Lucynda Mellow
E' un attimo: mi sembra di rivivere quella sensazione che per anni è rimasta dissipata nei meandri più oscuri della mente. Sì, mi riferisco alla rinascita del proprio corpo.
Il tocco magico e non delicato delle sue dita
- Te ne pentirai amaramente, cocco! - si sparge sull'intera zona del setto nasale danneggiato gravemente, non descritto più tale una volta che il mio essere avverte un leggero prurito attorno alle narici, alle pareti laterali e frontali del naso, segno che i punti dolenti si stanno rimarginando fino a ostruirsi del tutto, idem per l'incisione superficiale della gola, facendo spazio alla scura carnagione. La fuoriuscita del sangue si arresta immediatamente rilasciando delle macchie superflue che è impossibile rimuovere sfregandole a mani nude, è necessario una sostanza liquida che aiuta a smuoverle dalla cute, dovrò fare una capatina in bagno prima di ritirarmi a letto.
Nel frattempo sento la voce di Efrem esprimere degli elogi su di me, ciò nonostante Andreus mi fissa turbato, raccomandandomi di tornare vittoriosa dal campo dei giochi. Rimango taciturna ma riflessiva sulle parole cagate dalla bocca sua, avrà intenzione di commuovermi con quegli occhi così espressivi? Troppo tardi.
La parola spetta al boss, che prende in mano la situazione mentre si sofferma sulla figura mia e quella di MissCadavere
«Signore, domani è il gran giorno, riposatevi ora. Domattina all’alba partirete per Solumquae, fate risuonare le urla strazianti dei nostri nemici su quella terra e tornate con la gloria sulle vostre teste! Che gli antichi Dei guidino i vostri colpi!»
Faccio un rapido cenno con il capo come segno di approvazione, dopodiché abbandono l'armeria con noncuranza per ritirarmi nelle mie stanze. Una volta raggiunta la suddetta camera, entro in bagno e provvedo a sbarazzarmi dei residui della maschera cremisi: apro il lavandino, attendo che l'acqua sgorghi a sufficienza per poi tuffarci le unghie, utilizzandole come delle spugne che sfregano sulle zone interessate del viso... bene, sono apposto. Ritorno indietro, mi avvicino al cassettone residente all'angolo in fondo e mi spoglio: comincio a sfilare la cintura per avere maggiore libertà nel togliere l'abito, poi passo ai guanti, calze e scarpe fino a proseguire alla rimozione dei gioielli e lo scioglimento della chioma legata, ritrovandomi completamente nuda se non fosse per il reggiseno e le mutande a sostenere quelle parti che una donna conosce fin troppo bene.
Per non creare troppo disordine raccolgo la massa di roba e la trasferisco sulla superficie grezza del cassettone, tenendo da parte però
il trio di serpi, di cui non me ne separerò MAI fino al resto dei miei giorni. Ripongo il set di argenteria sul comodino accanto al letto e, stiracchiandomi la schiena, abbandono tutte le forze che ho in corpo gettandomi sul letto con nonchalance, per poi tirare le coperte verso di me per un maggior senso di protezione. Chiudo gli occhi e lascio che la mente vaghi su un'unico pensiero: l'addormentarsi...
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Le ore, i minuti ed i secondi viaggiano di fretta e furia, proprio come un fulmine tutto fugace che corre verso una meta di estrema importanza. ll fatidico giorno fin troppo atteso è arrivato, non posso starmene qui con le mani in mano, devo darmi una mossa. E subito!
Faccio un'abbondante e fresca sciacquata al viso, giusto per eliminare completamente i rimasugli del sonno, per poi rivolgermi al cassettone a prelevare l'armatura che indosserò per la battaglia: tiro le maniglie del primo scomparto e noto che al suo interno c'è un modello identico a quello che aveva addosso Keyra, lo afferro e batto qualche colpetto sul tessuto per cacciar via le zone in cui è presente la polvere. Lo indosso a cominciare dalla camicia provvista di cappuccio, per poi passare ad una sorta di gonnellino con spacchi laterali ed infine i guanti con i lacci stretti all'altezza degli avambracci, le calze lunghe fino alla sommità delle cosce e gli stivali.
Comodo, direi.
Credo di aver dimenticato qualcosa...
il trio di serpi! Prendo gli orecchini dal comodino e li attacco ai lobi di entrambe le orecchie, per poi passare al ciondolo, una sensazione di brivido si manifesta attorno al collo a causa del metallo freddo.
Non posso permettermi di perdere tutto questo, è l'unico dono che mi appartiene. L'unico dono del mio clan.
Noi Mellow eravamo conosciuti per il cucciolo di serpente imbalsamato che portiamo attorno al collo fin dalla nascita, sotto forma di un classico ciondolo da bellezza; secondo gli insegnamenti di mio padre, essi parlano chiaro: la serpe è una divinità sacra, il simbolo della perversità, la pura essenza di uno stregone. Pertanto a ciascun Mellow di razza stregone gli viene assegnato il rettile, considerato come un portafortuna; raggiunta l'età adulta, si avrà l'onore di adorare il dolce cucciolino come un idolo, eseguendo delle danze tribali per incoraggiarlo ad offrirci il suo aiuto nell'incrementare la potenzialità della propria aura. Naturalmente questo vale esclusivamente come una tradizione della casata, forse l'unica su cui faccio un'eccezione, nonostante io sia contro qualunque legge od usanza particolare.
Senza perdere altro tempo raggiungo l'uscita del monastero e m'incammino verso il Glados con la presenza di Ananya. Calo il cappuccio sul capo e sfioro con la mano sinistra quella mistica luce che illumina i contorni del portale e penso mentalmente al luogo che dovrei raggiungere: Solumquae.
Attraverso il passaggio chiudendo per un istante gli occhi...
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