
Lucynda Mellow
Chiudo bruscamente la porta alle spalle e mi lascio andare con un profondo sospiro per poi cadere in ginocchio, senza badare alle fitte causate dall’urto contro il mattonato. Che cazzo mi sta succedendo? Perché in questi giorni sto avvertendo delle strane sensazioni, una dopo l’altra? Tutto mi appare diverso, tutto ha un significato insolito quanto incompreso, mi sembra di vedere il mondo da un’altra prospettiva… possibile che Raiden stia abusando della mia tolleranza, facendo burla sulle mie trepidazioni più recondite? No… è assurdo. Assurdo come io mi ponga certi dubbi. Questo non è il mio corpo, ho il presentimento che qualcuno lo stesse controllando indirettamente, i sorrisi che rivolgevo a Keyra in precedenza sono la prova concreta. Le circostanze in cui sorrido da vera donna sono inesorabilmente scarse, specie quando bramo l’attenzione di qualche bel gnoccone in giro. Eppure, in quei momenti, provavo un benessere incredibile. Ma se c’è una domanda che vorrei porre è la seguente: Perché? Perché tutto questo? Perché continuo a non capire quale sia la mia reale identità? Perché improvvisamente sono cosciente di non essere più la Lucynda di una volta?
«Faresti meglio ad aprire gli occhi, nipote.» eh? Chi ha aperto bocca? Alzo gli occhi dal pavimento e una figura immateriale si palesa dinanzi al mio cospetto... ah, gli spiriti son giunti nelle stanze, pronti ad infierire sui problemi caotici che la gente si crea, giusto perché non hanno una ceppa da fare, oltre che rintanarsi nelle loro stupide tombe e... aspetta.
«Nipote? Credo che tu abbia sbagliato stanza, signor passante.» dico inarcando un sopracciglio, nel mentre l’anziano fluttuante mi fissa in un modo che non azzecco
«Oh... le conseguenze non prevedevano la perdita di coscienza nei confronti di colui che ha instaurato un incantesimo specifico. Non muoverti...» uh?
«Cos...»
PUFF.
Diamine! Chi ha acceso la luce? Per poco non divento cieca, cazzarola! Dopo essermi strofinata energicamente gli occhi realizzo di non essere sola in questa camera che sa di muffa e rinchiuso
«Nonno? Che ci fai qui?» domando all’entità spirituale, la quale non fa altro che ruotarmi attorno ininterrottamente, sfoggiando uno strano sorriso a cui non do tanto peso
«Sapessi quanto mi son svagato in questi due giorni... in tua compagnia!» piego la testa di lato, perplessa. Che sta insinuando costui? Non ricordo affatto di averlo visto ieri, tantomeno l’altro giorno. L’unica cosa a cui riesco a far mente locale è che oggi ho vissuto l’inferno di persona, punto.
«Mi stai prendendo per i fondelli o cosa?» dico leggermente alterata, incrociando le braccia. Per favore, non infierire anche tu, ho già tanti problemi, in quanto la faccenda di Andreus e Daphne basta e avanza, forse anche troppo
«Sto esponendo la realtà dei fatti, Lucynda. Nelle ultime 48 ore hai dimostrato di possedere un briciolo di buon cuore nei riguardi della fazione e...» Io cosa? Ma questo è fuori di sé, con la vecchiaia gli si è fuso il cervello!
«Secondo te dovrei crederti? Ma dove l'hai visto il lato buono, DOVE?! Pensi che io sia una semplice donna rose e fiori? Per me siete tutti dei perfetti sconosciuti e non amichetti del cuore, in questo cazzo di monastero malandato siamo un gruppo di soldati che lottano per gli ideali in comune con il Leader, e nient'altro!» faccio per continuare, ma la faccia del vecchio diviene una maschera di rabbia, una rabbia che cerca di trattenere, seppur nei suoi limiti
«Non hai afferrato nulla dal mio discorso, fedifraga. Cercavo di riferire che sei stata vittima del mio charme per 48 ore filate, con lo scopo di correggere la tua scombinata indole, o almeno parzialmente, secondo i miei ordini indiretti. Il mio era unicamente un segno d'appoggio... volevo che, per una buona volta, dal tuo viso trasparisse felicità o un qualcosa che potesse far placare l'odio irrefrenabile che provi nei riguardi di Andreus e Daphne. A proposito del primo, durante le prime 24 ore vi siete scambiati due parole veloci, tu non lo riconoscevi affatto... come se non lo avessi mai incontrato. Idem con Daphne. Ti sei avvicinata con aria titubante mentre lui osservava stranito la scena... qui c'era proprio da trastullarsi, eravate proprio teneri, lui ti prese le mani e iniziò a confessarti certe cose...» .........................................
«...Peccato che il momento è durato miserevolmente, infatti costui si è allontanato mogio mogio in direzione del Glados, senza darti eventuali spiegazioni...» .................................................. .................................................. .....................
«...E sai una cosa?» NO.
«Se vi foste abbracciati come due fratelli uniti anziché tenervi le mani impacciati, mi sarei commosso.» «SILENZIOOOOOOOOOO!!!» esplodo in un urlo che si propaga per i muri di questo piano, ma guarda a questo oh, vuole farmi rosicare nel peggior modo esistente! Ho intenzione di rincorrerlo per tutta la stanza con la mia spada, ma d’un tratto lo vedo riassorbirsi all’interno della gemma del serpendaglio. Per essere uno spirito libero è piuttosto imprevedibile quando si tratta di mosse come queste, dannazione. Ora capisco cosa intendeva dire con
"Uno spirito libero è capace di grandi cose". A sfuggire al mio istinto omicida, ecco la risposta. Il serpendaglio si illumina nel momento in cui formulo mentalmente l'ultima frase... tsk, pare che il nonnetto voglia dare una conferma. Eddai, esci... cerco di scuotere il ciondolo, ma non accade nulla. Bah, al diavolo! Tutto questo eccesso di collera mi ha fatto venire l’appetito, quindi abbandono la camera e mi avvio presso il refettorio, dove qui scorgo una Daphne intenta a cucinare.
‘Mbè? Il tuo moroso non è con te? Oh già, lui è in battaglia con Markus, quindi sei sola soletta in casa e occupi il tuo tempo cucinando una cenetta per lui, in attesa che faccia ritorno con l’alleato... bah!
Meglio che addento una mela, mentre penso automaticamente alla sceneggiata a cui ho dovuto assistere poc’anzi di sopra. Ancora una volta sono stata sgamata da un essere immateriale, che vergogna...