Markus Obelyn
In un attimo vedo le belle curve di Daphne svanire come se fossero fatte d’aria e la mia finta andare a vuoto. Ha usato il teletrasporto è un qualcosa che finalmente conosco: l’abilità è piuttosto comune nelle terre di Vygrid, mio fratello e mio padre la usavano spesso durante le loro arrampicate per recuperare metalli. Porto in alto la spada, posizionandola in parallelo al cuore, ed attirato da un rumore di passi piego di riflesso la testa in loro direzione.
Ciò che vedo però mi fa rendere conto solo di una cosa: Daphne mi ha fottuto… E, purtroppo, non sotto le lenzuola. Sono steso a terra a ringhiare come un cane, con un braccio arrostito ed impugno una spada che ‘sta tizia userà come stuzzicadenti non appena avrà finito con me.
Guardo l'ormai famosa Pandora piombare pesantemente sul suolo, proprio a pochi centimetri dalla mia testolina, il rimbombo si ripete ad eco nella mia testa facendomi fischiare l’orecchio destro e rimanere disteso, inerme, con gli occhi sgranati a fissare la lama: qualche centimetro di più a sinistra ed ero... morto.
Sposto gli occhi sul soffitto e stringo l’elsa della spada. So cosa ha voluto farmi capire Daphne con questa mossa. So che non devo aver paura di farmi male. So che i miei nemici non avranno pietà di me… Ma vedere la morte in faccia è tutt’altra cosa e mi fa un certo effetto dopo ciò che è successo. Ripresomi dalla strizza momentanea, le abbozzo un sorriso mostrando solo strafottenza, nascondendo ciò che sento e soprattutto ciò che sono. Mi faccio schifo, questa è la realtà, perché sono un ubriacone, un peso scomodo ed un vigliacco che non è stato in grado di proteggere la sua famiglia… Lo so, lo ricordo, ogni maledetto incubo mi sbatte in faccia la cruda verità. Ma da oggi mai più, non scapperò mai più ed affronterò tutto e tutti a testa alta perché voglio migliorare.
Rotolando alla mia sinistra cerco di rimettermi in piedi ma una fitta atroce alla nuca mi fa appannare la vista, gemo a causa del dolore e ricado a terra quasi stordito. Ho il fiato corto, il corpo ridotto ad uno zerbino, mi fa male tutto e riesco a stento a tenere gli occhi aperti eppure… Non voglio arrendermi. Rido istericamente stringendo ancora di più l’elsa quando la conficco nel suolo ed aiutandomi con la spada mi rimetto in piedi, visibilmente malfermo. Al momento mi sento come se mi fossi scolato almeno un sei bottiglie di idromele… Ma HEY non lo facciamo un ultimo tentativo? Non vorrei che bel culetto ci resti male perché non sì è scaldata abbastanza. Apro gli occhi e davanti a me non c’è una sola Daphne…Ma ben due… Ora tre… Sì ok, la botta è stata forte. Scuoto la testa ed inspirando mi concentro su quell’immagine che finalmente torna quasi ferma…Un po' appannata ma ferma.
Guardo dritto negli occhi Daphne, in parte determinato, in parte timoroso, so già che non la colpirò e che probabilmente non farò nemmeno in tempo ad avvicinarmi o sfiorarla prima che lei mi dia il colpo di grazia, però voglio ugualmente tentare. Muovo qualche passo verso di lei e sfruttando le mie ultime forze ripeto lo stesso attacco di prima, puntando al suo fianco sinistro. Essendo un maledetto fulmine probabilmente mi schiverà ed è esattamente ciò che voglio: il mio intento infatti è quello di farla spostare verso destra, o almeno farla scoprire da un lato, in modo da poterla afferrare dalla maglia - usando il braccio bruciato dal suo fulmine - e strattonarla di prepotenza verso di me per sussurrarle ad un orecchio <<Ora ci senti…?>>. In ogni caso, che “l’attacco” vada in porto o meno, chiuderò gli occhi e con il sorriso stampato in faccia mi lascerò cadere a terra semi svenuto...