
Lucynda Mellow
Basta pippe mentali! Devo mettermi in testa che la sensazione appena provata è stata sicuramente il frutto di... un qualcosa. E' impensabile che, dopo il casino andatosi a creare per una banale idiozia sia tornata improvvisamente la pace. No. Qualcuno possiede la simbiosi qui dentro, non è poi tanto difficile da comprenderlo. Efrem? Andreus? Uno dei due, o qualcun altro. Bah...
Tra mille avvertenze nei confronti del braccio destro, il Boss si allontana dall'infermeria, seguito da qualcun altro a cui non presto una particolare attenzione.
Distolgo lo sguardo e lo punto sulla Ciambellara Rossa, la quale richiede il medicamento per il braccio ad Andreus, il quale in tutta risposta le fa capire di attendere ancora per un po'.
La mia attenzione si sposta sul ragazzo, il quale si prodiga nel sperimentare il famoso test dei semini giallognoli, seguendo con cura ogni procedimento scritto in quel pezzo di carta.
Si destreggia con un paio di ingredienti, tra cui le radici di artiglio del diavolo, i tanto agognati semini che li tira fuori dal sacchetto, e infine... la ciliegina sulla torta: il potere curativo firmato De Lagun. Quest'ultimo viene assorbito come fumo dai semi, come se si stessero nutrendo del loro pasto preferito.
L'uomo affera poi il mortaio e comincia a pestare gli ingredienti, finché questi non diverranno una massa polverizzata. Poi, trasferisce il tutto su un contenitore in vetro e proprio in quel momento svuota la brocca d'acqua per unirla al miscuglio andatosi a formare, creando così una sorta di pappetta informe.
Lo vedo poi accomodarsi nel letto accanto alla porta, ed annunciare con uno dei suoi inconfondibili sorrisi
«Partitina a carte mentre aspettiamo?»
Beh, non male come idea... avrei preferito un allenamento in gruppo, o magari io e lui da soli, ma sorvoliamo... per questa volta.
Prendo posto in un angolino del letto occupato da lui
, «Hai il mio assenso.» esordisco ferma incrociando le braccia, per poi abbozzare un sorriso chiuso, di sbieco, con l'angolo destro della bocca all'insù.
«Ebbene... dove sono queste carte?» gli domando poi, senza scostare lo sguardo da egli, in attesa di una risposta...