
Lucynda Mellow
L'echeggiare dei miei passi è sovrastato da ogni gamma di rumori sempre più evidenti: lance che stramazzano al minimo contatto sul mattonato, tonfi metallici, urla strazianti accompagnati dalle solite ciance e... ciance.
In questi casi non serve a nulla il dialogo, è solo un futile mezzo intenzionato a deconcentrarti dalle tue elaborazioni mentali per sorprendere l'avversario. Figuriamoci poi in battaglia... se un soldato viene mandato a combattere per la propria causa e, in quel momento, si disperde nel mondo dei sogni o perde troppo tempo nel provocare i contendenti... diverrà una bestia da macello.
La matassa di riflessioni viene sciolta da qualcuno di familiare: è Ananya, la quale mi passa accanto con quelle iridi privi di vita che scrutano i miei indumenti. Dalle sue parole, sembra un amante del look tribale e... appariscente.
Le rivolgo un cenno d'assenso col capo, accompagnato da un finto sorriso. Non credo l'abbia notato e, sinceramente, non m'interessa.
Ho ancora in mano la Tenebris, la rigida elsa è avvolta in un pugno destro e la lama macchiata del plasma ormai solidificato, proveniente dalle carni di tutte le razze nemiche, affrontate negli anni precedenti.
La sento fremere con vigore, vuole sfogare il suo istinto distruttivo nei confronti di... certi individui.
Solo ora mi rendo conto di aver memorizzato un potere che condividono Yadirha e Medea: la telecinesi. Anche Efrem lo sa padroneggiare, ma con più destrezza.
Comincio ad innervosirmi nel vedere Medea colpire come un poppante indifeso, dovrebbe pestare maggiormente i piedi se vuole avere qualche possibilità di tornare viva dalla battaglia un domani. Sposto lo sguardo sulla figura di Daphne, la quale non fa altro che offrirmi un maggiore senso di vendetta e un collegamento dell'episodio a cui avrei preferito non assistere.
Sto per agire, ma la sguattera dichiara concluso l'allenamento. Si mette a berciare a tutto spiano, incitando la biondina nel metterci più impegno e di non farsi alcun scrupolo nell'affettare i nemici. E poi, l'imprevisto: gira i tacchi e sparisce nei corridoi. SPARISCE, senza neanche aver assaggiato il piatto della vendetta. E che cazzo, ma perchè deve sempre finire così?! Che razza di orari hanno sti addestramenti?! Ai miei tempi tutto era diverso, me ne andavo a letto stremata dopo una giornata trascorsa in mezzo al fuoco di Padre. Qui invece, hai solo tre secondi per spaccarti il culo.
Giuro che appena torna, non le concederò un secondo di respiro!
Due paia di sopracciglia aggrottate e una bocca piegata a denti stretti si dipingono nel mio volto per l'impazienza accumulata e, senza rendermene conto, stringo ancora di più la spada nella sua forma assopita e comincio a brandirla per aria, dopodiché la punto sulla mocciosa, la quale poco fa si è schiantata con il sedere sul grezzo suolo. Il bersaglio si baserà sul suo ginocchio destro, ho intenzione di provocarle un taglio mediamente profondo: detto ciò, eseguo quanto stabilito.
Deve capire che questa guerra non è un gioco da bambocci, ma un evento segnato dal destino instabile della propria vita...
Arma – Spada in Forma Dormiente
Final Sword (Tenebris Fulgura)