Andreus De Lagun
Markus si sta rivelando una persona diversa da quella che credevo, beh… devo dire che in queste giornate ho rivalutato parecchie cose su di lui, primo tra tutti è che non è un esuberante ubriacone idiota.
O almeno non come lo dà a vedere agli altri. Quando gli dico delle mie perplessità riguardanti la mia proposta di fargli da insegnante, lo vedo inclinare la testa e guardarmi come se non mi capisse ed è in quel momento che inizio a sentirmi un po’ paranoico… un po’. Giusto un attimo. Beh, che si aspettava? Quando mi ha chiesto di leggergli l’ascia mi ha guardato come se dovesse uccidermi all’istante. Non è colpa mia. Lo guardo colpevole per poi tornare con gli occhi sul libro, gli indico dove deve continuare e ascolto mentre lui prende a fissarlo un attimo deglutendo prima di continuare. È… piacevole da vedere ed è rassicurante sapere di essergli d’aiuto con questa cosa. Voglio aiutarlo. «Ok» dice per poi prendere il libro e sospirare, cerco di rassicurarlo battendogli una mano sul ginocchio per fargli forza, non lo giudico un caprone ignorante, quindi non ha nulla di cui vergognarsi. «Un vasto silenzio incoNbeRa sulla terra. La terra stessa era una…»
dice mostrandomi uno dei primi errori, sono sorpreso, non pensavo fosse così avanti visto che da quello che mi ha detto poco fa ho pensato che gli servisse ancora molto allenamento. Deve solo familiarizzare con alcune parole, il resto sta diventando molto abile. Picchietta col dito per mostrarmi la seconda parola che gli suona strana prima di continuare «deSlazione, priva di vita, senza movimento, solitaria e gelida nella natura. Era il "WilL", il WilL del Nord, selvaggio e dal cuore gelato»
si blocca per un attimo quando lo vedo avvertire un fastidio alla gamba, porta una mano alla tasca tirandone fuori un Lucky affamato che inizia a mordicchiargli la mano. Markus gli porge un paio di castagne e dopo averle prese, l’animale si dilegua in qualche buco lasciandoci nuovamente da soli. Me ne rendo conto solo ora di questa situazione e la cosa non mi infastidisce più di tanto. Normalmente avrei cacciato via a pedate qualcuno da questo luogo, così molti altri luoghi personali o… come preferisco chiamarle io, tane. Ma con lui è diverso… mi fido e non voglio che se ne vada. Scuoto il capo e prendo a correggere i vari errori di pronuncia spiegandone anche il significato dove vedo che il ragazzo mi guarda ancora confuso. Penso non abbia familiarità con le parole complesse ma sta andando bene, con le dovute spiegazioni non saranno un grosso problema. «Uff... Qui non ci sono disegni…»
dice sfogliando le pagine per poi sbuffare e guardare incuriosito la copertina «il libro di che parla? Di lupi?» gli faccio cenno di sì col capo e gli sorrido a trentadue denti iniziando a raccontare la storia «per fartela breve è la storia di un lupo, all’inizio descrive come due cacciatori del Nord cercano di sopravvivere a un branco di lupi affamati guidati da una lupa e altri due lupi “capo”…» dico facendo il gesto delle virgolette con le dita «i due capi si contendono la Lupa e dopo una lotta, il vincitore dà… il via alla cucciolata, ecco.» mi gratto un attimo il mento cercando di ricordare poi il seguito «della cucciolata inizia a distinguersi un lupacchiotto che lentamente inizia a esplorare il mondo fuori dalla tana e scoprendo piano piano il mondo, un po’ come un bambino che guarda il giardino… da qui inizia la storia vera e propria in cui il cucciolo viene trovato da un gruppo di nomadi del Nord e viene allevato come uno dei cani del gruppo diventando piano piano il loro capobranco e…» Dei, non ricordo poi come va. Guardo per un attimo la candela
cercando di ricordarmi gli altri particolari «ah sì, scusa! I nomadi cominciano ad avere problemi a causa del freddo e della fame e iniziano a liberarsi di molte cose… no un attimo.» mi gratto la testa rendendomi conto di stare ad annoiarlo col mio parlare incessante. Dei, sono una frana coi riassunti eppure non sono così capra di solito. Lo guardo sperando di non cogliere la noia nei suoi occhi e mi gratto la testa chiudendo gli occhi di colpo mentre sento la faccia andarmi a fuoco per l’imbarazzo «sono una frana coi riassunti!» mi sento bollire… dei che figuraccia…
*Ho volutamente cambiato alcuni personaggi della storia per renderla coerente con l'epoca in cui ci troviamo