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  1. #401
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Keyra
    Isyl Tinnuviel


    Resto ad osservare Andreus, la sua bocca mastica voracemente un grosso pezzo di frittata che ho scoperto essere il suo piatto preferito, sorrido in sua direzione, mentre le sue labbra se ne lasciano sfuggire un pezzo che va a cadere probabilmente atterrando sui suoi pantaloni o sulla casacca … bella tra l’altro, gli sta molto bene.

    Ingoia rumorosamente mentre cerca in qualche modo di contenere il suo disastro…
    «Ti ci vorrebbe acqua mista a sale per pulire una macchia di olio sai? »
    Dico cercando di essere d’aiuto, mentre i suoi sfuggenti occhi tornano su di me, ma non so se mi ha sentito, sembra perso in qualche sua riflessione in un mondo che mi è totalmente estraneo.
    «Io…credo di aver fatto una cosa di cui mi sto pentendo… e con questa cosa credo di ave ferito una persona… forse due ora…» mi dice tutto’d’un fiato per poi abbassare gli occhi quasi imbarazzato, o forse è solo timidezza, il fatto di essere consapevole di aver fatto una cosa che potrebbe essere sbagliata. Non l’ho mai visto così abbattuto, sembra anche una cosa importante perché altrimenti non avrebbe senso avere questa espressione piuttosto triste sul viso, non gli si addice.
    Dice che crede di aver fatto qualcosa, crede di aver ferito qualcuno, non so cosa abbia detto o fatto, ma è chiaramente in preda alle tenebre che io chiamo dubbio, ma non c’è niente di peggio che vivere nell’incertezza di un qualcosa di cui magari non si è nemmeno colpevoli, io sostengo che piuttosto che avere dubbi è meglio parlare chiaro, dire comunque la verità e accettarne le conseguenze, le persone intelligenti apprezzeranno meglio una verità che ferisce piuttosto che una bugia raccontata solo perché non si vuole ferire. Anche perché se un giorno questa bugia dovesse uscire in qualche modo, l’impatto emotivo sarebbe maggiore per chi ha pronunciato e chi ha subito, no Andreus non vacillare sulle tue certezze.
    « Andreus, permettimi di dirti una cosa…» I miei occhi sono sempre fissi su di lui mi strugge vederlo così «... io non so cosa tu abbia detto o fatto o chi tu abbia ferito…» il mio tono si fa più serio, più accorto « … vorrei chiederti cosa è successo, perché hai questo dubbio che ti logora dentro,ma non voglio farlo, devi essere tu stesso il primo a volerne parlare, ma dovrai poi saper accettare anche le conseguenze di questo tuo dubbio e, devi essere tu pronto per primo a metterti in gioco… le tue parole sono state: io credo di aver fatto, io credo di aver ferito…non ho fatto ho ferito… » faccio una pausa prendo un respiro « … tu credi di averlo fatto, ma se invece non è così? Se invece tu stai male per un qualcosa a cui solo tu dai importanza?. L’Andreus che conosco è un ragazzo forte e tenace che crede in certi ideali e crede in ciò che fa…non so cosa ti abbia portato qui tra i ribelli, ma se sei qui, un motivo c’è, il tuo cognome non mente eri…eri un nobile…come… » mi blocco, mi fermo, consapevole che stavo per aggiungere parole di troppo lontane dal contesto, si sarà accorto di questa mia titubanza? «….eri un nobile eppure hai scelto la via dei ribelli, la via di Targaryus, quell’insolente di un elfo dalle orecchie troppo a punta…» e tanto affascinante, ma tralasciamo « Riprendi la tua sicurezza di allora. Ricorda che è sempre meglio soffrire per una certezza che crogiolarsi nel dubbio. Sii coerente con te stesso, vai dalle persone che dici di aver ferito, parla con loro e digli ciò che ti turba, spiega i tuoi timori e non aver paura di un loro sguardo, non aver paura di essere giudicato. Tante volte sono le parole non dette a creare terreno fertile per il dubbio, ma non solo in te, anche negli altri.» Concludo sorridendo prendendo poi un pezzo di frittata.
    Curioso quanto io cerchi di essere d’aiuto a lui in questo momento quando anche io stessa sono schiava del dubbio e della più totale incertezza sul futuro. Ma devo resistere, anche io devo essere forte, prepararmi ad affrontare ciò che mi piomberà addosso quando sapranno realmente chi sono.
    Soprattutto il cognome che porto e il legame che lega la mia famiglia alla famiglia Leithien.
    Ultima modifica di DELTAG; 8th April 2015 alle 19:06

  2. #402
    sim dio L'avatar di Lilla_20
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Medea Euripide



    Mi sveglio un’ora prima della partenza. Ho dormito anche se di un sonno agitato ma almeno sono riposata e pronta, si fa per dire, per la battaglia.
    Vado in bagno e faccio il tanto agognato bagno caldo, molto caldo, sia mai che mi rilassi, finito indosso l’armatura e vado in cucina, voglio mangiare qualcosa prima di partire in modo da essere in forze. Arraffo quindi le prime cose che mi capitano a tiro. Mentre mangio sento parlare tra di loro Andreus e Keyra, ma non distinguo quello che si stanno dicendo, né tanto meno al momento mi interessa, i miei pensieri sono tutti per la battaglia imminente.
    Finito mi dirigo fuori dal Monastero dove ho appuntamento con Yadirha quindi vado verso il Glados, penso intensamente al luogo dove sono diretta…


    Continua qui.



    **Frase concordata con Yadirha
    Ultima modifica di Lilla_20; 11th April 2015 alle 11:17

  3. #403
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Efrem Targaryus

    Mi dirigo verso la biblioteca incurante della eventuale risposta di Medea. Quella ragazza è troppo svampita, ha bisogno di essere spronata e se dovrò ricorrere alla violenza per farla svegliare, bene, non mi tratterrò. Non si vincono le battaglie con dolcetti e sogni. È tanto difficile capirlo che tutto ciò non è un gioco a chi riesce a tenere il muso più a lungo? Bah, sarò strano io.
    Entro nella biblioteca con passo pesante, nervoso e affrettato, non cerco un libro in particolare, voglio solo distrarmi un po’ mentre attendo l’esito di questa ennesima battaglia che tutto si prospetta tranne che vittoriosa come la precedente. Tiro un profondo respiro massaggiandomi gli occhi, mi appoggio a una delle librerie, le gambe e l’inguine sono indolenziti e parecchie fitte allo stomaco mi prendono ogni volta che mi muovo. «Sto diventando come mio padre… lamentoso e pieno di acciacchi.» sospiro, un po’ mi manca quel suo lamentarsi continuo. Un tempo non era così però… «Ah… basta ora!» mi stacco dalla libreria e mi muovo lentamente verso la sezione antica, l’odore di vecchio e di pergamena mi invade le narici seguito da un sottile strato di polvere che comincia a pizzicarmi il naso. Comincio a passare l’indice sul dorso dei vari volumi della sezione sinistra, qualche bel tomo di magia antica potrebbe distrarmi un po’. Come non detto… tutta roba che già so a memoria «la terra batte l’acqua ma viene sconfitta dal fulmine…» recito a me stesso come una sorta di cantilena «che palle!» dico sbuffando e picchiettando più forte sull’ultimo libro sullo scaffale. Esco fuori dalla biblioteca rendendomi finalmente conto di essere l’unica anima errante all’interno del rifugio, tutt’intorno a me regna un silenzio innaturale rotto solamente da un lieve brusio di sottofondo e dal crepitio del legno vecchio delle librerie alle mie spalle. Ah, che pace. Il brusio comincia a farsi più intenso, fastidioso. Qualcuno è ancora sveglio a quanto pare, vabbè che qui dentro, giorno e notte si assomigliano. Scendo lentamente le scale cominciando a distinguere un paio di voci associate a un forte e intenso odore di cibo. Chi sono questi due che hanno cucinato senza avvisare nessuno? Accelero il passo arrivando finalmente all’ultimo piano, riconosco la voce di Keyra mentre si rivolge ad Andreus consigliandogli di parlare direttamente con gli interessati dei suoi problemi o dubbi esistenziali, senza nascondersi dietro una bugia. Che tra l’altro non sa dire. Non capisco perché, perché non vuole parlarne con me? Tiro un sospiro, probabilmente non si fida totalmente di me. Eppure… non so. Mi avvicino all’entrata della mensa e cerco di assumere la mia precedente espressione seria. Prendo un panino ancora caldo dal vassoio e mi appoggio al tavolo «di cosa stavate parlando?» tiro un morso al pane guardandoli entrambi, Andreus abbassa nuovamente gli occhi sul suo piatto «nulla, stavamo parlando… della prossima battaglia e… di chi scenderà in campo la prossima volta…» come volevasi dimostrare, mentire non è il suo campo. Qualcosa arriva ai miei occhi, è qualcosa poggiato per terra dinanzi alla porta della mia stanza. Che cosa sarà? Mi muovo zoppicando e poso una mano sulla spalla del ragazzo, che sussulta lievemente «quando hai finito di ingozzarti… ho bisogno del tuo intervento e poi abbiamo un discorso in sospeso sul tuo problema con l’alcool.» dico con tono serio e mi allontano dalla mensa zoppicando. Finalmente distinguo l’oggetto per terra, un piatto ancora fumante di… carne? Lo prendo tra le mani osservandolo meglio, cinghiale in umido. Ma che diamine… chi conosce la ricetta di mia madre? Guardo le bacche di ginepro ancora intere rotolare da sopra i pezzetti di carne fin dentro la salsa. Chi è stato? Chi continua a prendersi gioco della mia pazienza? Vorrei lanciare questo piatto lontano da me… ma le mani mi tremano, dentro di me qualcosa mi trattiene dal farlo. Perché? Perché mi sento così debole… così stupido? Sposto il piatto osservando l’altro oggetto per terra, un bicchiere colmo di un liquido nerastro. «Ti prego…» mormoro abbassandomi e raccogliendolo. Ne assaggio un sorso e subito il sapore acidulo delle bacche di ginepro mi inonda la bocca. Deglutisco e subito avverto un sapore dolciastro… un sapore che avevo dimenticato da anni. Una lacrima tradisce il mio controllo rigandomi il volto. No. Spingo la porta con un calcio incurante del dolore agli stinchi e, dopo essermela richiusa alle spalle, appoggio con forza i due oggetti sul tavolo. Madre. Perché? Perché ora? Mi abbandono sulla sedia stringendo il capo tra le mani, gli occhi mi bruciano sotto il peso dei ricordi della prima donna che io abbia mai amato. Il suo volto, il suo sorriso. Che tutto questo, gli insulti e ora questo piatto siano dei suoi chiari segni? No, Efrem non fare l’idiota, hai smesso di credere ai fantasmi quando avevi sei anni. No… qui c’è solo lo zampino di qualche idiota che tempo fa ha origliato troppo e ora si diverte a fare questi scherzetti. Bene, se le cose stanno così, non sarò da meno e non mi tratterrò quando scoprirò chi si nasconde dietro questi giochetti da mocciosi. E no… stavolta non ci sarà Andreus a bloccarmi. No, chiunque esso sia deve pagare. «Bastardi!» dico a denti stretti. Con foga mangio tutto il contenuto della scodella innaffiando il tutto con il succo, i sapori acidi e dolci si mischiano a quello della selvaggina riportando alla mente i ricordi di mia madre che lentamente si incendiano facendo ribollire tutta la mia ira. La fame si dissipa e con essa comincia a scemare la mia rabbia trasformandosi in una sottile vendetta. Mi divertirò anche io con l’idiota. Lascio la scodella e il boccale dove li ho appoggiati e lentamente ricomincio a mettere in ordine la stanza. Un libro attira la mia attenzione lo raccolgo osservando la copertina minuziosamente disegnata. Leggo il titolo in bassorilievo dorato «Primula, la strega con le ali…» sgrano gli occhi per la sorpresa, possibile che in questa stanza tenessero anche certi libri? Che ci vivesse anche un bambino? Bah. Lo poso sul tavolo riprendendo ad riordinare tutto, sono passati giorni e ancora non ho sistemato il casino che ho fatto con Andreus. Sorrido riponendo i libri al loro posto. Una volta finito, sistemo sulla pila sul tavolo il libro per bambini e mi dirigo in camera da letto buttandomi pesantemente sul materasso. Spero solo che quell’altro arrivi presto…

  4. #404
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Daphne Elania Baratheon



    Kaleb... sai che non sono mai stata una cima nello scrivere lettere, eppure ci sono alcuni momenti in cui senti di non poter farne a meno. Mi avresti mai immaginata china su di un pezzo di carta, mentre mi mangio le unghie per il nervoso? La verità è che non so quali parole scegliere per raccontarti cosa mi è accaduto nelle ultime settimane, sono cambiate così tante cose, che se solo ci penso mi viene il mal di testa. Ho lasciato il castello... sì, so già cosa stai pensando, sto dando un grande dolore a nostro padre, ma deve sapere, deve essere consapevole del fatto che ragiono con la mia testa e restare in quel luogo solo perché secondo lui è giusto, non lo accetto, non lo accetterò mai. Spero che tu voglia perdonarmi, se ti sto affidando il gravoso compito di riportargli questa notizia, ma chi meglio di te può farlo? Sei l'unico che è in grado di prenderlo nel modo giusto, nè io, nè mamma e neanche Kol abbiamo mai posseduto lo stesso ascendente che hai su di lui... Mi sono unita alla resistenza, i ribelli capeggiati da Targaryus, non è il mio cuore che ho seguito, stanne certo, perché se così fosse, avrei già tentato di strozzarlo con le mie mani... o di sedurlo, ma no... sono qui perché abbiamo lo stesso scopo e tu puoi ben immaginare quale sia. Sai qui c'è anche Andreus... abbiamo avuto una piccola incomprensione, roba da nulla, sistemeremo presto e spero di avere modo di parlargli un pò di te, non ti metterò in imbarazzo, lo giuro, almeno ci proverò...

    Scrivere lettere mi stanca, continuerò più tardi, anche perché sono piegata in modo innaturale e sento che tra poco la mia schiena si spezzerà in due, meglio darmi una sgranchita.



    Mi alzo un po a fatica stiracchiandomi e mi dirigo al bagno, lo specchio cattura il mio riflesso e non riesco a trattenere una smorfia guardandomi in esso, come misono ridotta così? Mi comporto come un maschiaccio e pian piano il mio fisico si sta a adattando al mio temperamento? Questi capelli... che diamine avevo in mente quando ho tagliato la lunga chioma della quale mi vantavo sempre? E la mia faccia... non ho un filo di trucco, ho le occhiaie e questa cicatrice mi deturpa il volto, faccio schifo... meglio uscire di qua, prima che dia un pugno allo specchio e mi spacchi pure le mani.



    Aria... ho bisogno di aria, sì... uscita dalla stanza mi dirigo alla scala a chiocciola e salgo fin su in superficie, per poi rintanarmi in un angolo all'interno delle mura sgretolate del monastero.



    Vorrei parlare con un po di persone: Ananya, Yadirha... sono quelle che più mi incuriosiscono, mi sono sembrate molto motivate ieri alla riunione, appena le vedrò cercherò di socializzare, spero non se la siano presa troppo per lo scherzo di ieri.


  5. #405
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    È pomeriggio

  6. #406
    sim dio L'avatar di XxRosy_99xX
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli


    Lucynda Mellow


    Per la prima volta in tutta la mia esistenza, sento che c'è qualcosa di differente in me.
    Non pensavo di aver suscitato una reazione del genere in armeria, anzi. Il mio obiettivo era di zittirlo, almeno per un po'. E invece dovevo essere io a tacere, avrei dovuto ricorrere alle sagge parole di Padre, - Tollera le provocazioni altrui! - per poi concentrarmi sul piano di vendetta contro Quella. Non ci siamo Lucynda, cos'è che ti turba? Oh, credo di saperlo. E' Andreus il responsabile, sì. E' la scintilla che hai in serbo per egli.
    L'amore fa male. Molto male... oh sì! Improvvisamente mi sento carica, quasi eccitata, ho scovato il rimedio per ripristinare i frammenti di sicurezza andati chissadove! Devo solo pensare al sadismo, al Regalino che gli ho fatto poco prima di tirar fuori le unghie presso l'armeria... mi domando quale sia stata la sua reazione. Ansia? Terrore? Paura? Bah.

    Improvvisamente sento una fitta allo stomaco, ma che diamine... ah già, ora rammento. Saranno i rimasugli delle ferite provocate dalla sguattera a lacerarmi sia dentro che fuori.
    Toh, i miei guanti sono imbrattati del trucco ormai sciolto... no! Ma quante lacrime ho versato?! Devo imparare ad autocontrollarmi, questa è l'ultima volta.
    Mi ricompongo e raggiungo il cassettone in fondo alla stanza, rovisto negli scomparti ed afferro una boccetta contenente della polvere colorata pronta all'uso (ombretto) e un paio di guanti nuovi a motivo zebrato: quelli macchiati dovrò lavarli, per fortuna i miei ombretti non sono a prova d'acqua.

    Porto tutto con me in bagno; giro la manopola del Dragondino e mi libero del sudiciume, a cominciare dai guanti... grazie agli Dei, i palmi di entrambe le mani sono ancora puliti. Li ripongo per un attimo sul pavimento, dopodiché sciacquo abbondantemente il viso con acqua gelida e sfrego energicamente, finché non ritrovo le dita completamente nere, quanto lo smalto delle mie unghie. Ultimamente sono cresciute un po', forse dovrei accorciarle... ma no, cosa vado a pensare. Mi piacciono così come sono, le ho sempre desiderate belle lunghe, così potrei graffiare meglio chi mi rompe!

    Risciacquo i polpastrelli, poi piglio l'asciugamano e me lo strofino per qualche istante.
    Adesso mi dedicherò al trucco... dovrò sporcarmi nuovamente, pff.
    Con l'anulare prelevo una parte della polverina scura, dopodiché la sfumo su entrambe le palpebre con delicatezza. Se qui dentro ci fosse uno specchio potrei lavorare meglio, ma in realtà non serve. Sono anni che mi trucco, ormai mi ritengo un'esperta nel campo, anche se... sì, un'occhiatina la potrei fare. E so già come!

    - Tenebris, mi servi adesso! - richiamo mentalmente la mia buon vecchia spada, rimango con gli occhi serrati finchè non la sento farsi viva tra le mie mani. Eccoti qui!

    Arma – Spada in Forma Dormiente
    Final Sword (Tenebris Fulgura)

    «Mi sei mancata...»
    sussurro all'oggetto a me più caro, mentre l'appoggio dolcemente sulla spalla sinistra, per poi accarezzarla sul medio tratto della lama.

    Colloco l'arma sotto il Dragondino e lascio scorrere l'acqua su tutta la parte d'acciaio, per sciacquarla sufficientemente. Una volta compiuto ciò, ripiglio l'asciugamano e strofino su di essa per "lucidarla", in modo tale che l'acciaio mi permettesse di specchiarmi al meglio. Mi avvicino nel punto in cui c'è più luce e posiziono la lama sotto i miei occhi, abbassandoli un po' per vedere meglio: perfetto, ho fatto un buon lavoro: il trucco è steso perfettamente, non c'è alcun dubbio.

    Afferro dal bordo della vasca i guanti nuovi che ho poggiato prima e li indosso, mentre quelli sudici li lascio a mollo, finché non si asciugano.

    Me ne torno di là e capovolgo il cuscino, in modo che si veda la parte pulita. Non ho voglia di cambiarlo, ora desidero rilassarmi un po'.
    Mi distendo sul letto e lascio vagare i miei pensieri, liberi da qualunque ostacolo invadente...


    Ultima modifica di XxRosy_99xX; 13th April 2015 alle 21:36


  7. #407
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Keyra
    Isyl Tinnuviel


    Vorrei ascoltare da Andreus i motivi per cui trova difficile il parlare con le persone che crede di aver ferito, nel mentre sento dei passi inregolari provenire da fuori e, un corpo con in viso un’espressione seria irrompere nella stanza, il viso appartiene ad Efrem…allungo una mano prendendo un panino dal vassoio e noto una mano fare altrettanto.
    « Di cosa stavate parlando?» chiede con il suo solito modo di fare osservandoci entrambe , ma stranamente sembra piuttosto calmo rispetto al solito. Il primo a rispondergli è Andreuse, lo fa abbassando gli occhi sul piatto :
    « Nulla, stavamo parlando… della prossima battaglia e… di chi scenderà in campo la prossima volta…»
    Ciò che dici mi sorprende e non poco, perché mentire così spudoratamente e con poca convinzione quando non stavamo dicendo nulla di male ? Ad Efrem poi…al ritorno dalla nostra prima battaglia, si è anche preso un pugno in viso da Efrem e anche quando io ho detto la mia, Andreus ha sempre cercato di moderare la mia opinione su Targaryus, mi sembravano complici …quindi perché mentire proprio davanti a lui, non ne comprendo i motivi a meno che Efrem non sia direttamente interessato nella questione che lo affligge.
    Noto che Efrem è ferito mentre si avvicina ad Andreus posandogli una mano sulla spalla, mano che lo fa sussultare, forse si aspettava una qualche diversa reazione alle sue false parole?
    «Quando hai finito di ingozzarti… ho bisogno del tuo intervento e poi abbiamo un discorso in sospeso sul tuo problema con l’alcool.» Problema con l’alcool? Efrem si sarà offeso per non essere stato invitato? Andiamo, un po’ di idromele cosa può aver fatto? Andreus cosa hai combinato? Probabilmente la causa dei suoi problemi è stato proprio l’idromele portato da Daphne…
    Guardo Efrem allontanarsi dalla stanza e resto per un attimo a fissare la curva della sua schiena coperta da quel pesante strato di stoffa. Torno con gli occhi su Andreus:
    « Perché gli hai mentito? E’ forse coinvolto in quello che ti è successo? »
    « Io…lui…si… quanto pare hai scoperto uno dei due…» lo vedo abbassare gli occhi allontanando da se il piatto ormai vuoto. Noto il suo gesto il suo movimento, è come se mettesse tra me e lui una barriera, forse ho osato chiedere troppo.
    « Cosa ti fa male della situazione che si è creata tra di voi? Se posso chiedere…»
    « Non lo so » il suo tono sembra sincero ma la sua voce suona con poca convinzione
    « Sicuro non ci sia niente? Mi sembravate così legati…eppure ora gli hai persino mentito »
    « Non volevo che ascoltasse adesso…hai visto come sta oggi no? Ho paura di ciò che potrebbe succedere…»
    Andreus sembra nervoso, cosa è successo anche ad Efrem? Non mi pare fosse arrabbiato o cosa quando mi ha raccolta da terra in fondo alle scale.
    « Mi ha portata in camera quando deliravo a causa dell’idromele…poi non l’ho più visto…ed è stato anche quasi gentile » cerco di fissare i due limpidi occhi verdi di Andreus, occhi che non sanno mentire, «… Tu e lui siete amici no? Quindi non dovresti aver paura di una qualche sua reazione…è tanto grave quello che hai fatto? »
    Continuo a guardarlo:
    « Amici…si…non so nemmeno cosa ho fatto…»
    Sorride ma il suo sguardo è sempre assente davanti ai miei occhi, sembra malinconico.
    « Allora cerca prima di capirlo e parla magari prima con l’altra persona che dici di aver ferito, ti chiarirai ogni dubbio se sono entrambe causa ed effetto…potresti comunque usare la simbiosi per capire cosa è realmente successo se non riesci a parlarne no? » gli sorrido a mia volta cercando di infondergli un po’ di coraggio
    « Devo andare da lui ora…sicuramente avrà capito… »
    Lo vedo alzarsi portare il piatto ormai vuoto nel catino con dell’acqua per poi tornare in sala poggiandosi allo stipite di uno degli archi d’ingresso « Ho paura Keyra…mai avuto tanta paura della verità. Non sono bravo a mentire…» dice e, questo è palese, « …è una cosa che odio… » nel sentirgli pronunciare queste parole un magone mi coglie, sei come me Andreus « …ma mai come ora ho il terrore della verità »
    «…e se quella verità non fosse tanto sconvolgente come dici? »
    Lo guardo, trovo i suoi occhi, ha bisogno di un sostegno che vada al di là delle semplici parole, ha bisogno di qualcosa di più profondo e che faccia leva sulle sue emozioni più profonde. Mi connetto alla sua mente.



    Immagino una tranquilla landa protetta dai monti;

    una verdeggiante piana in cui crescono rari fiori violacei ;
    un cielo ambrato, primo residuo dell’alba e sgombro da nuvole, mentre spira un fresco vento, il soffio della Signora ;
    In lontananza poco sopra l’immaginaria linea dell’orizzonte, ecco il volo solitario verso il sole nascente di un’aquila dalle grandi ali …
    Nessun rumore solo il vento tra le piante e, lo scrosciare di un piccolo ruscello…
    …il luogo dove giace mia madre come lo ricordavo prima della sua morte…

    «… non avere paura di ciò che inconsciamente già conosci. Vai da lui e…torna vincitore »
    Sussurro queste parole, ma non so se le abbia percepite. Lo vedo uscire dalla stanza, probabilmente andrà da Efrem.
    Finisco di mangiare l’ultimo pezzetto di pesce per poi alzarmi a mia volta e lavare piatti e pentole presenti nel catino d’acqua. Penso alla battaglia di oggi, chi sarà andato a combattere? Dunque…io Andreus e Daphne eravamo qui, ci siamo visti tutti e tre, Lucynda e Ananya hanno combattuto precedentemente riportando una bellissima vittoria, sono fiera di voi ragazze, all’appello mancano Medea che non è passata a prendere i vestiti e Yadhira, ho ancora in testa il sapore buonissimo della sua torta di zucca; entrambe non le ho incontrate se non qualche ora fa in armeria.
    Passano interminabili minuti mentre resetto la mensa e, non ho la cognizione del tempo qui dentro, questa notte ero da mia madre quindi credo sia quasi l’alba se le ragazze sono ancora qui, ma non avendole viste, posso pensare siano già partite e fuori magari il sole è già alto…mattina, pomeriggio o sera non importa ora devo parlare con Lui. Ma prima passo dalla mia camera a darmi una ripulita e a scrivere un biglietto che lascerò scivolare sotto la porta della camera di Efrem, trovo giusto avvisare della mia assenza almeno lui. So benissimo che pioveranno magari domande al mio rientro, ma io devo sapere e mai come ora sono pronta ad accettare il peso delle mie azioni, anche se vorrebbe dire scoprirmi su più fronti…spero solo almeno Lui sappia qualcosa a riguardo di ciò che mi affligge.
    Esco dalla mensa e mi reco in camera. Mentre preparo l’acqua per un bel bagno estraggo dal cassetto foglio e calamaio ed inizio a scrivere in elegante corsivo poche e semplici righe; finito ciò, mi immergerò subito nella vasca per poi recarmi al Glados.
    La verità spero sia più vicina di quanto credo….madre….

    Simbiosi ---> Attiva al grado Esperta.
    Gli elfi nascono dalla natura e con essa hanno forte affinità, sono in grado di comunicare con la flora e la fauna nel linguaggio antico della madre terra: i fiori, le rocce, le creature, ecc
    I maghi e gli stregoni sono loro stessi frutto della natura, la luce e l’ombra fanno parte del Tutto, quindi gli elfi sono in grado di connettersi anche alle loro menti, riescono dunque a percepire ed infondere, a loro volta, le proprie emozioni.


    - Dialogo e azioni di Andreus concordate con Simskingdom
    Ultima modifica di DELTAG; 14th April 2015 alle 15:39

  8. #408
    sim dio L'avatar di niobe cremisi
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Yadirha BlackSnow

    Finalmente il momentento di alzarsi è giunto, con calma mi siedo sul letto e mi stiracchio tutta, poi vado in bagno a prepararmi.



    Il mio stomaco brontola così vado nella cucina e prendo un pò di insalata, pane, insomma cibi sani e nutrienti. Visto che ègià occupata la cucina e io non voglio perdere tempo in chiacchere saluto con un cenno del capo e vado nei tavoli della grande sala da pranzo per gustarmi la mia meritata colazione.



    Appena finito esco dalla base per recarmi nel monastero dove vado a controllare come stanno Kratus e Theofrastus. Mentre li accarezzavo ho notato felicemente che ci sono delle piccole ovette, evidentemente uno dei due serpentelli è una femmina.



    L’alba è giunta e con rammarico saluto i serpentelli e mi avvio verso quell’enorme cerchio, da quello che mi ha spiegato mia padre dovrebbe essere un portale. Dopo pochi minuti vedo arrivare Medea, la saluto facendo un cenno della testa e dopo di lei attraverso quello strano portale che emana una luce azzuroniola



    *Non ho messo i serpenti ma solo le uova, perchè mi facevano senso...Ho la fobia sei serpenti


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    Ultima modifica di niobe cremisi; 14th April 2015 alle 13:49
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  9. #409
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Keyra
    Isyl Tinnuviel



    L’acqua che avvolge le mie membra ha quasi perso la sua calda consistenza e man mano diviene sempre più fredda, esco dalla vasca avvolgendomi un panno attorno alla vita e raccolgo in modo disordinato i capelli per poi recarmi in camera a vestirmi incurante dei rivoli d’acqua che scendono dalla chioma scivolando lungo i ricci raggiungendo la mia schiena procurandomi dei brividi di freddo.

    Srotolo il panno per poi assicurarlo attorno alla mia chioma ribelle mentre indosso dei vestiti puliti....il top rosso che indossavo prima e un paio di pantaloni neri con i miei soliti stivali. Voglio essere comoda, anche perché al ritorno dalla zona in cui voglio recarmi credo che dovrò dare spiegazioni e mi sa che qualcuno non la prenderà bene visto che al solo pronunciare il nome di Tale nobile Efrem Targaryus è scattato.
    Povera me…forza e coraggio, è più importante la verità in questo momento, voglio iniziare a capire e credo di aver trovato una pista che ho tutta l’intenzione di seguire, ad ogni costo e so benissimo quello che sto rischiando.
    Scuoto la testa sciogliendo i capelli che sono ancora un po’ bagnati, ma non importa, si asciugheranno; prendo il biglietto indirizzato ad Efrem, lo piego ed esco dalla mia stanza lasciandolo scivolare sotto la fessura della porta della sua camera, mi allontano solo dopo essermi soffermata per qualche minuto a fissare questa ruvida superficie legnosa.
    Chissà se Efrem sarà qui oppure no…magari con lui c’è anche Andreus..
    Chissà cosa penseranno di me dopo aver visto il mio biglietto. Se Andreus è con Efrem, temo per lui, in fondo è con Andreus che io qui dentro ho più confidenza, ho paura per lui che quell'insolente di Efrem, esageri ancora una volta….e ancora una volta sarà colpa mia. Perché tutti coloro alle quali voglio bene deve sempre succedere qualcosa di brutto? Forse sono proprio io ad attirare le ire degli Dei…penso ad Amaranthis a quella prima battaglia…a quell'uomo ed ai suoi occhi magnetici da serpente.
    Quella volta l’ho lasciato scappare e ora…sto per andare a richiedere ai Sommi saggi la sua convocazione…mi sento così oppressa…. combattuta sul da farsi, ma se è la vendetta ciò che cerco, se davvero voglio sapere, devo per lo meno parlare con lui e poi ho un conto in sospeso . Un conto che ho tutta l’intenzione di saldare ….a modo mio.
    Salgo le scale e non incrocio nessuno lungo il mio percorso….chissà se la battaglia è già iniziata. Ragazze mi raccomando cercate di tornare tutte intere e spero in una nuova vittoria…forse se vincerete sarete le uniche a rallegrare Efrem , a donargli un po’ di buon umore e, a salvarmi la vita se dovrò dargli spiegazioni…e sono sicura le vorrà, ma almeno sono stata leale.
    Raggiungo l’uscita dal rifugio, l’ultima volta pioveva e con me c’era una falena…Niniel…ora sono sola, completamente sola. Sposto il coperchio del sarcofago e risalgo in superficie inspirando una boccata d’aria fresca, una, due tre respirazioni e poi spalanco la pesante porta della cripta con cautela ed esco completamente ritrovandomi nel cimitero. Cimitero di cui potrei entrare a far parte.
    Ironizzo con il pensiero sulla mia attuale condizione.
    Fuori l’alba è sorta , sembra una bella giornata spira solo un po’ di vento e il cielo è già irradiato dal sole deve essere pomeriggio più o meno quindi vuol dire che la battaglia è iniziata. Prego silenziosamente i gemelli siamesi, che proteggano le nostre guerriere e se riescono magari anche me gia che ci siamo….
    Attraverso la distanza che separa me dal Glados, mi guardo attorno ma non mi sembra di vedere nessuno all'orizzonte, poco male, se qualcuno mi vedrà, io ho avvisato della mia assenza, se sarò punita per qualcosa, di sicuro non sarà per il non aver avvisato della mia passeggiata.
    Raggiungo il Glados mentre il cancello arrugginito a margine del cimitero si chiude con un sinistro cigolio…sussulto senza un motivo mentre poggio la mia mano sulla splendida superficie azzurra del portale e chiudo gli occhi cercando di regolarizzare il respiro, non è come le volte precedenti, questa volta la situazione è ben diversa.
    « Rem tene, verba sequentur »
    Il significato suona nella mia testa come una sentenza: attieniti ai fatti, le parole seguiranno.
    Già….fatti…parole…avrò le parole adatte ?
    Ecco che la superficie del portale si anima ed io avanzo di qualche passo lasciandomi avvolgere dalla sua luce lanciandomi nel vuoto di questa mia vendetta.
    Rancore ed odio, a cosa porteranno? Non lo so, so solo che non sono abituata a provare questi sentimenti così contrastanti con il mio animo. Riuscirò a sopportarne il peso?


    - Continua qui -

    - Il top rosso, il collare e i bracciali che indossa Isyl sono quelli di prima , ho solo cambiato i pantaloni che si trovano QUI sotto abiti alternativi 2° parte ( outfit giorno)
    Gli stivali sono quelli dell'inizio gdr
    . FOTO LOOK KEYRA SOTTO.

    Ultima modifica di DELTAG; 14th April 2015 alle 20:54

  10. #410
    sim dio L'avatar di Akuiyumi
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli




    ANANYA

    Era da un po’ che non mi facevo una dormita del genere. Sono quasi tentata di continuare allegramente così, però è meglio di no. Non sto semplicemente vagabondando e curiosando in giro, siamo in guerra e non c’è tempo per stare in panciolle.

    Eppure mi trovo in difficoltà: allenarsi o studiare? Gli allenamenti fino ad ora non sono stati molto d’aiuto, di certo non tanto quanto lo è stato studiare. Quei libri mi hanno insegnato tanto, tutte le cose che lui non ha mai voluto dirmi, tutto quello che mi è stato tenuto sempre nascosto.

    Potrei fare metà e metà, dedicare metà giornata a uno e metà all'altro.

    Cominciamo con l’allenamento.
    Mi dirigo in armeria e, una volta arrivata, materializzo il pugnale e mi posiziono nella linea visiva di uno dei manichini in fondo alla stanza: devo essere il più lontana possibile dal mio bersaglio.
    Sono agile e veloce, però sono sempre costretta ad arrivare a contatto per poter attaccare qualcuno. Devo diventare più brava nell'attaccare da lontano.

    Metto il manico del pugnale nel mio palmo aperto vicino alle nocche, avvolgo quindi le quattro dita sotto e intorno al manico, come ho visto fare tante volte a degli strani uomini che si esibivano su un palco lanciando coltelli, e infine metto il pollice sopra le altre dita.
    Piego quindi il polso all’indietro, verso l’avambraccio, e sistemo la postura: piede sinistro di fronte a me, peso concentrato sulla gamba destra, e infine alzo tutto il braccio destro in modo tale che sia perpendicolare al pavimento col pugnale più in alto della testa, a distanza di sicurezza.
    Ok, ci sono, è il momento di lanciare.
    Sposto il peso dalla gamba destra a quella sinistra per creare uno slancio in avanti. Allo stesso tempo, muovo in avanti l'avambraccio stendendo il gomito, in modo che il braccio sia dritto e disteso davanti; e qui rilascio il mio Razing Gale.

    Vola, vola… e rotea. Forse un po’ troppo.

    ...toc…

    Il pugnale colpisce il manichino nel punto che avevo scelto, sì, ma col manico.

    Ecco un perfetto lancio rovinato da… non so cosa. Forse ho mosso troppo il polso.
    Raggiungo in fretta il manichino e raccolgo il pugnale dal pavimento, torno velocemente nello stesso punto di prima e riprovo, questa volta mi sforzo di tenere il polso più fermo e dritto possibile, non posso certo permettermi, in battaglia, di dare una botta a qualcuno quando invece volevo infilzarlo.



    myMind | myHands | myLegacy | myCrazyLegacy

 

 

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