
Lucynda Mellow
I riflessi di Andreus percepiscono l'incontro ravvicinato della minacciosa folgore, ma l'intelligenza di egli ha fatto il proprio dovere: le gambe scivolano con noncuranza sulla mattonata, ritrovandosi poi in una gran bella posa, degna di essere ammirata da tutto il popolo di Dohaeris. Se in questo momento ci fosse la presenza di sua sorella, ella non avrebbe esitato a farsi quattro risate!
Incurante dell'esito del mio potere, mi concentro nuovamente sulla figura del Mietitore: sul palmo di egli fa la sua apparizione quell'arma a lui cara, la falce.
«Ne hai avute abbastanza?» Forse. E' difficile replicare ad un quesito del genere, specie se ha a che fare con un qualcosa di cui sei follemente dipendente. Forse sì, forse no...
Punto la spada contro il suo bel faccino: sto per richiamare il potere elementale e trasferirlo su tutta la parte d'acciaio, ma lui è più astuto di me e la lama della sua amata sfiora lo strato superficiale della mia gola. Con uno scatto porto il busto all'indietro, inclinando così il collo ed il capo insieme, guadagnandoci però un lieve senso di irritazione: una riga rossa si disegna sul punto di bersaglio, aggiungendosi alla lista delle ferite giornaliere.
Basta così, l'addestramento può considerarsi concluso, comincio a dare segni di scombussolamento. L'indomani avrò una battaglia da affrontare e sarà la più importante tra tutte quelle che ho combattuto finora, meglio che vada a rifugiarmi sotto le coperte prima che sia troppo tardi. Ma prima di fare ciò, ho bisogno di rimarginare ogni ferita, in questo caso la rottura del setto nasale e il mini taglio alla parte centrale della gola. Ho bisogno della magia curativa di MisterSpino.
Bah, a volte mi domando perchè non ho avuto la fortuna di ereditare la rigenerazione dalla nonna materna...
«Infermiere, ho bisogno del tuo tocco magico. A te l'onore, prego.»