
Lucynda Mellow
Tutti sembrano averla presa male, dopo aver udito chiaro e tondo ogni particolare della lettera... beh, che avete da guardare ora? Markus, che se non sbaglio è il nome del ragazzo accanto a me, interrompe le sue frecciatine e ha il coraggio di... difendere quella che prima era la sua vittima diverbiale preferita... inaudito, sono senza parole. Ma si è bevuto il cervello?! I nemici non devono essere trattati come dei cocchi di papà, devono essere tortur... e mò che succede? Tutto intorno a me è diventato buio, è impossibile interferire con quest'ammasso di dolori che mi arrivano tutt'ad un colpo... mi sento chiudere la gola, per un attimo qualcuno mi ha esportato i polmoni... cazzo... arriva un'altra bomba... maledizioneeee! Poi sento la presenza di qualcuno sempre più vicina, ma io indietreggio per evitare che egli o ella mi strappasse la lettera dalle mani... poi avverto in lontananza uno squittio di topi... mamma mia, che vogliono questi ora? Mangiarmi?! No tesori, questa non ve la do per vinta.
Stringo più che posso il foglio, mentre provo a materializzare il più velocemente possibile la
Tenebris, la sento sempre più consistente e fremere al punto giusto nella mano libera. Nel frattempo cerco di trovare una connessione su ogni particella elementale del mio corpo, per poi trasmetterla su ogni filamento d'acciaio che riveste la spada, finchè essa diviene circondata da un tetro bagliore.
Arma – Spada in Forma Attiva
Fulmine: l'arma è percorsa da corrente continua a 120 volt - Final Sword (Tenebris Fulgura)
Mi concentro e, tenendo salda la presa dell'elsa, brandisco l'arma a mò di scopa nella direzione da cui proviene il verso dei ratti, per contrastare ogni loro mossa: in questo modo posso assicurarmi una copertura maggiore. Continuo ad agitare la spada finchè non sentirò più il loro stupido squittio. A questo punto le bestie dovrebbero volare in aria verso un punto indefinito, magari presso il fondo della stanza, atterrando con non poca delicatezza nel punto di morte, ovvero il pavimento.
Ancora mi sento sottomessa da questo strano senso di vuoto e odio, ma non posso fare a meno di compiacermi quando sento Daphne frignare come una babbea senza alcuna speranza di resettare il momento in cui perse l'oggetto nelle erbacce del monastero. Non posso riaprire completamente gli occhi, la vista non è del tutto lucida, ma sono certa che la ragazzina si sia ritirata in armeria senza aggiungere altro. Idiota.
I sensi sembrano tornar vispi come prima quando l'attenzione di Keyra mi costringe a seguire i suoi movimenti facciali... questa, con i lacrimoni, comincia a dirne di tutti i colori, che non avrei dovuto ferire Daphne con una misera lettera bla bla bla... tra l'altro non gliel'ho sabotata, l'ho trovata per caso al di fuori di queste quattro mura. Bah, alla fine non me ne importa di cosa pensa la gente, io la mia parte l'ho fatta e a me va più che bene.
L'unica cosa a cui non posso fare a meno di tacere è udire le ultime parole della sua filippica
<<...siamo persone che combattono perché credono e vogliono un qualcosa...>>
Tra l'altro, il malessere di poc'anzi sembra aver cessato definitivamente il suo effetto... meglio, così non mi farò alcun scrupolo di intervenire per l'ultima volta in questa situazione che è divenuta fin troppo "larga".
«Senti un po' bella, non voglio dilungarmi troppo, ma se qualcuno ferisse in maniera piuttosto atroce i tuoi sentimenti, tu cosa faresti? Ripaghi il torto con la stessa moneta o lasci che tutto vada a lessarsi nel brodo della strafottenza? Rifletti su questo, Keyra.» le rispondo seria con le braccia incrociate sul petto
«E' impossibile che, mai una volta in vita tua, non hai avuto scontri ravvicinati con qualcuno che ha tradito la tua fiducia. Non credi?» mi avvicino adagiamente a lei, senza alcuna intenzione di contrattaccare. No, non ho voglia di affrontare ulteriori sceneggiate da parte sua, per una buona volta mi affiderò a un vecchio detto: "Patti chiari e amicizia lunga."
«Se proprio ti interessa saperlo, non ho rubato la sua lettera, ma l'ho trovata casualmente in mezzo ai cespugli confinanti con il cimitero, qualche minuto dopo essermi svegliata dal coma. Non m'importa se sarai scettica delle mie parole, per una buona volta la mia volontà ha riparato parzialmente la coscienza.»
spero almeno di averla zittita con queste parole, considerando che stavolta ho preferito comportarmi da... brava streghetta. Ma le mie speranze sono del tutto vane, poichè mi risponde come se avesse già predetto i miei quesiti
<<Che tu l’abbia trovata, rubata o altro non m’importa, ciò non toglie che il tuo gesto è stato quanto mai inopportuno e ingiusto, soprattutto durante una riunione di guerra, dove colei che hai deciso di ferire domani scenderà in battaglia... e per rispondere alle tue precedenti domande...>> ah beh, meglio presto che tardi. No?

<<...mi è capitato tante volte si di essere tradita dal destino, dalla vita e…se devo dirla tutta dal mio stesso sangue…ma siamo qui per una riunione che , ripeto è di guerra, quindi le faccende personale credo debbano essere risolte al di fuori di questo contesto … occhio per occhio è una giusta legge, un giusto compromesso, ma che si può applicare solo in alcuni casi e questo non era decisamente uno di questi...>>
Tsk, certo... le leggi. Ma perchè nessuno può tradire o reagire a suo piacimento, senza tener conto di questa mania delle leggi? Perchè nessuno ha la libertà nel fare quel che gli pare e piace? Bah.
Per me sta faccenda può terminare la sua esistenza, e oltre a ciò...

«Sìsì, va bene, chiudiamola qui. Se proprio ci tieni così tanto a questo stupido pezzo di carta da quattro soldi, beh... tienilo. Tanto non concluderò nulla con le ciance.» senza aggiungere altro le consegno nelle sue mani quel che ormai non è più un segreto che avrebbe dovuto custodire solo quell'altra.
Senza attendere una risposta, esco dalla sala per fare una veloce capatina al refettorio. E' da giorni che non metto qualcosa tra i denti, perciò ne approfitto ora. Afferro dalla mensola un po' di frutta e verdura e mi metto a sgranocchiare il tutto, finchè non mi sento sufficientemente satolla. Fatto ciò, percorro nuovamente le scale e raggiungo la sala comune, nel mentre mi accorgo che Efrem ha già ripreso le sue quotidiane orazioni. Senza sparare altre baggianate, mi accomodo al posto di prima.
Voglio che questa cazzo di riunione finisca al più presto, prima che mi venga l'iniziativa di pregare Raiden che incenerisca l'intero monastero al posto mio, anche se non avrei i requisiti necessari per farlo...