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  1. #121
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Ryuk Leithien

    Ancora qui in questa landa dove il tempo si è fermato, ammesso che sia mai iniziato e mai avrà una fine, scommetto che le tre mummie non saranno molto felici di accogliermi visto l’episodio dell’altra volta, ho rischiato di restarci secco a causa di quella mezza donna di Cassandra. Ma ciò che mi causa pensieri, ebbene sì, anche io penso, è che potranno leggere nella mia mente, ma se è vero che tutto sanno, allora mi lasceranno agire.



    Avanzo mentre le foglie calpestate riacquistano la loro consistenza, le fiaccole che mai mutano il loro danzare e gli sguardi di pietra immutati della statue che sembrano accompagnarmi nel passo. Giunto frontalmente ai tre troni m’inginocchio con espressione seria, non è il momento di fare ironia, né sarcasmo, col capo chino porto una mano al petto, mentre l’altra è poggiata al suolo. “Antichi Saggi, chiedo udienza. Necessito di comunicare con la Principessa Esperin Raeghar”

    alzo lo sguardo verso i troni, solo in quello della strega Elanor si manifesta il suo spirito “Giovane Leithien, ciò che scruto nel tuo animo è deplorevole di primo acchito, ma se rispetterai le regole di questo luogo sacro non ti saremo d’impedimento e resterai vivo”



    Dovrei essere preoccupato, ma no… sono solo determinato “Non ho intenzione di perire, almeno non per ora, nella mia miserevole esistenza non ho dato peso a nulla, ma ora ho uno scopo e farò qualsiasi cosa sia in mio potere per raggiungerlo”



    “Pondera bene sulle tue azioni, questo è l’ultimo avvertimento. Mercur è stato già inviato dalla Principessa, va pure nella zona neutra” Lo spirito velocemente si dissolve ed io resto per qualche istante fermo ad osservare nel vuoto. Dopo essermi alzato mi dirigo verso la porta nera e l’oltrepasso, ma non avanzo di molto, mi poggio con la schiena contro la fredda pietra, proprio accanto l’uscio, aspetterò qui il suo arrivo


  2. #122
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Esperin Raeghar


    E così eccomi qui per l'ennesima volta in questi giorni, comincio a valutare l'idea di restare qui in pianta stabile, visto che ultimamente le mie visite sono così frequenti.



    I saggi nella loro infinita diplomazia e neutralità arriveranno probabilmente a negarmi l'accesso di questo passo, o a propormi di trasferirmi direttamente qui, magari potrei posizionare una tenda.



    Che sciocchezze vado pensando, sono decisamente stanca e necessito di riposare. Attraverso a lunghi passi la distanza tra il Glados e la struttura dove essi risiedono, cercando di scacciare i tristi pensieri che continuano a tormentarmi.



    Questo luogo riesce comunque ad infondermi un senso di calma, ma anche una forte inquietudine che subito ad esso si contrappone. E' tutto così fermo, immobile, eterno... quasi a rimarcare che tutto ciò che ci tormenta è solo momentaneo, che tutto, al di fuori di questo luogo, scorre inesorabile, anche la nostra stessa vita. Valmorguli... lo dice il nome stesso dopotutto.



    Raggiungo la sala dei troni, e chino il capo in segno di rispetto, lasciando che scrutino nel mio animo, nel mio tormento, mentre attendo la loro risposta.


  3. #123
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Antichi Saggi

    Esperin, lo spirito dell'antico Saggio Daeron si palesa a te in pochi attimi "Esperin Raegar, l'uomo che ti ha convocato ti attende oltre la porta della zona neutra." Ma al termine delle sue parole, anche gli altri due spiriti si manifestano a te, restando tutti con lo sguardo fermo sul tuo "Il tuo lutto è anche il nostro, Rickard Raeghar è ora nel regno della Dea, è sereno, ora ha la consapevolezza del tutto, rasserenati."

  4. #124
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Esperin Raeghar


    Rialzo il capo quando la figura del mago Daeron si manifesta avanti ai miei occhi, informandomi che l'uomo che mi ha chiesto udienza mi aspetta oltre la porta che delimita la zona neutra.



    Sto per ringraziarlo e dirigermi verso la stanza, quando in un battito di ciglia si palesano anche gli altri due saggi, ed insieme continuano a mantenere lo sguardo fisso sul mio "Il tuo lutto è anche il nostro, Rickard Raeghar è ora nel regno della Dea, è sereno, ora ha la consapevolezza del tutto, rasserenati.". Sento stringermi il cuore per queste parole, ma presto la malinconia e la tristezza lasciano uno spiraglio alla gioia ed alla consapevolezza che ora mio Padre sta bene, è sereno e sta godendo della luce della nostra Dea. Annuisco soltanto, col viso pieno di gratitudine, li ringrazio per le loro parole e dopo un ultimo inchino li vedo scomparire.



    Avanzo quindi incerta, ma col cuore più leggero, verso la porta che mi separa dalla zona neutra, sperando che chiunque sia al suo interno abbia chiesto questo incontro per un motivo valido, date le circostanze, e soprattutto che sia un incontro veloce, non sono dell'umore adatto per conversare.



    Apro la porta con decisione ed entro, ma di fronte a me non vi è nessuno, la stanza sembra vuota...ma non è possibile ovviamente.



    Avanzo di qualche passo, dubbiosa, nel silenzio che avvolge questo luogo, lasciando che la porta si richiuda alle mie spalle, ed è in quel momento che il respiro regolare di qualcuno mi fa voltare verso l'entrata. Oh. Pensavo che questa giornata non potesse peggiorare... ma mi sbagliavo. Ryuk Leithien è fermo contro il muro di pietra adiacente alla porta, è stato lui a chiedere quindi questo incontro, e se non fosse per l'accordo che ci lega e che inevitabilmente ora andrà rivisto, lascerei immediatamente questo luogo pur di non respirare la sua stessa aria, l'aria di un Leithien... soprattutto oggi.



    Devo ancora accettare ed elaborare il lutto, non sono ancora pronta ad affrontare queste stupide questioni politiche, vorrei solo mandare tutti al diavolo, ma non posso sottrarmi...lo so bene. Un sospiro, impercettibile, e poi finalmente parlo <<Sir Ryuk... non mi aspettavo questo incontro>>. Va bene...togliamoci subito questo dente.

  5. #125
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Ryuk Leithien



    <<Sir Ryuk... non mi aspettavo questo incontro>>
    . Esperin, come prevedibile, appare alquanto contrariata e non posso di certo biasimarla, resto serio, come quando le parlai alla torre, non è mia intenzione provocarla negativamente, per quanto un Leithien possa rispettare il lutto di un Raeghar, il mio dispiacere è veritiero. “Lady Esperin, vogliate perdonarmi per avervi disturbata in questo momento di dolore, Vi porgo le mie condoglianze e che vogliate crederci o meno, sono sincero”



    Non tento un baciamano, lo prenderebbe come un gesto irrispettoso o quanto meno fuori luogo, mi limito dunque ad un inchino, unendo i piedi ed abbassando il capo. Nel riportarmi eretto scorro con gli occhi la sua figura, l’abito nero che la fascia è semplice, ma la esalta in qualche modo, un corpo come il suo non è facile da occultare, non potrebbe farlo neanche indossando un sacco di patate con due fori per le braccia ed uno per la testa. Ha lo sguardo carico di dolore, ma fiero… è questa la fierezza di un Raeghar, quella tanto rinomata da secoli e secoli, la stessa che li contraddistingue, ma non è la medesima di Lantis, lui è più un ragazzino spavaldo che si pavoneggia, lei è sempre stata elegante perfino da piccola, me la ricordo bene.



    “Vorrei poter porgere i miei auguri a vostro fratello… il Re, ma non sarei altrettanto sincero, quella corona starebbe decisamente meglio sulla Vostra testa. Comunque…”
    La osservo negl’occhi ancora serioso “… non voglio trattenervi più del dovuto, ma convocarvi qui, era l’unico modo per comunicare con Voi ed ho ritenuto doveroso da parte mia esplicitarvi il mio dispiacere” Non se ne fregherà di niente, ma ho raggiunto il mio scopo, è qua, sono a metà dell’opera, ora devo solo girare i tacchi ed andarmene, posso farcela. “E’ tutto”



    Un altro inchino aspettando una eventuale risposta. Mi volto ed esco dalla zona neutra per voi voltare uno sguardo ai troni dei saggi, non.fulminatemi! Ripercorro a ritroso con passo svelto il percorso che giunge al Glados, ma al posto di attraversarlo mi piazzo dietro di esso, facendo ben attenzione a non farmi vedere, quando Esperin arriverà qui dovrò avere i riflessi pronti.


  6. #126
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Esperin Raeghar


    La serietà che Ryuk sta mostrando, assieme allo sguardo dei saggi posato su di noi, mi tranquillizza, non saprei cosa aspettarmi da questo individuo e sinceramente la situazione mi mette alquanto in difficoltà. Cerco tuttavia di non darlo a vedere, mantenendo lo sguardo alto e fiero, come in ogni circostanza “Lady Esperin, vogliate perdonarmi per avervi disturbata in questo momento di dolore, Vi porgo le mie condoglianze e che vogliate crederci o meno, sono sincero” mi dice serio, lasciando seguire le sue parole da un breve inchino.



    Sento l'ennesimo magone, il dolore è ancora così vivo in me che a stento riesco ad accettare le condoglianze che da oggi mi vengono presentate, ma devo farmi forza, perché mio Padre avrebbe voluto questo, avrebbe voluto vedermi combattiva e determinata <<Vi ringrazio>> mi limito a rispondere, atona, senza abbassare lo sguardo. “Vorrei poter porgere i miei auguri a vostro fratello… il Re, ma non sarei altrettanto sincero, quella corona starebbe decisamente meglio sulla Vostra testa. Comunque… non voglio trattenervi più del dovuto, ma convocarvi qui, era l’unico modo per comunicare con Voi ed ho ritenuto doveroso da parte mia esplicitarvi il mio dispiacere” continua poi, guardandomi negli occhi.



    Trascuro le parole su Lantis, non sono in condizioni adesso di rispondere, mi ha deluso profondamente oggi e so bene quale idea abbia Ryuk di lui, quindi non ha alcun senso replicare alle sue parole, il discorso non porterebbe a nulla di concreto per entrambe le parti. Resto tuttavia perplessa per il fatto che mi abbia chiamata qui solo per esprimermi il proprio dispiacere per la morte di mio Padre, so che lo ammirava, me lo aveva detto, ma avrebbe potuto limitarsi come tutti ad un biglietto di condoglianze.



    Non so cosa pensare, ma infondo beh... non mi importa, vorrà dire che tornerò prima alla Torre e potrò finalmente ritirarmi nelle mie stanze. “E’ tutto” aggiunge, inchinandosi nuovamente e restando qualche istante in attesa di una risposta <<A presto Sir Ryuk>> aggiungo soltanto, avendolo già ringraziato per le condoglianze inaspettate, per lo più per educazione.



    Lo vedo lasciare la stanza, sentendomi già subito più tranquilla, e dopo qualche minuto faccio lo stesso.



    Attraverso la sala del Consiglio con i tre troni vuoti, circondata dal nulla e dal tutto che avvolgono questo posto, e raggiungo senza fretta il Glados. Quando sono ormai vicina, tentenno un attimo prima di attraversarlo, socchiudendo gli occhi per prepararmi ad affrontare nuovamente la Torre della Mezzaluna ed il lutto che l'ha colpita. E' proprio in quel momento, in un fugace istante, che mi sento afferrare per un braccio. Non realizzo subito, mi sento tirare, vengo accecata dalla luce del Glados, sento esplodere un dolore fortissimo alla testa e poi...il buio.

    *Azioni di Ryuk concordate con Eclisse

  7. #127
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    DAHMER GRAY

    Inizia qui

    Avanzo nell'oscurità del Valmorghuli, nella piana in cui riecheggia la somma sapienza del "Tutti gli uomini devono morire". Questa malinconia non vuole proprio lasciarmi... sto diventando un sentimentale.



    Mi pongo davanti ai Saggi, l'altra volta mi ha parlato la vecchia che se fosse fatta di carne mi farei volentieri.



    Oh cazzo, ricordo pure che rimproverò i miei pensieri. Possono leggere ogni cosa, loro sanno ogni cosa. Li guardo fissi e con educazione esclamo: "Salve a voi, Saggi, il vostro messaggero mi ha convocato e ora sono qui ad attendere le vostre parole".



    Già perchè magari non devo vedere qualcuno, ma solo ricevere qualche lettera criptata del Comandante Urthadar.




  8. #128
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Antichi saggi

    Dahmer, i tuoi passi riecheggiano per l’ampia sala dei saggi, il silenzio regna sovrano, quasi opprimente e rassicurante. I loro troni vuoti attendono solo che tu ti avvicini per accogliere la maestosità degli Antichi. Ti inginocchi e chini il capo verso terra ed ecco che subito, dopo le tue parole ecco che la saggia strega Elanor, colei che ti è affine per razza si materializza ai tuoi occhi «giovane Gray! Siete stato ampiamente avvertito sulla natura di questo luogo, noi saggi non tolleriamo tali pensieri.» dice imperiosa «l’uomo che vi ha convocato vi attende oltre quella porta! Ma ricordate, questo è il vostro ultimo avvertimento!» detto ciò la donna svanisce così come è apparsa dopo averti indicato la porta…

    Puoi attraversare la porta per la zona Neutra...

  9. #129
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    DAHMER GRAY

    La strega Elanor mi rimprovera severamente per i miei pensieri sconci, purtroppo così facendo me ne provoca altri ed è meglio che io lasci subito il suo cospetto o potrebbe friggermi da un momento all'altro. Doveva essere una gran bella puledrina da viva. Apro la porta e... quei capelli, quelle spalle... quei colori... mio padre.





    Di fronte mi ritrovo la figura di Sir Caligus Dreth. Lo guardo attonito, non lo vedo da quando mi mollò al castello dopo il fattaccio di Lady Selene. Perchè è qui? Perchè mi ha convocato? Scruto il suo viso: è sorpreso, quasi sollevato. Resto con la bocca leggermente aperta, io... non so cosa dire. Quella pesantezza che ho avvertito in tenda con Drako... è calata di nuovo su di me, improvvisamente, come se lui fosse Medusa e mi avesse pietrificato con lo sguardo. Mi ha sempre fatto questo effetto, quella perenne espressione di durezza che sembra quasi che l'inverno di Aeglos abbia solcato le linee delle sue rughe personalmente. Ma la luce di quegli occhi grigi che invece contrasta con il resto, che mi guarda con pena, con miserevole pietà. Il puro, il virtuoso e coraggioso Dreth che abbassa il mento verso la terra lurida, verso di me, magari domandandosi come abbiano potuto i suoi lombo perfetti procreare un'aberrazione disgustosa come Dahmer Gray. Ulfric me lo ripeteva sempre, gli occhi di mio padre me l'hanno fatto comprendere in modo silente. Perchè Caligus Dreth è un uomo del Nord di poche parole, che passa i suoi giorni nelle foreste piene di lupi a cacciare la sua preda, a lasciare in balia di un vecchio pazzo il suo unico figlio. Il suo unico bastardo. "Sei vivo" mi dice d'un tratto, atono. Tutto qui? Voleva solo accertarsi di questo? "Vivo e vegeto, con tanto odio nel cuore, come sempre. Possiamo andarcene, ora, giusto?" gli domando sarcastico. Infatti, l'uomo mi dà le spalle e si incammina per l'uscita, ma qualcosa dentro di me esplode. Non può davvero avermi scomodato per questo, deve esserci una ragione per questi suoi silenzi, questi suoi comportamenti assurdi. E per la prima volta dopo tanti anni, me ne frega qualcosa di saperla. "Sei un bastardo demente, non hai nemmeno le palle di dirmi ciò che ti frulla per la testa. Sei solo un coglione nelle mani di Ulfric, del tuo cognome, della tua sacro santa virtù del cazzo. Sono tuo figlio e non hai altro da chiedermi che questo? Ma che Raiden ti fulmini!" sbraito in preda all'ira. Devo però calmarmi, sono in un luogo sacro e non sono molto simpatico ai Saggi. Respiro profondamente, stringo forte i pugni. "Perchè... perchè mi hai portato via con te ad Aeglos se non mi volevi? Potevi lasciarmi morire nel ventre di mia madre" gli dico con un tono basso, gutturale. Di scatto, le grandi spalle avvolte dal solito mantello nero di pelliccia di lupo si fermano. Si volta verso di me e... mi sorride. Ad Aeglos, c'era il detto che il sole splendeva caldo ogni volta che il tenebroso Sir Caligus sorrideva, tanto era raro questo evento. "Sei la cosa che ho voluto di più in tutta la mia vita" mi dice con una voce strana, che non gli ho mai sentito. Una voce che oserei definire... gentile, affettuosa. "Amavo tua madre... l'ho amata più di me stesso. Più di ogni altra cosa al mondo... lei era uno spirito libero, non aveva restrizioni o confini... lei non viveva in gabbia, come me. Ero così... affascinato da lei, dalla sua sete di vita, dalla sua leggerezza, dal suo desiderio di vedere il mondo... io invece ero cresciuto tutto all'opposto... nel dovere, nella moralità, nella pesantezza. Bhe, sai bene come sono cresciuto. Non faceva quel mestiere che pensi. Era una locandiera, ma sognava di fuggire lontano, di visitare Dohaeris, di spingersi oltre i confini. Eravamo così giovani, così... spensierati" inizia a raccontare con una luce sul viso che non gli ho mai visto. Poi, si incupisce, abbassa gli occhi, la voce si fa più bassa.



    "Ma era una strega devota a Raiden e io... io volevo solo formare una famiglia. Avrei sfidato tutti i Dreth e mio padre Ulfric per lei. Al giorno della festa della fondazione di Dohaeris ti aveva nel grembo e tutti i suoi calcoli mi sembravano la fine del mondo... del futuro che desideravo così tanto. Saresti nato il primo dell'anno... lei era così entusiasta, così... felice di sacrificarti all'Abgruntis. Era così fiera, così determinata. Io... ero solo un piccolo uomo disperato, reso folle dal suo dolore, da quell'amore che già ti stavo dando e che lei mi stava strappando senza pietà... ho dovuto fare una scelta" continua a raccontare, facendosi sempre più inquieto. Mi guarda, il grigio delle sue iridi incontra il mio e lo agganciano, non lasciandolo nemmeno un attimo. "Ho scelto te. Ti strappai quello stesso giorno... sei nato il quarto giorno di Saturno del I mese della Neve del CDXCII, quando con la mia claymore ho trapassato il cuore di tua madre e ti ho strappato in tempo dal suo ventre. Non hai pianto, all'inizio, ma poi ti ho liberato dall'acqua che ti annegava e hai urlato il tuo diritto a vivere" mi dice crudo, senza perifrasi o abbellimenti.



    Senza girarci intorno. Tra la donna che amava e me, ha scelto suo figlio. Un fuoco si accende all'istante nella mia mente, un incendio furioso e distruttivo e... oh Raiden trattienimi, che questo luogo è sacro! "Quindi hai coerentemente lasciato il tuo prezioso e unico bamboccio nelle mani di Ulfric... sei un pazzo, un folle, avrei preferito mille volte seguire il destino che voleva mia madre, avresti dovuto sacrificarmi a Raiden! Visto il tuo egoismo quale piaga ha scatenato nel mondo? Ogni mia efferatezza, ogni lacrima, ogni vita che queste mani si sono portate via... tu, tu hai causato tutto questo!" grido arrabbiato come un lupo ferito, con l'odio che sta per offuscarmi la mente, con l'odio che ha già mangiato il mio cuore come un cancro. Lo guardo con disprezzo ma poi... poi un ghigno appare sul mio viso. La mia vendetta... mi prenderò la mia vendetta su tutti i Dreth, dominerò Aeglos con terrore e paura, sarei stato un demone di Raiden se questo idiota non si fosse messo in mezzo, mi pare giusto seguire ciò che il Fato aveva già deciso per me! "Perdonami per il male che ti ho fatto... forse questa parola non ha senso per te, oggi ma... dopo aver pianto... mi sorridesti e pensai che fosse la cosa più bella che io avessi mai visto. Vivo e sono un pazzo perchè spero... spero di rivedere quel volto di bambino che ho tanto amato, un giorno" mormora rassegnato, ma con una vena di serenità. Quella stupida speranza che riesce nella disperazione a farti intravedere una via d'uscita. Ho ucciso quel bambino, tanto tempo fa. Sei arrivato tardi, troppo tardi, papà. "Comunque, ho voluto vederti perchè ho saputo che hai seguito Kalisi e che uno dei suoi guerrieri è caduto in battaglia all'Auspex, oltre quello alla scorsa battaglia... Ulfric è stato orgoglioso di Vicent quando ha saputo del suo soprannome, il Mietitore di Franthalia" aggiunge tornando serio, come l'ho sempre conosciuto. Il MietitAHAHAHAHAHAHAHAHAHA Oh Raiden ma sul serio sta cosa? Il piccolo bamboccio con il moccio al naso che non faceva che lagnarsi con "Nonno, no ti pregoH!"? Piego la testa di lato di poco... pensava che fossi morto in battaglia? Come ha avuto notizie così fresche sulla recente battaglia all'altare dei bagliori? "Ci è mancato poco all'Auspex, ma come vedi... a perdere la testa è stata un'elfa a Franthalia che era all'accampamento con me... Kalisi ci tiene tutti disciplinati, ma son stato lì lì per anticipare il mio grosso cugino e soffocarla nel mio pozzo sabbioso" gli rispondo distrattamente... Mietitore... oh Dei! "Chi ti ha parlato dell'Auspex?" domando curioso.



    Il Nord è lontano, le notizie non viaggiano così veloci. "Sono giunto alla Capitale per assistere per conto della famiglia Dreth ai funerale all'Auspex di Re Rickard e poi all'incoronazione di Re Lantis... vengo giusto da lì. Appena sono stato libero dai miei impegni... bhe... eccoci qua. Volevo sapere se m'era rimasto un figlio oppure no" ribatte atono, senza nessuna espressione. Il vecchio Caligus, eccolo qua, tornato dall'Averno in cui si era cacciato poco fa. E il vecchio? Ha mancato ai funerali dal Re? Ha mancato all'ascesa del nuovo? "Ulfric era troppo impegnato a picchiare qualche altro ragazzino?" gli dico sarcastico. Caligus resta in silenzio, mi fissa negli occhi... è gelido, come tutti noi del Nord. "E' malato, troppo anziano e affaticato. Ora è tuo zio Connor il Lord di Aeglos... lo sai, non ama allontanarsi da casa, così ho fatto io gli onori di famiglia" mi risponde serio, come sei mi avesse svelato il nascondiglio di un tesoro prezioso. Ulfric... malato? No, non è possibile. No. Non lo accetto. Io devo calare la mia spada su di lui, non una stupida malattia. Potrei non credergli, ma non avrebbe motivo di mentirmi. La cosa dell'Auspex... pettegolezzi che può sapere solo chi è stato a corte. Mio nonno Ulfric... l'uomo che odio di più al mondo... vecchio... malato. "Come vedi, il tuo sentimento di vendetta è inutile:gli Dei stanno già provvedendo a punire mio padre per i suoi peccati" conclude, restando una maschera di cera impassibile. Ineluttabile. La morte lo è. La vecchiaia lo è. Valar Morghuli: tutti gli uomini devono morire. Anche Ulfric Dreth, detto Manto della Tempesta. No, non così, non voglio che sia così. Sollevo lo sguardo per incrociare il suo, lo fisso, mi ci posso specchiare. "Io... devo andare... i miei compagni mi stanno aspettando e... sono ancora stanco per la battaglia" balbetto avviandomi verso l'uscita, senza aggiungere altro, senza vedere la sua reazione. Ulfric... è come se mi stesse sfuggendo, come se ancora avesse trovato il modo di sottrarsi alla furia del mio odio. Tocco il Glados, figurandomi il Lacrima mundi e torno all'accampamento come se cavalcassi un fulmine. Il mio corpo è tornato qui, dove mi sono preposto di combattere per ottenere la mia vendetta ma il mio pensiero... è lì, a Nord, nelle fredde stanze di Aeglos, accanto all'uomo che è il simbolo di tutto ciò che sono diventato.

    Storyline concordata con Damnedgirl

  10. #130
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Continua da qui
    Andreus De Lagun

    Avanzo a passo lento pulendomi di tanto in tanto il volto. L’atmosfera cambia, diviene più scura, alzo appena lo sguardo osservando le stelle, non una nuvola in cielo. Nulla, nemmeno le stelle brillano.


    Punti bianchi in una tela scura, come se il luogo stesso fosse fisso a un punto nel tempo. Non vi ho mai fatto accesso, le storie di Myricae si limitavano solo a dire che era un luogo stupendo e angosciante al tempo stesso. Avanzo quasi senza fare rumore mentre calpesto le foglie secche. Mi volto indietro osservando le foglie calpestate svanire e ricompattarsi nello stesso posto.


    Avanzo lento nella sala oscura dei saggi, osservo i loro troni,


    meravigliato dallo splendore e dalla luce che essi stessi emanano in enorme contrapposizione con l’oscurità perenne del luogo. Mi inginocchio prendendo un respiro profondo chinando il capo con rispetto e… un po’ di tremarella…


    «antichi saggi, perdonatemi per l’interruzione del vostro sonno. Il mio nome è Andreus De Lagun… chiedo a Voi di poter parlare con mia sorella…»



    mi mordo un labbro nel pronunciare il suo nome, era da troppo tempo ormai «Cassandra De Lagun!»

 

 
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