscermi e saprà cosa fare. Sento un sibilo lieve provenire alle mie spalle e mi volto appena nel vedere Ruiny strisciare silenzioso sul pavimento verso di me. Il serpente si arrampica sulla gamba della sedia per poi attorcigliarsi attorno al mio braccio, non ho bisogno di utilizzare la mia simbiosi su di lui. Sa bene a chi dovrà recapitare il messaggio. Lego con una stringa sottile la missiva attorno al suo collo per poi lasciarlo andare e mentre osservo la sua figura svanire dietro una delle librerie poso la testa sulle mani massaggiandomi gli occhi. Sospiro stanco e lentamente sento lo stomaco riaprirsi assieme a delle lievi fitte dell’allenamento precedente, dovrei riposare per farle sparire, ma non penso di riuscire a dormire adesso. Esco dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle e varco la soglia della cucina, qui vi trovo riuniti Andreus intento a preparare non so cosa, Shayla e Keyra sedute al tavolo. «Posso unirmi a voi?» chiedo retorico entrando in sala e appoggiandomi alla parete poco distante da Shayla. Mi sento abbastanza intontito dopo quello che è accaduto di sopra e non penso di poter reggere altre questioni al momento…

    *Azione conclusa su Daphne concordata con Eclisse84

  10. #1630
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Andreus De Lagun

    Riesco nel mio intento di farle sorridere, e mi rilasso anche io quando sento anche Shayla scoppiare a ridere prima di togliersi alla meno peggio l’impiastro di farina che le ho fatto sulla faccia.


    Aspetto le loro risposte che non tardano ad arrivare «vogliamo fidarci?» chiede Key… Isyl o così ha detto di chiamarsi davvero, sempre che questo sia il suo nome o magari ho capito male io, a Shayla dopo averle rivolto un sorriso. Metto un finto broncio e le guardo incrociando le braccia al petto come un bambino. «Non so»



    dice guardandomi pensierosa mentre io ricambio quello sguardo alzando gli occhi al cielo. Riesco però a scorgere un occhiolino in direzione dell’altra ragazza e poi la stessa Shayla scoppia a ridere divertita dalla mia espressione idiota battendo il pugno sul tavolo come uno scaricatore di porto «veloce che qui abbiamo fame!» rido di gusto anche io facendole poco dopo una sorta di saluto militare e andando verso il bancone dove tiro fuori la ciotola col canovaccio leggermente gonfio rispetto a come l’avevo posato dentro, segno che la pasta ha lievitato abbastanza. Alzo il telo cominciando a dividerne l’impasto in tante palline quanti siamo in fazione e… «posso unirmi a voi?»



    Efrem fa irruzione nella stanza e io prendo una quarta porzione di impasto per lui che dispongo accanto alle altre tre sul bancone mentre ripongo quelle rimaste sotto al telo e al riparo. Questa roba va lavorata sul momento. Con la coda dell’occhio vedo il ragazzo avvicinarsi al bancone e allungare la mano per prendere la pasta. «È quello che penso?»


    dice continuando ad allungare le dita verso l’impasto con il chiaro intento di rubarlo per giocarci. Gli rifilo un pugno sulle nocche e mentre lui ritira la mano io sghignazzo, Efrem ritorna poco dopo con due sedie dalla sala da pranzo e le sistema al tavolo mentre io stendo l’impasto «ci sono novità dal Kratoning?» sento chiedere mentre la preoccupazione prende nuovamente piede. Deglutisco silenziosamente nascondendomi con le spalle. Una volta che tutte le palline hanno assunto una forma sottile e piatta mi muovo verso il forno dove accendo la legna al suo interno e dispongo la pasta al suo interno. Pochi minuti ed è già cotta, la tiro fuori andando verso la dispensa e prendendo un po’ di carne essiccata, del formaggio e qualche foglia di rucola. Ripasso il tutto appena nel forno e dispongo nei piatti che poi metto davanti a ognuno sedendomi poi accanto a Efrem «ecco qua, la mia septa le chiamava piadine… ho messo dentro qualcosa di semplice, spero vi piaccia!»


    dico con un sorriso compiaciuto e nello stesso istante Efrem comincia a mangiare quasi vorace come se non vedesse cibo da giorni…

    *Azione di Shayla concordata con Serenarcc

 

 

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