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  1. #1791
    Moderatrice L'avatar di serenarcc
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Shayla Bolton


    Efrem inizia il suo discorso, sembra nervoso, serio, quello che sta per dirci sicuramente non è cosa da poco. Ci informa di non voler girare attorno alla questione e di voler essere il più diretto possibile, anche se per il momento non può dirci molto, ed avverto una pessima sensazione. Resto in silenzio mentre alterno lo sguardo tra lui e Andreus, anche il suo compagno sembra non essere al corrente della questione «questa notte, poco prima che il sole sorga, partirò per una missione. Non nego che essa sarà pericolosa e mi preme dirvi che…che qualora non dovessi più farvi ritorno, di non disperare. I Ribelli hanno bisogno di un capo, di qualcuno che li guidi nelle prossime vittorie, da qui, fino alla fine di questa guerra. Ed è per questo motivo che io, Efrem Targaryus, in qualità di leader dei Ribelli affido ad Andreus De Lagun il comando della fazione, con la consapevolezza che potrà guidarvi facendo le scelte giuste. È tutto.» resto in silenzio ascoltando le sue parole che ci informano di un'eventualità al di fuori di qualsiasi previsione, una missione in cui potrebbe perdere la vita che deve compiere sicuramente per il bene della fazione. Non mi aspettavo nulla del genere e non so cosa dire, vorrei che ci spiegasse di più e ci dicesse quali sono i rischi effettivi contro cui andrà incontro, che valutasse di non andare da solo dato che ormai siamo una squadra e ci supportiamo a vicenda, li sento come amici, chi più chi meno, e se ora qui mi sento quasi a casa, io che una casa vera non l'ho mai avuta, lo devo a lui per avermi portata qui e per avermi urlato contro quel giorno in biblioteca, spronandomi a cambiare modo di vivere. Mi guardo intorno, Daphne è palesemente scossa per la notizia ed inizia a balbettare qualcosa ed a bere dell'acqua per calmarsi, è sul punto di piangere e mi dispiace sinceramente vederla così, come mi dispiace per Andreus che starà soffrendo moltissimo, ma non possiamo fare nulla se non mostrargli la nostra fiducia nelle sue decisioni e mai come ora ha bisogno del nostro sostegno "Siamo con te Efrem e ci fidiamo delle tue decisioni. Tornerai e vinceremo assieme questa guerra" andrà tutto bene, ne sono certa.

  2. #1792
    sim dio L'avatar di Damnedgirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Markus Obelyn

    Efrem ed Andreus tornano in sala, non ci hanno messo molto a parlare ma dalle loro facce, in particolare quella di Andreus, mi sembra che non abbiano ancora chiarito. Lo conosco, ormai Andreus è come un libro aperto per me, anzi è molto meno complicato, e so bene che gli occhi li ha così solo dopo che ha pianto. Gli rivolgo un’occhiata, senza mostrare chissà quale tipo di espressione, ed in silenzio ascolto tutto ciò che Efrem dice riguardo al prossimo campo di battaglia, l’Elysium. Daphne si offre volontaria per la battaglia aggiungendo poco dopo di essere diventata un elfo maestra, le sorrido, felice per lei e fiero della sua determinazione, sono certo che domani darà filo da torcere a tutti i nostri nemici, e solo quando sento che Shayla scenderà in campo con lei alzo il boccale e le rivolgo un mezzo sorriso, come augurio di vincere domani. Efrem ha fatto un‘ottima scelta. <<Se non ci sono domande, vorrei parlarvi di una questione piuttosto delicata…>>, smetto di sorridere e facendomi serio fisso Efrem. L’ultima questione “delicata” è finita con il doverci sorbire una strega centenaria, fuori di testa, che dopo averci dato due informazioni in croce è scappata con la coda tra le gambe. Ignoro la battutina di Medea, facendole segno di sentire ciò che ha da dire Efrem. <<So che molti di voi detestano che si giri intorno al discorso, perciò arriverò subito al cuore della questione. Cercherò di essere il più chiaro possibile per quanto mi sia concesso visto che per il momento non dovrei parlarne>>, dice con finta calma ma è la sua stessa voce a tradirlo mostrando un nervosismo che assolutamente non gli appartiene. <<Questa notte, poco prima che il sole sorga, partirò per una missione. Non nego che essa sarà pericolosa e mi preme dirvi che…>>, deglutisco appena e distogliendo lo sguardo lo punto su Andreus, preoccupato, soprattutto quando sento Efrem aggiungere, <<che qualora non dovessi più farvi ritorno, di non disperare. I Ribelli hanno bisogno di un capo, di qualcuno che li guidi nelle prossime vittorie, da qui, fino alla fine di questa guerra. Ed è per questo motivo che io, Efrem Targaryus, in qualità di leader dei Ribelli affido ad Andreus De Lagun il comando della fazione, con la consapevolezza che potrà guidarvi facendo le scelte giuste>>. Sono sconvolto, amareggiato e perfino un pò arrabbiato. Che diamine. Ha già rischiato la vita parecchie volte, per un pelo non è rimasto storpio dopo la “chiacchierata” con Nimoe, perché dunque non chiedere aiuto a qualcuno di noi? Non siamo una fazione? Non dovremmo lottare assieme? <<E’ tutto>>. Scuoto la testa perché non ci sto, perché per quanto idiota, egoista e suicida possa essere, Efrem è la prima persona che ha creduto in me, mi ha aiutato e mi ha dato una possibilità di vivere. Qui ho trovato una casa, una famiglia, un obiettivo per cui andare avanti e non arrendermi, e senza Efrem non sarebbe mai accaduto. Cerco di stringere una mano a Daphne quando la vedo tremare e balbettare un pessimo tentativo di accettare la decisione di Efrem, e poi guardo Andreus, ancora più dispiaciuto, capendo finalmente il motivo delle lacrime. Shayla invece parla, appoggiando la scelta di Efrem, sento un nodo alla gola che non accenna minimamente a sciogliersi, e la vista di Daphne quasi in lacrime non mi aiuta… E basta. Le stringo appena la mano (in caso l’abbia presa) e mi schiarisco la voce per catturare l’attenzione di Efrem. <<Portami con te. Hai detto che è una missione…>>, suicida, <<pericolosa. Ma, forse, con me a pararti il culo ci sono più possibilità di riuscita. In fondo tu rischi la vita per il bene della fazione, Efrem…>>. Lo fisso con più insistenza, <<e si dà il caso che ne faccia parte anch’io. Voglio dare il mio contributo come guerriero>>.



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  3. #1793
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Andreus De Lagun

    Guardo con ammirazione Shayla e soprattutto Daphne quando dicono la loro sulla battaglia all’Elysium. Daphne ammette anche di essere divenuta da poco Maestra e la cosa non fa altro che farmi sentire felice per lei. Ora la fazione conta un altro Maestro oltre a me e ovviamente Efrem stesso. La riunione in questo mod termina e inghiotto un groppone di saliva, amaro quando Daphne invita Efrem a parlare. «So che molti di voi detestano che si giri intorno al discorso, perciò arriverò subito al cuore della questione. Cercherò di essere il più chiaro possibile per quanto mi sia concesso visto che per il momento non dovrei parlarne.» stringo le mani sopra i pantaloni cominciando a giocare con la stoffa per il nervoso, ho paura. Paura che si mescola al turbamento per averlo sconvolto ulteriormente con le mie parole. «Questa notte, poco prima che il sole sorga, partirò per una missione. Non nego che essa sarà pericolosa e mi preme dirvi che…» cosa? No. Perché non può dirci nulla? Perché? Perché? Perché dannazione? Lo vedo incrociare le dita sul tavolo nervoso come solo poche volte l’avevo visto in vita mia. Un brivido gelido mi corre lungo la schiena e alzo il capo sentendo la faccia andarmi in fiamme. «Che qualora non dovessi più farvi ritorno, di non disperare. I Ribelli hanno bisogno di un capo, di qualcuno che li guidi nelle prossime vittorie, da qui, fino alla fine di questa guerra. Ed è per questo motivo che io, Efrem Targaryus, in qualità di leader dei Ribelli affido ad Andreus De Lagun il comando della fazione, con la consapevolezza che potrà guidarvi facendo le scelte giuste.» sento un macigno di piombo crollarmi addosso, ogni cosa si sgretola e tutto arriva alle mie orecchie come ovattato, chiuso. Come se fossi in una bolla da solo con lui e tutto il resto del mondo fosse bloccato fuori ad urlare, al buio mentre io non vedo nient’altro che il suo viso. Rabbia è ciò che provo per non poter fare niente per poterlo desistere, a che servirebbe? Anche il semplice legarlo a una sedia non lo bloccherebbe. Rabbia che si incrina, si sgretola lasciando il posto alla disperazione, il solo pensiero di non rivederlo più, di non vedere più il suo sorriso, il suo viso, sentire la sua voce. Lui, la persona che ha sconvolto del tutto la mia vita. No. Non posso accettare che muoia, non posso accettare che se ne vada per colpa di questo schifo. «È tutto.» NO. Il resto del mondo parla ma io non lo ascolto, stringo le mani fin quando le nocche non cominciano a farmi male, le vedo farsi sempre più bianche e sento quasi passivamente le unghie conficcarsi nella pelle. Mi volto verso il ragazzo, gli occhi bruciano ma mi impongo di non piangere, gli ho promesso di essere forte. Ma i tremori non diminuiscono. «Tu devi fare ritorno a questo monastero e riprendere il posto che ti spetta a capo di questa fazione.» dico a denti stretti posandogli una mano sulla spalla e stringendo quasi senza rendermene conto «io mi fido di te, sei sempre stato un capo eccezionale e continuerai a esserlo. So che tornerai trionfante.» dico cercando di sorridere, nonostante il macigno che grava su di me diviene sempre più pesante…

  4. #1794
    sim dio L'avatar di Lilla_20
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Medea Euripide



    Efrem torna con Andreus ed io strabuzzo gli occhi, non mi ero neanche accorta che avevano lasciato la stanza.
    Sorrido a Daphne ed a Shayla, sono certa che ci porteranno un'altra vittoria.
    Quando il capo comincia a parlare Markus mi zittisce ma non ce ne è bisogno dato che tutta la mia attenzione è proprio su Efrem. «so che molti di voi detestano che si giri intorno al discorso, perciò arriverò subito al cuore della questione. Cercherò di essere il più chiaro possibile per quanto mi sia concesso visto che per il momento non dovrei parlarne.» parla con voce calma ma noto un certo nervosismo «questa notte, poco prima che il sole sorga, partirò per una missione. Non nego che essa sarà pericolosa e mi preme dirvi che…» guardo le sue mani che incrocia sul tavolo «che qualora non dovessi più farvi ritorno, di non disperare. I Ribelli hanno bisogno di un capo, di qualcuno che li guidi nelle prossime vittorie, da qui, fino alla fine di questa guerra. Ed è per questo motivo che io, Efrem Targaryus, in qualità di leader dei Ribelli affido ad Andreus De Lagun il comando della fazione, con la consapevolezza che potrà guidarvi facendo le scelte giuste.»
    Efrem ci guarda ad uno ad uno calmo.
    Ci metto qualche istante a metabolizzare il suo discorso e sgrano di nuovo gli occhi.
    Guardo alternativamente i miei compagni.
    Anche loro sono sorpresi, Daphne poi è la più sconvolta di tutti…
    E’ Markus quello che reagisce in modo più forte <<Portami con te.>>
    Senza neanche pensarci due volte cerco lo sguardo di Efrem <<Ha ragione Markus. Hai detto che parti per una missione e noi siamo una squadra, non devi per forza andare da solo. Puoi portare Markus e me…>> Gli dico seria.
    <<Non sto mettendo in discussione la tua parola, lo sai, è solo che vorrei aiutarti.>> Aggiungo poi.
    Ultima modifica di Lilla_20; 5th January 2016 alle 11:08

  5. #1795
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Efrem Targaryus

    Osservo i presenti con gli occhi seri nonostante ogni mia parte stia urlando che ciò che sto per fare è una sciocchezza. Ma ho preso la mia decisione e se morirò nel tentativo di compierla, saprò di essere morto lottando e di aver fatto la scelta giusta per loro. I loro volti si induriscono, chi più chi meno vorrà strozzarmi o quantomeno darmi una botta in testa per fermarmi. Come biasimarli? Persino Andreus credo mi odi adesso. «C-credo che...» sento balbettare e poi tossire da Daphne, i miei occhi saettano su di lei. È sconvolta. Beve qualche sorso d’acqua e la sua mano trema sempre di più quando regge il bicchiere, sento una morsa all’altezza dello stomaco farsi sempre più stretta mano a mano che la ragazza mi guarda e parla sempre più nervosa. «... credo che se Efrem non voglia darci ulteriori dettagli, è per il timore che qualcuno di noi si metta in mezzo e lo fermi» i suoi occhi si spostano sul resto del gruppo e quando finalmente si posano su di me, li vedo, distintamente velati dal pianto. «Ma... non ti fermerò, nessuno di noi lo farà» dice mordendosi le labbra sempre più nervoso, non ce la faccio a vederla così. Abbasso il capo rivolgendole un cenno di assenso e ascoltando il resto delle sue parole «mi fido di te e mi fido di Andreus, n-non ho domande» a distrarmi da questo senso di impotenza e disagio ci pensa Shayla che risponde quasi incitandomi «siamo con te Efrem e ci fidiamo delle tue decisioni. Tornerai e vinceremo assieme questa guerra» sollevo il capo sorridendole grato e soprattutto fiero delle loro parole. Credevo di sbagliare, di risultare un pessimo esempio. Di non essere mai accettato come Daphne mi aveva fatto capire e ora… la guardo col viso tirato per un attimo per poi portare i mie occhi su Markus che prende la parola subito dopo «portami con te. Hai detto che è una missione…» mi fissa, convinto delle sue parole, ma non posso. Non posso portare nessuno di loro con me nonostante le loro intenzioni siano quelle di proteggermi e sostenermi. «Pericolosa. Ma, forse, con me a pararti il culo ci sono più possibilità di riuscita. In fondo tu rischi la vita per il bene della fazione, Efrem…» mi fissa e io sostengo il suo sguardo per la prima volta lo vedo determinato, pronto a tutto pur di rendersi utile e ciò non può che fargli onore. Ma non oggi, non stanotte. «E si dà il caso che ne faccia parte anch’io. Voglio dare il mio contributo come guerriero» sto per rispondergli ma è Andreus a bloccarmi, mi posa una mano sulla spalla stringendo con una forza che mai gli avrei attribuito, come se farlo gli costasse solo una grande fatica. Lo guardo, gli occhi arrossati, ma non piange, non piange come tante volte ha promesso a me. Come mi ha promesso in quella stanza. «Tu devi fare ritorno a questo monastero e riprendere il posto che ti spetta a capo di questa fazione.» mi sorride poco dopo incitandomi «io mi fido di te, sei sempre stato un capo eccezionale e continuerai a esserlo. So che tornerai trionfante.» lascia la mia spalla e anche io poso la mia mano sulla sua «come io mi fido di te, sei un ottimo esempio per me e per loro.» è Medea a intervenire poco dopo unendosi all’idea di Markus «ha ragione Markus. Hai detto che parti per una missione e noi siamo una squadra, non devi per forza andare da solo. Puoi portare Markus e me…» scuoto il capo lasciando la spalla di Andreus per poi guardarli entrambi «i Ribelli hanno bisogno di soldati che si battano per difendere e conquistare. Abbiamo già perso molti uomini, così come mia cugina Anne che ho dovuto riportare io stesso a casa da suo padre.» li guardo alternativamente «è una cosa che devo fare da solo, non posso e soprattutto non voglio che altre vite vengano messe a repentaglio oltre alla mia.» mi alzo dalla sedia prendendo un ultimo spiedino «se volete scusarmi, andrò a preparare le ultime cose e poi riposerò…» guardo poi Shayla e Daphne sorridendo infine a quest’ultima «rendetemi orgoglioso domani!» termino per poi dirigermi verso la mia stanza. Ho bisogno di un bagno e poi credo che cercherò di prendere sonno almeno fin quando non sarà l’ora di partire…

  6. #1796
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Daphne Elania Baratheon

    Un coro di voci si susseguono, ma è come se avessi l'ovatta nelle orecchie, non sento niente... non capisco niente, mi perdo ad osservare il tavolo con gli occhi sgranati, perchè non riesco a tenere gli occhi su Efrem e queste lacrime che cominciano a sfuggire al mio controllo non mi aiutano affatto «i Ribelli hanno bisogno di soldati che si battano per difendere e conquistare. Abbiamo già perso molti uomini, così come mia cugina Anne che ho dovuto riportare io stesso a casa da suo padre, è una cosa che devo fare da solo, non posso e soprattutto non voglio che altre vite vengano messe a repentaglio oltre alla mia.» Riporto gli occhi a lui, è così deciso, so che è un testone e quando prendere una decisione è quella. E' irremovibile e sento chiaramente l'acido risalirmi in gola «se volete scusarmi, andrò a preparare le ultime cose e poi riposerò… rendetemi orgoglioso domani!» Mi osserva ed in quel momento ho un sussulto, come se mi avesse piantato un coltello al centro del petto, è un addio questo? Un vero addio? Ho provato a rinunciare a lui come uomo, all'idea di qualcosa tra noi, ma non questo... questo non voglio farlo. Quando Efrem esce dalla stanza lo seguo con gli occhi, vorrei dire qualcosa, vorrei fermarlo... ma le parole non vengono fuori e resto a fissarlo con la bocca semi-aperta, senza dir nulla. Riporto lo sguardo al tavolo e chiudo gli occhi per qualche istante nel tentativo di riprendermi. "Vado a dormire, domani sarà una giornata impegnativa" mi alzo, senza aggiungere niente, senza guardar nessuno e mi dirigo in camera mia fissando il pavimento col capo chino. Quasi come se fossi un automa, mi sfilo gli abiti e mi stendo, non riesco a smettere di tremare, le mani non rispondono alla volontà, nulla del mio corpo reagisce come vorrei, sono stordita, confusa. Mi stringo con le braccia al petto, ho bisogno di dormire, devo dormire, domani tocca a me e non ho intenzione di perdere, non più. Il cuore martella, lo sento in gola, lo sento nelle vene, lo sento in tutto il corpo che sbatte e mi esplode nella testa, ho bisogno di calmarmi, l’ultima volta sono sopravvissuta, nonostante la sconfitta, sarà così anche questa volta, lo prometto a me stessa. Quelle parole… quella parole che ha detto Efrem alla riunione, a chi voglio mentire? E’ per quelle che non trovo pace, non posso realizzare l’ipotesi che potrebbe non tornare, era serio, maledettamente serio, probabilmente come non l’ho mai visto in vita mia e… sto male. Sono arrabbiata, profondamente arrabbiata, perché so che il mio malessere non è per le parole proferite da un capo, ma per le parole proferite da qualcuno che non riesco a cancellare, non ci riesco, non ci riesco in alcun modo e mi odio per questo. Sono più di dieci anni che non faccio altro che pensarci e mi sono buttata in decine di letti per provare anche solo a cancellarlo per un giorno, credevo di riuscirci con Markus, ma anche questa volta non è andata così, lui è sempre là come tarlo che mi divora dall’interno. Mi sento stupida, vorrei morire solo per la consapevolezza di non doverlo più guardare, dovrei essere solo io a rischiare la vita, non lui. Penso che potrei aver incrociato i suoi occhi per l’ultima volta a quel tavolo, sento che qualcuno mi sta tenendo stretta alla gola e potrei soffocare da un momento all’altro, non gli ho mai detto cosa sento, anche se lo sa benissimo, lo sanno tutti e non gl’importa niente, ma avrei dovuto farlo di persona, avrei dovuto togliermi questo peso e probabilmente mi sarei sentita meglio in quel momento, stupida, stupida che non sono altro. Questa notte non chiuderò occhio e se devo morire domani, se deve morire anche lui, non posso più trattenermi, non ce la faccio, per una volta, un’unica e sola volta, devo guardarlo negli occhi e dirgli tutto, ripetergli ogni singola parola ed avere un suo rifiuto. Mi alzo dal letto e per un attimo devo fermarmi a causa di un forte capogiro, ho bisogno di calmarmi almeno un pò...



    quasi senza pensarci ed esco dalla porta, a passo diretto avanzo per il corridoio, è come se fossi guidata da una forza estranea, non vorrei, ma il corpo ancora reagisce da sé con comandi inconsci. Arrivo avanti la porta delle sue stanze e spingo il pomello, se è chiuso devo tornare in camera, la devo smettere… è aperto. Ancora avanzo e mi blocco avanti la sua stanza, starà dormendo… mi caccerà via, ma quando mi affaccio titubante non lo vedo sul letto, ma sento lo scrosciare dell’acqua provenire dal bagno. Respiro profondamente e per una volta, finalmente, sento che mente e corpo rispondono ad un unico volere. Non busso, mi limito a chiamare il suo nome, prima di entrare “Efrem…” è nella vasca e volta il capo verso di me, visibilmente infastidito, con quella espressione che non abbandona mai il suo viso ed in un attimo la morsa alla gola aumenta, mi manca l’aria.



    “Io…” le parole muoiono in gola, ma avanzo di un passo, respiro profondamente mentre socchiudo gli occhi ed inizio a parlare “Io… se è vero che potrei non vederti mai più, se è vero che potresti perdere la vita, sento che non posso e non devo continuare a non dirti quello che sento, potrei morire nello stesso istante in cui avrei la consapevolezza di averti perso per sempre, pur non essendo stato mai mio ed io… se non lo faccio ora, sento che non potrei farlo mai più…”



    lascio che una spallina della vestaglia scivoli sul braccio ed accompagno l’altra nella discesa, resto nuda per qualche istante accanto la vasca, l’osservo per qualche in silenzio per un lasso di tempo che mi pare infinito, in cui avverto i battiti saltare e la vergogna salire sempre più prepotentemente, perché non parla… ?



    “Scusami…” mi volto raccogliendo la vestaglia, devo andarmene… devo andarmene ora.



    *Efrem nella vasca da bagno concordato

  7. #1797
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Efrem Targaryus

    Mentre l’acqua scorre lenta all’interno della vasca, i pensieri si ammassano gli uni sugli altri. Che cosa sto facendo? Voglio davvero rischiare la mia vita? Sospiro… pesantemente mentre sul mio volto appare tutta la stanchezza e la rassegnazione che non hanno avuto sfogo prima d’ora. Mi libero veloce degli abiti che in un attimo divengono sempre più opprimenti e dopo pochi minuti sono finalmente in acqua. Forse dovrei lasciar perdere, condurre questa battaglia come ho sempre fatto, portare loro alla vittoria che meritano… senza dover ricorrere a tutto questo. Mi lascio andare alla stanchezza e chiudo gli occhi immergendomi fin sopra i capelli all’interno della vasca. Il fiato prende a mancarmi dopo poco ma mi impongo di non riemergere, mi sento stupido e forse merito di morire ora, di morire qui, annegato in questa vasca da bagno. Magari sotto le mani di qualcuno che medita la mia morte qui dentro. Ce ne sarebbero più di un paio sicuramente. NO. Ho giurato a me stesso che avrei lottato, che avrei portato questa fazione alla vittoria e che lo avrei fatto a qualsiasi costo. Riemergo dall’acqua prendendo boccate veloci di aria mentre i pensieri cominciano lentamente a chiarificarsi. Qualsiasi costo… sì… e se ciò dovesse comportare la mia morte pur di lottare per tutto ciò… allora morirò lottando. Non voglio morire da codardo, non lo sono mai stato. Quando il suono dell’acqua smossa si affievolisce, alle mie orecchie sento arrivare dei passi, dapprima incerti, poi sempre più decisi. Andreus? No è impossibile… non voglio che mi veda ora. Non così. «Efrem…»


    Daphne… la ragazza scosta piano la porta entrando all’interno del bagno, volto il capo verso di lei mostrandomi impassibile e forse… forse non so nemmeno più io cosa sto provando.


    La ragazza avanza lentamente, incerta e visibilmente imbarazzata, respira a fatica e dopo qualche istante il mio volto si distende, non voglio spaventarla… non più. Non lo merita. «Io…» avanza ancora, stavolta sempre più tremante. Mi perdo per un attimo solo a fissare la sua figura avvolta da quella vestaglia, candida, leggera, che la riveste dolcemente… il viso incorniciato da quei capelli nei quali immagino per un secondo quasi interminabile di perdermi con le dita. Mi passo una mano sul volto ricacciando indietro quei pensieri quando la figura di Daphne si para davanti alla vasca osservandomi in volto, tremante, «io… se è vero che potrei non vederti mai più, se è vero che potresti perdere la vita, sento che non posso e non devo continuare a non dirti quello che sento…»


    sento il fiato mancarmi per un attimo, il respiro lento diviene meno regolare, più agitato a ogni parola «potrei morire nello stesso istante in cui avrei la consapevolezza di averti perso per sempre, pur non essendo stato mai mio ed io… se non lo faccio ora, sento che non potrei farlo mai più…» lentamente, come invitata dalle sue parole, una spallina di quella sottile vestaglia scivola sul suo braccio e poco dopo la ragazza si aiuta con l’altra mano per sciogliersi da quell’abbraccio di seta che cade senza peso al suolo e lasciando la donna scoperta, libera da ogni vincolo e costrizione. La ragazza mi osserva, imbarazzata e io osservo lei in un susseguirsi di sguardi che veloci e da soli parlano più delle parole. I battiti del mio cuore si fanno sempre più accelerati e per la prima volta… per quell’interminabile istante dopo anni, sento esplodere dentro di me tutto. Ogni singolo tassello cade, ogni certezza si sgretola e per un attimo ogni volto viene annebbiato, tutto tranne il suo viso. «Scusami…»


    dice voltandosi nuovamente e dirigendosi verso l’uscita mentre raccoglie la vestaglia. Il movimento è rapido, istantaneo e non un solo pensiero si muove per fermarlo, la mia mano scatta in direzione del suo polso cercando di fermarla da questa follia. «Aspetta…» dico, la voce spezzata «resta con me… ti prego…»


    cerco i suoi occhi per perdermi in quei pozzi di ametista. Se è vero che morirò domani… voglio sperare di farlo sapendo di aver fatto la cosa giusta…

  8. #1798
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Daphne Elania Baratheon

    Non imparerò mai a controllarmi, non imparerò mai a trattenere i miei impulsi nei suoi confronti, è sempre stato così, non so spiegarmelo, è come se la mente si spegnesse ed io non avessi più il controllo su nulla: le parole, il corpo… tutto mi sfugge dalle mani e scivola via. Mi sono ritrovata in questo putiferio perché sono una ragazzina stupida, avrei potuto evitarmi tante cose, forse troppe, a quest’ora non avrei questa cicatrice, non avrei sofferto l’umiliazione di Lumen, non sarei fuggita, non sarei arrivata qui, non sarei stata derisa, picchiata, magari starei semplicemente piangendo mio fratello sulla sua tomba. Ed ora sono qui, nuda e senza il controllo della mente che mi dice di fuggire, i muscoli quasi paralizzati per l’ennesima umiliazione e rifiuto nel quale mi sono gettata a capofitto, ma volevo averne la certezza, volevo vedere ancora quel punto fermo nei suoi occhi, quello dove dice: Daphne non sei niente e mai lo sarai. Ed ora che sto per andarmene sento un vuoto immenso che mi divora dall’interno, mi domando se ne sia valsa la pena. «Aspetta…» Un movimento rapido mi intercetta e mi pietrifico al suono della sua voce, non mi giro, non ci riesco, il cuore si spezza in mille schegge che mi graffiano il petto e per un attimo trattengo il respiro



    «resta con me… ti prego…» Per un attimo ancora, che mi pare interminabile, restiamo fermi in questa posizione, trovo il coraggio di voltarmi, di posare gli occhi sul suo palmo stretto attorno al mio polso e guardare il suo viso, i suoi occhi… che per la prima volta mi osservano in quel modo, un modo che non so spiegarmi, ma che arriva come un calcio allo stomaco.



    Quando una donna si sente quello sguardo addosso, con quella espressione, è inevitabile che le esploda qualcosa dentro ed allora mi chiedo ancora: ne è valsa la pena? Sì, ne è valsa veramente la pena. Mi tira a sé in quella vasca colma di acqua calda, la sua mano scivola tra le mie dita e stringe forte nel sorreggermi, mi aiuta nei movimenti e, ad ogni suoi tocco, sussulto.





    L’acqua mi avvolge le gambe, fino a risalire lungo il busto e mi ritrovo seduta su di lui ad osservarlo in viso, vicini come non lo siamo mai stati, in un silenzio che mi aiuta a sentire il suo respiro affannoso, un respiro che pare sincronizzarsi col mio. E resto ferma nel trovare il coraggio di muovere anche solo un muscolo, la mano che risale sul suo petto con l’acqua a scivolarmi tra le dita, piccoli fiumiciattoli che ricadono lungo la sua pelle ed un calore che mi avvolge sempre più prepotentemente.



    La sua mano risale lungo il mio braccio e si sofferma sul collo, per poi continuare verso le labbra, il pollice preme su quello inferiore in una carezza che le spinge a dischiudersi ed in quello stesso istante sento tutto sgretolarsi attorno a me: i muri, i pavimenti, la vasca e noi… ogni cosa si mescola ed esplode, sto perdendo la ragione ancora una volta.



    Titubante, porto la mia mano alla sua, quella che mi sfiora il viso e socchiudo gli occhi per qualche istante, a stento trattengo le lacrime che scalpitano per uscire, ma il fuoco che mi brucia dentro è troppo forte e le consuma rapidamente.



    E’ in un attimo che ritrovo le sue labbra unite alle mie, un bacio che ho atteso così tanto, un bacio vero che cancella quello dato per dispetto in camera sua, mi lascio andare… mi lascio travolgere alle emozioni che si fanno sempre più forti ed a questa voglia di lui che mi brucia la pelle. Il bacio si fa più intenso, una ricerca di entrambi da parte dell’altro che si fa sempre più profondo, che ci scioglie e ci unisce in un unico desiderio.


  9. #1799
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Efrem Targaryus

    Per un istante che pare infinito restiamo fermi, immobili in questa posizione come una statua di marmo. Le mie dita si fanno più deboli, pronte a lasciarla andare. E penso che tutto ciò sia sbagliato, che non avrei mai dovuto fermarla… dovrei dimenticare tutto quello che è successo e andare avanti. Dischiudo le labbra per parlare ma non esce alcun suono, le parole muoiono in gola schiacciate dai pensieri, tutto mi dice altro. Tutto mi parla di lei. Nella mia testa tutto si sgretola ricostruendosi nella sua figura, nel suo volto che mi scruta e in silenzio brucia sciogliendo ciò che sono come neve al sole.


    Quanto tempo è passato? Un istante… interminabile stante… e la ragazza si volta a guardare la mia mano per poi risalire lenta, i suoi occhi bruciano sulla mia pelle come fiamme e quando si posano sui miei, sento il mio mondo andare in pezzi. Ogni tassello perde di significato e si sgretola sotto il suo sguardo, lasciandomi in mostra, con un sorriso a dipingermi il volto in quella specie di contemplazione di una e dell’altro. Tutto attorno a me cessa di esistere, in quest’unico istante ci siamo solo io e lei. Lascio scivolare la mia mano lungo il suo polso cercando le sue dita e intrecciandole con le mie


    mentre la tiro a me nell’acqua e facendola adagiare lentamente all’interno della vasca. La guardo perdendomi in quegli occhi e sento il mio respiro farsi sempre più calmo, sempre più regolare mentre si combina col suo. Parole mute che non vogliono essere pronunciate. Sussulto al suo tocco quando la sua mano mi accarezza il petto risalendo con lentezza. Calma la mia mano risale dal suo braccio sfiorandolo e facendola sussultare appena mentre un altro sorriso compare sul mio volto, accarezzo il suo viso, delicato e trascinando appena il suo labbro verso il basso dischiudendo la sua bocca.


    Il tempo di un istante, la sua mano che si posa sulla mia e in quell’unico istante le mie labbra si incrociano con le sue, cercandole sempre di più. Nulla vi è di quel bacio dato per sbaglio, quello stupido errore commesso sulla porta della mia stanza, ubriaco da farmi raggelare il sangue al solo pensiero. No. Non c’è errore stavolta. Ogni cosa cambia, muta e svanisce davanti ai miei occhi e in questo piccolo momento ci siamo solo noi. L’abbraccio diviene sempre più profondo, bruciante. Cerco le sue labbra sempre più avidamente. Due anime che s’intrecciano per formarne una sola. Un unico, magnifico sogno…


    «Ehy…» dico appena, scostandole una ciocca di capelli dal volto e accarezzandola, Daphne si sveglia sorridendomi mentre con le dita stringe appena il cuscino. La mia mano scende dai suoi capelli carezzando il suo volto con delicatezza.


    La ragazza sussulta appena ridendo, una risata lieve, dolce che trascina anche me che con un lieve movimento porto le mie labbra sulle sue mentre la sua mano scivola sul mio volto con dolcezza…

  10. #1800
    sim dio L'avatar di Lilla_20
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli

    Medea Euripide




    «i Ribelli hanno bisogno di soldati che si battano per difendere e conquistare. Abbiamo già perso molti uomini, così come mia cugina Anne che ho dovuto riportare io stesso a casa da suo padre.» ci guarda alternativamente «è una cosa che devo fare da solo, non posso e soprattutto non voglio che altre vite vengano messe a repentaglio oltre alla mia.» si alza dalla sedia prendendo un ultimo spiedino «se volete scusarmi, andrò a preparare le ultime cose e poi riposerò…»
    Efrem rifiuta l’aiuto di Markus ed anche il mio…
    Non posso fare altro, la decisione ormai l’ha presa e sono certa che ci ha pensato molto prima di decidere.
    Mi fido di lui ma ho paura che non torni, che resterà ucciso in questa missione, di cui non so niente, ma che mi pare suicida.
    <<In bocca al lupo Efrem>>. Gli dico semplicemente.
    Rimango in silenzio per alcuni minuti poi mi volto verso Markus.
    <<Penso proprio che dopo tutte queste emozioni ho bisogno di schiarirmi le idee, ti va di allenarci?>> Gli propongo seria senza doppi sensi o battutine.
    Non ho voglia di fare battute ma solo di non pensare a niente e l’unico modo è un duro allenamento.

 

 

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