Andreus De Lagun
Il silenzio permane ancora qualche minuto anche se ogni tanto è interrotto da alcuni rumori di legno che si spezza e cassetti. Qualcuno è ancora dentro e se Daphne non mi ha ancora risposto, significa che non ha voglia di parlarmi in questo momento. Sto per andare via e lasciarla in pace quando dall’altra parte arriva la risposta che aspettavo, la ragazza mi invita a entrare e io, dopo un sospiro di sollievo apro la porta trovandomi davanti a una scena che non mi sarei mai aspettato. Una grossa voragine si apre a un lato della stanza assieme ad altri più piccoli, come se degli spuntoni avessero perforato dal basso il pavimento. Svariati cocci di ceramica sono sparsi qua e là per il pavimento e quello che rimane del comodino di Daphne resta accasciato in un angolo contro la parete. Scosto lo sguardo e trovo Daphne in ginocchio per terra mentre piange abbracciando un foglio a brandelli, mi guarda con gli occhi gonfi dal pianto e mi si stringe il cuore a vederla così e posso solo intuire cosa possa essere successo qui dentro. «Andry…» dice tra i singhiozzi, «ehy ehy…» dico inginocchiandomi e stringendola a me, accarezzo la sua testa dolcemente cercando di farla calmare. «È stato Efrem?» chiedo cercando i suoi occhi e pulendole il viso con una mano, so che non dovrei chiederglielo visto quanto è scossa, non insisterò se non vorrà parlarmene. La ragazza mi guarda tristemente «sì... cioè no, l'ho fatto arrabbiare…» risponde alla mia domanda, Efrem è una testa calda, ma per aver fatto questo macello… deve essere scoppiato un putiferio qui dentro. Le sfilo il disegno dalle dita e osservo la carta strappata e sgualcita in vari punti, il volto di Kol è quasi irriconoscibile in mezzo a tutti questi tagli. Glielo porgo e cerco di rassicurarla con un sorriso «posso rifartelo se vuoi, farò un ritratto di voi tre insieme.» la ragazza non risponde ma da come reagisce capisco che questo potrebbe farle piacere, mi abbraccia stringendomi a sé con forza e sento nel silenzio i suoi respiri farsi sempre più regolari mentre i singhiozzi e il pianto smettono. L’aiuto ad alzarsi e ci sediamo sul letto mentre esco la lettera di Myricae dalla tasca «è arrivata la risposta da Gaearmir… il medico che seguiva la mia septa è andato in pensione. Era già molto ansiano quando me ne sono andato io. Adesso però c’è suo figlio che sta seguendo le orme del padre, ha detto che ti visiterà lui…» la ragazza mi guarda sorridendomi appena «presumo che di notte sia il momento migliore per visitare una ricercata…» sghignazza contagiando anche me. «Se te la senti, possiamo andarci ora… Myricae l’avrà avvertito sicuramente.» Daphne annuisce decisa «fammi strada.» annuisco e insieme a lei mi dirigo al glados, fuori noto la presenza di Isyl assieme al suo uccello. Non ci bado molto e sfioro il portale immaginando immediatamente le terre di Gaearmir, la mia casa…
Gaearmir – Castello dei De Lagun
L’aria di mare ci investe in un attimo e respiro a pieni polmoni mentre mi guardo intorno, il castello sembra ben difeso e i soldati di mio padre sono costantemente di ronda sulle mura, non noto più alcun soldato di Lantis… probabilmente mio padre li avrà relegati a mansioni più inutili, come proteggere le cantine da Myricae. «Bentornata a Gaearmir.» le dico con un sorriso voltandomi verso di lei «che freddo che fa...» dice lei guardandosi intorno, le do la mia giacca con un sorriso, non penso ne avrò bisogno e poi… devo allenarmi per domani. Due guardie di mio padre ci vengono incontro con le armi sguainate ma non appena mi riconoscono, fanno un breve inchino e ci conducono fino all’entrata. «BAMBINO MIO SEI TORNATO!» Myricae apre la porta trascinandoci dentro e stringendomi tra le sue forti e grosse braccia. Soffoco. «È lei? è lei? Sì che è lei, oh per i Sacri Siamesi! Daphne Baratheon!» si stacca da me prendendo il viso della ragazza tra le mani «guarda come ti sei fatta bella e grande! E dimmi, come sta tuo padre? E… AH GIÀ!» porta le mani sulla pancia di Daphne «come stanno i bambini del mio piccolo Andreus?» si volta poi verso di me «mi avevi detto di essere convinto su cosa ti piacesse, ammettilo che questa dolce fanciulla ti ha rapito il cuore!» sgrano gli occhi arrossendo visibilmente, sento la gola secca. Oh dei, che figuraccia. Avrei dovuto dire a Daphne che Myricae aveva capito una cosa per un’altra. Che disastro. La ragazza la guarda confusa alternando lo sguardo da lei a me e viceversa… più volte, che imbarazzo. «N-no no.... non sono di Andreus, sono...» mi guarda nuovamente e le faccio segno che le spiegherò dopo, anche se la cosa è abbastanza palese «... del mio compagno. Andry è stato solo molto gentile nell'aiutarmi. Sono molto felice anche io di rivederti.» la septa si stacca da lei venendo accanto a me «ma… quindi non hai cambiato gusti?» sollevo gli occhi guardandola «no. Sono sempre io.» lei unisce le mani davanti al viso «benissimo! Adesso andiamo, Arion vi sta aspettando, è poco lontano da qui.» guarda Daphne alzando la voce in modo esponenziale come se fossero a chilometri l’una dall’altra… e invece sono separate da sì e no tre metri «vedrai cara, il dottore è bravissimo! È anche un gran bel pezzo di manzo…» sospira «se solo fossi vent’anni più giovane… so io che gli… scusate, ho parlato troppo! Andiamo?» qualcuno la fermi… «andiamooo!» urla Daphne scherzando. Mi rassereno anche io ridendo con lei e insieme alle due donne mi avvio verso la casa dei Blackheart…
*Frasi e azioni di Daphne concordate con Eclisse84