Keyra
Isyl Tinnuviel
Markus commenta la mia idea di mettere patate e carote in una serra guardandomi fisso negli occhi suggerendomi invece di mettere gli ortaggi in due vasi distinti, lo osservo con titubanza ma forse potrebbe andare, sono brava con le erbe, ma nemmeno io di giardinaggio capisco molto, magari provo. Devo trovare comunque due contenitori, magari in cucina trovo qualcosa, vasi non mi pare di averne visti in giro…
Mentre sventolo la radice di Zenzero, noto che il ragazzo non sembra apprezzare molto. Pazienza, non tutti apprezzano l’odore acre e pungente ma vagamente dolciastro di questa preziosissima radice ricca di proprietà. Mentre sto ridendo in direzione di Markus per la sua reazione allo Zenzero, ecco che entra Andreus palesando l’intenzione di prendere della pozione per poi andarsene lasciandoci nuovamente soli, subito l’atmosfera attorno a me si congela, come se fossi sospesa in un istante che si fa eterno, noto il suo sguardo infastidito forse per l’averci visti qui, forse sono proprio io il motivo del suo fastidio, ma in fondo non stavamo facendo nulla di male, per me può restare fin quando vuole, le sue parole mi risuonano addosso come un malcelato rimprovero abbasso il capo , lo vedo dirigersi verso il tavolino sulla quale vi è la pozione di Sepyra…
«ti serve una mano?»
Chiedo gentile. In tutta risposta mi mostra il barattolo della pozione scuotendo il capo per poi prenderne un po’.
A cosa gli serviranno? Possiede la rigenerazione, quindi teoricamente non dovrebbe servirgli , a meno che non sia sicuro del suo stesso potere o magari per qualche motivo non può o non riesce ad usarlo. Questa cosa mi preoccupa.
Vorrei chiedergli di più ma la voce mi si strozza in gola , è comunque Markus a svelare il mio dubbio chiedendo al ragazzo dove stia andando. Andreus risponde che sta andando a casa ma, non è forse questa ora casa sua? Ricordo la sua storia, so quello che suo padre gli ha fatto…lo osservo con un velo di tristezza negli occhi mentre lo vedo allontanarsi dal tavolo e cercare l’uscita dell’infermeria, Markus gli si avvicina, i due si scambiano qualche parola a bassa voce, scosto lo sguardo amareggiata come se mi sentissi d troppo in questa stanza che improvvisamente sento troppo stretta, con me non parla, non mi dice nulla eppure un giorno che sembra ormai lontanissimo eravamo amici, ridevamo e scherzavamo…
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Dieci mesi prima dell’inizio della guerra…
Cammino nella sera più scura mentre dal cielo le prime gocce di pioggia cadono, tic tac, tic tac…
Sempre più forti, sempre più intense, fredde e gelide. Non appena toccano la pelle delle mie braccia nude, rabbrividisco, non fa freddo, ma è solo il loro pungente gelo a renderle simili ad aghi di sottilissimo cristallo e a darmi questa fastidiosa sensazione. Prendo a correre prima che la pioggia si faccia ancor più fitta ed intensa, incrocio poco distante un edificio costruito con legno e pietre, sopra di esso un’insegna cigolante, lo raggiungo e non appena trovo riparo sotto il suo portico , mi scuoto appena i capelli e lascio che l’acqua scivoli via leggera , conosco questo posto, di tanto in tanto mi concedo un pasto caldo tra il tepore di queste quattro mura e anche un po’ di riposo in qualche comodo letto al piano superiore, è la Taverna del Drago d’autunno. Scruto dalla finestra alle mie spalle se vi sia un posto per mangiare, tanto piove e non smetterà molto presto a giudicare dalle nubi, tanto vale fermarsi e ripararsi qui che tornare all’umida caverna prestatami da un orso…
Entro, non appena ne varco la porta un profumo di carne arrosto e spezie mi investe. L’atmosfera è calda ed accogliente, poco distante il crepitio di un camino , ed è accanto al camino seduto ad un tavolo apparentemente libero, incrocio una figura, una figura che conosco bene. Faccio per avvicinarmi per salutarlo allegramente ma vengo prontamente bloccata da una bella biondina dai seni prominenti, sul vassoio pinte di idromele destinate ai tavoli occupati. Le sorrido, conosco anche lei , il suo nome è Azzurra
<< Ciao Keyra! Accomodati pure, ti consiglierei un posto vicino al bel brunetto solitario…>> mi fa l’occhiolino indicandomi con la testa il tavolo di riferimento << è li da solo e sembra pensieroso, non parla molto, non con me almeno, peccato..>> Scuoto la testa in direzione della donna:
<< Azzurra…non cambi mai sai? >> le dico per poi continuare << ..e comunque è proprio li che volevo sedermi , conosco quel ragazzo.>>
<< Che!?>> Azzurra strabuzza gli occhi e mi guarda come se stessi dicendo la cantonata più grande del mondo, poco distante un signore barbuto reclama però la sua consumazione:
<< Ehi Azzurra…lascia stare la signorina, la intrattengo io volentieri, ma prima portami la mia pinta >>
Vedo Azzurra divenire rossa poi sbuffare.. << La gentilezza e la finezza del fabbro…>> si allontana per poi voltarsi nuovamente << Vai che poi arrivo per l’ordinazione>>.
Detto ciò raggiunge l’uomo mentre questo la ringrazia con un rutto ed io mi avvio verso Andreus.
Lo raggiungo di fianco, portandomi poi alle sue spalle:
<< Mi scusi signore…posso sedermi qui con lei?>>esordisco allegramente fingendo di non conoscerlo.
<<Ehm... ok, si accomo... Keyra?>>
Lo guardo rivolgendogli un grosso sorriso:
<< Ciao! Che bello incontrarti qui!>> gli dico per poi prendere posto davanti a lui sullo scomodo sgabello recuperato da un tronco di pianta.
<<Non ti facevo tipa da taverna, che ci fai qui?>>
<< In effetti ho deviato per una questione..poi mi ha sorpreso la pioggia e ho cercato riparo qui>> porto entrambe i gomiti sul tavolo poggiandovi sulle mani il mento.
<< Ah beh... siamo in due allora...>> mi dice, ma sembra pensieroso
<< Sono i problemi che ti hanno portato qui? Io questo posto lo conosco, conosco anche la biondina…>> dico volgendo lo sguardo verso di lei mentre trotterella in nostra direzione sistemandosi il corsetto << Arriva…>>
<< Eccomi Keyra! Che ti porto? >> mi chiede per poi guardare Andreus.. << E a te bel brunetto? >> Nel domandare lui cosa volesse, Azzurra posa entrambe le mani sul tavolo e si china in avanti mostrando senza ritegno ciò che vorrebbe offrire. Osservo Andreus sobbalzare per un attimo per poi ignorare la ragazza.
<< Azzurra…guarda che lui è un bravo ragazzo…>> le dico con un sorriso gentile lasciando intendere che non è il classico tipo con cui lei ama trascorrere le sue nottate
<< Peccato…>> esordisce con noncuranza
<< Per me una zuppa di farro e verdure, bella calda e…una pinta di idromele , grazie >>
La vedo scrivere mentre lancia occhiate più che eloquenti ad Andreus
<<prendo dell'idromele anche io assieme a del montone arrosto, grazie.>>
<< Perfetto ragazzi, grazie a voi …>>fa per andarsene ma poi fa qualche passo indietro<< Comunque se ci ripensi…sai come mi chiamo>>
Gli strizza l’occhio e poi se ne va ancheggiando vistosamente.
Trattengo a stento una risata , non voglio essere scortese, ma il suo comportamento è piuttosto buffo. Lascio che si allontani e poi esplodo:
<< Non cambierà mai…scusala, è abituata ad un altro genere di clientela..>>
<<Immagino... ne ho conosciute di peggiori, tranquilla.>>lo guardo, il suo sguardo limpido mi rallegra e mi acquieta , mentre il fuoco del camino riflesso in uno specchio, trasporta il suo calore sulle guance di Andreus valorizzando gli occhi, non mi ero mai accorta che il suo sguardo fosse così profondo…
<< Meglio così…hai fatto colpo e credo che tornerà all’attacco>> gli dico mentre prendo a rilassarmi avvolta dal tepore dell’atmosfera paesana.
<<Come fai a conoscere questo posto?>>mi guarda con un mezzo sorriso mentre elaboro una risposta, non posso di certo dirgli che ogni tanto mi incontro qui con persone di dubbia natura e morale, per avere informazioni sui commerci di mio padre…
<< E’ un posto comodo per avere risposte. Se ti serve qualcosa, qui vi sono esponenti di vario genere e si fanno anche dei buoni affari>>
Sorrido timidamente per poi continuare ….
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Ritorno con lo sguardo sui due solo quando sento i passi di Andreus
<< Credevo di conoscerlo almeno un po’…ed invece…>> sussurro mentre lo vedo scivolare via da qui, fuori dall’infermeria, non sono sicura ch elui mi abbia sentito…ed è quindi Markus a rivolgersi a me…
<<non ho un piatto preferito>>.
Ritorna al discorso di prima ma mi parla con rabbia, ed io al momento non capisco a cosa questa sia dovuta, lo guardo dispiaciuta, forse ho sbagliato a scherzare con lui oppure forse, non sono io il motivo del suo malumore, lo vedo passarsi una mano sul viso
<<Comunque non ho fame quindi non disturbarti a cucinare per me, ma… Grazie per avermelo chiesto. Se non hai altro da domandare, visto che Andreus non c’è, vorrei approfittarne per lavarmi e riposare un po’…>>.
<< Va tutto bene ?>> chiedo notando il cambiamento nel suo tono e nella sua voce, poi però mi porto una mano alla bocca, forse sono cose che non dovrebbero interessarmi.
<< Scusami, magari sono cose tue e…non ne vuoi parlare>> .
Un mezzo sorriso si forma sulle mie labbra, ma dentro il mio cuore soffre per il comportamento di Andreus, cerco di mascherare la mia tristezza.
<< Scusami se ti sono sembrata invadente…grazie per i tuoi consigli>> mi rivolgo a lui con gratitudine.
Mi avvicino al suo fianco passandogli accanto, quando sono allineata al suo orecchio gli dico:
<< Non conosco ciò che ti affligge, ricorda però che dopo ogni pioggia alla fine arriva il sole…andrà tutto bene…>>
Mi allontano così dalla stanza, con un sorriso in viso ma la tristezza negli occhi.
Dietro di me Gliocas svolazza quasi fosse un guardiano. Con la mia radice di Zenzero tra le mani, passo accanto alla mensa, faccio per entrare ma vedo che qualcuno ha già provveduto a cucinare ..forse è stato proprio Andreus. Passo rapidamente dalla cucina, recupero qualche strofinaccio pulito e provvedo a coprir e un po’ il cibo per evitare che si sciupi, esco quindi dalla sala prendendo due mele mentre raggiungo la mia camera.
Non appena entro, ricordo che l’ultima volta che vi ho messo piede, ho ricevuto la lettera di Ryuk Leithien che mi ha detto ciò che dovevo fare se volevo recarmi alla piana di Talathnim….resto per un attimo persa nei miei pensieri, forse potrei recarmi li ora, a quanto pare qui non servo , Efrem è a riposare così come le ragazze, Markus anche lui vuole riposare un po’ ed Andreus è andato via, spero solo che faccia ritorno sano e salvo. Un angoscia mi prende ed è inspiegabile, guardo Gliocas posandogli per terra un pezzo di mela.
Recupero i semi e le patate degli ortaggi raccolte in superficie , li poso in un piccolo pezzo di stoffa rossa recuperata dal ritaglio di un vestito, faccio un fagottino e li assicuro alla cintura dei pantaloni, quindi prendo il mio caldo mantello che ho usato quando mi sono recata a Solumquae , li non farà molto caldo, deve essere già scesa forse la prima neve e poi esco dalla stanza, dietro di me il mio amico pennuto.
Mentre risalgo la scale verso la superficie, mi volto indietro osservando le ruvide pareti del rifugio, chissà se andrà davvero tutto bene anche per me..i domini del Leithien sono insidiosi, ho voluto fidarmi della sua parola…e mi fiderò anche questa volta. Costi quel che costi.
Mi ritrovo davanti al cimitero, lo attraverso per tutta l lunghezza fino a raggiungere il Glados, indosso il mantello.
Gliocas mi svolazza attorno ma io non voglio portarlo con me. Sarebbe pericoloso e, non voglio gli accada nulla. Se del Leithien mi fido, delle sue guardie non posso dire altrettanto.
Cerco gli occhi del corvo, lo osservo e poi gli parlo:
<< Non puoi venir e con me, stai qui …fai la guardia mi raccomando e se noti qualcosa di strano tipo persone che non hai mai visto girare per il rifugio, avvisa per favore Efrem o qualcun altro. E’ importante!>>
Gliocas gracchia per poi strofinare il suo musino sulla mia guancia, lo sfioro appena con una mano. Spero abbia capito.
A quanto pare si , perché si allontana da me e va a posarsi come una statua sulla cancellata di ferro che delimita il cimitero e da li, non si muove. Gli sorrido gentile, poi mi volto.
Davanti a me ho il portale, dietro so cosa mi aspetterà.
Chiudo gli occhi, mi lascio avvolgere dalla sua luce mentre visualizzo nella mente la mia destinazione: Talathnim
Non appena esco dal Glados, avverto subito addosso il pungente freddo del luogo. Una coltre bianca si stende come un velo su tutto. Il colore candido della neve mi investe gli occhi costringendomi per un ‘attimo a socchiuderli, quando li riapro ricordo finalmente quel luogo come era, chissà se qualcosa vi è rimasto.
Mi avvio quindi a passo sicuro stringendomi nel mantello verso la destinazione poco distante, dietro di me le mie orme mi accompagnano.
Rammento le indicazioni e rammento la parola d’ordine.
-Flash di Keyra parte uno, concordato con SimsKingdom
-Permesso di recarmi al Talathnim concesso come da lettera di Ryuk qualche post fa.