Keyra
Isyl Tinnuviel
Daphne appare molto comprensiva rispetto al solito, almeno è una mi impressione, forse la preoccupazione per Markus e il sapere che c’è qualcuno da aspettare, l’hanno resa più dolce , mi piace questo suo lato che non sempre ho visto prevalere in lei. La vedo scivolare a terra poggiandosi con la schiena contro la pietra, la mia non è poi così scomoda dai…c’è un bel tepore che mi avvolge, raccolgo qualche rametto nei pressi della roccia e lo butto sul fuoco … ritorno su Daphne:
"Beh se pensi di essere un peso, vuol dire che lo sei o che lo diventerai presto. Sai Keyra, credere in se stessi ogni tanto non farebbe male a nessuno, se pensi di essere inutile ed incapace non combinerai mai nulla di buono, perchè ti poni dei limiti da sola, la commiserazione è un'arma rivolta contro se stessi. Quindi rimboccati le maniche e ripetiti ogni momento che non c'è niente e nessuno che vale più di te, nessuno. Se non pensi a te per prima, chi credi che lo farà?"
Ascolto con attenzione le sue parole, il suo tono è duro eppure ha ragione, dannatamente ragione, la commiserazione non mi aiuterà di certo , non fa bene a me, alla guerra e nemmeno alla mia vendetta, devo smetterla di vedere solo il nero , mi sento come un vecchio corvo spelacchiato, dovrei iniziare a vedere anche le sfumature di grigio che ruotano attorno al nero e perché no…forse anche un po’ di bianco, di certo non mi farà male. Le sue parole mi colpiscono e mi aprono un mondo che credevo dimenticato ed invece è sempre stato qui presente, sono solo io che mi sono chiusa in me stessa preda delle mie paure e dei miei timori.
"Ognuno di noi è circondato da persone che desiderano affossarlo, non facilitargli il compito. Intesi?"
Volto il mio viso verso di lei, mentre un timido sorriso prende forma e gli occhi mi si illuminano, non so se sia commozione oppure pianto, preferisco di gran lungo il primo, annuisco alle sue parole con decisione. Devo ritrovare la mia sicurezza perduta.
<< Sei riuscita a commuovermi, sappilo…>> le dico sincera , mentre per la prima volta non mi sento poi così sbagliata e così inutile. Uno strano calore mi attraversa il cuore sciogliendo il gelo che si era creato, un piccolo raggio di sole ha fatto breccia nella coltre nebbiosa e fredda che io stessa avevo creato, quasi una corazza per non soccombere. Forse non sono poi tanto diversa da mio padre sotto questo punto di vista.
<< Senti Daphne, non prendermi per pazza non sono Markus ma…posso abbracciarti?>>
Chiedo con vistoso imbarazzo. Spero non fraintenda le mie parole. Davvero mi ha fatto piacere questa sua schiettezza, ed era probabilmente ciò di cui avevo bisogno.
Se mi dirà di si, mi protenderò verso di lei stringendola fortemente e accostandomi al suo orecchio le dirò:
<< Grazie, grazie davvero.>>, se invece non reputerà la cosa opportuna, mi limiterò a scusarmi e a sorriderle.