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  1. #1
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    [Deus ex Machina GDR] Quest Ribelli




    Fazione dei Ribelli

    Colori:
    Verde e grigio

    Simbolo:
    Serpente alato

    Motto:
    Fiat Iustitia et pereat mundus (Sia fatta giustizia e perisca pure il mondo)

    Sede: Lapis Ancestralia

    I Ribelli sono un gruppo di uomini e donne scelti capeggiati dal valoroso soldato Efrem Targaryus, il quale in anni di servizio tra le schiere dell’armata reale, ha riunito chi, come lui, ha come scopo della propria esistenza la vendetta contro la famiglia reale. Non hanno timore di sporcarsi le mani col sangue dei nemici, sono pronti a tutto pur di raggiungere il proprio scopo: sterminare i reali e stabilire un nuovo regno. I Ribelli sono opposti anche alla fazione dei Reietti, con i quali condividono lo scopo di destabilizzare il regno, ma si differenziano per il modus operandi, i primi mirano alla morte dei nemici, i secondi alla loro sottomissione senza spargere ulteriore sangue.




    Ultima modifica di SimsKingdom; 10th September 2014 alle 21:17

  2. #2
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli



    Lapis ancestralia (Prima pietra) Sede dei ribelli


    E’ il luogo dove la prima pietra per la costruzione della città venne posta, è il luogo dove i rifugiati del vecchio mondo scrissero le leggi della convivenza. Il monastero è abbandonato da lungo tempo, da quando il regno ha dimenticato i vecchi precetti e che tutti gli uomini vanno salvati.
    La sede dei Ribelli è una roccaforte, solo chi conosce bene i sotterranei di Dohaeris ed i passaggi segreti al loro interno è in grado di accedervi. All’aspetto è solo un monastero fatiscente ed abbandonato, apparentemente privo di accessi che conducono al mondo inaspettato il quale si trova nelle sue fondamenta. I ribelli, coloro i quali hanno il desiderio comune di vendicarsi dei soprusi dei reali, si celano nelle stanze di pietra di questo enorme complesso, nelle sale comuni si riuniscono per complottare contro il regno ed i nuovi nemici reietti.

    Download Lotto
    Download CC

    Divisa maschile (
    X) - Divisa femminile (X)

    Ultima modifica di SimsKingdom; 18th October 2014 alle 18:41

  3. #3
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    Ultima modifica di SimsKingdom; 17th October 2014 alle 20:51

  4. #4
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Efrem Targaryus


    L’odore di muffa e di umido mi entra nelle narici pizzicandomi il naso mezzo affondato nel cuscino ruvido. I segni della recente notte si fanno evidenti non appena apro gli occhi al nuovo oscuro giorno, le lenzuola grezze sono ormai semplici vittime di una notte passata insonne a rigirarmi e urlare nel sonno. «Cazzo!» dico a denti stretti sferrando un pugno al materasso. Gli incubi continuano a tormentarmi e notte dopo notte le sensazioni di quel giorno si fanno sempre più presenti. Sento le fiamme, i graffi, le grida di mia madre. Tutto. Ogni cosa si ripresenta come il peggiore degli spiriti maligni a tormentare ogni istante della mia esistenza. E continuo a chiedermi il perché. Perché non sono morto con loro? Perché mi sono salvato solo io? Perché hanno scelto noi? Cosa avevamo di tanto malsano per meritarci un destino così crudele? Perché? Perché? Perché? Mi porto le mani alla testa tirandomi i capelli fino a sentire dolore, voglio dimenticare, eliminare quei ricordi e vivere finalmente la mia vita.




    Chiedo troppo? Devo forse pregare gli dei perché mi impiantino dei nuovi ricordi o che mi facciano fuori definitivamente? Tsk… gli dei. Ho smesso di adorarli quella sera stessa dopo aver visto la loro impotenza davanti al massacro della loro figlia, davanti al pianto di un bambino lasciato solo al suo destino, avrebbero potuto incenerire quei soldati con solo lo schiocco delle dita e invece no. Hanno preferito godere dello spettacolino allegro dai loro grossi troni di diamante. Guardo un punto fermo nel buio aspettando che questi pensieri svaniscano, non ho alcuna intenzione di farmi vedere in questo stato dal resto dei miei uomini, per loro sono solo l’ex cavaliere Efrem Targaryus. Nulla di più. Mi sollevo finalmente dal mio letto polveroso il flusso di ricordi riaffiora dall’oscurità investendomi come un’onda, affondo la faccia nelle mani scuotendo la testa e singhiozzando,





    nessuna lacrima riga il mio volto, oramai non ve n’è rimasta neanche una goccia. Ho ripromesso a me stesso che nulla mi avrebbe più fatto piangere e ora quei singhiozzi così deboli e così fragili sono solo i rimasugli di una ferita troppo profonda per essere cancellata. Con poca convinzione mi alzo finalmente dal mio giaciglio e mi dirigo verso l’entrata, non appena ruoto la maniglia e tiro a me la porta un fascio di luce intensa mi colpisce gli occhi facendomeli socchiudere, spalanco del tutto lasciando entrare la luce del corridoio nella stanza, la quale viene illuminata da un bagliore aranciato che la rende ancora più triste. Prendo una forte boccata d’aria chiudendomi la porta alle spalle, quella camera mi ha già stancato. Prendo quindi a camminare per il corridoio dirigendomi verso il bagno,




    mi darò giusto una ripulita prima di incontrare gli altri, nessuno deve vedermi stanco o affaticato, mi bagno il viso con l’acqua fredda che esce dalla bocca del drago di pietra a fontana.




    Non sono ancora sicuro di voler uscire dalla mia stanza, ma quella gente aldilà di quel muro ha bisogno di me, della mia guida. Non posso e non voglio tirarmi indietro, sono un capo ora per loro. Il capo dei ribelli di Dohaeris. Esco dalla stanza passando per la piccola saletta adiacente, l'odore dei libri vecchi mi rilassa e per un istante tutti i ricordi divengono lontani per poi ritornare come un fiume in piena. Chiudo la porta della sala alle mie spalle e percorro il piccolo corridoio che separa la mia stanza dall'atrio e in quell'istante incontro Andreus, l'unico uomo che conosco in quel mare di volti nuovi e l'unico di cui mi possa fidare... per quanto mi sia possibile al momento parlare di fiducia. Non appena il ragazzo mi nota il suo volto si illumina,





    gli sorrido rivolgendomi poi in tono più severo «raduna gli altri nella sala comune al secondo piano. Li voglio tutti lì tra poco!»




    il ragazzo risponde solo un veloce "d'accordo" prima di correre nella direzione opposta a quella da cui arrivava. Attendo per un po' prima di salire le scale fino al secondo piano, gli atri, così come l'intera struttura gioca sulla similarità di ogni piano cambiando soltanto le stanze del secondo e quarto che io, insieme ad alcuni uomini avevamo trasformato in quello che era ora, una roccaforte sotterranea impossibile da espugnare e altrettanto impossibile da scovare grazie alla copertura del vecchio monastero sopra le nostre teste, un rifugio e un luogo dove gli ormai ribelli di Dohaeris potevano sentirsi a casa e meditare così la loro vendetta tra queste mura. Entro finalmente nella sala comune, alcune persone sono già radunate al proprio interno mentre gli ultimi ritardatari si affrettano dietro Andreus, guardo finalmente i loro volti e tra di loro non riconosco nessuno di veramente familiare, gente che avevo solo visto di sfuggita al castello o durante le varie battaglie e che, probabilmente, aveva soltanto sentito delle voci sul mio conto.



    Li osservo ancora un po' aspettando che anche gli ultimi prendano posto a uno dei grandi quattro tavoli al centro, prendo finalmente posto a capotavola dinanzi alla statua simbolo del mio gruppo: il serpente alato, creatura vista nelle leggende come simbolo di deformità o aberrante riproduzione del drago, ma che in realtà nasconde il significato più importante, la libertà associata a una grande dose di letalità che lo rendeva un mostro bellissimo, più libero e pericoloso di molte altre creature. «Signori!» dico ad alta voce spostando la sedia per farmi un po’ di spazio,





    «dopo la recente notte, noi tutti abbiamo aperto le danze per una nuova guerra, ma stavolta non combatteremo contro un nemico esterno che ci è totalmente estraneo e per una motivazione nobiliare. Voi stessi siete chiamati a combattere contro quelli che un tempo chiamavate amici, compagni d’armi, famigliari…» passo in rassegna tutti gli occhi soffermandomi per ultimo su quelli di Andreus, so il sacrificio che ha subito per seguire me e so a chi ha rinunciato… per me. «Non abbiamo però solo un nemico da sgominare, ieri notte, tutti voi avete assistito allo scisma tra me e l’ex primo cavaliere Drako Kalisi, ebbene, con la sua azione… stupida, si è messo contro anche l’unico alleato che gli era rimasto. Da questo momento l’obiettivo principale sarà distruggere entrambi gli schieramenti, mi avete seguito per un ideale, la pace e la nascita di un nuovo regno! Ebbene, è tempo di rivolta!» dico con acceso fervore ma con una nota di tristezza nella voce. «Per il momento penseremo ad un piano d’attacco, familiarizzate con la base, la vostra nuova casa… su questo piano troverete la biblioteca e l’armeria dove esercitarvi. Quando siete pronti, ci ritroveremo nella sala mensa di sotto.»




    Turnazione libera!

    Ultima modifica di SimsKingdom; 18th October 2014 alle 19:10

  5. #5
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Keyra
    Isyl Tinnuviel


    Ascolto attenta e con un po’ d’apprensione le ultime parole pronunciate da Efrem, questo è l’inizio di una nuova guerra che getterà le fondamenta per la nascita di un nuovo regno…si…ma quale sarà il prezzo da pagare per tutti coloro che decideranno di non partecipare alla guerra e non si schiereranno con nessuno? Distruggere entrambe gli schieramenti ovvero il primo Cavaliere e …il principe Lantis. Il pensiero di averli come nemici non mi piace per niente, soprattutto uno… perché mi sono lasciata coinvolgere in questa guerra? Io odio combattere e uccidere gente innocente, non era questo il mio obbiettivo quando ieri mi sono trovata per caso sul ramo di quella pianta e ho visto Andreus militare tra le file di Efrem.
    «Per il momento penseremo ad un piano d’attacco, familiarizzate con la base, la vostra nuova casa… su questo piano troverete la biblioteca e l’armeria dove esercitarvi. Quando siete pronti, ci ritroveremo nella sala mensa di sotto.»
    La riunione lampo indetta da Efrem sembra terminata, ma io sono ancora qua, seduta nel posto più lontano rispetto al gruppo ad osservare tutti coloro che come me, hanno deciso di seguire Efrem nella sua rivolta.



    Familiarizzare con la base dice….per il momento io preferisco familiarizzare con i presenti per capire con chi ho a che fare. Di sicuro se anche loro sono qui c’è un motivo e quando il movente di ognuno è la vendetta o simile, non posso certo stare tranquilla e fidarmi ad occhi chiusi….non ancora almeno, sono diffidente di natura lo ammetto, questo è il mio più grande pregio ma anche il mio più grande difetto.
    Fisso Efrem a capotavola avvolto nella luce ambrata della stanza cercando di capire un qualcosa in più su di lui, è un elfo, come me, ma il suo volto segnato da un cicatrice e i suoi occhi sono impenetrabili. Alle sue spalle troneggia su di noi la statua di quello che sembra un incrocio tra un drago e un serpente….forte, deciso, insidioso, infido…sarà così anche Lui? Avrò modo di scoprirlo, per ora posso basarmi solo su quel poco che mi è stato detto da Andreus.
    Non conosco nessuno a parte Andreus….ed è lui il motivo principale per cui sono qui, è grazie a lui se ho potuto vivere abbastanza da poter essere qui oggi…ho un debito di vita e gli sarò sempre riconoscente, ma il vederlo tra le file dei ribelli cappeggiati da Efrem, non mi piace, temo per la sua incolumità anche se so che è forte e sa cavarsela abilmente.
    Sposto lo sguardo da Andreus ai volti dei presenti: tre ragazze , tre ragazzi.
    Una ragazza dai lunghi capelli rossi, occhi furbi e felini, abbigliata dei colori delle tenebre. ( Ivy Vajra)
    Una dai corti capelli neri con delle piume sulle spalle, una specie di dea della notte che deve aver spennato un corvo per potersi fare quel vestito. ( Lucynda)
    L’altra, capelli corti dal colore insolito, viso dai lineamenti delicati, sembra molto giovane, ma forse è il luogo a farmi vedere le cose in modo un po’ storpiato. ( Ananya)
    Ci sono poi i tre baldi giovani dai fisici molto prestanti a quel che posso vedere…soprattutto da coloro che non indossano una maglia e non lasciano spazio all’immaginazione.
    Un elfo, capelli albini che risaltano sulla carnagione scura, indugio un po’ troppo sui suoi pettorali… ( Rhoan)
    In contrasto con il primo, il secondo giovane con una inquietante benda su un occhio, carnagione chiarissima e anche lui ben dotato fisicamente, ma sono i suoi occhi che mi destabilizzano, freddi, glaciali. ( Kasimir)
    Per ultimo noto l’altro giovane, più composto degli altri, capelli trattenuti in un codino, occhi scuri e che sembrano emanare calore… ( Belial) direi un bel assortimento di personalità.
    -Perfetto, questo è il quadro iniziale di coloro con cui dovrò condividere “ Casa”- penso sorridendo debolmente , poi abbasso lo sguardo e fisso il massiccio tavolo davanti a me, divengo pensierosa.



    Di solito cerco rifugio tra le verdi frasche delle piante usando le sorgenti come ristoro e, nei giorni di pioggia, chiedo in prestito a qualche orso la sua caverna per riposare e ripararmi, ma ora è questo decadente edificio ad essere divenuto la mia casa. Già…casa…, da quanto tempo le mie labbra non pronunciano più questa parola? Da diverso tempo manco da li e, ultimamente mi capita troppo spesso di estraniarmi dal mondo, da tutto quello che conosco e accade attorno a me mentre i miei pensieri vagano veloci percorrendo i sentieri della mia mente. Cosa penseranno coloro che ho lasciato? Mi perdo nella malinconia dei pensieri che si riflette nella vita che ho scelto di vivere, ma non posso tornare indietro anche se a volte lo vorrei, ormai sono andata troppo avanti rischiando me stessa, non posso cancellare ciò che è accaduto, quello che ho fatto e, quello che è stato e mi ha inesorabilmente portata qui, dove sono ora, consapevole delle mie scelte. C’è un motivo alla base per cui ho lasciato quel mondo; oltre ad Andreus… ho un obbiettivo: Vendetta …e solo una traccia: Fuoco.
    Ritorno con la mente alla sala ritrovando la concentrazione. Efrem ha detto che su questo piano c’è una biblioteca, direi che prima di recarmi al piano di sotto dove per altro c’è la mia stanza, potrei passare a fare un giretto, non conosco troppo bene la storia di Dohaeris, so solo quello per cui sono stata istruita ma se proprio devo combattere per una causa e, giocarmi la vita in battaglia, vorrei conoscerne a fondo ogni segreto, potrebbe sempre tornarmi utile.



    Mi alzo silenziosamente dal mio seggio stando attenta a non disturbare i presenti, poggio le mani al tavolo e guardo in direzione di Efrem e Andreus per poi esordire con voce chiara e decisa : “ Quanto tempo abbiamo a disposizione prima del raduno in sala mensa? Visto che ho sentito che qui c’è a disposizione una biblioteca vorrei recarmici ...." il mio tono si fa più flessuoso, " ...se qualcuno è tanto gentile da indicarmi almeno la direzione da seguire, questo posto è un labirinto e credo di non essere ancora riuscita ad orientarmi totalmente” concludo senza abbassare lo sguardo.


    - mi scuso per l'assenza degli altri sim, ma ho un pò di problemi - foto 3
    Ultima modifica di DELTAG; 23rd October 2014 alle 21:49

  6. #6
    sim § L'avatar di LordWilliam
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Belial Leviathan

    Le parole del nostro Boss, o meglio, la marmaglia di parole, racchiudono due semplici ma interessantissimi concetti: Vendetta e Distruzione.



    Sono uno con poche pretese: vendicarmi di chi mi ha distrutto completamente la famiglia e staccare la testa di qualsiasi folle che oserà intralciarmi. Non mi pongo problemi a spargere sangue, la cosa mi allieta, ma solo se c'è un motivo; non mi pongo nemmeno problemi sul soggetto in questione, donna od uomo che sia.



    I reietti, devo dir la verità, mi interessano poco e niente, alla fine il loro obbiettivo sono i reali, la vera feccia della società; se capitassi davanti a loro, a meno che non si oppongano o mi provochino, non proverei gusto nell'ammazzarli. Non mi piace distruggere qualcuno che non può difendersi. Semplicemente perchè amo combattere, stremare totalmente chi mi fronteggia, per poi dargli il colpo di grazia, non prima di averlo fatto soffrire come una bestia. La Vendetta deve essere anche un espediente, un modo per diventare sempre più forte ed oscuro. Ma non parliamo di me, ho detto anche troppo.
    Questa gente, tutti questi volti nuovi... Hanno il mio stesso desiderio di vendetta verso i reali, distruggerli tutti senza lasciar discendenti. Devo almeno fingere di esservi amico, anche se non sono un tipo che ama chiacchierare: a pelle, mi sembrano tutti dei gran guerrieri. Ci sono anche delle signorine, ma da quando le donne combattono per vendetta? Io ho sempre visto gli individui del gentil sesso come diplomatiche, tendenzialmente buone..Non sono convintissimo, ma ogni braccia qui è utile e se loro sono qui, avranno i loro motivi. Ma, noto con uno strano senso di curiosità, che manca un soggetto che mi ha aiutato ad arrivare qui: una specie di ladruncola, Niniel, se non sbaglio. Quell'elfetta dagli enormi occhioni e dall'aspetto assai seducente, non si è schierata con noi. Forse si è persa per strada, l'avranno mangiata i lupi...Boh, se mi dovesse capitare davanti, però, non la ammazzerò, anche se fosse schierata con i reietti: ho un debito con lei. Ma se proprio fossi costretto...La mia falce è sempre assetata di sangue. «Non abbiamo però solo un nemico da sgominare, ieri notte, tutti voi avete assistito allo scisma tra me e l’ex primo cavaliere Drako Kalisi, ebbene, con la sua azione… stupida, si è messo contro anche l’unico alleato che gli era rimasto. Da questo momento l’obiettivo principale sarà distruggere entrambi gli schieramenti, mi avete seguito per un ideale, la pace e la nascita di un nuovo regno! Ebbene, è tempo di rivolta!»
    Anche se sembrava triste nel dire tale frase, bravo Boss Efrem, distruggere mi piace assai e gli ideali combaciano. Certo che sto Drako, doveva proprio aver vissuto una vita davvero triste per schierarsi contro di noi e perdere l'unico alleato che aveva...Poverino. Ad ognuno il suo e prima o poi arriverà anche la sua ora, quando giaceranno tutti martoriati e sanguinanti.
    «Per il momento penseremo ad un piano d’attacco, familiarizzate con la base, la vostra nuova casa… su questo piano troverete la biblioteca e l’armeria dove esercitarvi. Quando siete pronti, ci ritroveremo nella sala mensa di sotto.»



    "Biblioteca?" penso io "dovrei farci un salto prima di ritirarmi in armeria..." non faccio in tempo a finire di pensare, che la voce di un'avvenente signorina coi capelli di una specie di arancio, erge nella sala: «Quanto tempo abbiamo a disposizione prima del raduno in sala mensa? Visto che ho sentito che qui c’è a disposizione una biblioteca vorrei recarmici...se qualcuno è tanto gentile da indicarmi almeno la direzione da seguire, questo posto è un labirinto e credo di non essere ancora riuscita ad orientarmi totalmente...» Subito pensai: "Ecco, se mi documento sulla storia del regno, forse trovo qualche accenno a quell'inutile massacro...dovrei andare con lei." Fu così, che mi avvicinai a lei e le sussurrai, senza alcuna vergogna : « Lady, non so come ti chiami, ma pure io devo recarmi in biblioteca, ti dispiace se mi unisco a te? Così, nel mentre, facciamo anche quattro chiacchiere.»



    Ora vediamo cosa mi dice la bella signorina, se vorrà venire con me bene, altrimenti me la cercherò da solo questa benedetta biblioteca!





    Ultima modifica di LordWilliam; 19th October 2014 alle 23:31 Motivo: Aggiunta delle foto

  7. #7
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli



    Ananya Nitya Kalpana



    Sbadiglio.





    «Signori, dopo la recente notte, noi tutti abbiamo aperto le danze per una nuova guerra, ma stavolta non combatteremo contro un nemico esterno che ci è totalmente estraneo e per una motivazione nobiliare. Voi stessi siete chiamati a combattere contro quelli che un tempo chiamavate amici, compagni d’armi, famigliari…»

    Tradimento.
    Nulla unisce le persone come il tradimento.

    Mentre il nostro leader continua il suo accorato discorso, osservo i miei compagni d’avventura: una ragazza dai capelli rossi assorta nei suoi pensieri, una con dei serpenti come orecchini e una bella pettinatura, un’altra rossa, che per comodità chiamerò rossa numero 2, un uomo con una benda sull’occhio, un altro con un’armatura, un ragazzo, evidente amico del nostro leader, ed infine un altro ragazzo con i capelli bianchissimi.




    Non ero mai stata in una stanza così piena di gente prima d’ora, non avevo mai fatto parte di un gruppo.
    Sarà una nuova esperienza, una delle tante cose che non ho mai fatto nella mia vita.

    Sbadiglio ancora.

    La rossa numero 1 ci guarda tutti, uno ad uno, non so dire se stia cercando qualcuno, o se ci stia semplicemente studiando.
    Mi chiedo cosa pensi la gente guardandomi: la mia pelle cadaverica, le mie orecchie da goblin, i miei occhi rossi privi di vita.




    Tutte conseguenze del tradimento.
    Stringo saldamente il mio pugnale mentre torno con la mente al momento in cui il mio traditore si è rivelato per ciò che era, il momento della mia morte… e infine il momento della mia dolce, meritata e giusta vendetta.

    Vendetta.

    Mi scappa un sorriso compiaciuto.




    E’ esattamente questo il motivo per il quale mi sono unita a loro: oltre al fatto che non comprendo per quale motivo l’altro leader, Drako, non voglia uccidere i suoi rivali; credo che tutti debbano avere l’opportunità e il diritto di vendicarsi.

    Inoltre questo posto è davvero curioso, e non vedo l’ora di esplorarlo tutto.

    Appena Efrem finisce il discorso, la rossa numero 1 prende la parola : «Quanto tempo abbiamo a disposizione prima del raduno in sala mensa? Visto che ho sentito che qui c’è a disposizione una biblioteca vorrei recarmici...se qualcuno è tanto gentile da indicarmi almeno la direzione da seguire, questo posto è un labirinto e credo di non essere ancora riuscita ad orientarmi totalmente...»

    Il tizio in armatura prontamente si accoda a lei.

    Sbadiglio di nuovo.
    Odio alzarmi così presto la mattina.



    Sinceramente preferirei tornarmene a dormire e fare tutto questa notte. Tutte queste dannate candele accese, poi, non fanno che darmi fastidio agli occhi. Ma forse potrebbe restarci poco tempo, prima della prima battaglia.

    Meglio sfruttare ogni attimo per allenarsi e, perché no, magari per conoscere meglio qualcuno.

    «Andiamo ad allenarci in armeria?» Chiedo al ragazzo coi capelli bianchi vicino a me, anche se la domanda è generale e rivolta a tutti coloro che ascoltano.



    Nel frattempo mi alzo e raggiungo la porta, aspettando di vedere chi avrà intenzione di venire con me.



    Ultima modifica di Akuiyumi; 20th October 2014 alle 00:12


    myMind | myHands | myLegacy | myCrazyLegacy

  8. #8
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Andreus De Lagun

    Efrem parla, la guerra, la vendetta e l’odio verso i reali brillano in quegli occhi così tanto diversi. Il suo sguardo però è stanco come se non avesse dormito per tutta la notte. So cosa ha passato, e so che non è facile, nemmeno per uno come lui. «Voi stessi siete chiamati a combattere contro quelli che un tempo chiamavate amici, compagni d’armi, famigliari…»



    i suoi occhi si posano per un po’ su di me e una sorta di malinconia mista ad imbarazzo si impadronisce del mio corpo. Distolgo lo sguardo osservando la statua alle sue spalle, ancora ricordo la fatica per trasportarla quaggiù anche dopo il danno sull’ala. In quell’istante i miei pensieri vanno a Cassandra, la mia dolce sorellina. Dei, quanto mi manca, vorrei abbracciarla, come facevamo da piccoli, come facevamo prima che nostro padre mi cacciasse per… per quello che ero. Chissà se mi perdonerà, quello che ho fatto è troppo grande e non sono più sicuro ormai del suo perdono, ne se mi considera più un suo familiare. È successo tutto così in fretta, non ho avuto modo di salutarla, non ho avuto modo di dirle addio di nascosto. Il mio sguardo si posa su nuovamente su Efrem,



    il volto corrucciato in una espressione seria e autoritaria, riesce sempre a farsi rispettare, anche da chi magari in quel momento vorrebbe solo vedere la sua testa su un vassoio d’argento e nell’esercito ve ne erano parecchi. Mia sorella forse, ora è tra di loro, convinta che la colpa di tutto sia solo e soltanto sua. Anche lei come papà non ha mai accettato la mia scelta, ma cercava comunque di assecondarmi senza creare in me disagio o facendomi sentire escluso come invece faceva lui. Scuoto con forza la testa mandando indietro quei pensieri ormai lontani, prima o poi troverò il modo per entrare in contatto con lei, ma non è ora il momento. Il capo ad un certo punto si interrompe sedendosi e indicando l’arco al resto del gruppo, solo in quel momento mi accorgo delle innumerevoli facce nuove che si trovano all’interno della sala, quando li ho chiamati ho cercato di fare il più in fretta possibile bussando con forza alle loro porte e urlando di radunarsi nella sala comune, li guardo finalmente con più attenzione: tre uomini fissano in modo serio e pensieroso Efrem, due di loro attirano la mia attenzione per un solo particolare,



    l’assenza della maglia. Possibile che durante la fuga non abbiano trovato altri indumenti? Per caso erano ancora nella tinozza quando li ho radunati? Non che la cosa mi dispiaccia, anzi… Distolgo lo sguardo da loro, ad essere sincero, potranno anche essere affascinanti, ma preferisco qualcun altro… I miei occhi slittano sulle altre figure nella sala: quattro donne due delle quali anche piuttosto familiari, una di loro mi salta subito alla memoria,



    all’epoca eravamo solo dei bambini, Lucynda, Cassy e io eravamo inseparabili all’epoca, oddio, non che i primi momenti fossero del tutto rose e fiori, ma col passare del tempo imparammo a volerci bene. Molte volte ci allenavamo insieme nelle arti magiche e io insegnavo loro quel che avevo imparato come scudiero di mio padre. L’avevo persa di vista ultimamente, ma come potevo incontrarla dopo quello che era successo nella mia famiglia? Devo scusarmi, prima o poi. È sempre stata una cara amica, non voglio abbandonarla proprio ora. L’altra donna invece mi rallegra per un attimo, ancora ricordo quando la trovai in condizioni pietose all’angolo del monastero, accasciata sopra una delle vecchie lapidi con una grossa ferita sul corpo, fortuna volle che mi trovassi lì, le rivolgo un sorriso sperando che mi noti. Chissà magari si ricorda ancora di me, diventammo amici dopo quel giorno, ma dovetti allontanarmi anche da lei quando il casino scoppiò.



    Cercherò di parlare anche a lei il prima possibile, odio dover perdere inutilmente qualcuno. Non voglio perdere nessun altro. Le altre due ragazze mi sono del tutto nuove, una di loro sembra addirittura troppo pallida per essere in salute,



    magari soffre di qualche malattia "non vorrei che mi stramazzasse al suolo improvvisamente sul campo di battaglia...", l’altra invece, un po’ più distante dagli altri sembra una tipa tosta



    una di quelle che non si fanno problemi a distruggerti con due calci. Un gruppetto niente male a dire il vero. Ad un certo punto, Keyra si alza guardando me ma soprattutto Efrem


    «Quanto tempo abbiamo a disposizione prima del raduno in sala mensa? Visto che ho sentito che qui c’è a disposizione una biblioteca vorrei recarmici ....» guardo l’uomo accanto a me, i suoi occhi si sollevano dal tavolo posandosi sulla donna, resta in silenzio ascoltando il resto del discorso «...se qualcuno è tanto gentile da indicarmi almeno la direzione da seguire, questo posto è un labirinto e credo di non essere ancora riuscita ad orientarmi totalmente» in quel momento anche il terzo uomo, l’unico vestito, parla rivolgendosi però a Keyra stessa «Lady, non so come ti chiami, ma pure io devo recarmi in biblioteca, ti dispiace se mi unisco a te? Così, nel mentre, facciamo anche quattro chiacchiere.» in quel momento Efrem si alza dalla sua sedia continuando a fissare la donna con lo sguardo serio, i miei occhi vengono immediatamente attratti dai suoi e per un istante mi perdo in quei colori così differenti,



    «di tempo ne avete a sufficienza. Diciamo solo, fin quando non sentirete la mia voce affamata rimbombare per tutta la struttura!» dice serio abbandonandosi poi ad una risata liberatoria, «prendetevi tutto il tempo che volete, la vendetta va gustata lentamente a parer mio!» la tensione sembra smorzarsi e in quel momento un sorriso mi increspa le labbra, Efrem si allontana dalla sua sedia congedandosi dal resto del gruppo e dirigendosi verso le scale. Meglio non disturbarlo oltre, magari più tardi andrò a parlargli di persona. Anche la tizia malaticcia ad un certo punto si alza con l’intenzione di andare in armeria e rivolgendo l’invito al ragazzo coi capelli bianchi. Mi avvicino a Keyra e all’uomo intromettendomi nella conversazione e guardando la donna negli occhi sperando che mi riconosca,



    «dunque… state cercando la biblioteca giusto? Se volete posso farvi io da accompagnatore… conosco questo luogo come le mie tasche!» dico rivolgendo a entrambi un sorriso cordiale…

  9. #9
    sim audace L'avatar di Mirabell88
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli



    Un posto nuovo, un mal di testa insopportabile e una sveglia decisamente sgradita.
    Mi domando per un attimo dove mi trovo, mi capita di rado di sognare ma questa notte è successo, oppure è giorno chi può dirlo col mio mestiere.
    Guardo attorno e mi accorgo di essere stato chiamato da una voce maschile, e solo per questo alquanto sgradevole, socchiudo gli occhi e mi alzo infilandomi giusto le scarpe, Strano che abbia ancora i pantaloni addosso. A quel pensiero frammenti di ricordi mi tornano alla mente, Sono quasi certo che questa non sia una locanda…
    Nel sogno precedente ero piccolo e come sempre facevo i capricci, scuoto la testa al pensiero ed esco dal letto.


    Mi do una rinfrescata e lascio perdere la camicia visto che un numero sempre crescente di passi pare precedermi, a quanto pare ci sarà una riunione.


    Questo posto ha un che di vagamente inquietante, è come essere sepolti vivi, non ho mai pensato che potessero mancarmi la luce o l’aria fresca ma devo ammettere che è così.
    L’unirsi ai ribelli è stato quasi un impulso, dopo essere stato costretto a entrare nell’esercito la mossa più intelligente da compiere sarebbe stata la fuga ma qualcosa ha attirato la mia curiosità, vedere un elfo tanto propenso alla distruzione non poteva non colpirmi. Per quel che ne so è raro nella mia razza, ma c’è n’erano altri in quello stesso gruppo.
    Avevo decisamente bevuto il giorno prima che iniziassero gli intrighi alla corte legati al primo cavaliere, e la scelta di partecipare era arrivata per pura noia e perché Drako mi aveva aiutato a evitare di finire sulla forca tempo addietro. E dopo avergli restituito il favore in qualche modo, non c’erano più obblighi e una sfida più interessante si presentava all’orizzonte.
    Se fosse andata male c’è comunque sempre la possibilità di ritirarsi tra i cadaveri con un bel bottino, inoltre da quando sono entrato tra le fila dei soldati non ho avuto più occasione di praticare la mia occupazione preferita beh la mia seconda occupazione preferita.
    Riesco a liberarmi dei miei pensieri mentre il capo fa un discorso semi-incoraggiante, guarnito di ovvietà e chiarimenti alquanto scontati, così almeno ho il tempo di guardarmi attorno.
    Mi sento subito osservato ma ormai ci sono abituato, anche come elfo non ho mai avuto i colori tipici della razza inoltre non sono vestito in modo proprio consono a qualunque situazione.


    Noto la bella rossa che mi fissa alcuni istanti e resto fermo, lo sguardo di una donna può portare guai ma è decisamente apprezzabile, oltre a lei vedo almeno un altro paio di ottimi motivi per i quali scegliere quel gruppo, strano che mi siano sfuggiti la sera prima, Forse dovrei smettere di usare il letto con finalità diverse dal dormire.


    Guardo la mora dagli occhi verdi mentre Efram finisce la sua filippica, e l’elfa rossa annuncia la sua intenzione di dirigersi in biblioteca ovviamente seguita da un giovane entusiasta.
    L’idea di intromettermi per rovinare la piazza al secondo e conoscere la prima è forte ma sono deciso a tornare nel mio letto. Mentre mi alzo però una voce mi raggiunge, una voce leggermente roca ma molto femminile, come appartenente a qualcuno che non parla spesso una caratteristica davvero affascinante in una femmina. Sposto lo sguardo verso la sedia accanto alla mia, la giovane è seduta scomposta quasi scomoda ma non sembra farci caso, si alza infatti come se non avesse alcun dubbio di essere seguita.
    Non è davvero nella mia natura deludere una bella ragazza, inoltre è decisamente un tipo particolare, nonostante le orecchie non mi sembra proprio un elfo, ha qualcosa di diverso con quella pelle innaturalmente candida che molte nobildonne invidierebbero.


    Annuisco impercettibilmente e la seguo, dopotutto qualsiasi cosa sia e qualsiasi intenzione abbia al momento siamo alleati. Sento la risposta del capo e mi riprometto di parlargli prima o poi, non è nelle mie corde prendere ordini da uno sconosciuto. Ammiro infine di sfuggita un esemplare maschile del gruppo ma non ci perdo troppo tempo, mai far aspettare una signora.




  10. #10
    sim dio L'avatar di DELTAG
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    Re: [Deus ex Machina] Quest Ribelli

    Keyra
    Isyl Tinnuviel

    Odo il rumore di un seggio che si sposta e vedo il ragazzo col codino alzarsi.



    Seguo con la coda dell’occhio incuriosita i suoi passi e nel mentre , lo vedo muoversi nella penombra in mia direzione. Un’ombra deformata dalla luce ambrata scivola e si allunga sulle umide pareti della stanza quasi fosse lo spirito errante di qualche ex abitante di questo decadente edificio e mi raggiunge , mentre io non distolgo la mia attenzione da coloro ai quali ho rivolto poco prima il mio quesito.
    Avverto un leggero spostamento d’aria, se fosse stato un nemico questo flebile vento l’avrebbe tradito e ora sarebbe stato trafitto dalla lama del mio Stiletto ma non è questo il caso, le sue intenzioni non sono ostili, in teoria saremmo alleati.



    Si accosta e mi sussurra senza vergogna ne ritegno : « Lady, non so come ti chiami, ma pure io devo recarmi in biblioteca, ti dispiace se mi unisco a te? » sorrido impercettibilmente senza guardarlo, Lady…da tanto tempo non mi chiamano con questo appellativo …è strano sentirsi chiamare ancora così dopo ciò che è accaduto…« Così, nel mentre, facciamo anche quattro chiacchiere.» Costui che mi sta accanto e si rivolge famigliarmente a me senza nemmeno conoscermi, non sembra un bracciante, fabbro o contadino, i suoi modi seppur rozzi sono da cavaliere. Sto per rispondergli ma è Efrem sostenendo il mio sguardo, a rispondere a me per primo mentre Andreus lo guarda quasi adorante :



    «Di tempo ne avete a sufficienza. Diciamo solo, fin quando non sentirete la mia voce affamata rimbombare per tutta la struttura!»
    E’ serio, imperioso, ma poco dopo il suo enigmatico volto sembra assumere un’espressione più rilassata e le sue labbra si schiudono in un sorriso; - Non pensavo che Efrem Targaryus fosse capace di un sorriso tanto caloroso – penso , questo aspetto di carattere non avrei mai pensato di trovarlo in uno come lui sentendo le voci che circolano sul suo conto.
    « Prendetevi tutto il tempo che volete, la vendetta va gustata lentamente a parer mio! » Efrem quindi si alza dalla sua sedia congedandosi dal resto del gruppo e dirigendosi verso l’uscita della sala. Mi volto finalmente in direzione del cavaliere che mi sta accanto, gli sorrido sbieca e osservo da vicino i suoi occhi e mi stupisco nel vedere il loro vero colore… cremisi e profondi. « Cavaliere…è così importante sapere il mio nome ? Mi sembra che anche voi non vi siate presentato.»gli dico pacata ponderando il tono, per poi aggiungere subito dopo per non risultare scortese più di quanto sia stata non presentandomi;



    « Se vuole unirsi a me in biblioteca nessun problema, anzi...per caso voi sapete anche in che direzione si trova?
    » chiedo, e nel mentre vedo la ragazza dai capelli dall’insolito colore e dalla pelle color della luna (Ananya) alzarsi, facendo presente che si sarebbe recata in armeria, seguita a ruota dall’elfo albino dalla carnagione scura sul cui petto avevo indugiato. ( Rhoan) . Pochi istanti, scosto lo sguardo dal mio interlocutore e vedo Andreus con il suo viso da folletto raggiungere me e il cavaliere soffermandosi a guardarmi negli occhi. Si ricorderà di me? Lui non è cambiato di molto. Come un riflesso incondizionato porto una mano sul fianco, nel punto in cui in passato sono stata ferita da un soldato e da Lui curata, nessuna cicatrice è rimasta a segnarmi il corpo ma ricordo ancora bene il dolore che provai, la certezza di non farcela e, la luce della speranza in quella oscura sera quando vidi lui.



    «Dunque… state cercando la biblioteca giusto? Se volete posso farvi io da accompagnatore… conosco questo luogo come le mie tasche!» gentile, cordiale ecco l’Andreus che conoscevo!
    « Andreus che piacere, ti trovo bene…» contraccambio il suo cordiale sorriso. Resisto all’impulso di abbracciarlo, non mi sembra ne il luogo, la circostanza ne il momento per abbandonarsi a simili effusioni d’affetto anche se lo vorrei tanto, ma non voglio dirgli che è per lui oltre che per la mia personale vendetta , che mi sono aggregata a questa assortita combriccola. Sarà piacevole averlo nel gruppo.
    « Avrei voluto salutarti prima, quando ti ho visto correre qua e la per avvisarci della riunione indetta da Efrem …ma non sapevo se ti saresti ricordato di me. Mi sembravi piuttosto impegnato! » abbasso lo sguardo un po’ imbarazzata per poi rialzarlo :
    «
    Io e il Lord qui presente saremmo lieti di averti come accompagnatore in questa gita verso la biblioteca. Facci strada.» concludo facendogli l’occhiolino e cenno di passare avanti.
    « Vogliamo andare? » chiedo infine guardando nuovamente il cavaliere passandogli dapprima accanto sorridendogli , per poi superarlo.



    - foto 5 -
    Ultima modifica di DELTAG; 27th October 2014 alle 18:30

 

 
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