A causa dei colpi subiti Markus sottrae 5 punti costituzione
Grazie alla "Pozione di Sepyra", Medea recupera 20 punti costituzione
A causa dei colpi subiti Markus sottrae 5 punti costituzione
Grazie alla "Pozione di Sepyra", Medea recupera 20 punti costituzione
Markus Obelyn
<<Perché mi hai praticamente tagliuzzata, ferito ad una spalla e… sconfitta alla grande. Volevo farti provare un po’ di dolore e salvare almeno la faccia…>>, dice, abbassando lo sguardo e capisco che quello di Medea è stato un errore spinto dalla voglia di vendicarsi piuttosto che la ragione. In effetti però, riflettendoci, tra emicrania, vomito e disorientamento non è nemmeno così facile pensare e, forse, neppure insensato come attacco. <<Ma da quanto ho visto non ci sono riuscita, sarebbe stato meglio usare la simbiosi contro di te… Farti sentire tutto il dolore che mi hai inflitto con i vari tagli e colpi… Devo migliorare…>>. Certo, sarebbe stato preferibile, in modo da immobilizzarmi. Indubbiamente un’ottima difesa, forse l’unica, viste le sue ferite, peccato che ci abbia pensato dopo. Spero che comunque le sia d’aiuto questo allenamento in vista delle future battaglie… Ne mancano poche, e dobbiamo vincere. <<Quando hai tempo mi dai la rivincita?>>, finisco di spalmare la crema curativa e sollevo lo sguardo osservando quegli occhi azzurri fissarmi speranzosi. Deglutisco, preso leggermente di sprovvista, insomma non sono un granché come guerriero, probabilmente la vittoria al Kratoning l’ho ottenuta perché Lysa sapeva il fatto suo mentre le altre fazioni avevano schierato i “pivelli”, per citare le parole di Efrem al nostro ritorno dalla battaglia. Dire però di no a qualcuno che mi implora per un po’ di aiuto, e che oltretutto è una donna, non mi pare proprio il caso. <<Beh sì, credo si possa fare…>>. Rispondo per poi provare a medicare e fasciare la scapola destra. E' dietro la schiena e da soli è un pò complessa come fasciatura. <<Fatto... Ora puoi camminare almeno>>, dico, cercando di aiutarla ad alzarsi e, sorridendole, la saluto con un cenno della mano andando di corsa verso la camera di Daphne. Busso, più di una volta, ma non mi risponde nessuno: che sia già partita? Per controllare attraverso i vari cunicoli del rifugio, uscendo finalmente fuori e, guardando il cielo, noto che l’alba è sorta da un pezzo... Non sono riuscito a salutarla… Bene, manco il bacio di buona fortuna sono riuscito a ricambiare. Dispiaciuto osservo il Glados e poi scuotendo la testa rientro dentro, massaggiandomi durante il tragitto il braccio che sento ancora un po' intorpidito. Raggiungo l’infermeria, piegando le labbra in una smorfia di ribrezzo mentre mi guardo attorno… E’ uno schifo. Se Andreus ha intenzione di far crescere i funghi qui direi che ci sta riuscendo bene. Sospirando per il pensiero stupido ed alquanto insensato vista la situazione mi siedo su uno dei letti più puliti e, lentamente, comincio a fasciare il braccio destro, poi mi disinfetterò i tagli ed i morsi dei topi, ed infine proverò a dare una sistemata. Inizierò dai letti, sono luridi.
Keyra
Isyl Tinnuviel
Ciò che leggo sul suo volto quando incrocio i suoi occhi verdi è cieca rabbia, non odio, solo e soltanto tanto astio benché cerchi di parlare con calma, ed è proprio questa calma disarmante a spaventarmi di più. La calma è la virtù dei forti ma mai come ora questa calma nelle sue parole mi pesa come un macigno. Crede che non valga nemmeno la pena di arrabbiarsi, non con me, non con una persona che ha tradito la sua fiducia, mi osserva come se valessi meno di zero, come se nemmeno un briciolo di sentimento vi sia rimasto in lui nei miei confronti. La sento sulla pelle questa atmosfera tesa, lugubre e tetra, nemmeno i primi raggi del sole che albeggia all’orizzonte e penetra nelle assi divelte del monastero riesce a darmi conforto e un po’ di luce. I suoi raggi non mi raggiungono, anche lui mi lascia nell’ombra.
«Pensi che io ti perdoni tutte queste bugie solo perché hai cacciato fuori la storiella di quando io ti ho salvato la vita?» Sussulto, storiella dice…il mio intento non era quello di far leva sul suo buon cuore e sulla pietà, quanto un modo per spiegargli il motivo della mia scelta di nascondergli il mio nome e, del fatto che non voglio più essere chiamata Isyl, quella parte di me appartiene al mio passato.
«Guardati Isyl, ti nascondi aspettandoti chissà cosa, pensi davvero che io sia così idiota da colpirti? Eh? Non mi pento di averti salvato la vita, mi pento soltanto di essermi fidato di te per tutto questo tempo. Come uno stupido aggiungerei.» Continuo a guardarlo, i miei occhi sono lucidi e tristi ma una scintilla ancora c’è queste parole bruciano fanno male, ma non gli permetto di darmi della bugiarda senza cercare di capire le mie ragioni quando anche lui non è stato completamente trasparente, non sulla storia con Efrem almeno. Mi rivolge un cenno, mi intima di andarmene …non ci posso credere…
«puoi anche tornare a quello che stavi facendo visto che ora la tua coscienza è apposto… ah e tanto per la cronaca, Efrem e io ci siamo lasciati quindi se vuoi sfruttare o cogliere al volo l’occasione, accomodati pure.»
Le sue parole riecheggiano ironiche e rimbombano nella testa mentre schiudo le labbra in una protesta che fatica ad uscire. Lui ed Efrem si sono lasciati, sono incredula e sorpresa al contempo. Io sono pronta a voltare le spalle ai miei sentimenti verso Efrem per lui, per Andreus e lui cosa fa? Con tanta leggerezza che credo gli stia costando molto, mi dice questo? No non posso accettarlo!
<<E’ no Andreus ! Troppo facile scappare dai problemi lasciando i discorsi sospesi a mezz’aria. Non me ne andrò da qui fino a quando non chiariremo la faccenda! Se servirà metterò le radici in questa brulla terra, ma tu ora mi devi ascoltare! >>
Il mio tono è duro, fermo, non è rabbioso è solo deciso. Mi alzo dalla panchina mi avvicino a lui, inchiodo i miei occhi nei suoi ma mantengo una distanza minima. Andreus è troppo importante per me, non resisterei un giorno in più sapendo di averlo ferito nel profondo serbandomi rancore.
<< Non pretendo il perdono, quando la fiducia viene tradita è difficile riconquistarla, lo so bene, so cosa vuol dire, e poi…anche tu non sei stato del tutto sincero con me …>>
Lo guardo, cerco i suoi occhi mentre nei miei un velo di tristezza gli attraversa , voglio la sua attenzione :
<<Quel giorno quando ho visto quel che c’era tra di voi , sono fuggita dalla cucina ed ho fatto una scelta, ho scelto di rinunciare a lui per te, ed ora…ed ora mi dici che tra di voi è tutto finito… >>
Scuoto la testa incredula per le sue parole
<< …Quel giorno non sono rimasta semplicemente per non stare male, per non dare uno spettacolo piuttosto spiacevole, l’ho fatto per rispetto nei tuoi e nei suoi confronti…forse non è stato il modo migliore, ma in quel momento ho seguito l’istinto e non la ragione>> continuo mentre i miei occhi si fanno più durima il mio animo sanguina << nessuno si è preoccupato però di chiedere il motivo del perché io me ne sia andata in quel frangente, speravo venissi a cercarmi, speravo venissi a chiedermi i motivi di tale gesto , nessuno ha mostrato un minimo di comprensione nemmeno tu, eppure…eppure io ho agito così perché non ho voluto incolpare ne te ne lui per i vostri sentimenti. >>
Non voglio perdermi nei suoi occhi, ma capisco il suo stato d’animo in quel momento , il mio cuore è a pezzi e la mia voce è roca e spezzata ma continuo:
<< Non sei un’idiota! Non sei nemmeno uno stupido ! Non lo sei mai stato… E comunque non mi sto nascondendo, se ti sembra così scusami, ma non è per paura di confrontarmi con te, quanto per non essere giudicata, non da Te, non lo sopporterei…. >>
Mi stringo nelle spalle senza distogliere l’attenzione da lui e da ogni suo gesto:
<< Sono bastate le parole di Efrem quel giorno in cui ho deciso di rivelarmi per quel che ero con lui per dargli modo di avere fiducia in me, ad umiliarmi, a uccidere la mia autostima, ad impedirmi di aprirmi, non volevo accadesse lo stesso con te. Io non sono nata guerriera,sto cercando di esserlo per essere alla vostra altezza, ma a quanto pare sono solo una persona inutile, per lui è così e forse non sarà nemmeno l’unico a pensarlo, eppure non sono riuscita a sopprimere ciò che provavo per lui… quel giorno avevo anche deciso di andarmene e non tornare più ma poi mi sono guardata dentro, una cosa è certa, sono tornata perchè oltre queste mura non ho nulla da perdere se non la vita, qui ….ci sei tu, ci sono loro, i ragazzi…>> indico l’entrata al rifugio alle mie spalle nascosta dalla cripta, il mio tono si addolcisce<<…voi siete la mia nuova famiglia e lo dico con il cuore in mano, sono tornata perché qui nonostante io valga meno di niente, ho ancora qualcuno da proteggere.>> Cerco di sorridere, ma nonostante la buona volontà, non riesco.
Questo distacco tra noi mi fa troppo male. L‘ho deluso, gli ho mentito, cosa mi aspettavo?
Non di certo uno scambio di opinioni cortese ed amichevole. Posso capire cosa si stia muovendo nel suo animo in questo momento, senza contare la sofferenza per quel che è accaduto tra lui ed Efrem…
<< Senti…perché vi siete lasciati? Non fraintendermi, non lo chiedo per un doppio fine...>> mi accovaccio davanti a lui, allungo le braccia con l’intento di posare entrambe le mie mani sulle sue spalle cercando i suoi occhi.:
<< Ma se deciderai di parlarmene, voglio la verità . Lo so è una domanda diretta e porta con poco tatto, ma…cosa ha fatto si che le cose prendessero questa piega? Spero di non esserne stata io la causa con il mio sconsiderato comportamento, anche perché avresti preso un abbaglio, un grosso abbaglio e se fosse così dimmelo e me ne andrò da qui subito,con la consapevolezza di aver fatto una cosa orribile . Non sono io la persona con cui lui vorrebbe stare, mi ha allontanato in malo modo, mi ha rivolto parole orribili , io non sono te, non ho il tuo coraggio ne la tua forza, io per lui sono solo niente, eppure sono ancora qui…basta bugie tra di noi,basta mezze verità, vorrei poter avere una seconda possibilità, vorrei poter dire di avere ancora un amico, un amico che si chiama Andreus e a cui tengo molto>>
Mi rialzo, resto in piedi dinanzi a lui mentre in lontananza l’alba avanza, attendo una sua risposta una sua reazione. Non può finire tutto così.
Andreus De Lagun
Isyl sembra svegliarsi, devo aver toccato un nervo scoperto ma poco m’importa. Torno con gli occhi sulla statua per poi rimettermi in piedi dopo aver rivolto un saluto silenzioso ai saggi e confidando in loro e negli dei che tutto questo casino si risolva per il meglio e che tornino vivi… sospiro ma è una frase di Isyl a farmi fermare, brusco. «Eh no Andreus! Troppo facile scappare dai problemi lasciando i discorsi sospesi a mezz’aria. Non me ne andrò da qui fino a quando non chiariremo la faccenda! Se servirà metterò le radici in questa brulla terra, ma tu ora mi devi ascoltare!» mi dice dura come se avessi io qualche colpa delle sue azioni. Mi si avvicina puntando i suoi occhi nei miei e io la guardo inarcando un sopracciglio, sto iniziando a perdere la pazienza. «Non pretendo il perdono, quando la fiducia viene tradita è difficile riconquistarla, lo so bene, so cosa vuol dire, e poi…anche tu non sei stato del tutto sincero con me…» eh? Quando? Quando le ho detto di mantenere il segreto su questo posto? Più di un anno fa? Credevo avesse capito perché. Prende a spiegarmi il motivo per cui se n’è andata l’altra sera. Motivo più che palese visto che è scattata in piedi come una molla solo quando io e Efrem ci siamo baciati, quindi perché spiegarmelo adesso? Lo so. La guardo stizzito cercando di capire dove voglia andare a parare con questa storia. «Nessuno si è preoccupato però di chiedere il motivo del perché io me ne sia andata in quel frangente, speravo venissi a cercarmi, speravo venissi a chiedermi i motivi di tale gesto, nessuno ha mostrato un minimo di comprensione nemmeno tu, eppure…eppure io ho agito così perché non ho voluto incolpare ne te ne lui per i vostri sentimenti.» PURE? Non solo mi ha privato della gioia di quel momento, non solo mi ha mentito per tutto questo tempo ma adesso viene anche a scaricarmi una colpa che non ho? Come se io stesso avessi dovuto andare a scusarmi con lei per quel bacio che ho dato alla persona che amavo e con cui stavo insieme? Se tutto questo è uno scherzo me lo dica subito perché sto solo perdendo la pazienza. Non ho più voglia di ascoltare una parola di quello che esce dalla sua bocca. Continua a dire che non si stava nascondendo, peccato che le ho viste quelle mani che stringevano i pantaloni e la testa che incassava nelle spalle come se fosse una tartaruga. Mi parla poi di cosa è successo con Efrem di cosa lui le abbia detto quando lei si è confessata, mi racconta della sua idea di andarsene e che poi ha ritirato perché si sentiva di appartenere a questo luogo. Non rispondo, mi limito a osservarla impassibile e profondamente infastidito dalle sue parole «senti…perché vi siete lasciati? Non fraintendermi, non lo chiedo per un doppio fine...» dice come se non fosse successo niente, come se avesse già dato per scontato ogni cosa. Mi chiede quale fosse il motivo, mi confessa che se fosse stato per lei di non preoccuparmi. Tutte parole buttate al vento. Ammette anche di tenerci a me. Scosto le sue mani con un chiaro gesto di fastidio scacciandole dalle mie spalle. «No, non ti dirò perché ci siamo lasciati. E non per semplice egoismo, ma perché non mi metto a sbandierare ai quattro venti una questione così delicata.» dico quasi con rabbia cercando di rielaborare le sue parole «perché mai avrei dovuto dirti che avevo una relazione con Efrem? Sono otto anni che ci frequentiamo, otto anni che ho provato ad avvicinarmi a lui, mi sono scavato un posto nel suo cuore con tutte le mie forze ed in punta dei piedi.» stringo le braccia al petto con rabbia fissando i suoi occhi, non m’intimorisce se è questo quello che vuole fare. È passato il tempo in cui mi sentivo in soggezione per queste cose «volevamo tenerlo nascosto, staccare dalla fazione la nostra vita privata per farne una cosa nostra. Che dovere ho io a informare te dei miei sentimenti verso di lui?» pongo distanza tra me e lei «non sono venuto da te perché avevo capito, sei stata così teatrale da mostrarlo a tutti e non mi serviva la tua spiegazione di poco fa per capirlo. Mi sono sentito io in difetto per quel bacio, un bacio che ho dato al mio compagno. E tutto per cosa? Per una tua infatuazione. Lo conosci da a malapena due settimane, non sai nulla di lui, non sai che cosa fa la mattina appena alzato, non mi sai dire i suoi tic nervosi, non sapresti neanche dirmi qual è il suo piatto preferito o semplicemente da dove viene, no... non è amore il tuo.» mi allontano da lei ripercorrendo la navata «quando scenderai dal tuo piedistallo e la smetterai di sentirti il centro del mondo allora forse potremo avere una conversazione civile. Fino ad allora, considerami solo come il tuo superiore.» non mi è stato affidato il compito di braccio destro da Efrem solo perché sono suo amico. «Dato che ci tieni tanto, restaci pure qui, io me ne torno di sotto. Ho di meglio da fare.» termino e senza attendere oltre esco fuori dal monastero tornando verso la cripta dalla quale scendo verso il basso. Penso andrò a farmi un bagno caldo e poi mi riposerò qualche minuto…
Markus Obelyn
Dopo aver strofinato via gran parte del sangue con un panno, rovescio i materassi dalla parte opposta e cambio le lenzuola. Accumulo quelle sporche in un angolo fuori dall’infermeria e sbuffando rientro dentro per mettere in un secchio tutta la roba da buttare e cercare di risparmiare il salvabile in un altro. Tra garze, boccette vuote, pezzi di vestiti tagliati, unguenti usati ma secchi perché lasciati aperti, strumenti vari, catini pieni d’acqua o insanguinati vi è un caos allucinante, ed ammetto di trovarmi un poco sperduto per le erbe mediche… Sono bravo a fumarle, non ad usarle come rimedi! Opto per buttarle, quel poco che è rimasto ormai è secco dubito dunque che ad Andreus servano, e poi mi occupo del resto, cercando di fare centro nei secchi per combattere la noia. Beh, in qualche modo devo pur divertirmi… No? Un rumore però mi distrae, sbaglio il tiro e la palla di garze insanguinate finisce per rotolare fuori dalla stanza. Cacchio. Esco per andare a riprenderla e quando la faccio rimbalzare dal piede alla mano sinistra vedo apparire Andreus. Sento che il passo è pesante, ed ha anche un'espressione diversa dal solito, quasi arrabbiata... Chissà che è successo. Strano. Decido di rimandare le domande in un secondo momento ed esclamando <<Ehy…>> gli vado incontro. Poi, abbozzando un mezzo sorriso gli dico, <<tu fai casino e tu ora mi aiuti a pulire lì dentro signorino!>>, cercando di afferrarlo da un orecchio e trascinarlo con me in stanza. Lascio la presa, muovendo un po’ la mano destra che, finalmente, ha smesso di darmi fastidio, e dopo aver fatto centro in uno dei cestini mi volto verso Andreus aggiungendo, <<come vedi ho già iniziato: i letti sono puliti mentre il resto… Beh, non lo è ancora>>.
Andreus De Lagun
Ancora non riesco a credere a ciò che Isyl mi ha urlato contro. Non posso credere che fosse capace di una cosa simile, ha voluto far passare me per il mostro di turno. Mi chiudo pesantemente la porta alle spalle lasciandola sola nel monastero, non m’interessa di quello che mi dirà né di quello che farà e se ha ancora un briciolo di dignità facesse meglio a tenerselo stretto. Non intendo continuare questa assurda scenata. Col passo pesante attraverso la parte del cortile che mi separa dall’entrata alla cripta e per un attimo osservo la lapide sulla quale poco più di un anno fa l’ho trovata. Non mi pento di averla salvata, né di averla condotta qui, può ancora migliorare. Ma non intendo avere a che fare ancora con lei. A passo pesante attraverso la cripta e le vibrazioni del terreno mi fanno cascare sulla testa alcuni calcinacci e pezzetti di legno dalle travi. Mi strofino i capelli sentendo gli abiti che si impregnano di terra e polvere. «Che schifo.» Sempre più scocciato arrivo al primo piano ma mi fermo quando vedo volare verso di me una garza appallottolata e totalmente sporca di sangue incrostato. Inarco un sopracciglio e dopo qualche istante noto Markus venire verso di me. Mi scosto un po’ mettendomi dietro la scala, ho un aspetto orribile, non voglio che si preoccupi per me. Il ragazzo sembra però notarmi lo stesso e dopo avermi guardato in volto mi chiama «ehy…» mi rivolge un mezzo sorriso che io ricambio invece con una alzata di sopracciglio, incredulo. Che gli prende? Mi afferra poi dall’orecchio con gli anelli stringendo quasi a volermelo staccare e mi guida verso l’infermeria mentre io mi dibatto per fargli mollare la presa. «Tu fai casino e tu ora mi aiuti a pulire lì dentro signorino!» ma che ha? Mi trascina a forza mentre io stringo i denti per il dolore e mi lascio trascinare… sento che sto per perdere l’orecchio. Giuro che se tira ancora qualche altro anello gli rifilo un pugno. Arriviamo nella stanza e finalmente Markus molla la presa scuotendo la mano piuttosto pallida e malconcia. A quanto pare sembra essersi allenato con qualcuno. Mi indica l’infermeria totalmente incasinata… ha ragione, sono troppo disordinato qui dentro… così come in camera e come nel resto della mia vita. «Come vedi ho già iniziato: i letti sono puliti mentre il resto… Beh, non lo è ancora» mi massaggio l’orecchio e sospiro guardandolo con un mezzo broncio che poco dopo svanisce. Dovrò rimandare il bagno per un altro momento. Ho capito. «Mi hai fatto male!» dico e provo a dargli un pugno, leggero, sul braccio sano e se ci sarò riuscito lascerò convogliare i miei poteri nel mio corpo. Ampi fasci di luce viola e dorata si sprigionano dalle mie mani fino a investire il corpo del ragazzo e lentamente le passo sui tagli e sul braccio pallido cercando di risanare con precisione ogni ferita. «Ma non fa male!» dice lui mostrandomi la mano, ci credo. «Beh direi… ti sto curando.» gli rispondo ironico abbozzandogli un sorriso per poi terminare le cure. Mentre osservo alla ricerca di eventuali altre ferite i miei occhi si posano sul secchio, credo, dell’immondizia e quando scorgo le ampolle con gli unguenti in polvere buttate come se fossero immondizia, capisco che è arrivato il momento di intervenire. PRIMA CHE BUTTI TUTTO. Prendo il secchio con le ampolle e le ripongo nuovamente sul tavolo, dopo le sistemerò, prendo poi un secchio pieno d’acqua e uno straccio pulito e mi avvicino a lui «senti… io mi occupo delle fiale e altra roba medica. Tu… pulisci in giro!» dico con un sorriso furbo posando il secchio davanti a lui e senza ulteriori spiegazione mi dirigo al tavolo dove inizio a catalogare i vari intrugli ricreandoli dove serve. Diamine… la pozione di Sepyra è finita, devo farne dell’altra dopo…
*Frasi e azioni di Markus concordate con Damnedgirl
Difesa e recupero:
Rigenerazione: Avviene tramite tocco (Maestro) - Rigenera ferita di entità grave o mortale.
Daphne Elania Baratheon
Osservo le mie mani, le stesse dalle quali si è liberata l’energia del fulmine, non quella alla quale sono abituata, ma qualcosa di più grande, forse atteso… ci speravo molto che fosse questo il mio potere da maestra.
Alzo lo sguardo nell’osservare Shayla ed Andreus che mi osservano con uno sguardo misto tra lo stupefatto ed una gioia che si vede dai loro occhi. Stringo il pugno ed alzo il braccio, come se fosse un segno per dimostrare forza ed allegria per questo dono che ho appena scoperto di avere.
Mi rendo conto che le tenebre della notte stanno lasciano spazio ad una flebile luce, l’ora dell’alba è prossima, mancano pochi istanti e i dovremo recarci al Glados per poi giungere all’Elysium, quella che posso definire la mia seconda casa. Cerco con lo sguardo Shayla e la vedo avvicinarsi a me con la divisa indosso, è quasi inquietante con quei capelli neri, siamo abbastanza simili ora.
La guardo seria, per poi sorriderle “Andiamo a conquistarci un posto nella storia”
ironizzo sulla cosa, anche se è vero… tutti noi, vincitori o perdenti, stiamo segnando Dohaeris con un marchio indelebile chiamato guerra, la più devastante mai svoltasi lungo tutta la cintura ed i nostri nomi, di tutti noi, di tutte le fazioni, rimarranno legati ad essa nei secoli a venire.”Diranno che sono la più bella tra le due”
risponde ironicamente nel seguirmi verso il Glados, mentre lo sfioro per poi attivarlo.
Continua Qui
*azioni e frase concordate
Lady Blackstone
Rovine del Tempio di Saraswaty
Sento i raggi del sole pizzicarmi il corpo, soprattutto gli occhi. Quindi li apro lentamente. Tutto ciò che vedono è terra, terra arida che mai più germoglierà.
Mi alzo in piedi, mentre all'improvviso sento un rumore provenire da dietro le più alte rovine del tempio. E' un rumore di un carro.
Resto nascosta fino a quando scorgo un uomo di mezza età trainare un carretto con del fieno. Continuo a seguirne i lenti movimenti fino a quando decido di fare un passo avanti, per farmi vedere.
L'uomo ha un sussulto. "P-perdonatemi...non...non Vi avevo vista...M-mi avete fatto spaventare.." mormora tremante. Bene.
Non dico nulla, ma mi avvicino lentamente a lui, il quale comincia ad indietreggiare, lasciando perdere il carretto.
Ad un tratto però, terrorizzato dal mio avanzare, inizia a scappare risalendo il sentiero. "...Vi scongiuro, non ho niente...lasciatemi andare!" urla mentre continua a fuggire.
Ferma nella mia posizione, evoco la mia amata sorella, la mia falce, previa concentrazione. La sollevo in alto, poi indietro, infine la lancio con tutta la mia forza contro la schiena del fuggitivo colpendolo in pieno.
M'incammino pian piano verso di lui, mentre le mie orecchie godono a sentire i suoi lamenti, i suoi pianti e le sue implorazioni.
Dovresti provare solo vergogna.
Una volta raggiunto, estraggo lentamente la mia falce dalla sua schiena, poi, alzando la maschera ne assaggio un po' facendo passare la mia lingua sulla tagliente superificie.
"Vi prego...vi scongiuro...ho due figli da sfamare.." continua imperterrito, fissandomi impaurito.
Rimetto a posto la maschera e mi posiziono davanti al suo viso in lacrime. E' disteso a pancia in giù, quindi m'inginocchio per avvicinarmi.
Gli afferro violentemente il mento mentre il mio sguardo penetra il suo.
"Hai una bella dentatura." noto infine con voce rauca.
Dark Sister - Arma in forma passiva
Markus Obelyn
Dopo un paio di battute ed una sana tirata d’orecchie Andreus sembra stare già meglio, ha infatti tolto il broncio ed il sorriso è tornato. Chissà che gli è preso, vorrei domandare ma non sono così sicuro che sia una buona idea… In fondo potrebbe tranquillamente dirmi che non sono affari miei e chiudersi a riccio, cosa che, conoscendomi, mi darebbe non poco fastidio. Mi volto di sbieco, divertito, quando Andreus esclama, <<Mi hai fatto male!>>, tirandomi un pugno alla spalla sana e poi osservo meravigliato i colori della rigenerazione che mi risplendono sulla pelle. Provo a dirgli che non ne ho bisogno, alla fine il mio braccio è ok e Medea sta messa peggio, non faccio però in tempo a dirlo che il ragazzo mi cura ed io mi ritrovo a mostrare una mano che ormai è sana. Che magra figura. La abbasso di scatto, distogliendo lo sguardo un po’ imbarazzato, e per mia fortuna Andreus sembra troppo concentrato a sistemare piuttosto che osservare me. A peggiorare il mio disagio però è il ragazzo quando lo vedo recuperare dall’immondizia le ampolle che ho buttato e che poco dopo sento dire, <<senti… Io mi occupo delle fiale e altra roba medica. Tu… Pulisci in giro!>>. Credo proprio d’aver fatto danno. Lo guardo con aria colpevole, inarcando un sopracciglio nel momento in cui si volta verso il tavolo. Svogliatamente poi fingo di pulire la stanza e sbircio ogni tanto in direzione del ragazzo che è talmente concentrato sulle ampolle da nemmeno accorgersi delle mie occhiate. Ha un’espressione così seria da non sembrare lui, si vede che sa quello che sta facendo e la sua sicurezza unita al carattere lo rendono in qualche modo…Piacevole. Lascio perdere l’immondizia ed incuriosito mi avvicino affacciandomi dalla spalla del ragazzo per chiedere, <<ma che ci fai se sono secche?>>. Chissà magari mi insegna qualcosa…
Ultima modifica di Damnedgirl; 15th January 2016 alle 22:12
Andreus De Lagun
Markus mi guarda colpevole quando gli passo il secchio con lo straccio, è buffo e un po’ mi spiace doverlo relegare a un lavoro simile. Lo faccio per lui, non vorrei che combinasse qualche disastro mischiando polveri e sostanze varie. Mi avvicino al tavolo cominciando a catalogare quelle ancora piene e mai aperte ricalcando col una piuma e dell’inchiostro i nomi sbiaditi. Prendo poi quelle quasi finite e le ricreo mischiando i vari reagenti sugli scaffali e mettendo da parte quelle che richiedono tempo, mi sento a mio agio nel maneggiare questa roba. Da piccolo Myricae mi aveva sottoposto a molte lezioni di alchimia e di tanto in tanto mi portava a studiare nel laboratorio alchemico su in soffitta nel castello, lontano da papà e dai vari servi impiccioni. Non erano rare le volte in cui le facevo andare accidentalmente a fuoco le vesti… con gli anni ho cominciato a capire perché non voleva che nessuno ci vedesse. La furbona aveva unito l’utile al dilettevole e aveva costruito una piccola distilleria in soffitta dove si preparava da sola la sua riserva di whiskey e idromele. Fu facile convincerla a insegnarmi oltre all’alchimia anche qualche nozione per distillare idromele e altri alcolici, in cambio ovviamente di mantenere il segreto. Chissà se Jubert l’ha mai scoperta… credo di no. Mi rendo conto di essermi perso quando d’un tratto mi sento ghiacciare e in contemporanea sento qualcosa di liquido colarmi sulle dita. Poggio le ampolle sul tavolo e mi pulisco le dita asciugando sul legno prima che si deteriori troppo, non vorrei ritrovarmi con un pezzo di groviera al posto del ripiano. Uno ad uno esco dal secchio i contenitori contenenti le polveri che Markus stava buttando e mentre faccio la stessa operazione dei liquidi comincio a tirare fuori i semi che mi serviranno dopo per la pozione di Sepyra. «Ma che ci fai se sono secche?» mi sento chiedere dopo qualche istante, mi volto appena notando il faccione di Markus sbucare da sopra una mia spalla e sorrido appena tornando a dosare le varie polveri e mischiandole l’una con l’altra prima di versarci sopra qualche goccia d’acqua per farle reagire insieme. Decido quindi di giocargli un piccolo scherzetto, così giusto per ripagare la tirata d’orecchie di poco fa. «Dunque… questa è polvere di corno d’alce.» dico mostrandogli la polvere marroncina che sto maneggiando «e questa cosa gelatinosa che stavi buttando è fungo di Gaearmir… altamente esplosivo.» mento mischiandoli insieme e agitando. Prendo poi un po’ d’acqua e la verso dentro fin quando la mistura non diventa di un colore blu intenso e brillante. Prendo un mestolo sottile e inizio a mescolare porgendogli il contenitore «continua tu ad agitare… occhio a non farla diventare viola o… saltiamo in aria.» in realtà puzzerà un po’ di aglio… ma non salterà mai in aria. Ma, ovviamente, questo Markus non lo sa. Poggio tutto accanto a lui sul tavolo e prendo a sistemare gli ingredienti per la pozione di Sepyra, ho bisogno ancora di qualche minuto per recuperare i miei poteri…