Keyra
Isyl Tinnuviel
Auspex
Il mio colpo è andato a segno, il mio Stiletto non ha tradito il mio braccio. Sorrido nonostante le ferite brucino di fuoco vivo benché non dal fuoco sono stata ferita.
<<Siete una ribelle, siete qui per uccidere, la vostra vita dovrebbe essere dedicata a questa vostra assurda causa. Chiaritevi le idee prima di combattere ancora...>>
Già …sono una ribelle, peccato che io non lo sia di nascita, dovrei uccidere, ma è la mia coscienza che non sempre collabora come dovrebbe…le sue parole benché vere e che sanno di orgoglio, stonano con ciò che le ho voluto dire, a quanto pare ha frainteso il vero significato delle mie parole.
Praticamente le ho detto che ho un preciso obbiettivo tra i reali e quell’obbiettivo non è lei e la fanciulla mi dice di chiarirmi le idee? Io le idee le ho anche fin troppo chiare. Ma forse ho soltanto sprecato fiato, non posso pretendere che una reale capisca ciò che sto provando in questo momento, sconfitta e ferita, proprio da coloro che odio di più al mondo e, il mio nemico giurato è proprio tra le loro file che milita vista la sua casata d’appartenenza.
-La vostra vita dovrebbe essere dedicata a questa assurda causa –le sue parole rimbombano nella testa - La mia vita è solo mia, posso decidere io cosa farne, non mi servono le sue lezioni di orgoglio d’appartenenza - mi chiedo; se sapesse davvero la mia storia come anche quella di coloro che si sono schierati contro la loro fazione, cosa direbbe con il senno di poi? Loro non sono nel giusto, come non lo siamo nemmeno noi e forse…nemmeno i reietti.
Lascio poiche le mie parole fluiscano leggere, ma non so nemmeno se le sentirà :
<< … c’è un qualcosa che va ben oltre l’appartenenza ad una fazione a muovere la mia mano e probabilmente anche quella di coloro che combattono contro di voi .. fareste meglio a pensare prima di giudicare. Non siete solo voi nel giusto>> concludo sibilando con rabbia mentre un dolore acuto mi prende allo stomaco. Porto una mano sulle ferite mentre cado in ginocchio e la vista sovviene a tratti sfocata e a tratti annebbiata…
Il mio sguardo è sempre sulla scena e vedo il compagno reale della ragazza fendere la sua figura, incurante del fatto che sia una sua alleata…
<< E’ questo ciò che tu identifichi come vita dedicata alla causa? Forse il tuo alleato non è fedele come te… >>sogghigno acida con sguardo di sfida insinuandole il tarlo del dubbio sulla condotta dei suoi alleati, rivolgendomi ad una delle sue figure mentre anche il braccio prende a pulsare fortemente, nel mentre osservo il suo potere svanire, dissolversi e noto che la vera Reale era colei che stava dinanzi a me… un rivolo di sudore freddo prende a percorrere il mio collo ricordandomi l’attacco suicida di poco prima e, per un attimo scene di un passato tormentato che avrei voluto dimenticare attraversano i miei occhi mentre non bado molto a ciò che mi circonda in questo momento….
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…una rupe alta, molto alta, sotto di me il mare e le rocce acuminate…
… il fischio del vento tra i capelli…
Il punto scelto per porre fine alla mia vita.
Troppe cose in una notte sono cambiate e con essa ho iniziato a cambiare anche io.
Preda di un dolore insopportabile, troppo da contenere in un unico cuore, non posso parlarne con nessuno, nessuno capirebbe il perché del mio stato d’animo, nemmeno Thalion.
Mi siedo sulla nuda roccia incurante del freddo e delle leggere vesti che celano a malapena il mio corpo, mentre gli occhi piangono lacrime amare. Sono sola, completamente sola.
Figlia unica di colui che avrebbe preferito un maschio al mio posto, preferendo Thalion colui che considerava suo figlio e io un fratello, seppur non di sangue a discapito mio;
obbligata a sposare per affari un uomo che non amavo, un uomo che mi voleva spasmodicamente, mi bramava ma, verso cui non provavo nulla se non solitaria indifferenza;
Padre che si è alleato con i Leithien, le bestie fameliche che con i loro diamanti hanno in pugno Dohaeris e, che hanno cambiato il suo cuore corrompendolo con il potere;
Lady Keyra…la mia dolce tutrice, morta per malattia la notte dopo che mia madre morì…
Una madre amorevole uccisa per un errore di mio padre, lei l’unico punto fermo di tutto..bruciata, fatta a pezzi, abbandonata sul freddo pavimento della sala da ballo quasi fosse un…nulla…già un nulla che aveva un cuore pulsante e pieno di coraggio.
Possibile che gli siamesi abbiano voluto questo per me? Possibile che io sia così forte da sopportare questo immenso dolore?
No non lo sono, sono debole, troppo per affrontare tutto ciò da sola, meglio lasciarmi scivolare tutto alle spalle , lasciare che il destino giochi la su apartita con il mondo, lasciandomi fuori dalla sua scacchiera, sono stanca di nascondere il mio vero io, il mio vero essere, stanca di essere considerata una pregiata merce di scambio, stanca di vivere senza avere un motivo per continuare ad esserlo….
Mi porto una mano al petto, facendo un profondo respiro, quello che sto facendo è sbagliato completamente sbagliato, ma non ho la forza per andare avanti…
Mi avvicino al ciglio della rupe, una mano posata sul mio braccio ricaduto lungo il fianco in segno di resa, chiudo gli occhi mentre le lacrime riprendono a scendere copiose, mi dispiace per tutto ciò che seguirà a questo mio gesto, mi dispiace per coloro che hanno saputo volermi bene…coloro che ora non ci sono però più…Thalion perdonami….
Mi lancio quindi nel vuoto con la consapevolezza che ora finalmente sarò libera dalle catene che mi hanno sempre oppressa.
Il vento cerca di frenare la mia caduta, forse i silfi hanno capito, hanno compreso, vogliono aiutarmi, ma sono io che non voglio il loro aiuto…
Cado, in caduta libera mentre le vesti mi aderiscono al corpo quasi fossero ali, ali che non possiedo…il buio sopraggiunge mentre il mio cuore martella fortemente nel petto, sto per perdere coscienza.
Nel mentre, una presa forte mi cinge per la vita ma ormai è troppo tardi.
Mi sveglio, apro gli occhi mentre l’aria salmastra mi scivola sul viso, sopra di me il cielo, sotto di me sabbia, ne avverto la consistenza, poco lontano il rilassante rumore del mare che si infrange contro gli scogli. Mi tiro a sedere piuttosto confusa e incuriosita da ciò.
“Com’è possibile? Io ero….”
“Cosa volevi fare? “ una voce dura, colma di ira, severa , raggiunge le mie orecchie, mi volto dietro di me, girandomi, è da li che proviene quella conosciuta voce.
“ Thalion…” mormoro sorpresa di trovarlo qui, noto che indossa anche i colori del mio casato.
“ Isyl! Si può sapere cosa ca**o stavi facendo?” si alza di scatto dalla sua seduta vicino ad un masso, mi raggiunge minaccioso, mi prende per le spalle scrollandomi quasi con violenza.
“ Thalion io…” nuovamente lacrime, non riesco a trattenermi. Il suo volto si rabbonisce.
Mi abbraccia, mi stringe forte…
“ Io…io…non ce la faccio più!”
Urlo, piango, sfogo tutto il mio dolore in un susseguirsi di sussulti
“ Sei una sciocca, non sapevo dove fossi, dove te ne eri andata dopo la discussione dell’altro giorno, non hai detto nulla…” mi scosta da lui fissando serio i miei occhi viola “ ..non ti sei minimamente preoccupata di ciò che stavamo provando io e…tuo padre…per fortuna che ho pensato di cercarti anch equi, se non fossi passato tu…tu…il tuo corpo si sarebbe sfracellato contro le rocce! Ma te ne rendi conto?”
Nuovamente mi tira a se, il mio viso affonda nel suo petto. Rabbia è ciò che percepisco dal suo tono.
“ Ecco io….scusatemi… ma…non posso trattenermi oltre, io voglio andarmene da qui ”
“ E il buttarti giù dalla rupe era il tuo modo di andartene? Per fortuna so volare! ”
Non posso vedere il suo viso, non voglio vedere i suoi occhi, occhi che di sicuro mi stanno giudicando.
“ Thalion…” poso le mani sul suo petto scostando però lo sguardo, mi allontano dalla sua presa, presa che non si vuole allentare
“ Lasciami…” ripeto con più enfasi
“ no…questa volta non lo farò” la sua mano cerca il mio viso, vuole che lo guardo.
“ Lasciami ho detto” il mio tono è imperioso ma lui non vuole sentire ragioni mentre i suoi occhi si fanno più duri, mentre sembrano al contempo attraversati dal suo elemento, il fulmine. cerca le mie mani agganciando i miei polsi.
“ E io ti ripeto di no! Non ti lascio! Sei fuggita e hai tentato di farla finita. Non permetterò alla ragazza che amo di gettare al vento la sua vita “ in un attimo le sue labbra sono sulle mie, calde, vogliose, disperate…cerco di scostarmi ma poi ricambio quel bacio, bacio che mi rapisce che mi ruba l’aria, non chiede nulla, non chiede spiegazioni, ha capito la mia situazione, mi esprime il suo amore, amore che già conoscevo ma, che non posso ricambiare, mentre io ho capito la gravità del mio gesto.
Sono stata una sciocca, solo una sciocca ragazzina senza spina dorsale.
Perché, mi sono lasciata vincere dalla disperazione?
Perché ho lasciato che la mia mente si annebbiasse con il dolore?
Perché ho perso tutto il mio coraggio?
Posso essere migliore di così, posso trasformare la mia disperazione in rabbia, rabbia in coraggio, coraggio in vendetta.
Porto le braccia attorno al suo collo,mentre la mia mano affonda nella sua chioma e lascio che il bacio fluisca dapprima impetuoso, poi leggero, fino a scemare …non posso ingannarlo , non nei sentimenti, lui non lo merita.
“ Isyl !? “ Mi guarda interrogativo, i suo occhi sono limpidi specchi dove vi posso leggere dentro ardore, luce e potenza, tutte doti che non sono destinate a me, non posso e non devo essere io colei che gli starà al fianco, lui merita di più. Lui è di più.
Mi scosto dalle sue labbra avvicinandomi al suo orecchio:
“ Grazie per avermi salvato, sono stata una stupida”
Sciolgo la mia presa mentre un dolore mi prende al petto:
“ Io ti voglio bene Thalion, ma…non posso amarti…non come vorresti”
Anche adesso mi guarda senza staccare i suoi occhi da me, le sue labbra si increspano in un triste sorriso
“ Questo è nuovamente un addio?” lo dice,lo pronuncia con la voce spezzata dal dolore.
Annuisco.
“ Grazie per tutto ciò che hai fatto per me….ti prego, anche se mio padre non mi ha mai considerato come una degna erede, come una figlia, per favore, proteggilo …. proteggilo anche per me. Io ora ho un nuovo scopo, uno scopo che tu stesso mi hai fatto comprendere.”
Rassegnato, cerca le mie mani
“ Ti lascerò andare solo se prometterai di non fare più gesti così insensati e…ti prego, non importa il come, il dove o il quando ma ti prego, vivi e ritorna da me, non importa se non ricambierai mai i miei sentimenti, io non posso cancellarli, questi rimarranno sempre…per favore…” la sua voce è soffocata “ …non morire, se dovesse succedere pregherò gli dei affinché io sia già morto”
“ Non pronunciarlo con così sicurezza….gli dei potrebbero accogliere la tua preghiera e tu sei l’unica persona rimasta nel mio cuore, per cui valga la pena di vivere”
Mi alzo da terra, lui segue i miei movimenti, cerca nuovamente un contatto prendendomi per un braccio.
“ Giurami che tornerai”
“ Non conosco il futuro…so solo che cercherò di non cacciarmi nei guai, visto la vita che hai salvato” questa volta sono io a gettarmi tra le sue braccia per stringerlo un ultima volta “ Non dire nulla a mio padre di quello che ho cercato di fare, fai che lui non sappia nulla “
Annuisce mentre mi lascia andare consapevole che questa volta proteggerò la mia vita senza gettarla via.
Un ultimo sguardo, un ultimo saluto…
“ Addio”
La sua risposta non mi giunse mai, scappai prima che potesse rispondermi
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<<Thalion…non ho potuto mantenere la mia promessa. >>
Pronuncio a voce alta senza rendermene conto. Ritorno al presente, il crepuscolo è già sceso, con ancora quei ricordi in testa, mi alzo dalla terra e con passo claudicante mi avvicino a Daphne, vedendo se ha bisogno di aiuto, ma a quanto pare è messa meglio di me. Le sorrido compiaciuta.
<< Stai…stai bene? >> le chiedo prima di allontanarmi e dirigermi lentamente al Glados, necessito urgentemente di cure.
Lapis Ancestralia
Non appena lo varco senza aspettare la mia compagna, noto che il cielo sopra il rifugio sembra farsi ogni secondo più scuro, l’aria della sera inoltrata si fa più frizzante, appena sento quella splendida sensazione sulla pelle sorrido chiudendo gli occhi…
-Anche questa volta sono viva…per miracolo –
Alzo il viso al cielo mentre muovo qualche passo, ma non appena raggiungo il cancello del cimitero, sento le ginocchia cedere, il dolore acutizzarsi sempre più, cado nuovamente in ginocchio, mentre scivolo poi trascinata dal peso del mio corpo in avanti, sdraiandomi letteralmente a terra sulla ruvida erba mentre una pozza cremisi va formandosi sotto di me.
-Non posso perdere i sensi, potrebbe essere la fine.-
Gli occhi non mettono più a fuoco a causa della ingente quantità di sangue perso, ma non mollo, non posso mollare, ho ancora una guerra da combattere.
- foto 9 -