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  1. #481
    sim dio L'avatar di niobe cremisi
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Yadirha BlackSnow

    Efrem fa un “discorsetto” a Daphne è strano sembra che la difendi e accusi allo stesso tempo, sarò stanca ma non riesco ad afferrarne il senso, poi mi guarda e mi dice «quanto a te!» Nelfrattempo mi si avvicina fino ad arrivare a pochi centimetri da me «sei pregata di mostrare un po' di rispetto per quelli che tu chiami "alleati", se qualcuno di loro ti chiede di aiutarlo, tu lo fai! Questi sono gli ordini, sono stato abbastanza chiaro?» Ma io sinceramente non capisco sono pure stata gentile, le ho passato un bastone! << Vedrò di applicarmi.>> Gli dico di mala voglia, non riesco a comprendere bene questi concetti e sentimenti.
    Cosa succede improvvisamente sento un formicolio alle tempie che diventa sempre più forte non capisco che cosa stia succedendo.
    Oddio sembra che mi scoppi la testa complice probabilemente la stanchezza che sento, mi lascio cadere inginocchio tenendomi la parte dolorante.
    Appena il dolore scema un pelo fino a diventare un sopportabile formicolio alle tempie, sento paura sono confusa e fatico a capire bene i sentimento che provo verso Efrem tutto d'un tratto mi spaventa eppure è strano perhcè non l'ho mai temuto, non è un sentimento autentico vero questo terrore ma non ho le forze per approfondire la questine e anche se temo per la mia incolumità non posso fare a meno di stendermi sul letto e mi addormento stanca, infondo è da più di 24 ore che non dormo.

    *Scudo della mente- capacità di schermare la propria mente da attacchi psichici ed illusori (si attiva automaticamente e l'incantatore che lo usa avverte un formicolio alle tempie)
    Esperto -Se l’attacco arriva da un raggio di 5 metri


    Ultima modifica di niobe cremisi; 12th May 2015 alle 23:46
    Il mio spazio ricordi --> Crimson Dream
    Per scaricare le mie creazioni -->
    Crimson Door
    e Crimson Store



  2. #482
    sim dio
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Anne Targaryus

    I piedi sono gonfi, ne hanno fatta di strada. Mi fanno un male cane, e a quanto pare mi si è formata anche qualche vescica. Maledetti sandali, siete da rottamare ormai. Se non fosse stato per quei contadini che mi hanno scortata per un bel po' di strada con quel carro, credo che ci avrei messo più del dovuto. Fortuna anche di non essermi imbattuta nei soliti vecchiacci bavosi e pervertiti, direi che mi è andata anche troppo bene, se no mi sarei dovuta anche scomodare nel dargli un bel calcio dritto negli attributi.
    Andarsene di casa non è stato affatto facile, già sento la mancanza dei miei genitori, ma il dolore è tanto e mi sta logorando le interiora, ma di certo niente e nessuno riuscirà a convincermi a ritornare indietro. Ho preso una decisione, giusta o sbagliata che sia, e io rimango sui miei passi, nolente o volente.
    Ed ora eccomi qui. Una struttura diroccata davanti a me, apparsa dal nulla, circondata da sterpaglie, inferriate arrugginite e - se i miei occhi non mi stanno giocando un brutto scherzo - alcune lapidi sparpagliate in ciò che dovrebbe essere un giardino. Esito un pochino prima di avvicinarmi.
    E se avessi sbagliato strada? Eppure, se non sbaglio, fu proprio qui dove i rifugiati del vecchio mondo scrissero le leggi della convivenza, ed Efrem questo lo sottolineò prima di partire. Si, deve essere per forza questo il luogo, me lo ricordo bene, la mia septa mi fece sputare sangue sui libri di storia.
    Mi avvicino con decisione verso il mausoleo, quando una sagoma attira la mia attenzione. E' lui. Non ci credo.
    <<Efrem!>> urlo, correndo a perdifiato in sua direzione. Con un balzo, mi avvinghio al suo collo, abbracciandolo con tutte le forze che possiedo. <<Scusami...>> sussurro, e le lacrime cominciano a rigarmi il viso.

    NB: Abbraccio concordato con il Master.

    Ultima modifica di mettiu; 12th May 2015 alle 22:57

  3. #483
    Moderatrice L'avatar di serenarcc
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Shayla Bolton


    Boh...non capisco per quale motivo la ragazza si sia alterata in questo modo, ma non mi interessa più di tanto, basta che tenga quella sua ascia lontana dalla mia testa. Resto seduta sul lettino, quando la tizia con la pelle cadaverica inizia a risponderle a tono, spiegandole il suo punto di vista, da cui deduco che la rabbia della mora sia causata dalla diversa accoglienza che ha ricevuto quando si è unita al gruppetto. Ha parlato, poco fa, di aver subìto attacchi, quindi probabilmente con lei siano stati molto più diffidenti che con noi... beh, conoscere da anni Efrem, ed essere stata la sua prostituta doveva pur arrecarmi qualche vantaggio, una volta giunta qui, e magari qualche moneta anche in futuro.



    Ma cosa mi illudo a fare...qui non hanno denaro neanche per vestirsi adeguatamente, figuriamoci per divertirsi. Le due donne si guardano con disgusto, poi la prima viene verso di me...spero che non voglia continuare anche lei la discussione, questo posto già comincia a darmi sui nervi. Poggio entrambe le mani sul materasso, pronta a scattare se dovesse fare qualche movimento brusco, ma inaspettatamente questa, che ha in mano ancora una boccetta di qualcosa, si presenta in maniera pacata «Io comunque sono Ananya… dov’è che sei ferita?».



    Sbatto un paio di volte le palpebre incredula... sono finita in un covo di infermiere, e meno male che dovrebbero essere dei rivoltosi assetati di sangue reale. Comunque si è mostrata gentile, e per quanto il suo aspetto mi inquieti non poco, le rispondo cercando di celare in parte la mia diffidenza.



    <<Per lo più le gambe, le radici mi hanno procurato graffi e tagli mediamente profondi. La gamba destra mi fa particolarmente male, credo di aver preso una storta quando le radici mi hanno lasciata cadere a terra...Grazie>> spero che il guaritore mi dedichi il suo tempo, altrimenti posso dire addio alle mie gambe lisce e sensuali. Mentre il tizio tatuato afferma l'esigenza di non essere giudicato per i propri pettorali, la ragazza dalla pelle di serpente si rivolge alla mora <<Uffi quanta confusione per un non-nulla concordo con quello che dice Ananya, insomma Daphne che comportamento è questo siamo in un infermeria con dei feriti che sono stanchi, è questo il rispetto che mostri verso chi ha appena finito di combattere una lunga e insoddisfacente battaglia? Se ci tieni tanto sfida i due nuovi arrivati fuori da qui!>> ascolto a malapena le sue parole, ma cerco di assimilare i nomi. Dunque, il guaritore è Andreus, la tizia cadaverica è Ananya e la tizia mestruata con i capelli stepposi è Daphne. Ah... il tizio che è arrivato con me è Markus, mentre la ragazza bionda che è stata in battaglia pare chiamarsi Medea, ma... che ha fatto? E' svenuta? Che situazione assurda. Beh...comunque sono a buon punto con i nomi, ottimo. Continuo a guardare tutti con diffidenza, compreso Efrem, e resto in silenzio sul lettino evitando di espormi troppo. Ma è lui ad alzarsi e a camminare verso noi, con uno sguardo severo...ci mancava solo lui, in effetti, con le sue battutine sagaci. Inizia a parlare della mora e della sua reazione quando, a quanto pare, ha scoperto di avere ospiti in casa, per poi minacciare velatamente, ma neanche tanto, la stessa ragazza e me nel caso in cui avessimo intenzione di continuare la discussione di prima. Si toglie una benda, mostrando entrambi gli occhi che conosco fin troppo bene, probabilmente volendo apparire più figo agli occhi delle ragazzine...chissà se con queste qui funziona, devono certamente esser-.... un sussulto, seguito da un altro. Avverto una tensione sempre più forte bloccarmi e incatenarmi a quel letto. La voce di Efrem rimbomba nella mia stanza e nella mia testa «sono stato abbastanza chiaro?» stringo spaventata il lembo del lenzuolo senza riuscire a muovermi, spaventata per quello che quel bastardo potrebbe farmi.



    Le sue radici mi hanno intrappolata con estrema facilità, potrebbe venire da me e uccidermi in un batter di ciglia e non sarei in grado di difendermi, è troppo forte, troppo grosso. «Questi sono gli ordini, sono stato abbastanza chiaro?» continua a tuonare. Si...ho capito! Ho capito...ma basta, ti prego! Smettila...lasciami stare!!! Porto le mani alla testa, coprendomi le orecchie, non voglio più sentire la sua voce terrificante. «sono stato abbastanza chiaro?» ancora, e ancora senza pace per la mia testa che scoppia.



    La paura si è ormai impossessata del mio corpo impedendomi di reagire, non riesco ad alzare lo sguardo sui suoi occhi, sul suo viso così adirato. Continuo a fissare i miei piedi, le ferite delle gambe che lui stesso mi ha provocato, temendo per la mia stessa vita. Chiudo gli occhi, cercando di regolarizzare il respiro affannato, voglio solo che vada via presto, e che non mi uccida per puro divertimento personale. Ma la paura continua ad aumentare , mi preme nel petto togliendomi il respiro e facendomi rabbrividire. Le sue urla continuano a rimbombare nella mia testa e nella stanza , aumentando ad ogni istante la mia tachicardia. Porto le gambe sul letto, incrociandole al petto quasi a chiudermi a riccio per proteggermi da questa oscura presenza che vuole uccidermi. Stringo le braccia con forza, così come gli occhi, per non vedere il suo viso. Ma sento i suoi passi, sento che si sta avvicinando , sento che il cuore scoppia e le guance sono rigate da lacrime. Lacrime perché non voglio morire, non voglio stare qui, non voglio che mi si avvicini. Eppure lo fa, non lo vedo ma lo sento, ed urlo terrorizzata, implorandolo di lasciarmi andare.

  4. #484
    sim dio L'avatar di Akuiyumi
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli




    ANANYA

    Yadirha concorda con me sulle lamentele di Daphne, e in seguito pure Markus si fa sentire, ricordando che ci troviamo in un luogo decisamente poco consono a dar sfogo alla rabbia.
    Interviene poi pure Efrem «per quanto sia stato avventato e stupido il gesto di Daphne al suo… “arrivo”… ricordate comunque che la signorina credeva che questa fosse casa sua. Ha attaccato me e poi voi altri solo perché credeva che stessimo invadendo il suo territorio… come saremmo capaci tutti se qualcuno entrasse in casa nostra.» Lo guardo male. Ma ci è o ci fa? Ma cosa sta dicendo? Non mi pare che qualcuno abbia accusato Daphne di aver sbagliato ad agire come ha agito, ma semplicemente abbiamo spiegato perché NOI abbiamo agito così.Cos’è, sono diventati improvvisamente migliori amici, che lui si sente di difenderla da delle accuse mai mosse? Bah!
    Ribadisce poi quello che Markus ha già detto, cioè di andare a sfogarsi in armeria, solo che ci aggiunge una bella minaccia finale come cigliegina sulla torta.
    Infine rimprovera pure Yadirha, non ho ben capito per cosa dato che sono arrivata quando i discorsi erano già iniziati, però sembra fuori di sé, e la risposta di Yadirha, per quanto mi piaccia da matti, credo che abbia solo peggiorato la situazione.
    Credo di non averlo mai visto così arrabbiato, così… fuori di testa.
    E’ del tutto instabile.
    Sembra pazzo.
    Da un momento all’altro potrebbe esplodere e tentare di farci a fette.

    Vorrei fuggire fuori da questa stanza. Evitare di diventare un danno collaterale, ma... ho il timore che un movimento brusco possa farlo attaccare, quasi fosse un cane randagio le cui mosse non puoi prevedere.
    Dovremmo… dovremmo dargli retta, fare quello che dice, altrimenti ci ucciderà tutti.
    Stupida Daphne, dovevi proprio fare storie quando c’era lui? Non potevi aspettare dopo? Non potevi avvelenare i nuovi arrivati tra qualche ora, per sentirti felice? No, dovevi metterci tutti in pericolo! E dove sei ora? Eccola, immobile anche lei. Non lo guarda. Ha paura.

    E ora guardalo lì!
    Alle prese con una colombella bianca bianca e un foglio di carta… da un momento all’altro potrebbe staccare la testa al volatile e usare il foglio per tagliarci la gola.
    Si sa, i fogli sono taglienti come non mai.
    E sono subdoli come non mai.
    Sì, ti tagliano quando meno te lo aspetti. Come lui.
    Già me lo immagino, mentre mi porge il foglio e poi ZAC! Lo usa per tagliarmi prima la mano, poi la gola.

    A proposito, me la tasto.
    Lentamente.
    Molto lentamente.
    Voglio essere sicura che ci sia ancora.
    Che sia intatta.
    Sì. C’è. Meno male.

    Yadirha si accascia sul lettino.
    E’ morta. Me lo sento. Ecco la prima vittima.
    Ma come ha fatto?
    Non mi importa. Avevo ragione.
    E’ pericoloso.

    Shayla si rannicchia sul letto. Sofferente.
    Ecco. Sta uccidendo pure lei.
    E io le sono vicina.
    Sarò la terza.
    Me lo sento.

    E ora che faccio?
    Non voglio rimetterci la pelle.
    Non così.
    Non in questo modo idiota.
    Non ho fatto nulla di male. Non io.

    Me ne vado? Sì, me ne vado.
    Non può farmi niente, se non sono qui, giusto?
    E… uno scatto potrebbe farlo attaccare quindi… quindi meglio sparire, letteralmente.

    Pensapensapensapensapensapensa… devo andarmene, devo scappare.

    Dove? Cosa c’è sotto l’infermeria? La stanza di qualcuno?
    Andrà bene, sì andrà bene.

    Mi concentro, anche se è difficile, maledettamente difficile.

    Stanza. Corridoio. Vedo le pareti, mi dipingo mentalmente il luogo, ogni dettaglio.
    Di solito chiudo gli occhi, ma non ora.
    Ho paura.
    Troppa paura per perderlo di vista. Anche solo un attimo.

    E’ molto più difficile così, richiede una concentrazione maggiore, ma posso farcela. Devo farcela.

    Fisso un punto. In aria.
    Lo fisso come se ci fosse qualcosa da vedere, come fanno spesso i gatti.
    Loro vedono cose che gli altri non vedono.

    In un istante, le due stanze si fondono: quella in cui mi trovo ora, e quella in cui mi troverò tra poco. Per un minuscolo istante, mi trovo in due posti contemporaneamente, o forse sono i miei sensi che sono così lenti da non riuscire a stare dietro alla velocità di questo potere e mi mostrano tutto assieme. L’attimo passa, e mi trovo sospesa in aria, in caduta verso il pavimento del corridoio del piano sotto all’infermeria.
    Di nuovo.
    Ho già fatto questa mossa, ora che ci penso. Sì.
    Atterro e fuggo nella mia stanza.
    Quella paura rimane. Potrebbe seguirmi. Potrebbe ancora attaccarmi.
    Ma almeno mi sento un pelo più al sicuro, dietro a qualche muro ed una porta.


    Teletrasporto: Esperto


    Spero di aver fatto giusto ç_ç
    Scusate il formato particolare, ma volevo esprimere l'ansia e la paura XD


    myMind | myHands | myLegacy | myCrazyLegacy

  5. #485
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Keyra
    Isyl Tinnuviel


    Il mio volto è ancora basso, non voglio rischiare di far capire oltre quello che mi sta passando per la testa, questa sarà l’ultima volta che mi avvicino così tanto a lui…e che gli Siamesi mi siano testimoni. Troppe emozioni si agitano in me quando gli sono di fronte, quando cerco di sostenere il suo sguardo, uno sguardo che trafigge anche al solo sfiorarti…
    Mi scosto da lui cercando con gli occhi Medea rivolgendole un timido sorriso mentre le immagini del sogno ad occhi aperti percorrono ancora le strade del mio cuore e della mia mente, lasciando dietro di se emozioni molto forti che lo so..non avrò mai il piacere di condividere…non con lui…:
    «Si fasciala pure, magari lascia la fasciatura morbida , almeno non si attaccherà con il contatto con la crema…potrebbe far male in tal caso… »
    Stranamente anche Ananya accoglie le mie parole e la cosa non può che farmi piacere,trova persino interessante anche la mia proposta di insegnarle ad utilizzare le erbe in medicazione, se davvero lo vuole sarò ben felice di aiutarla.Tutto sembra scorrere relativamente tranquillo, Andreus avrà il suo bel da fare ma per fortuna anche le ragazze si prodigano per dare il loro aiuto, mentre sono ancora in piedi per sistemare gli unguenti utilizzati un nuovo capogiro e quasi un mancamento mi colgono …per fortuna vicino a me c’è il letto in cui prima vi era adagiata Medea, mi siedo mentre cerco di recuperare un po’ di lucidità ma la mente non vuole collaborare, gli occhi sembrano chiudersi ma mi sforzo di tenerli aperti…avrò tempo dopo per dormire , ora qui c’è da fare.
    Faccio per alzarmi ma le mie ginocchia non sostengono il mio peso , ricado sul letto facendo in tempo ad appoggiarmi con le mani al pagliericcio, spero questo mio goffo tentativo di rimettermi in piedi non venga notato. Faccio qualche respiro ad occhi chiusi per cercare dentro di me la forza per proseguire in quello che stavo facendo . A ridestarmi dal mio torpore è però la voce di Daphne….ed è visibilmente alterata, si lamenta dell’accoglienza riservata a Markus e a Shayla paragonandola alla sua, mi scappa un sorriso ma non dico nulla, in fondo lei è arrivata qui di notte come un ‘intrusa, loro sono entrati accolti da Efrem, sono due cose totalmente diverse, anche se i fatto anche loro hanno avuto il loro benvenuto come me la pensano anche altri a quanto pare, ma posso capire il suo disappunto, non siamo di certo stati gentili, soprattutto io che le ho puntato persino il mio Stiletto alla gola, finendo poi però, con la testa nella voragine aperta da Andreus.
    Che imbarazzo quella volta, ancora lo ricordo.
    Le due iniziano un acceso dibattito arrivando persino ad evocare le loro armi, intervengo infastidita dal comportamento esagerato e a tratti infantile delle due.
    «Ragazze, ma cosa state facendo qui siamo in infermeria e…
    » mi fermo tanto non credo che basterà questo a sedare i loro animi e i loro caratteri poco mansueti e inclini alle provocazioni, a quanto pare non vogliono sentire ragioni se non solo le loro. Un pugnale vola da Shayla per andare a terminare la sua corsa sula coscia di Daphne.
    «Fermatevi ve ne prego, questa guerra miete già troppe vittime non aumentate il suo corteo!
    »
    Inutile è come parlare ad un insormontabile muro, altre macabre scene, altro sangue inutile che viene versato….Vi prego basta!
    Chiudo gli occhi istintivamente sopprimendo l’ impulso di urlare di dirgli che ciò che stanno facendo è completamente sbagliato, completamente fuori luogo…ma è Efrem ad intervenire, il suo tono è greve, colmo di risentimento misto a rabbia, urla contro coloro che stanno litigando, si strappa la benda appena messa sull’ustione ….la scena mi lascia basita…i miei occhi sono fissi sull asua figura che diviene sempre più oscura, sempre più inquietante....
    Da lui come se un qualcosa di sopito si fosse risvegliato , sento provenire un qualcosa, un senso di oppressione che preme su di me togliendomi l’aria ;
    sono seduta eppure questo non mi basta per sostenere la mia mente in preda alla paura….paura di un qualcosa di concreto, un qualcuno che è lui…Efrem…
    Sento il mio cuore indurirsi, battere sempre più forte senza rallentare senza diminuire la sua folle corsa;
    Tu-Tum Tu - Tum Tu -Tum...
    Mi aggrappo con forza alla vicina spalliera del letto, stringo sempre più forte per non affondare nel mare delle mie emozioni;
    il vento che possiedo sussulta dall’interno animato da questo mio contrasto, prima era brezza estiva ora lo sento farsi invisibile tempesta;
    i miei sentimenti che ho cercato di non ascoltare di non far uscire, si palesano in me plasmandosi in fragile cristallo, un cristallo alla quale basta un niente per essere scalfito e distrutto…
    un cristallo che tu stesso stai distruggendo senza pietà senza remore…
    Perché vuoi farmi questo Efrem, perchè cotanto odio trattenuto deve scatenarsi adesso, ora qui, non sei un mostro Efrem eppure è questo che percepisco da te, una bestia sanguinaria imprigionata tra due mondi che non riesce ad uscire, a cui basta un niente però per scatenare la sua ira anche contro coloro che ti sono alleati, che appoggiano la tua causa, anche contro Andreus…
    nonostante tutto non riesco a rinnegare ciò che ho scoperto provare per te, ma non ascolterò questo lato di me che ti vuole…mi spaventi, ti temo …io ho paura della tua vicinanza …per questo devo andarmene …faccio per alzarmi nuovamente quando è la sua figura per prima a svanire oltre la porta.
    La testa è confusa troppe emozioni contrastanti si sovrappongono, riesco a muovere qualche passo mentre il mio respiro si fa affannato, faticoso…le ginocchia cedono riesco a poggiarmi al muro prima di lasciarmi andare a peso morto verso il baratro :
    «Andreus…vattene da qui… » Riesco a biascicare , non voglio che lui che ha lasciato tutto per seguire Efrem ne diventi una vittima innocente ha già sofferto troppo, non voglio che soffra ancora…
    così come non voglio che anche gli altri che ho imparato a considerare compagni vengano trattati così da lui…vuole rispetto, ma non è di certo questo il modo migliore per ottenerlo…
    Perdonatemi compagni se non ho potuto fare niente per proteggervi da questo mostro.
    Ultima modifica di DELTAG; 13th May 2015 alle 09:06

  6. #486
    sim dio L'avatar di Damnedgirl
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli


    Markus Obelyn


    Sono sempre stato negato con le parole, scazzottate, risse, liti, questo è il mio pane quotidiano. Eppure a lei ho dato una chance, per una volta ho cercato di ascoltare quel lieve barlume di senno che mi è rimasto e provare a “capire”… Perché mi odia? Cosa le ho fatto? Come mai la infastidisco tanto? Ma come risposta c’è solo il nulla, mi sembra di parlare ad un muro.



    La guardo male e gettando il panno a terra vado a sedermi sulla mia sacca. Medea però non sembra reggere la situazione e crolla a terra, al pari di un sacco di patate, roteo gli occhi incredulo ed espirando mi riporto in piedi mentre mi avvicino a lei leggermente preoccupato: è stata gentile con me ed io farò lo stesso. Mi inginocchio e cercando di darle un leggerissimo buffetto sulla guancia provo a svegliarla dicendo: <<Hey bell’addormentata sveglia...>>. Efrem però mi blocca, partendo alla riscossa più incazzato che mai, comincia a parlare rivolgendosi proprio a me, tre dita ed Ananya: <<Per quanto sia stato avventato e stupido il gesto di Daphne al suo… “arrivo”… ricordate comunque che la signorina credeva che questa fosse casa sua. Ha attaccato me e poi voi altri solo perché credeva che stessimo invadendo il suo territorio… come saremmo capaci tutti se qualcuno entrasse in casa nostra>>. Fisso Efrem interrogativo: in che senso “credeva fosse casa sua”? Lo è sì o no? Ma, soprattutto, in questa ripresa io che cavolo centro?! Assurdo. Cerco di non sbottare, di non mettere a ferro e fuoco la stanza ed ecco come vengo ripagato: prima una falce puntata alla gola, per ben due volte, poi un’ustione alla spalla, a seguire la minaccia di tagliare il mio giocattolo preferito, a ciò si aggiunge un tentativo di farmi imparare volo e per concludere in bellezza tanto di insulti gratuiti. Bah… Non ho parole! <<Medea non sta bene…>>, dico provando ad attirare l’attenzione di Andreus ma le urla di Efrem coprono la mia voce.
    L’uomo continua infatti a parlare con l’isterica e Shayla ripetendo quel che ho detto io, cioè di andare a sfogarsi in armeria, ma con un'aggiunta: <<Sappiate però… che se anche solo una delle due sopravvive… mi premunirò di farla fuori io personalmente!>>. Minacce. Inizio ad intuire con cosa si vada avanti qui… L’unica parte su cui mi trovo stranamente d’accordo è l’ultima, quando si volta verso tre dita e le dice di imparare ad aiutare i propri alleati. Efrem poi, tanto per fare scena, si strappa una benda dall’occhio ed urlando un <<Questi sono gli ordini, sono stato abbastanza chiaro?>>, mostra a tutti noi il suo volto…



    Che è… Diverso... Fa paura.



    Indietreggio terrorizzato finché la schiena non tocca qualcosa di freddo, solido… E no! Questa non ci voleva! Non ho più vie di fuga: sono con le spalle al muro intrappolato da questo folle che potrebbe uccidermi da un momento all’altro.



    Inghiotto un groppone di saliva e tremando continuo a fissarlo con gli occhi sgranati, perché non posso non guardare quell’occhio dal colore così innaturale che è reso ancora più spaventoso ed inquietante dalle ustioni... Ustioni causate dal fuoco… La cosa che odio di più a questo mondo. Ed io ora odio anche lui per ciò che mi sta facendo, so che è causa sua questa cosa e mi fa male capire che mi sono fidato di qualcuno a cui in realtà non importa un fico secco di aiutarmi a vendicare la mia famiglia.Per lui sono solo l’ennesimo pezzo di carne da usare in questa guerra, l’ennesima testa che verrà infilata su una picca se non si dà una mossa. <<VA VIA!>>, gli urlo contro senza rendermene conto con tutto il fiato che ho in gola.



    Voglio che questo stronzo mi stia lontano… Mi fa paura, troppa paura. Ma lui mi ignora, si muove e viene verso di me? NO! NO! NO! Mi porto le mani al volto per proteggermi e chiudo gli occhi: a questo punto spero solo che mi uccida in fretta. Sento i suoi passi rimbombarmi nella testa, interrotti giusto per un attimo da quel <<Torno subito!>> prima... di svanire completamente? Ma dove va? Perché ci lascia soli? Mi guardo attorno confuso e... Forse ho capito. Vuole giocare con noi. Ci lascia l’illusione di poter fuggire facendoci perdere in questo labirinto… E poi ZAC ci uccide tutti, uno dopo l’altro. Terrorizzato dal pensiero mi rannicchio su me stesso, poggiando la fronte sulle ginocchia e stringendo con le braccia le gambe: il respiro è faticoso, il cuore batte all’impazzata, le lacrime mi bagnano le guance e tremo… Tremo quando inizio a sentire quel freddo che ti entra nella carne, ti gela il sangue e ti paralizza le ossa.
    Ultima modifica di Damnedgirl; 18th May 2015 alle 21:49



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  7. #487
    sim dio L'avatar di Lilla_20
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Medea Euripide



    Intorno a me è tutto buio, sono talmente esausta che non riesco nemmeno a sognare, sono però serena…
    Ad un tratto qualcuno mi dà un leggerissimo buffetto sulla guancia svegliandomi, sbatto gli occhi due o tre volte e mi ritrovo Markus vicinissimo << Hey bell’addormentata sveglia...>>, faccio per rispondergli quando ad un certo punto comincio a provare una strana sensazione di paura.
    Perché ho pa… capisco che è Efrem a trasmettermela, ma perché? Il cuore comincia a battere forte nel mio petto, possibile che Efrem voglia farmi del male? Perché? Sicuramente perché non sono riuscita a vincere la battaglia a Franthalia, sì è per questo che vuole farlo, lui voleva una vittoria ma io non sono stata in grado di vincere ed ora lui mi ucciderà perché con una come me che perde la battaglia non ci fa assolutamente niente.
    Non riesco a sentire cosa dice, il mio cuore con il suo battito disperato non mi fa capire niente, lo sento battere persino dentro le orecchie, ma sento che ormai mi manca poco… poggio entrambe le mani a terra e facendo forza anche con le gambe cerco di allontanarmi… comincio a tremare, chiudo gli occhi cominciando ad indietreggiare a zig zag.
    Devo allontanarmi da Efrem, devo andare più lontano possibile da lui, continuo a muovermi in modo incoerente fino a quando non vado a sbattere contro qualcuno. O no, sono andata a sbattere proprio contro Efrem! Il mio cuore manca un battito per poi accelerare tutto insieme, è come se mi stesse scoppiando nel petto.
    Apro lentamente gli occhi e non mi ritrovo davanti chi mi aspetto ma Markus, sgrano gli occhi, sono sollevata di non essere finita addosso al capo elfo, ma sono ancora tanto impaurita che d’impeto lo abbraccio sussurrandogli. <<Aiutami… Efrem mi vuole uccidere>>
    Chiudo quindi gli occhi rimanendo abbracciata a lui.




    *** Le azioni con Markus sono concordate con Damnedgirl
    Ultima modifica di Lilla_20; 13th May 2015 alle 21:26

  8. #488
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli




    ANANYA

    Devo trovare un posto più nascosto, devo essere difficile da individuare.
    Se superasse la porta, potrebbe uccidermi facilmente.
    Mi vedrebbe subito.

    Lì andrà bene.
    Mi avvicino al cassettone, e mi ci nascondo dietro.
    Così se entrerà, non mi vedrà.
    Così non mi troverà.

    Non voglio che mi uccida.
    Non voglio che mi uccida come ha fatto con Yadirha.
    E con Shayla.

    Non… non voglio che mi uccida? Ma cosa sto pensando?
    Io non ho fatto nulla, perché mai dovrebbe uccidermi? Anzi, assieme a Lucynda siamo anche le uniche ad aver vinto una battaglia, se proprio c’è qualcuno che non deve morire, siamo proprio noi!

    E poi.. uccidere? Sì ok, ho sempre pensato che fosse uno squilibrato incline agli scatti d’ira, ma.. arrivare addirittura a uccidere i propri alleati per così poco? Manco fossimo delle spie!
    Mi chiedo come possa essermi anche solo venuto in mente un pensiero del genere… a meno che… No, mi rifiuto di crederlo. Avrebbe ancora meno senso dell’ucciderci.

    Ho bisogno di prove.

    Esco dalla mia stanza con passo pesante e rumoroso. Risalgo al piano di sopra, tornando in infermeria. Vedo tutti rannicchiati, impauriti. Non può essere una coincidenza. E poi lui dov’è finito? Come al solito se ne va. Con tutto il tempo che passa da solo a farsi i fatti suoi, dovrebbe essere quello meno stressato di noi, invece è il più instabile.
    «Il pericolo è passato» dico a tutti nella stanza, tentando di farli riprendere. Non posso fare a meno di guardare tutti con disprezzo e disgusto. Sentimenti rivolti più a me stessa che a loro, non appena realizzo che anche io, come loro, tremavo di paura.
    Almeno ho avuto l’istinto di allontanarmi, di fuggire e mettermi in salvo. Questo mi rincuora, anche se di poco.
    La butto lì, voglio sapere cosa ne pensano gli altri «Cos’è successo? E lui dov’è?»

    Ho calcolato che dal momento che Efrem va fuori, all'esterno, non siamo più nel raggio della sua simbiosi, che dovrebbe essere 10m (siamo al 2° piano). Se ho calcolato male modifico u_u


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  9. #489
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Andreus De Lagun

    Le cure verso Yadirha vanno come sperato, la sua pelle si risana con quelle caratteristiche macchie che contraddistinguono il suo corpo. Non mi soffermo molto su questi dettagli per non farla sentire a disagio e l'aiuto ad alzarsi dal letto «Dopo una bella dormita non vedo perchè no, in fondo devo pure passare il tempo!» mi dice in tono scherzoso. Le faccio un occhiolino complice e mi stiracchio le dita facendole scrocchiare insieme. D'un tratto Daphne si alza urlando contro i nuovi arrivati e manda in frantumi la boccetta con la quale stava pulendo le ferite di Yadirha. A rispondere è Shayla che non si risparmia nelle parole definendo Daphne una ragazzina isterica. Deglutisco e subito dopo la situazione degenera, entrambe le ragazze mostrano le loro armi iniziando una lotta che termina con un pugnale nella coscia di Daphne. Merda. Smettetela! La ragazza si inginocchia ed estrae il pugnale in silenzio rivolgendo poche semplici parole alla donna


    «Neanche io» prima di conficcarsi il pugnale all'interno della mano. Basta Daphne. Tutto ciò non è necessario. Ananya e Yadirha si lanciano ad un attacco verso la ragazza urlandole all'unisono lo stesso concetto: "intrusa". Dei, come si fa ad essere così ciechi? Non era lei l'intrusa, ma noi. Noi siamo piombati qui senza che lei sapesse nulla. Per quanto ci sembri strano e assurdo è così. Non ho nemmeno il tempo di ribattere che il ragazzo nuovo si avvicina porgendo uno straccio a Daphne rimproverandola per le parole dette poco fa. Come fa ad essere così calmo? Un tonfo. Mi volto di scatto all'indietro osservando Medea crollare in terra priva di forze. Diamine. Markus è il primo a precipitarsi da lei informandomi delle condizioni dell'elfa. Ma sono le urla di Efrem ad attrarre maggiormente la mia attenzione, la sua voce si fa sempre più aspra mano a mano che le parole gli escono di bocca. «Sappiate però… che se anche solo una delle due sopravvive… mi premunirò di farla fuori io personalmente!» deglutisco cercando di avvicinarmi per fermarlo e cercare di calmarlo ma la rabbia lo avvolge come un sudario e in un attimo mi supera parandosi addosso a Yadirha urlandole contro, rimango immobile al mio posto mentre il cuore comincia a battere sempre più in fretta, sempre più in fretta minacciando di esplodere fuori dal mio petto. Guardo la sua schiena e brividi di paura mi pervadono. Perché? Perché lo fai Efrem? Basta. Smettila. Tremo, tremo sempre più forte mentre le gambe mi cedono e cado seduto sul letto alle mie spalle incurante di chi ci sia seduto sopra. Voglio andarmene ma il mio corpo non risponde, i miei occhi si riempiono di lacrime che a stento trattengo e bruciano, fanno male come questa paura che attanaglia il mio essere in una morsa sempre più stretta, Efrem ho paura di te. Basta. Non posso vivere con questo peso. Dove sei? Perché non sei più tu? Cos'è questo mostro?


    Mi prendo il volto tra le mani mentre i singhiozzi prendono il sopravvento assieme alle lacrime, ormai libere, che copiose colano sulle mie mani. Ho sacrificato tutto per te, ho abbandonato amici, Cassandra e fatto a pugni con mio padre per te, mi ha cacciato dalla mia stessa casa per ciò che provo per te. Sono stato uno stupido. Io ti amo Efrem, solo gli dei sanno quanto il mio sentimento sia forte e puro per te. Ma questo non sei tu. È un mostro quello che ho davanti agli occhi, una bestia assetata di sangue che non si ferma davanti a nulla pur di ottenere tutto ciò. Avevo ragione quel giorno, sei solo una macchina da guerra carica di odio. Piango sempre più forte stringendomi i capelli tra le mani e tirando, tirando con tutte le mie forze pur di togliermi dalla mente tutto ciò. Che cosa ti ho fatto Efrem? «Andreus…vattene da qui…» sento sussurrare da Keyra. Ha ragione, non posso sopportare di vivere la mia vita in costante pericolo. Con uno scatto mi alzo dal letto facendo appello a tutte le mie forze e corro. Corro via da quella stanza, da questo rifugio. Cassandra dove sei? Ho bisogno di te ora più che mai. In un attimo, non so nemmeno io come, mi ritrovo fuori. Il sole sta tramontando e i raggi feriscono i miei occhi, cado in ginocchio reggendomi ad una lapide mentre le lacrime continuano a scendere copiose sul mio volto. Due figure si mostrano ai miei occhi avvolte dalla luce, lui. Efrem stringe a se una donna.


    La abbraccia sempre più forte stringendo la sua testa al petto. Sento dentro di me il suono del mio cuore in frantumi. Un'altra donna. Efrem... digrigno i denti mentre i singhiozzi si fanno sempre più forti. No. Non è vero. Tutto ciò è assurdo. Non è lui quell'uomo.


    Colpisco la lapide con entrambi i pugni fino a farmi del male. Sono solo un idiota. Orbo e stupido. Dentro di me l'urlo disperato del mio cuore rimbomba nella mia testa mentre la paura per quel mostro lo attanaglia stringendolo sempre di più fino a farlo scoppiare. Non riesco a respirare, il fiato mi muore in gola e in un attimo non so nemmeno io come, mi ritrovo in piedi pronto a correre via verso il glados, verso chissà quale luogo. Ma involontariamente resto con le spalle e le gambe inchiodate al muro del mausoleo avvolto da quel manto di terrore e delusione che grava su di me come il più grosso dei macigni. Il mio corpo non risponde più a nulla, in un ultimo disperato gesto mi porto le mani sul volto coprendo così gli occhi dall'immagine di quei due amanti dall'altra parte del cimitero.


    Voglio morire... «madre... prendetemi con voi...» non ho più nulla per cui vivere, per cui lottare. Voglio solo andare via, via da lui e da tutto ciò... sono solo uno stupido...

  10. #490
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Efrem Targaryus

    Il sole è ormai quasi calato del tutto, le ombre proiettate dai lunghi alberi incombono fredde e viscide su di me. Anne, dove diamine ti sei cacciata? Comincio a camminare avanti e indietro per il cimitero tamburellando con le dita su ogni oggetto mi capiti a tiro. L'ansia cresce di minuto in minuto mentre il sole si abbassa sempre di più tingendo il cielo di quelle tonalità aranciate e rosa. Finalmente una sagoma, un ombra, dapprima i bordi ammassati indefiniti nella luce solare, poi sempre più velocemente i contorni si definiscono in quelli di lei, di Anne. Corre all'impazzata verso di me e nell'attimo in cui mi stacco dal muro, la ragazza mi salta letteralmente addosso avvinghiandosi attorno al mio collo urlando il mio nome. «Scusami...» dice singhiozzando mentre la sua testa affonda sul mio petto. La stringo a me sempre più forte. Dei quanto mi è mancata. «Non devi scusarti...» le dico tentando di sollevarle delicatamente la testa e sorridendole. Cosa ti è successo Anne? Perché sei scappata di casa? Tutti questi interrogativi si ammassano uno ad uno nella mia testa e dopo poco le tiro uno scappellotto non troppo forte sul capo guardandola serio «non azzardarti mai più ad andartene in giro da sola! Chissà a che cosa saresti andata incontro se solo gli uomini del principe ti avessero catturato!» le dico con tono di rimprovero mascherando la felicità di rivederla qui, accanto a me, dopo quasi un'eternità. «Mi sei mancata...» le dirò poi stringendola di nuovo a me in un altro profondo abbraccio. D'un tratto un singhiozzare sommesso arriva alle mie spalle, mi volto vedendo con orrore quanto avevo immaginato, Andreus riverso con le spalle contro il muro del mausoleo. Piange e con le mani si para il volto evidentemente sconvolto da ciò che io gli ho indotto a provare. Guardo per un attimo Anne, «scusami, devo rimediare a un casino che ho fatto poco fa...» le sorrido colpevole e corro verso il ragazzo, quello come mi vede attraverso le dita si stacca dal muro correndo verso l'entrata. Riesco di scatto ad afferrargli la giacca «Andreus! Fermati!» si divincola ma non lascio la presa fin quando non si arrende voltandosi, gli occhi bassi e arrossati mentre i segni delle lacrime gli rigano ancora il volto... come stanotte. «Perdonami! Non volevo che anche tu cadessi vittima della simbiosi...» alza di poco lo sguardo e io posso vedere per la prima volta la disperazione sul suo volto. È sconvolto, ed è tutta colpa mia. Non avrei dovuto reagire così, non avrei dovuto coinvolgerlo. «Io... io... ti sembra normale giocare così con le emozioni di qualcuno?» tutto ciò che ho fatto in quella stanza l'ho fatto per un motivo. A quella gente serve disciplina, già più di una volta hanno provato a scavalcarmi. «Ho dovuto farlo... ma non eri tu il bersaglio, non avevo alcuna intenzione di colpire anche te!» gli dico serio per poi sorridergli cercando di rassicurarlo e calmarlo, il suo volto è ancora serio, scosso e qualche lacrima scappa dai suoi occhi, si volta poi tremando a guardare verso Anne. Oh dei. Scoppio a ridere guardando il suo sguardo serio, quasi rabbioso. «Idiota, vieni che te la presento!» mi guarda furioso e ancora tremolante come se avessi detto chissà cosa. Comincia a camminare slittando gli occhi furiosi da me alla ragazza e viceversa. «Anne, vorrei presentarti Andreus...» mi volto poi verso di lui «lei è mia cugina, Anne Targaryus.» i suoi occhi si spalancano «Ah.» già. Gli porge una mano mentre il suo volto si distende e un sorriso si abbozza su di esso «Andreus De Lagun! Molto piacere... e scusa per... la "scenata"... qualcuno qui ha fatto danno!» dice con la voce ancora smorzata dalla paura e dai singhiozzi del pianto che cessa man mano. ma sento tranquillità e qualcosa di nuovo, di diverso in lui. Sento il mio respiro farsi sempre più regolare e un macigno si dissolve da sopra il mio petto... scusami, grosso idiota...

 

 

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