Andreus De Lagun
Markus sembra riprendere a respirare mentre io cerco di calmarmi, ho fatto spaventare anche lui quindi. Dei, sto come un cactus e sto riflettendo questa cosa anche a chi voglio bene. Ho bisogno di calmarmi, di fare qualcosa e distrarmi assolutamente. Lo guardo ancora imbarazzato ma sentendo la faccia raffreddarsi sempre più mentre osservo i suoi occhi, mi guarda colpevole e io non posso fare a meno che farmi scappare un sorrisetto ironico di finto rimprovero. Non gli voglio male, gradisco la sua compagnia e mi conosco… se fossi rimasto da solo mi sarei arrovellato tutto il tempo su questa situazione «ti ho portato una tazza di tisana in stanza per aiutarti a dormire ma poi, non vedendoti a letto, ho usato Lucky per cercarti…» guardo le sue mani osservando davvero due tazze colme di tisana fumante. L’odore sembra invitante ma non glielo chiedo, non dopo la brutta reazione di poco fa. Sposto il mio sguardo su Lucky che saltella da una parte all’altra della stanza cercando chissà cosa. Lo guardo ridacchiando e torno con gli occhi sul ragazzo, devo avergli provocato un bello spavento sparendo così all’improvviso. Beh, da adesso in poi, saprà dove sono ogni volta che sparisco nel nulla. «E… Beh, ti ho trovato» dice grattandosi la barbetta incolta, non gli sta male a quanto vedo. Mi guarda poi un po’ più serio porgendomi una delle due tazze che prendo tra le mani guardandolo grato. Ne avevo bisogno. «Se ti può consolare non mi ha visto nessuno ed ho nascosto il passaggio prima di salire» respiro con più calma e sento l’ansia di venire scoperto affievolirsi sempre più velocemente. Mi sento come in un turbine di emozioni una più assurda dell’altra e voglio assolutamente scendere da questa giostra. Bevo qualche sorso della tisana dopo averci soffiato sopra e mi siedo a terra guardandolo grato «grazie, Markus…» dico e torno a sorseggiare fin quando non lo vedo raccogliere il mio libro da terra e leggerne il titolo «zappa banca» tossisco per la tisana che mi va di traverso e inizio a ridere sommessamente, è troppo buffo. Non ce la faccio stavolta. «Nhm. Devo ancora imparare l’alfabeto… Non si nota, vero?» scuoto il capo facendo finta di assecondarlo e continuo a sghignazzare sperando di non offenderlo, non voglio che se la prenda a male, alla fine mi sono anche proposto di aiutarlo, non penso debba vedermi come un bulletto qualunque. «È carino qui e quel drago che hai fatto mi piace, è parecchio buffo» dice indicando il mio blocco da disegno ancora chiuso sulle mie gambe. Sto per rispondergli ma il ragazzo si alza e si avvicina alla parete sfiorando i vari disegni appesi sul muro. Ritratti di mamma, Cassandra, Mirycae, Sage… casa. Gaearmir. Ed è proprio quest’ultimo che Markus mi indica «questo è il tuo castello…? Caspita. La mia casa, prima dell’incendio, era grande quanto il tuo gazebo…» mi alzo in piedi e mi avvicino a lui seguendo con gli occhi i contorni del castello dei De Lagun, la fortezza della mia famiglia da secoli. Gli sorrido cercando di tranquillizzarlo su quello che sto per dirgli «quello era il mio castello… mio padre mi ha cacciato, ricordi?» sospiro ormai rassegnato a quel pensiero e prendo il libro da terra e dopo averlo sbattuto con un sonoro colpo sulla testa di Markus, glielo sventolo davanti agli occhi «e non ti permettere più a pronunciare male il nome del mio libro preferito!» dico mostrandogli un finto broncio per fargli capire che la questione di Gaearmir non mi ha dato fastidio. Poso poi il libro sul piedistallo in marmo della campana, vicino agli altri impilati in ordine. Non mi va di metterlo a posto, sto pensando di portarmelo di sotto e leggerlo stanotte, nel letto. Apro poi il blocco da disegno e riprendo a disegnare sul drago ancora a metà mostrandolo poi al ragazzo «davvero ti piace uno sgorbio simile? Sembra fatto da un bambino di otto anni…» sì, coi capelli a porcospino e dalle punte blu, una grossa cicatrice sul viso e soprattutto di ventisei anni…
*Azione di Markus concordata con Damnedgirl