
Lucynda Mellow
Apro nuovamente gli occhi non appena realizzo che l’immenso e iridato bagliore del portale si è schiodato dal mio corpo, disperdendosi nel nulla. Mi ritrovo catapultata nel Villaggio del Corvo Lunare Blu, l’inconfondibile aroma di laguna mischiata con i roseti bluastri che la recingono non tarda ad infiltrarsi in entrambe le narici. Un solo fiuto ed innumerevoli ricordi si fanno strada nella mia mente: al calar del sole, momento che segnava la conclusione della lezione giornaliera di Padre, mi facevo trovare in bella vista nelle sponde di codeste limpide acque, con metà viso immerso che lasciava intravedere unicamente la zona oculare. Per quanto una laguna sia fetida e unta di certe schifezze, quella residente al covo dei Mellow fa eccezione. Sarà che i nostri roseti emanano una sostanza particolare che funge da depuratore, sarà che per qualche altro motivo a noi occulto non esiste alcuna probabilità che questo villaggio s’inquini. Riporto l’attenzione al mondo reale e procedo in direzione del maestoso portone dall’aspetto rustico ed esso presenta, come contorno, alcuni segni tribali dai colori sbiaditi a tratti per la loro longevità di creazione. Se solo le finestre fossero collocate adiacenti all’ingresso anziché dalla parte opposta, potrei capire meglio se qualcuno è sveglio o viceversa, diamine. Non appena chiudo la mano in un pugno per bussare al portone quest’ultimo si spinge di poco in dentro, è aperto, chi è l’idiota imprudente che si è scordato di chiuderlo? In tal caso entro come se nulla fosse, guardandomi intorno: non c’è anima viva, uno strano silenzio circola nell’aria, possibile che ancora poltriscono tutti quanti?!
«C'è nessuno?» alzo la voce, nella speranza che un familiare accolga il mio richiamo, passano minuti su minuti e qui la pazienza inizia a preparare il suo Ciao Ciao al mondo intero
«ALLORA? TUTTI MORTI?» incrocio le braccia e batto nervosamente col piede, fissando un punto indefinito del pavimento chiedendomi se almeno quell’esemplare raro di Corvo giungerà in anticipo a cagarmi
«Cosa te lo fa pensare, Lucynda?» un lieve sussulto mi esce involontario non appena odo quella voce... quell’aura imponente che conosco fin da piccola... è Lui, senza ombra di dubbio. Mi volto e incateno il suo sguardo con il mio, uno sguardo che ha saputo tenermi testa, uno sguardo che mi ha scrutata con una tremenda violenza nei momenti in cui commettevo errori grossolani con i miei poteri o, semplicemente, mi ribellavo ai suoi ordini.
«Padre! Siete Voi la persona che stavo cercando...» replico assottigliando gli occhi nel tentativo di celare la mia diffidenza nei confronti di costui, la sua presenza mi ha da sempre creato problemi ma in qualche modo devo pur affrontarlo.
«Qual motivo ti ha portato a calpestare la nostra terra? Non dirmi che ti sei tirata indietro nel schierarti con Targaryus!» aggrotta la fronte, fissandomi con la sua solita aria da comandante. No, non è questo il punto, devi essere tu, tua moglie, i tuoi nipoti e compagnia bella ad allontanarvi da qui, prima che tutto affonderà definitivamente nella merda
«Padre, ho i minuti contati e non voglio sprecarli malamente, dunque placate la vostra ira e ascoltate quel che ho da riferirVi. Dohaeris non è più come prima, il nuovo Re che la gestisce da cima a fondo è Lantis, suo Padre è deceduto tempo fa, il veleno ha avuto la meglio sul suo organismo e, adesso, nulla può impedire che il potere della Corona possa ricongiungersi col suo Ex-Padrone.» faccio una breve pausa, attendendo che egli raccolga in dettaglio tutte le informazioni, poi continuo, stavolta con più fermezza
«Dovete andarvene da qui, assieme agli altri, non potete permanere in questo villaggio per il resto dei vostri giorni, quel bastardo ha intenzione di vendicarsi su coloro che hanno voltato le spalle al reame, e di certo noi Mellow non facciamo alcuna eccezione, per loro siamo dalla parte del torto.» concludo atona, senza distogliere gli occhi da mio Padre
«Targaryus ha parlato chiaro nel recente raduno di fazione, se diffidate della mia parola Vi porterò da lui in persona e...» vengo interrotta da un suo cenno della mano, merda, adesso obietterà contro le mie parole, farà di testa sua e ignorerà il mio consiglio, per una volta nella vita ho cercato di fare del bene ma a quanto pare mettermi nei panni della Buon Samaritana non è il mio forte
«Basta così, fermati. Sono già stato informato dell'accaduto recentemente, da parte di De Lagun e da altri soldati, non preoccuparti per noi, in caso non volessero risparmiare la nostra terra sappiamo già come stare in guardia, tu pensa solo a rafforzare le tue abilità, non ho più nulla da insegnarti. Fatti valere nelle battaglie a seguire... e non deludermi.» ah. Questa è bella. Ho parlato col muro... sì, ho parlato col muro. Ma poi... chi sarebbe questo De Lagun? Il suo migliore amico? Bah. Ad ogni modo, quel che dovevo fare l’ho fatto, il che significa che posso fare dietrofront.
«Bene, Padre. Buona fortuna e... arrivederci.» mi congedo con un breve inchino, un inchino che solo egli può ricevere dalla sottoscritta... per risparmiarmi la sua imposizione del dolore. Rivolgo un’ultima occhiata ad ogni elemento che costituisce il villaggio, la mia prima casa, dopodiché raggiungo il Glados e sfioro nuovamente la sua magica consistenza, tenendo a mente il luogo di ritorno: Lapis Ancestralia. E’ giunto il momento di ritornare alla mia nuova vita quotidiana...
*Riferimento a De Lagun concordato con i Masters.