
Lucynda Mellow
Dopo aver trascorso un momento morto nel fissare un punto indefinito del muro di fronte, mi rendo conto che l'unica ebete rimasta a mettere piede in questa sala sono io.
Rammento una frase che Yadirha mi disse per interrompere il diverbio tra me e Keyra, ma non ci ho fatto alcun caso. Il dibattito è stato chiuso ancora prima che parlasse, perciò non ne valeva la pena risponderle, avrei solo detto cose che non sarebbero servite a nulla.
E poi... non so se consegnare la lettera sia stata un'idea azzardata, forse avrei dovuto conservarla nelle mie tasche e chissà, magari mi sarebbe venuta la pazza idea di sventolare il foglio agli occhi della proprietaria per poi sdrucirlo in mille pezzettini.
Istintivamente i miei occhi slittano sulla gemma sostenuta dal mio serpendaglio
- Nonno... su questo c'è stato il tuo zampino, non ci sono dubbi. - l'eco delle mie parole espresse internamente risuona sovente nel mio più recondito deposito mentale, quando non odo un miscuglio di rumori provenenti dall'armeria. Se le danno sicuramente, ma in fondo... che me ne importa? Ho atteso la fine di questa riunione malriuscita per scaricare le mie tensioni con un bel bagno rigenerante, incurandomi degli schiamazzi qua e là.
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Dopo essermi presa una breve pacchia in compagnia del calore che emanava l'acqua della vasca, avanzo verso il cassettone degli indumenti con i piedi ancora gocciolanti.
Pantaloni maculati color tenebra, maglia a mezze maniche della medesima tonalità dei pantaloni e, per concludere, il medesimo paio di stivali che indossai il primo giorno... bene, sono quasi apposto, manca ancora qualcosa.
Rimuovo la bandana anch'essa maculata e la deposito nel primo scomparto del cassettone, così che possa legarmi i capelli in uno chignon come mio solito, tralasciando alcuni ciuffi che cadono morbidi ai lati delle gote.
Fatto ciò abbandono la camera e mi dirigo nei piani di sotto, percorrendo le scale, dove qui incontro nientepopodimeno le figure di Andreus e Keyra presso l'infermeria. Mmh, dovrei chiedere al ragazzo di curarmi il livido sul ventre che, prima o poi, farà la muffa... ma a quanto pare è spaparanzato in uno di quei lettini. Inutile chiedergli un minuto per dedicarsi alla ferita bluastra: troppo impegnato a fantasticare nel mondo dei sogni.
Bah! Meglio filarmela altrove, non voglio perdere tempo con un elfo che potrebbe non darmi retta.
Ora che ci penso, poco fa ho notato i paffuti lineamenti facciali ridotti in pessime condizioni, non ha una bella cera
...probabilmente avrà fatto rissa con qualcuno, ma non è il momento di indagare.
Piuttosto, è da un po' che trascuro gli allenamenti... ed è proprio lì che mi recherò: in armeria. Fanculo il livido.
Se qualcuno vuole unirsi alle danze, si facciano avanti i volontari.
Altrimenti me la caverò per conto mio...